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Autore: FunnyPink    09/05/2012    9 recensioni
La mia storia, mi dispiace ma non ho saputo trattenerla mi è venuta e ho dovuto scriverla, le parole sono uscite con vita propria.
Edward e Bella sono destinati a incontrarsi, lei non ha avuto una vita facile, vive per strada, neanche lui ha conosciuto subito la felicità, ma l'ha trovata grazie e a Esme e Carlisle, ma quando entrerà nella sua vita Bella...
Sono umani, sono giovani, cosa hanno da perdere, tutto e niente!
Dal -Capitolo 10-:
-Dopo qualche secondo la sua voce mi arrivò agli orecchi
"aiutami, ti prego, Edward, aiutami"
Crollò, le sue gambe cedettero, e sentii, il suo peso scivolare giù, le feci forza sul suo corpo tenendola, in un attimo mi ero chinato, e le avevo passato un braccio dietro i ginocchi, la sua testa stava appoggiata di lato al mio braccio, senza forze, ma sveglia, sentivo il respiro e lievi gemiti
"Edward, ti prego"
"ci sono io, non ti preoccupare ci sono, io, ti aiuto io"-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Ciao ragazze, spero anche l'ultimo capitolo di mercoledì scorso vi sia piaciuto, questo sarà un po' particolare per metà.

 

 

 

 

Pov Bella

 

 

 

 

Domani Esce l'intervista... domani esce l'intervista... domani esce l'intervista.

Dire che ero terrorizzata poteva essere un eufemismo, avevo il panico, la circolazione sembrava accelerata, i palpiti su di giri, gli occhi si spalancavano ogni volta che volevo chiuderli, visto anche l'ora tarda ormai. Ma niente non ne volevano sapere la mente correva come se fosse pieno giorno o avessi bevuto litri di caffè.

I pensieri erano tanti, avevo il terrore che i giornalisti arrivassero a me ma soprattutto alla mia famiglia.

Temevo che si appostassero sotto casa di Alice e Jasper che risultava ancora di proprietà di Edward ormai del tutto coinvolto, o che infastidissero Rosalie e Emmett ma soprattutto il piccolo Sam, non avevo citato la sua adozione ma visto che erano arrivati a me, chi me lo assicurava che non arrivassero a documenti privati di un'adozione? Poi il mio lavoro, sarebbero arrivati in massa al magazzino sperando di trovarmi? Sarebbero arrivati fin qua dai Cullen di Forks se fossero risaliti ai genitori di Edward? presto avrebbero fatto campeggio sotto casa?

Poi le paure personali, cosa avrebbero pensato? Che ci avevo messo poco a rimettermi in sesto? Che avevo approfittato di Edward un uomo ricco per i suoi soldi? che ero una poco di buono della strada? Potevano pensare che stessi rendendo la mia storia più tragica come in realtà fosse solo per attirare l'attenzione?

Avrebbe la giornalista sottolineato quale era il mio scopo? Ossia aiutare chi altro ha subito una sorte simile ad avere il coraggio di confessare come ho fatto io? Com-

 

Bella” la voce roca e assonnata di Edward distoglie i miei pensieri confusi “Bella stai bene? Sei rigida come un pezzetto di legno”

si...no...non riesco a dormire sono agitata” sospira pesantemente, sento le lenzuola muoversi e il suo corpo sedersi con le spalle alla spalliera del letto.

Dimmi”

Cosa?”

qualunque cosa ti passi per la testa”

lo sai cosa penso, sono giorni che ti tormento” sospira ancora passando la sua mano nel mio viso nella più leggera delle carezze.

lo sai che devi star tranquilla abbiamo avvisato tutti, tutti sono con te e pronti ad affrontare anche giornalisti più azzardati, dovessero violare la privacy sono pronti anche a  chiamare la polizia”.

Hai paura del loro giudizio?”chiese e io distolsi lo sguardo ma lui continuò “sai che non deve importartene molto, tu sei fantastica, sei stata bravissima e non hai niente da recriminarti, sono loro che devono solo imparare, e lo penso io, lo pensa la nostra e la tua famiglia che ti importa degli altri, hai fatto anche più del tuo dovere cercando con l'intervista di aiutare altre ragazze, mi pare proprio che non ci sia nulla da dire dico male?

no” risposi più convinta

bene che ne dici di un thè?”

si grazie, fai tu?”

certo”

In boxer e maglietta scese dal letto, uscendo non prima di avermi lasciato un sorriso rassicurante.

