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Autore: Gillian Kami    09/05/2012    5 recensioni
Divertente one-shot in cui Tony Stark passa qualche "divertente" momento assieme al nipote di Thor, ovvero il figlio primogenito di Loki. Traduzione dall'inglese di una fanfiction che mi ha molto divertito. Post-Thor movie. Post-Avengers movie.
[TRADUZIONE di una one-shot in inglese]
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Take Your Nephew to Work Day


Questa storia non è di mia proprietà, fa parte di una raccolta di one-shot intitolata "Lokison" e racconta dell'esperienza come genitori di Loki e Sif. L’autrice di questa one-shot si chiama ala e la potete trovare qui:  XX
Ho deciso di tradurre questa storia perché mi aveva molto divertito, dopo aver chiesto il permesso (ovviamente) alla proprietaria ecco il frutto del lavoro svolto. Tutta la simpatia appartengono ad Ala, mentre gli errori sono miei poiché è la prima volta che traduco una storia. Spero che vi divertiate quanto mi sono divertita io. Nel link che vi ho inserito troverete tutte le altre one-shot della serie, sempre riguardanti i figli di Loki e Sif. Buona lettura =) 

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Tony Stark gironzolava nella sala rapporto degli Avengers con aria piuttosto soddisfatta.
Si era disfatto (ancora una volta) della fasciatura che il dottore gli aveva imposto, dopo che si era slogatola la spalla. Tre minuti con il computer dello SHIELD e avrebbe falsificato il certificato medico, in modo tale da poter rientrare attivamente in squadra. Così si avvicinò casualmente al pannello di controllo sul muro, ma si immobilizzò quasi subito quando vide con la coda degli occhi un bagliore colorato.
Si voltò velocemente, facendo del suo meglio per sembrare naturale.
C'era un bambino, seduto sul tavolo della sala conferenze, con i piedi che penzolavano da un lato e con addosso una maglietta di Capitan America. Perché non era mai una t-shirt di Iron Man?
Tony non riuscì a capire quanti anni avesse, qualcosa tra l’infante e l’essere pronto a guidare, ma con quei mossi capelli scuri e gli occhi color nocciola il piccoletto sembrava famigliare. Molto famigliare.
Provò un attimo di puro panico. Poteva essere suo? No, Pepper glielo avrebbe detto se avesse avuto un bambino da qualche parte e lui di sicuro lo avrebbe saputo. Era sicuro al novantasette percento che non lo fosse, troppo giovane per essere nato prima. Forse.
“Mia zia dice che è maleducazione fissare le persone.”
Tony smise di stare tra le nuvole e si concentrò su cosa gli stesse dicendo.
“Ovviamente lei fissa sempre mio zio e lui fissa lei. Madre e padre si fissano l’uno con l’altro spesso e qualche volta mio padre fissa me, perciò non può essere davvero così maleducato.” il bambino aveva uno strano accento, ancora una volta gli sembrò famigliare.
Tutto questo però non era importante, aveva un computer da sabotare e non aveva bisogno di un testimone tra i piedi.
“Okay piccolo, non so chi tu sia o come tu sia entrato qui dentro, ma il quartier generale dei Vendicatori non è un posto adatto ad un moccioso quindi cerchiamo un adulto che ti …”
“Io sono Ullr” il ragazzino – Ullr – lo interruppe “E non sono un moccioso. Ho sei anni e mezzo ed è stato mio zio a portarmi qui.”
“Chi è tuo zio?” chiese Tony, nonostante stesse cominciando ad avere qualche sospetto.
“Thor, figlio di Odino. Il possessore di Mjölnir. Il mitico Avenger!”
“Sei il nipote di Thor?” lentamente cominciò a realizzare “Aspetta, questo significa che tuo padre è…”
“Loki!” dichiarò con orgoglio Ullr.
Tony rimase a bocca aperta “Sei il figlio di Loki?”
“E di Sif. Mio padre dice che chiunque mi abbia conosciuto, sa esattamente che sono figlio di Sif. Non so cosa questo voglia dire.”
Tony sapeva, ovviamente, che Loki aveva dei figli. Thor era un insopportabile zio orgoglioso, ma questo non significava che Loki li avesse mai portati ai picnic di famiglia degli Avengers.
Il Dio degli inganni era stato una volta un loro nemico ed anche se ora, occasionalmente, veniva in loro aiuto con i suoi trucchi magici non voleva dire che fossero diventati amici.
