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Autore: EmilyStifs    09/05/2012    10 recensioni
"Cercava di aprire gli occhi ma la polvere che c'era glieli faceva richiudere di nuovo. Provò a chiamare i genitori sforzandosi di alzare la voce,ma le sue corde vocali rimasero quasi immobili. Nessuno dei due le rispose."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche nelle cose brutte c'è qualcosa di bello.


Anche nelle cose brutte c'è qualcosa di bello.


Il suo nome era Elizabeth Carter,ma sin da bambina tutti la chiamavano Lizzie. In quel periodo aveva da poco compiuto sedici anni.
La sua passione era il canto. Aveva una voce meravigliosa,e nonostante tutti la invitassero a partecipare ai concorsi organizzati nella città,lei si limitava ad esibirsi davanti ai familiari. Amava cantare,ma questo Elizabeth lo riteneva solo un modo di sfogarsi. Non lo considerava come una possibilità di futuro lavoro.
Quello che desiderava,invece,era poter diventare una brava traduttrice e viaggiare in giro per il mondo. Amava le lingue e se avesse potuto avrebbe imparato tutte le lingue esistenti per poter comunicare con persone di ogni parte del pianeta.
Era il membro più giovane dell'associazione di beneficenza "Smile for smile" che ogni anno,tramite piccoli concerti,presentazioni teatrali e lavoretti estivi, raccoglieva dei soldi che venivano spediti alle famiglie povere della Sud Africa e dei paesi economicamente poco sviluppati. Era fiera di  poter aiutare chi ne aveva bisogno.
Come tutti gli adolescenti,in particolare le ragazze,anche lei era innamorata dei suoi cantanti preferiti. Adorava tutto ciò che li riguardava,sapeva tante cose su di loro e uno dei suoi sogni più grandi era quello di incontrarli.
Ad impadronirsi del suo cuore era un gruppo musicale attivo da poco più di due anni, ma già famoso in quasi tutto il mondo: One Direction.
La loro musica l'aiutava tantissimo sia nei momenti brutti che in quelli belli. Si rispecchiava in ogni singola parola dei loro testi,che sapeva a memoria.
Diceva spesso che loro erano una delle sue tante ispirazioni e che poterli conoscere uno ad uno dal vivo sarebbe stata un'esperienza unica ed indimenticabile.

Trascorreva una vita tranquilla,con due genitori innamorati alla follia come due ragazzini,che non potevano fare a meno di trasmettere tutto il loro amore alla figlia. Jason Carter ed Emily McCan-Carter sostenevano la loro 'bambina',come usavano chiamarla,in ogni sua scelta,le davano dei consigli e non le vietavano niente,anche perchè Elizabeth non era il tipo di ragazza che chiede cose impossibili od eccessive.


Quella mattina per Lizzie era l'inizio del giorno più importante,emozionante e gioioso della sua vita.
Erano mesi che aspettava ed ecco che era finalmente arrivato il tanto atteso 24 luglio,giorno in cui i suoi amati One Direction sarebbero venuti ad esibirsi nella sua città.

Non era riuscita neanche ad aspettare il suono della sveglia. Si era svegliata molto prima e aveva iniziato a prepararsi.
Quando i suoi genitori si alzarono Lizzie era già pronta. Indossava una maglietta bianca con sopra scritti i nomi dei membri della band,un paio di jeans corti e delle converse semplici di color viola. Aveva legato i capelli,lunghi,lisci e biondi, in una coda di cavallo e non aveva messo del trucco sulla faccia.
Era nel bel mezzo dell'estate e aveva già vissuto l'imbarazzantissima esperienza di uscire truccata per poi tornare a casa irriconoscibile.
In quel periodo esporsi a quel sole forte la faceva sentire come un gelato che pian piano si scioglie dal caldo.
La ragazza teneva stretta a sè una borsetta in cui aveva messo la sua fotocamera e delle cartoline con le foto dei cantanti per gli autografi,in caso avesse potuto raggiungere il backstage.

Giunta l'ora di avviarsi verso la piazza in cui si sarebbe tenuto il concerto,il cuore di Lizzie scoppiava di gioia. Era molto emozionata e il solo pensiero che tra poco avrebbe realizzato il suo sogno la rendeva la ragazza più felice del mondo.
Una volta saliti in macchina,il padre mise in moto il veicolo e si diressero verso la loro destinazione.

ʽʽAdesso stiamo andando nella stessa direzioneʼʼ pensò Lizzie continuando a sorridere.
In quel momento stava osservando dal finestrino tutto quello a cui passavano davanti.

«Non svenirai dall'emozione,vero?» le domandò il padre abozzando una leggera risata.
«Certo che no! Non devo perdermi questo evento per niente al mondo!» esclamò la ragazza.
«Spero che ti rimanga come un bellissimo ricordo per tutta la vita.» disse la madre sorridendo.