Sospirai lasciandomi andare alle coltri, sarà la sua presenza, magari la sua voce che mi rilassava.

Mentre lo sento tornare su, il suo cellulare sul comodino vibra una volta, deve essergli arrivato un messaggio.

Eccomi due tazze fumanti” disse tenendole entrambe in equilibrio.

scusa Edward ma chi ti manda un messaggio alle  tre di notte?” chiesi curiosa, sorrise divertito, prese il cellulare e controllò

non è un messaggio è una notifica di un'email, visto che ci sono ci vado subito” più tranquilla bevvi un sorso, poggiandomi alla spalliera e afferrando il libro sul mio comodino l'ultimo libro della saga Twilight.

tesoro?” disse un po' di tempo dopo non seppi quanto, ero completamente immersa nella lettura

si?”

hai impegni i prossimi giorni?” feci brevemente mente locale, i pochi impegni riguardavano la casa e i lavori che Esme aveva progettato, anzi avevamo... appena dopo aver firmato l'acquisto.

Niente di particolare, devo andare alla casa a vedere come siamo con il trasloco della signora e se si possono cominciare ad abbattere e costruire i due muri al piano di sopra, ...ah e dovrebbe venire quello della porta a prendere le misure tra un paio di giorni...perché?

perché domani l'altro, anzi visto che sono le tre e mezzo ed è già il giorno dopo, domani, partiamo” disse trattenendo un sorriso entusiasta, lo guardai non capendo

e dove andiamo?”

in crociera”

COME?” risposi incredula, forse l'orario mi aveva sbattuta più del dovuto

in crociera, ho appena fissato una crociera per due, quindici giorni di relax nella costa ovest dell'America e Messico”

ok mi prendi in giro?”

no assolutamente appena fissato, voglio che tu stacchi nei prossimi giorni, già stanotte non dormivi, ma ti ho sentito anche ieri che eri sveglia non negare, e poi voglio portarti nella tua prima vacanza ufficiale”

ma io...noi...ma abbiamo un sacco di spese”

andiamo lo sai che non abbiamo problemi, e poi ti serve quindi qualsiasi prezzo va bene”

ma...”

no Bella, quello di prima era un mail di notifica ero segnato in un sito di offerte viaggi, mi avrebbero segnalato i migliori last-minutes e last-second proposti, ci costerà un terzo del prezzo originale, certo non saremo in prima classe e abbiamo solo mezza pensione ma che importa, saremo assieme e in completo relax, io, te, sole e niente a cui pensare tranne la crema solare” prese a elencarmi mentre si avvicinava lentamente a me salendo sul letto.

Io ancora rantolavo dallo stupore, e non riuscivo a crederci.

noi...ma la casa? E la porta? e...”

shh shh tesoro tranquilla voglio il meglio per te, abbiamo risparmiato un sacco con la casa, visto anche che abbiamo trovato quella per la signora, il trasporto della nostra roba da New York è pronto, letti e armadi sono incelofanati, la cucina ce l'abbiamo visto che rimane a noi, manca il divano, la tavola e i mobili del bagno giù, di essenziale, il resto lo prenderemo con calma”

ma la porta?”

la porta chiederemo un favore a qualcuno, mamma mi deve andare comunque per portare il piano lavori al muratore”

io, ehm ok ma io...il sole...cioè io mi...vergogno”

ti vergogni del sole?”

no cioè volevo dire se mi devo spogliare...il costume...lo sai che mi...io...”

tesoro non devi spogliarti per forza, non devi mica fare qualcosa che non vuoi, ma dopo tutto questo freddo un po' di calduccio ti farà bene, se non vuoi metterti il costume non devi puoi rimanere vestita, oppure puoi usarne uno intero così la tua cicatrice non si vedrà” mi suggerì sorridente e rassicurante accarezzando quella parte sul mio corpo che portava quella cicatrice antiestetica che odiavo tanto e che solo lui riusciva a farmi dimenticare, con i suoi baci, le carezze i... .