Tony aveva dei problemi ad immaginare lo stesso Loki, che lo aveva lanciato fuori da una finestra, cambiare pannolini, dare bacetti e raccontare storie della buonanotte. Ma suo padre non aveva mai fatto niente del genere per lui, quindi cosa ne poteva sapere di come si facesse realmente il padre?
Thor e Steve entrarono proprio in quel momento, distogliendolo dai suoi pensieri.
Il dio sorrise raggiante alla vista di suo nipote assieme all’amico.
“Tony!” tuonò “Vedo che hai conosciuto mio nipote! Lui è Ullr, figlio di Loki e principe di Asgard. Ti presento Steven, ovvero Capitan America!”
Lo sguardo di Ullr si illuminò e filò giù dal tavolo, correndo incontro allo zio. Tony vide Steve esibire la sua faccia da grande eroe americano, la stessa che indossava sempre quando attorno a lui c'erano dei bambini esultanti e si preparava per la solita dose di adorazione che gli veniva riservata. Ullr gli svolazzò attorno e si fermò davanti allo scudo che era agganciato alla schiena del Capitano.
 “È lo scudo!” gridò eccitato.
Ullr sembrava che avesse ricevuto un pony e un razzo da Babbo Natale e li avesse appena trovati sotto l'albero il mattino di Natale. Supponendo che sapesse chi era Babbo Natale. Gli Asgardiani si scambiavano regali durante le festività? Magari Tony avrebbe potuto chiederlo a Thor un giorno di questi.
“Sì, questo è il mio scudo.” Replicò Steve, guardando Thor con sguardo confuso “Vuoi osservarlo da più vicino?”
“Posso?” il bambino alla proposta si era messo a saltellare sul posto, su e giù, con estrema eccitazione. Tony fece fatica in quel momento a vedere il freddo e distaccato dio delle menzogne nel piccoletto.  
Forse questo modo di fare lo aveva ereditato da Sif? La aveva trovata un tipo allegro, dopo che lo aveva preso a calci quando, una volta soltanto, aveva fatto una battutina leggermente sboccata su di lei.
Steve si tolse lo scudo dalle spalle e lo posò sul tavolo. Ullr allungò una mano e tracciò in modo reverenziale la stella disegnata al centro.
“Lo zio mi ha detto che lo scudo è un'arma molto potente, come Mjölnir”
“Beh, Non ne sono certo...” disse Steve, sempre il solito umile “...ma posso dirti che lavora piuttosto bene”
Tony lo aveva visto lacerare, letteralmente, i nemici con quello scudo. Lo aveva visto imparare ad usare la moderna tecnologia in un giorno di vacanza, grazie al suo potenziato cervello da super-soldato. Inoltre era l'unico che poteva rifiutare gli ordini del direttore Fury e dopo uscire dalla stanza senza nessun timore, questo perché il direttore non gli faceva nessuna impressione. Come poteva un tipo del genere affermare, soltanto, che quello scudo lavorava piuttosto bene?
Era un vero mistero.
“Spero un giorno di essere meritevole di brandire un'arma del genere anche io.” Ullr alzò solennemente lo sguardo su Steve “Spero che tu sappia quanto sei fortunato ad avere questo, mortale.”
Ecco, questo decisamente proveniva tutto da Loki.
Tony non riuscì a trattenere le risate di fronte all'espressione sbalordita di Steve. Aveva conosciuto una grande quantità di ammiratori di Capitan America, ma nessuno che fosse stato solo un fan dello scudo e non avesse nessun interesse nei riguardi del suo proprietario. Ovviamente Ullr doveva avere un buon grado di conoscenza della tecnologia per apprezzare quello scudo.
I punti simpatia del piccoletto crebbero nella sua scala di apprezzamento.
Il direttore Fury scelse proprio quell'istante per entrare in scena, seguito da Banner e da Barton, il quale zoppicava alla fine della fila. Era stato ferito nello stesso combattimento in cui si era fatto male lui.
“Ascoltatemi, abbiamo un problema vicino a Port Authority.”
“Fantastico!” Tony balzò in avanti “Mi metto l'armatura!” stava per andarsene, ma con un passo Fury gli bloccò la strada. Il direttore spostò il suo sguardo da Tony a Ullr e viceversa “Non sarà necessario Stark. Ho parlato con il dottore e Pepper.
Merda.