Ma prima che Lizzie riuscisse a replicare davanti ai suoi occhi vide apparire all'improvviso un grande bus che gli veniva incontro,poi si fece tutto buio.
Non riuscì a vedere più niente. Sembrava avesse perso i sensi,ma il suo cervello era ancora in parte cosciente. L'ultima cosa che aveva sentito era il grido della madre e un forte rumore di metallo che si scontrava con un altro metallo,o qualcosa del genere. Avvertì una puzza di fumo e ruggine. Aveva paura. Non riusciva a muoversi. Cercava di aprire gli occhi ma la polvere che c'era glieli faceva richiudere di nuovo. Provò a chiamare i genitori sforzandosi di alzare la voce,ma le sue corde vocali rimasero quasi immobili. Nessuno dei due le rispose. Cercava di trovare un modo per uscire dalla macchina,ma il veicolo era girato sottosopra e le porte erano bloccate. Cominciò a mancarle l'ossigeno e tra non molto sevenne.


Dopo una settimana,quando finalmente il suo organismo stava cominciando pian piano a riprendersi,Elizabeth aprì gli occhi e si ritrovò sul letto di un ospedale,piena di fili attaccati alle braccia e al petto. Accanto a lei c'era Jason.
Il padre la guardava sorridendo e le stringeva la mano. La ragazza sorrise nel vederlo,ma la prima cosa che riuscì a dire con un filo di voce bassissima fu ʽʽDov'è la mamma?ʼʼ. Il signor Carter la tranquillizzò dicendole che la madre stava bene e che stava dormendo nella stanza accanto. Dandole un bacio sulla fronte le consigliò di riposare,avrebbero parlato più tardi.

La mente della ragazza era piena di domande. Cosa era successo? Perchè quel bus era apparso così? Chi c'era dentro? C'erano altri feriti?

Le infermiere entravano ed uscivano in una continuazione.
Le condizioni di Lizzie non erano del tutto buone,perciò sarebbe rimasta nell'ospedale per ancora un
bel po' di tempo.
Il padre e la madre ne erano usciti con meno ferite grazie ai cuscini di salvataggio che c'erano nella macchina proprio per evitare la morte in casi come quello,ma Lizzie aveva sbattuto forte la testa contro il sedile anteriore e aveva inspirato dei gas che le avevano danneggiato i polmoni.

Senza accorgersene si addormentò. Quando si svegliò,questa volta trovò accanto a sè un ragazzo giovane,poco più grande di lei,che la guardava. Sembrava che osservasse ogni minimo dettaglio del suo viso.
La ragazza lo riconobbe all'istante e non riuscì a credere che la persona davanti ai suoi occhi fosse davvero Liam Payne.
Gli sorrise,sperando con tutta se stessa che non fosse stata solo un'allucinazione,e gli chiese cosa ci faceva lì.
Lui ricambiò il sorriso e le spiegò che il bus con cui si erano scontrati era il loro. In quel momento avevano girato perchè avevano sbagliato la strada e l'autista non aveva visto la macchina,così si erano scontrati.
Il ragazzo si scusò,pur sapendo che quelle parole non avrebbero cambiato
quello che era successo.
Elizabeth gli chiese degli altri ragazzi,per fortuna stavano tutti bene.


Gli One Direction avevano sospeso il loro concerto,si sarebbero esibiti non appena la ragazza si fosse ripresa. Erano molto scioccati da quello che gli era capitato,e sentivano il dovere di starle accanto e sostenerla finchè non fosse guarita.
Per Lizzie,ogni giorno passato in quel ospedale,grazie alla compagnia dei ragazzi,era sempre più bello.
In fondo,se stavano tutti bene,lei non aveva perso niente. Anzi,aveva ricevuto l'opportunità di conoscere i membri del suo gruppo preferito,uno ad uno di persona,come voleva lei,e stare con loro per quasi due settimane.


Era arrivato il suo ultimo giorno di ricovero ed Elizabeth poteva finalmente ritornare a casa. Dopo un paio di giorni sarebbe andata al concerto dei suoi idoli e avrebbe avuto la possibilità di salire sul palco a cantare con loro. In ospedale i ragazzi avevano scoperto la sua splendida voce e avevano promesso di dedicarle una canzone. Lizzie non poteva fare altro che gioire e ritenersi la ragazza più fortunata del mondo.

La conclusione che la giovane Carter trasse da quella bellissima,e in parte brutta,esperienza fu che anche nelle cose brutte c'è qualcosa di bello.




















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Author's space.

Buongiorno/buonasera c:
Questa è la primissima one shot che scrivo,e già da adesso vi dico che non sono molto
convinta se la coniugazione dei verbi sia del tutto giusta o: mi è venuto il mal di testa tra imperfetto,
passato remoto e tutto il resto D:  perciò,vi prego di avvisarmi se trovate qualche errore çç
Non chiedetemi cosa mi ha ispirato a scrivere questa storia perchè io davvero non-lo-so.  
Immagino le vostre facce,tipo "O.O" ahahah. Beh,io sono particolare.. vale come giustificazione? e.e
Cioè,le idee mi vengono così,da un momento all'altro. A volte non ho un'ispirazione precisa..
Forse non vi interessava neanche,ma vabbè. LOL

Come sempre,vi chiedo di recensire  uù fatemi sapere cosa ne pensate,non lasciatemi col dubbio.(?)

#lotsofhugs,
@iamstillhoping. ❥



  
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