 

Giorno mamma, ah giorno papà stamattina non sei di servizio?”

giorno ragazzi, no entro tra un'ora e mezzo” rispose controllando l'ora”

dobbiamo dirvi una cosa” prese subito parola Edward

domani partiamo per un viaggetto, 15gg in crociera, ho prenotato un'offerta incredibile, volevo che Bella staccasse un po' con questa storia dell'intervista sta diventando matta”

EHI” rise divertito della mia occhiataccia

poi non è mai uscita dai nostri confini ed mi pareva una buona idea”

un'ottima idea direi” rispose sorpreso papà

vero, ragazzi non male, tesoro quando vi sarete sistemati con lo studio nuovo, e dopo il matrimonio pretendo anche io un bel viaggetto” prese l'occasione Esme per imporsi

certo tesoro non vedo l'ora!”

dobbiamo solo chiedervi un favore, con il tipo delle porti alla casa e-”

tranquilli alla casa ci penso io, devo andare anche in città a controllare i lavori all'hotel, del vostro studio, e del negozio di bricolage quindi sarò sempre in quelle zone”

fantastico!”

ah bella hai mica completato il lavoro della signora Margery per l'asilo?”

si l'ho finito ieri, c'è il listino nella cartellina e ci ho anche inserito lo sconto che ci ha fatto ikea per l'acquisto di tutto il materiale ah e ho buttato giù una bozza per lo studio, sala di aspetto, reception e sala archivi, le altre se non mi dite come son fatte non so cosa dovete metterci”

grazie tesoro, appena avremo le macchine cominceremo a programmare le stanze. A proposito Edward i cinque macchinari per l'analisi del sangue arrivano tra dieci giorni, quello delle radiografie dice per sedici ma sembrava molto incerto, i lettini sono in magazzino quando abbiamo tutto li facciamo arrivare, mentre per il materiale medico ho già parlato con un paio di fornitori e son arrivato a un paio di accordi davvero vantaggiosi, ho un sacco di amici influenti”

grande papà, io invece ho già fatto tutto per l'insegna, la consegna è per venti giorni, poi chiamiamo l'elettricista per installarla, e la pubblicità anche quella è pronta, tra un mese e mezzo abbiamo l'incontro con quello dell'autorizzazione sanitaria che farà un primo sopralluogo, dovremmo aver concluso tutto, almeno il montaggio, poi c'è solo il lungo iter burocratico...ah giusto ho già preso anche gli estintori”

wao ragazzi il progetto è già quasi realizzato” disse emozionata mamma.

Papà ed Edward avevano infine acquistato un grande capannone, una ex fabbrica per metà uffici, all'asta fallimentare, un affarone in pratica, mamma si era occupata di far pulire tutte le pareti controllare il tetto perfettamente a norma e poi aveva preso a suddividere tutto in stanzette perfette per visite mediche. La struttura era tanto grande che si erano trovati molte più stanze del previsto quindi restava possibilità di ingrandirsi, avevano già in programma alcune opzioni ma non le avevano sviluppate continuando con il progetto iniziale perora.

Esme aveva fatto anche installare una porta posteriore con due stanzette autonome allo studio che dava sull'altra via e che secondo lei potevo sfruttare io lavorando come arredatrice d'interni. La cosa mi aveva entusiasmato ma non volevo ancora buttarmi su questo progetto, non prima di aver concluso la casa, rilassatami da questa storia dell'intervista, finito il progetto dello studio dei miei dottori preferiti e portato avanti tutto quello che dovevamo organizzare per il matrimonio. Il tutto mi pareva già abbastanza complesso così, ma intanto ci stavo fantasticando su.

Contattammo anche i ragazzi a New York per avvisarli, e tutti si dissero entusiasti del mio primo viaggio da turista.

 

 

 

 

 

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO, GUERRA E PACE, UNA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI...AMORE E CORAGGIO.

(Avviso: in questo articolo si trattano temi non adatti a persone sensibili)

 

No, non è la nuova rubrica editoriale questa, anche se della storia che vi stiamo per raccontare ci si potrebbe scrivere davvero un libro drammatico, o una favola con buon fine.