Tu non farai niente finché il medico non ti avrà dimesso di persona. E al momento lui non mi ha dato nessun via libera, qualunque cosa dica il computer sulla tua cartella medica.”
“Ma faccio parte della squadra, stiamo per combattere, quindi mi preparo anche io. Con Iron Man. La mia spalla sta benissimo” protestò lui.
“Tu resterai qui, Stark. Questo è un ordine. La situazione può essere sistemata senza di te.” Tony poteva giurare di aver visto una strana espressione maligna lungo il viso del direttore “Inoltre, c'è bisogno che qualcuno controlli il nostro ospite qui.” mosse una mano in direzione di Ullr.
“Non avete dei minions per queste cose?”
Il largo sorriso di Fury mostrò molti dei suoi denti bianchi “Sì, ho te.”
Clint, il bastardo, cominciò a tossire in un debole tentativo di mascherare la sua risata. Ma quasi si strozzò e tossì per davvero quando Fury aggiunse “Barton, anche tu. Con quella gamba non puoi uscire. Ora andiamo gente! Abbiamo del lavoro da fare!”
Il resto della squadra uscì fuori per prepararsi, Thor invece strinse entusiasta la mano di Tony.
“Ti sono grato mio amico, per il tuo aiuto nel prenderti cura di mio nipote! Sono certo che sarà al sicuro con te al suo fianco. Saprà comportarsi bene e renderà fiera la sua famiglia!” detto ciò se ne andò anche lui, per lucidare il suo martello o rendere vaporosi i suoi capelli o qualunque cosa facesse prima di una battaglia mentre i pochi evoluti mortali si preparavano.
Così Tony venne lasciato nuovamente con Ullr (e Clint).
Non desiderava altro che indossare la sua armatura e seguire i suoi compagni nello scontro, maledetto Fury, ma il pensiero di far preoccupare e arrabbiare Pepper lo fece sospirare e desistere. Un altro giorno in laboratorio, a quanto pareva.
“Bene, io vado. Il poligono da tiro mi sta chiamando.” annunciò Clint, zoppicando verso la porta.
“Mi stai davvero lasciando, con questo bambino, da solo?” la voce di Tony sembrò stridere sull'ultima parola. Come pensavano che dovesse intrattenere un giovane dio per un pomeriggio intero?
Clint scrollò le spalle.
Ullr guardò sia lui che Clint con aria incuriosita.
Beh, non potevano di certo lasciarlo da solo e il suo laboratorio non era un buon posto per giocare, per nessun altro al di fuori di lui.
Poi un'idea si fece strada nella sua mente. C'era una ragione per cui lui era un genio.
“Ehi Clint! Perché non mostri ad Ullr quanto sei bravo a tirare con l'arco?”
Il viso del bambino si illuminò ancora una volta, mentre l’altro lanciò a Tony uno sguardo truce.
“Sei un tiratore?” chiese Ullr eccitato mentre riproponeva il saltellante balletto di entusiasmo ancora una volta.
“Anche io!” fuori dal nulla il ragazzo fece comparire una fionda (gli dei di Asgard avevano delle tasche extra-dimensionali o qualcosa del genere per tenere gli oggetti?) e guardò Clint con un'aria piena di aspettative.
Così tutti e tre si ritrovarono al poligono di tiro, Tony e Ullr guardarono Clint colpire i bersagli prima con la pistola e poi con il suo arco super-figo. Per essere corretti Ullr guardava, invece Tony giocava con il suo Starkphone. Distolse lo sguardo dal suo cellulare quando Clint chiese al bambino se voleva provare a fare qualche tiro anche lui, con la sua fionda ovviamente.
Tony aveva sempre pensato che espressioni come “avere gli occhi fuori dalle orbite” fossero un'esagerazione, ma Ullr gli dimostrò in quel momento che si sbagliava. Tirando fuori dalle sue tasche dimensionali nascoste delle pietre, Ullr tirò all'indietro la corda della fionda e lanciò una rapida successione di mini proiettili, molti dei quali colpirono abbastanza forte i bersagli da romperne il materiale di cui erano fatti.
Tony ne fu impressionato. Clint pure, a giudicare dal basso fischio di apprezzamento che fece a Ullr quando questi colpì il centro dell’ultimo bersaglio.
“Ehi, piccolo, sei davvero bravo. Un paio di anni e potresti pure battermi”
“Questo significa che posso provare il tuo arco?” chiese Ullr con avidità.