Questa è la storia di una ragazza di diciotto anni che ne ha passate tante, la cui vita è stata ingiusta e al quale il destino le ha riso in faccia molte volte.

Stiamo parlando del caso che ultimamente a New York e anche al di fuori sta scuotendo le coscienze degli americani.

Isabella Swan.

Un nome e molte promesse, se ne è parlato molto ultimamente, e vista la sparizione nel nulla della ragazza, nessuno aveva avuto conferme, intanto i giornali hanno cominciato a ricamare intorno al suo nome ed inventare storie false, tendenziose o anche gonfiate.

Noi di Vanity Fair e io Rebecca abbiamo avuto la fortuna di incontrare questa ragazza in esclusiva e di poter raccontare a voi LA VERA STORIA di Isabella.

Molti staranno già fantasticando su quanto quest'esclusiva possa aver fruttato alla signorina Swan, ebbene ammettiamo di aver cercato con insistenza la signorina, ma possiamo anche dirvi con certezza (dato che per dovere di cronaca abbiamo controllato), che metà del compenso è stato donato alla neo-fondazione per il recupero dei ragazzi di strada, che sta costruendo un centro sociale e di cui una delle promotrici è la stessa Swan (anche se non ne sapevamo nulla); creato a seguito dello scandalo grazie a molte donazioni, di cui molte anonime, potete trovare gli estremi per fare la vostra donazione nello specchietto a lato.

 

Quando arriva la signorina quasi non ce ne accorgiamo, nella stanza stanno entrando continuamente fotografi,  addetti alle luci e qualche inserviente, tanto che è la stessa signorina a destarmi dal mio tè per palesare la sua presenza.

Arriva accompagnata da due baldi giovani, molto affascinanti e che subito destano la mia attenzione, sono donna no?

Uno di loro, lo riconoscerei subito, è il ragazzo che insieme a lei ha posato per il dépliant del famoso marchio di vestiti di cui Bella è stata testimonial. Perché si anche per quello la nostra Isabella si è fatta un nome.

Molte riviste, di cui la nostra hanno più volte parlato di quel set fotografico e della scelta di una modella inusuale della forme leggermente morbide e ben visibili dagli abiti, ma non solo lei tutte quante le ragazze i ragazzi erano molto naturali, tanto che non erano affatto modelli, ma gente normale che fa un lavoro completamente differente.

Edward Cullen è un dottore, un bellissimo dottore e reggiamoci forte, il fidanzato ufficiale di Isabella Swan.

E molti cuori so che già piangeranno, ma cosa fa un bel ragazzo come lui insieme a una ragazzina che passa assolutamente inosservata?

Ebbene Isabella a un primo sguardo può essere anonima, la ragazza accanto a te al negozio o davanti a te al supermercato, ma se la guardi un attimo in volto si riesce a notare la sua semplice eleganza, la sua giovane bellezza, sprizza attrazione da ogni poro e io non ho certe tendenze, ma ragazze posso assicurarvi che è una vera donna.

Sempre per dovere di cronaca l'altro ragazzone è il fratello di Edward ed è assolutamente sposato, dichiara di esser venuto solo come appoggio morale alla coppia e per supervisionare il contratto, ma bravi i nostri ragazzi.

 

Ma vediamo al succo della nostra storia, cosa è veramente successo nell'orfanotrofio degli orrori di New York.

Rebecca: Isabella come comincia la tua storia, e soprattutto quando, sei sempre stata in quell'orfanotrofio?

Isabella: che io ricordi si, ho sempre vissuto in quel luogo

R: quindi non conosci la vera identità dei tuoi genitori, come nasce il tuo cognome

I: No non li conosco, ne ho ricordi di loro ero troppo piccola, so solo che quando mia madre mi lasciò disse che il mio cognome era Swan, non so se fosse il suo o quello reale di mio padre, non ne sono neanche sicura.

R: capisco, ma veniamo all'orfanotrofio com'è viverci per un bambino.

I: non penso siano molto diversi quando si è piccoli sono brutti e basta. E' il luogo dove vorresti scappare e dove un bambino al mese almeno tenta la fuga. E sovraffollato, eppure sempre troppo grande, buio, vecchio e pieno di scarti.

R: scarti?

I: si non si comprano molte cose nuove, spesso le direttrici ottengono donazioni di beni, come armadi, mobili, letti, e materassi usati, so che sono un lusso ma spesso erano veri e propri scarti invece che donazioni, materassi completamente rotti venivano ricuciti, ma dormivi sempre con la molla che ti puntava da qualche parte nella schiena o nelle gambe.

R: E' una cosa ingiusta

I: Nessuno pensa a cosa è giusto per un orfanotrofio, nessuno si era neanche accorto di cosa stesse succedendo.

Isabella è intimidita dalle domande, ma sembra davvero decisa a condannare questa storia, prende il coraggio dal suo ragazzo che la stringe a se con forza e la incoraggia.

 

R: raccontaci qualche episodio che ti ha colpito, e se sapevi della storia degli abbandoni.

I: un giorno quando avevo circa sette anni, tornò all'orfanotrofio una ragazza che era stata poco prima adottata, era più grande della media in cui venivano adottati i ragazzi. Di solito succede solo dai neonati fino dieci, undici, massimo dodici anni, sono pochissimi i ragazzi più grandi che trovano una famiglia. Quando tornò era...ammaccata diciamo, aveva ferite esterne ma la più grave era interna era stata...

esita nel dirlo, ed è un colpo anche per me quando lo dice

 

Violentata, da chi la aveva adottata, chi avrebbe dovuto amarla. Fu difficile capirlo per me, ero piccola, ma il mio migliore amico, forse l'unico era più grande, aveva quattordici anni e mi spiegò che era stata toccata da un uomo senza il suo volere. Come altro si può spiegare a una bambina? La ragazza non arrivò all'autunno successivo, fu ritrovata in bagno senza vita.

Lascio che la ragazza prenda il suo tempo, io stessa non ho parole e francamente non ce ne sono.

 

Da quel giorno sono stati molto più fiscali nelle adozioni dei ragazzi, soprattutto le ragazzine più grandi, in pratica quasi ridotti a zero, e si sono trovati un sovraffollamento di ragazzi dai quindici in su. All'incirca è stato un anno dopo che sono cominciate le sparizioni, o almeno che sono cominciate e io da bambina, me ne sono accorta. Venivano fatti uscire dal refettorio a cena finita e indirizzati nel corridoio per una gita o una visita speciale, da cui non facevano più ritorno. Veniva detto a noi che o erano stati adottati o andavano in un centro per ragazzi più grandi.

R: quindi, scusa se ti interrompo sono circa dieci anni che sono iniziati gli abbandoni di minori

I: per quanto ne so si, circa dieci anni

R: ma è possibile che nessuno se ne sia accorto o abbia denunciato?

I: io credo di si, qualcuno lo ha fatto, ma suppongo non sano stati presi sul serio, qualche volta sono venuti dei poliziotti, non so cosa gli è stato raccontato, ma mi hanno detto dalle indagini recenti che c'erano registri di adozioni fasulle per questi ragazzi.

R: si è stato appurato che erano presenti questi documenti. Isabella la storia che stai raccontando è davvero incredibile e cruda. Ma tu sei sempre stata all'interno dell'istituto.

I: se intendi un'adozione, si sono stata adottata a dieci anni, ma è durata due settimane. La famiglia aveva già cinque figli in affido, più che altri schiavetti, il dodicesimo giorno sono scappata di li, con bruciature di sigaretta, una guancia gonfia e ecchimosi da scale rotolate. Io e gli altri ragazzi siamo stati portati via dopo che la vicina mi ha trovato malconcia nella cuccia del suo cane.

La mia imprecazione credo non possa esser ripetuta.

 

R: Non so come chiedertelo ma cosa è successo quella notte, quando ti hanno abbandonato? Cosa hai fatto dove hai dormito?