Una volta Tony aveva provato a tirare la corda di uno degli archi di Clint (quando lui era in missione, ovviamente. Non era un suicida) ed era riuscito a sbilanciarlo appena.
Sapeva che erano molto forti ad Asgard, Thor era l'indiscusso campione di lotta tra di loro, ma dubitò che Ullr potesse tirare con quel arco. Così fu un po' sorpreso quando Clint rispose con un “D'accordo” e lo guardò andare verso l'armadietto dove erano tenute le armi. Vi rovistò dentro per un po' prima di tirare fuori un piccolo arco per imbranati dall’aria poco temibile ed una manciata di frecce.
“Cos’è quello Clint? Ti si è ristretto l'arco nell'asciugatore?” lo schernì Tony.
“No, Tony, questo è ha scopo di intrattenimento. Le donne amano gli arcieri” fece un sorrisetto.
“Così, ovviamente, tu tiri fuori il tuo arco più piccolo per far colpo sulle donne.”
Clint si accigliò per la battuta e si voltò verso Ullr.
Tony fu ancora più sorpreso da come pazientemente l'arciere mostrò al bambino come impugnare le mani sull'arco, correggendo i suoi errori e incoraggiandolo quando faceva le cose nel modo giusto. Non ci misero molto prima che il piccoletto imparasse a scoccare per bene una freccia e molto meno per insegnargli a colpire i bersagli.
Clint sorrise raggiante come uno zio orgoglioso quando attivò qualche obiettivo in lento movimento e vide Ullr, quindici minuti dopo, riuscire a centrare anche quelli “È un talento naturale!” esclamò.
Continuarono in questo modo per circa un’ora e mezza finché Tony non notò le spalle di Ullr incurvarsi, tentando di nascondere uno sbadiglio. Apparentemente anche gli dei di sei anni si stancavano. Clint invece aveva una lieve scintilla sovraeccitata nello sguardo, come se stesse pianificando di far rivivere i suoi spettacoli del tempo del circo, con Ullr come sua spalla.
Bene. Tony doveva fermare tutto questo prima che Thor ne venisse a conoscenza e per reazione rompesse l’altra gamba di Clint.
“Ehi ragazzi, perché non andiamo a stendere qualche cattivone con la buona vecchia Xbox?” lì richiamò, sfregandosi le mani per mostrare il suo entusiasmo.
“Cosa è un X Box?” domandò Ullr, abbassando le braccia “È qualche sorta di arma?”
“Cosa? No! È un sistema di gioco.” Di fronte al suo sguardo perplesso Tony alzò le mani in alto e disse “Ehi, perché non mi permetti di mostrartelo.”
“Okay!” Ullr si girò verso Clint per restituirgli l’arco “Grazie infinte Hawkeye per avermi insegnato ad usare questa magnifica arma.”
“Nessun problema piccolo, tu sei davvero bravo. Perché non tieni questo arco e ti eserciti ancora un po’ quando tornerai a casa? Sono sicuro che ad Asgart avete dei poligoni da tiro.” Rispose lui, mentre raccoglieva una dozzina di frecce “Ma non provarci nel quartier generale. Sono sopravvissuto per miracolo alla furia del direttore l’ultima volta e non penso che le tue dimensioni lo fermerebbero.”
Ullr lo ringraziò ancora e sistemò al petto il suo premio, per poi seguire Tony nella sala riposo degli Avengers. Clint, sia maledetto, era scomparso da qualche parte usando una delle sue tecniche ninja.
Ancora una volta lo avevano lasciato da solo con il bambino.
La Xbox non impressionò affatto Ullr, che dopo averla vista capì subito cosa fosse “Oh! Zio Thor aveva una Wii prima che rompesse una delle finestre e zia Jane gliela togliesse.” Ma si degnò di giocarci, comunque.
Immaginando che un moccioso di sei anni e mezzo non dovesse giocare con video-game come Grand Theft Auto* (anche se chissà cosa insegnavano ai bambini ad Asgard) Tony trovò un gioco sugli sport invernali e lo fece partire.
Dopo una veloce dimostrazione di come funzionasse il controller, iniziarono.
Si scoprì che Ullr non aveva mai visto uno snowboard, ne una discesa per scii.
“I mortali fanno queste cose?” domandò dopo qualche corsa “Legarsi delle tavole ai piedi e scivolare lungo delle colline, sulla neve?”
“È per divertimento.” Gli spiegò mentre l’avatar di Ullr superava la linea del traguardo prima di lui. Questa volta non aveva neanche fatto finta di perdere.