I: mi hanno chiesto di avvicinarmi alla porta. Mi hanno dato una sacchetto di plastica con due buste, una era il mio diploma preso pochi mesi prima, e un panino mangiucchiato, mi hanno fatto salire sul furgoncino e ha guidato per una buona mezz'oretta, non conoscevo dove fossimo, New York era terra sconosciuta per me. Ha detto di scendere e andare nel portone rosso nella via traversa, dove un nuovo centro mi aspettava. Immaginavo già cosa stava succedendo e stavo tremando da capo a piedi, sono andata nella via, ma ovviamente non c'era nessun portone rosso. Camminai un po' a caso finché non trovai una via più affollata con ristoranti e qualche negozio. Mi infilai nella via traversa e dopo aver trovato una nicchia nel muro, mi ci sono infilata spaventata da tutte quelle persone.

R: ed avevi...dimmi se spaglio solo sedici anni e mezzo.

I: si esattamente

R: cosa hai fatto il mattino successivo

I: la notte avevo mangiato il panino, ma il giorno dopo avevo di nuovo fame e soprattutto sete. Ero rimasta nascosta per diverso tempo anche la mattina dopo, non sapevo l'ora, uscii dalla mia tana che il ristorante aveva aperto per pranzo, ma rimasi sempre vicino alla mia nicchia. Cominciai a puntare i clienti, che mangiavano come se niente fosse, cibi che anche all'orfanotrofio non avevo mai neppure sognato. Finché tre donne non andarono via lasciando sul tavolo una bottiglia di plastica a metà. La bottiglia rimase li parecchio, e io stavo continuando a puntarla, avevo sete ma non potevo infilarmi e prenderla, volevo andare ma avevo paura. Rimasi troppo a temporeggiare, alla fine una coppia di ragazzi mi passò davanti e un attimo dopo la bottiglia non c'era più.

R: cioè l'avevano rubata quei due?

I: tu non puoi capire. Non hai mai guardato gli americani dall'altra faccia, quella di chi ha fame, non ha un soldo per comprarsi niente, quello che per te è rubare per me non lo è. Visti da il mio lato gli americani sono un ammasso di ipocriti, spendaccioni, sperperatori che sprecano cibo e soldi. Prova a immedesimarti io ti dico quello che i miei occhi vedevano.

Tu immaginati di non bere da più di 24h, immagina di non mangiare un pasto caldo da mesi, si dover scavare nella spazzatura, di dover saltare più pasti al giorno, di non sapere neanche più cos'è una merenda o una colazione e poi guardare le persone al bar, al locale o a cena e vedere: un graziosa ragazza che prende un sorso dalla sua boccetta d'acqua per lasciare tutto il resto (quindi buttare via i soldi, e buttare via acqua potabile visto che non è riutilizzabile), immagina di vedere un bambino chiedere il gelato, che gli viene preso, ma subito dopo il bambino cambia idea non lo vuole più e questo viene buttato via intero (quando i genitori avrebbero potuto mangiarlo)

Immagina di vedere sempre la ragazza bella e magra andare a mangiare la pizza e mangiarne appena un quarto, per lasciare il resto(le rovina la linea) vedere piatti di carne a metà, insalate abbandonate, paste rimandate via, facce disgustate al primo morso che abbandonano il piatto o il panino nel cestino. E tu sei lì che sei stanco, affamato e hai i crampi allo stomaco cosa penseresti?

Il suo discorso è accorato e devo dire che ne sono colpita io stessa, che ammetto di aver gettato metà aranciata oggi

 

R: credo di cominciare a capire

I: ecco, per me non era rubare, scavare nel cestino non è rubare. Ho scoperto solo di recente che alcuni locali hanno fatto accordi con la mensa centrale dei poveri, portando i resti invenduti del cibo, ma sono pochissimi quelli che lo fanno rispetto al totale, troppo pochi per tutti i poveri che ci sono solo in questa città.

R: capisco quello che mi sta dicendo, ma tornando a te, cosa è successo?

I: quella coppia di ragazzi nativi, non erano una coppia erano parte di un gruppo di ragazzi di strada, i due mi si sono avvicinati e mi hanno dato la bottiglietta. I due mi hanno parlato, e dopo giorni di convincimento mi sono unita a loro, erano tutti più grandi e c'era una sola altra ragazza, e tutti avevano i tratti dei nativi, anche loro si erano trovati per caso.

R: Erano una banda?

I: no erano un gruppo e basta, le regole generali erano, non drogarsi, non bere, non rubare e non rimanere fissi in un luogo. Le vere bande tolleravano la nostra presenza perché non stazionavamo nel loro territorio ma ci muovevamo, non eravamo in competizione con i loro traffici, non creavamo casini. Eravamo anonimi, sopravvivano e basta.

R: sinceramente hai mai rebato qualcosa?

I: se intendi soldi, borse e portafogli no mai, neanche oggetti di lusso. Le uniche cose che abbiamo rubato sono vestiario che solitamente non superava dieci dollari ai banchini degli indiani, qualche scarpa e i più comuni erano assorbenti.

R: avete rubato assorbenti?

I: c'erano due ragazze e come tutte avevamo il ciclo senza però avere vestiti di ricambio ne modo di lavarci

R: non avete rubato gran che.

I: ma per la giustizia è sempre rubare.

R: quanto sei stata con loro? Quando è cambiata la tua vita?

I: la mia vita è cambiata circa una settimana prima dei miei diciotto anni. Ho vissuto e sopravvissuto con loro per un anno e mezzo.

R: adesso dove sono li hai più visti?

I: certo ci siamo ritrovati, e adesso sono in un centro attivo, studiano e lavorano.

R: sei riuscita a trovarli wao hai fatto molto per loro

I: in verità si è occupato di tutto Edward.

R: dimmi cos'è successo dopo, sappiamo di una violenza è allora che...?

I: non subito, la mia vita è cambiata quando ho incontrato Edward. Un giorno durante i nostri sopralluoghi ho trovato un neonato abbandonato nei rifiuti, ancora vivo.

R: è sconcertante dici sul serio?

I: si è vero, ho abbandonato il mio gruppo e ho chiamato un'ambulanza. Edward era in quella ambulanza, lui e il collega, hanno portato me e il bambino all'ospedale, poi ho affidato ai medici il bambino, l'ho chiamato Sam, ed Edward mi ha curato il ginocchio perché ero caduta e mi ero un po' maciullata. Solo che avevo paura di lui, avevo paura di tutti, quindi per farmi fidare ha cominciato a parlarmi di lui e della sua famiglia. Dopo è tornato a lavoro, ma prima di andare mi ha lasciato i soldi per il bus.

Ho provato a prendere l'autobus, ma non lo avevo mai fatto c'era un sacco di gente ubriaca e avevo paura, ero da sola e non sapevo come tornare dai miei amici. Sono tornata all'ospedale ho bivaccato attorno, ma a una certa ora chiude e mi hanno fatto uscire.

Non sono mai arrivata alla strada, quattro persone mi hanno aggredita, ho battuto la testa quasi subito e non ricordo nulla della violenza vera e propria. In seguito ho saputo che mi credevano morta. Per questo mi avevano abbandonata vicino a un cassonetto nel vicolo vicino...

Mi sono svegliata, completamente confusa e dolorante e rotta dentro, era tutto sbagliato. E' difficile raccontarlo e non ne sono in grado, so solo che mi sono trascinata al pronto soccorso e ho chiamato l'unica persona di cui mi fidavo Edward. Ho urlato e alla fine lui è venuto e mi ha salvato.

Ho i brividi solo a sentirla parare, ma lo sguardo che si lanciano riscalda tutta la stanza, compresa me.

 

R: Quindi Edward, posso parlare anche con te adesso no? Cosa è successo?

Edward: io e mia sorella una dottoressa che lavora nell'ospedale l'abbiamo internata e prestato primo soccorso, non voleva essere toccata da nessun altro aveva paura.

R: Fisicamente stava male?

E: si ecchimosi, trauma cranico, slogature e costole rotte. Ovviamente la parte psicologica era più fragile, soprattutto per la sua paura di tutti, ma stranamente non di me, per niente, si direbbe che dopo quello che aveva passato si fidasse più di donne invece ero io quello che voleva, e io non mi sono tirato certo dietro, l'ho fatto con piacere, i miei mi hanno cresciuto con il rispetto di chi è in difficoltà e voglia di aiutare gli altri, non per questo ho scelto la stessa professione di mio padre.

I: ha buttato quasi un mese di lavoro per stare con me, ha lavorato pochissimo.