“Tu hai fatto questa cosa realmente?”  
“Sì, ho una casa ad Aspen. Non ci vado molto spesso, ma è divertente andarci. Potresti provare qualche volta.”
Ullr annuì “Sì, voglio provare. Chiederò a mia madre se posso venire, ma sono sicuro che dirà di sì. Lei vuole sempre che provi nuove attività.”
Tony provò l’angosciante sensazione di essersi appena intrappolato in una vacanza invernale, non pianificata, con il figlio di Loki, in cui avrebbe dovuto insegnare al bambino ad andare in snowboard. Questa sarebbe stata bella da spiegare a Pepper.
I video-games divennero presto noiosi e Ullr iniziò a lamentarsi nella maniera altezzosa che ci si poteva aspettare da un dio figlio di Loki. A corto di idee su cosa poteva fare con un bambino nel quartier generale Tony gli diede uno snack (un pop tart2  figurarsi) e poi in uno scatto di ispirazione (o disperazione, dipende dai punti di vista) lo portò nel suo laboratorio per mostrargli l’armatura di Iron Man.
Ullr non mostrò ammirazione alla vista dell’armatura esposta nel laboratorio e perse qualunque interesse quando scoprì che Tony doveva entrarci dentro per farlo muovere.
“Il Distrutto di Padre-tutto è controllato dalla volontà.” Disse, come se questo spiegasse tutto, mentre si avvicinava per scrutare meglio uno dei robot del laboratorio.
Tony si sentì in dovere di difendere la sua creazione “Ok, ma questo Distruttore sa volare?”
“La tua armatura vola?” chiese con tutto lo scetticismo che poteva raccogliere in sé un bambino della sua età. Tornò al piano di lavoro per dare un’altra occhiata.
“Certo che lo sa fare! Perché dovrei mai creare un’armatura che non sa volare?”
Ullr sembrava non avere una risposta a questa domanda “Come? Lo fa come il martello di mio zio?”
“Quella vecchia buffa cosa? No, questo è un repulsore d’avanguardia brevettato dalla Stark industries, con all’interno un reattore ARC.” diede un colpetto amorevole alla quasi completata placca del torace.
“Cosa vuol dire? Come fa a volare?”
Tony soppesò la possibilità di spiegare la fisica e la complessa ingegneria dell’armatura ad un bambino il cui mondo nativo usava ancora le torce per illuminarsi, contro l’idea di usare un metodo più dimostrativo. Vinse la seconda.
“Jarvis mi metto l’armatura.” esclamò, andando verso la piattaforma.
“È sicuro che sia una decisione saggia, signore? La sua spalla non è ancora completamente rimessa.” Rispose la voce affetta del suo AI. Per qualche ragione quella voce comparsa all’improvviso e senza corpo non sembrò affatto preoccupare Ullr.  
Allora Tony si chiese (e non era la prima volta) come fosse effettivamente la vita su Asgard.  
“Niente discorsi oggi, Jarvis. Fallo e basta.”
Il pavimento si aprì ed i robots uscirono fuori, in trenta secondi Tony fu rivestito dall’armatura, pronto per partire. Si girò e vide Ullr attraverso il suo visore.
“Figo eh?” girò su se stesso così da permettergli di ammirarla per intero.
“Tu però non stai ancora volando.”
Non c’era proprio nessun modo di accontentare quel marmocchio. Con decisione Tony girò i propulsori in modo tale da librarsi a mezz’aria, a circa un metro da terra.
L’espressione di Ullr non cambiò per niente “Avevi detto che potevi volare. Questo  non è volare, tu stai semplicemente lì.”
D’accordo.
Se il bambino voleva volare, Tony gliela avrebbe fatta vedere.
Con un rapido movimento volò in avanti e prese Ullr tra le sue braccia. Assicuratosi che non sfuggisse alla sua presa, aprì la porta di lancio del laboratorio e uscì fuori, centocinque piani sopra le strade di New York.
“WHEEEEEEEE!” urlò Ullr quando Tony fece un tuffo e qualcuna delle sue acrobazie aeree più difficili.
“Signore, devo davvero protestare.” Disse la voce di Jarvis nelle sue orecchie “Il bambino non è al sicuro e potrei farle notare che ne Thor, ne Loki, ne la signorina Pepper reagiranno in maniera favorevole, quando verranno a conoscenza di questa uscita non programmata,”
Odiava quando Jarvis aveva ragione.