E: tu avevi bisogno di me, io prima ero uno stacanovista e avevo un sacco di ore che i colleghi mi dovevano.

R: Quindi ti sei fatta aiutare da lui, e ti sei diciamo...ripresa dal trauma.

I: ripresa è un parolone, ho avuto incubi per mesi, ma lui e la sua famiglia che hanno ospitato a casa, mi hanno aiutato tantissimo

R: quindi vivete insieme?

I: si ma prima eravamo solo molto amici, ci siamo messi assieme dopo sei mesi circa che ci conoscevamo, con lui mi sento al sicuro, protetta e a casa.

R: è bellissimo Isabella, sono felice per voi ma parliamo del vostro servizio fotografico come ci siete arrivati se già vi conoscevate.

E: mia sorella lavora negli uffici, cercavano qualcuno per sostituire la modella che aveva avuto un incidente, e gli è venuta l'idea utilizzare gente comune, e Isabella che lavorava in magazzino nel negozio era perfetta per il ruolo.

R: Quindi è tua sorella l'ideatrice della campagna.

E: diciamo in gran parte si

R: e tu come ci sei entrato? ti sei proposto?

E: no, anzi è stato fatto a mia insaputa io avevo accompagnato Isabella non sapevo di essere coinvolto, è stato strano, molto strano e imbarazzante non sono abituato a mettermi in mostra

R: Nemmeno tu Isabella avevi mai fatto qualcosa del genere vero?

I: no assolutamente, anche io ero in imbarazzo completo, ma per fortuna sono riuscita a convincere Edward a stare con me, con lui è stato più facile.

R: Isabella sappiamo anche sei stata oggetto di un'aggressione ne vuoi parlare?

I: Eh stato un caso, ho incrociato uno dei violentatori senza saperlo, io ero spaventata, lui era spaventato credeva fossi morta e mi ha picchiato.

R: mi dispiace non voglio rivangare questa storia, so che sono stati arrestati tutti quanti però e tra un paio di mesi ci sarà il processo per la convalida del fermo

I: si ma non ci sarò, questa estate ci sarà il nostro matrimonio e non voglio rovinarlo, prenderò parte al processo solo dopo.

R: Isabella vuoi aggiungere qualcosa?

I: io vorrei solo dire che sono qui, spaventata e a disagio perché spero che la mia denuncia aiuti quante più donne a denunciare violente, percosse o stalking, perché non è giusto che una donna debba subire angherie e essere sottomessa al volere di bestie senza cuore, perché le donne hanno il diritto di vivere come vogliono la loro vita senza aver paura di camminare per strada. Quindi DENUNCIATE senza aver paura, è un vostro diritto, avete il diritto di vivere.

E mi appello poi a chi è vicino a qualcuno che ha sofferto o che sta destando sospetti e sospettate subisca qualcosa: Stategli vicino, fategli sentire che ha il vostro appoggio, il vostro amore e il vostro affetto, non compatitela, non spaventatevi, spesso basta un po' di affetto per uscirne, se non avessi avuto Edward non so come avrei fatto, gli devo la vita.

 

E' con le lacrime agli occhi per questa impressionante intervista che abbiamo riportato riportato parola per parola, e speriamo che molte donne accolgano l'invito di Isabella a cui il nostro giornale si accosta. Alla fine dell'articolo dopo l'intervista con il fotografo potrete trovare dei numeri utili, psicologi, centri di ascolto, e un numero verde in cui potete denunciare anonimamente.

Vi lascio al resto dell'articolo e alle foto dei ragazzi.

Rebecca Volgerberg.

 

 

 

 

 

Che ne pensate? Come ho scritto questo è solo parte dell'intervista c'è anche quella al fotografo e altri inserti ma non potevo certo creare tutto l'articolo. Bella è agitata lo sapevamo, e Edward che fa trova una mega offerta e partono. In realtà era quello che volevo fare io, partire per un posto caldo ma aimè si torna al freddo!

Già starò via un paio di giorni e torno pensate un po' sempre a Londra...lo so tra un po' mi danno la residenza a honorem...ma gente c'è la premier di Snow White! E un gruppo di amiche pazze quanto me.

A presto

Fp.

 

 

 

 

 

 

   
 
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