Dopo un ultimo giro della morte attorno alla Torre tornò dentro il laboratorio, posando gentilmente Ullr per terra.
“Perché ti sei fermato? Ancora! Ancora!” pregò Ullr eccitato, mostrandosi entusiasta nello stesso modo di quando vide lo scudo di Capitan America.
I macchinari gli tolsero l’armatura e quando la sua testa fu libera dal elmetto Tony si scusò “Mi dispiace piccoletto, un volo per visita.”
Il labbro inferiore di Ullr tremò leggermente  e Tony riconobbe i segni di un broncio, solo Dio sapeva come lui avesse usato quella stessa espressione innumerevoli volte. Ringraziando il cielo venne salvato da Jarvis, il quale annunciò loro il ritorno della squadra. Lui e Ullr andarono loro incontro nella sala rapporto, sentendo un vago odore di acqua di fiume quando entrarono.
“Ullr!” Thor salutò il nipote “Spero che tu stia bene? Cosa hai lì?” chiese quando vide l’arco e le frecce strette al suo petto.
“Un arco! Hawkeye mi ha insegnato ad usarlo! Guarda.” Scoccò una freccia e la puntò verso un poster di fianco alla porta, la lingua tirata fuori in una posa di concentrazione. Prima che qualcuno potesse fermarlo tirò la freccia. Mancò per un pelo la testa di Fury, quando questi entrò, e con un tonfo andò a incastrarsi sul muro.
“Ops.” Esclamò.
Fury squadrò tutti loro “Credo che ci sia stata fin troppa eccitazione oggi, non sei d’accordo Thor?”
Thor carpì il suggerimento e portò Ullr, con il suo arco, fuori dalla stanza. Mentre uscivano Ullr si voltò e salutò Tony con la mano. Si accorse di star ricambiando il saluto senza neanche averci pensato.
Si girò per notare lo strano sguardo di Bruce “Cosa? È un bambino a posto. Dai, ora raccontami tutto il divertimento che mi sono perso.”
 
Una settimana più tardi.
 
Il suo dottore (e Pepper) lo aveva finalmente dichiarato guarito e pronto per le missioni attive, così per una volta tanto Tony stava davvero prestando attenzione al noioso rapporto che Coulson stava snocciolando. Niente poteva buttare giù il suo morale, neanche il profondo sguardo infelice che Thor continuava a rivolgergli.
Aveva pianificato di indossare l’armatura e volare per ore.
Quando finirono andò incontro a Thor.
“Allora ragazzone, quale è il problema? Ho per caso investito il tuo magico barboncino o qualcosa del genere?” Thor si accigliò ancora di più.
“A lungo sono stato un eroe agli occhi di mio nipote, un onore che mi sono sforzato di mantenere. Sembra, però, che dalla sua ultima visita qui io sia stato soppiantato. Sif mi ha detto che mio nipote ha parlato di qualcun altro, da quando è tornato a casa.”
Povero Thor.
“Prenditela con Clint. È lui che gli ha dato l’arco, non io.”
“No, non è Hawkeye colui che ha catturato la devozione di Ullr.”
“Quindi Steve? Non puoi biasimare il piccolo, tutti amano Steve e il suo scudo è così  figo.” Diede un’occhiata attorno per assicurarsi che Steve non avesse sentito il complimento.
“No, Tony. Ullr ha espresso che il suo più grande desiderio una volta cresciuto è di essere –figo…” Tony intuì la citazione a memoria “…quanto l’uomo di metallo, Tony Stark.”
Beh, questo era davvero inaspettato.
“Loki non ne è felice.” Thor continuò.
Tony prese un grosso respiro e ricordò a se stesso che Loki era un bravo ragazzo adesso. La maggior parte del tempo, comunque. Quindi non avrebbe tentato di eliminare l’eroe di suo figlio, vero?
Probabilmente era così.
Allora Tony fece un ampio sorriso.
Gli altri membri della squadra magari avevano i super-muscoli e micidiali tecniche assassine ninja, ma lui era l’eroe di un dio.
Sì, era bello essere Tony Stark.
 
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1 Un video game in cui si interpreta un criminale e il cui scopo e compiere rapine o cose simili. Quindi non adatto, decisamente per insegnare qualcosa ad un bambino di sei anni. xD
2 prodotto dolciario della Kellogg’s, una specie di tartina (tart) croccante fatta di cereali, farcita al suo interno con diversi gusti.
   
 
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