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Autore: Emma Wright    09/05/2012    5 recensioni
[Luna/Dean]
Dal testo: "Gli prese una mano e cominciò ad avanzare verso un vecchio arco distrutto. Dean avrebbe voluto opporsi, eppure c'era qualcosa di diverso, una sensazione sconosciuta, che gli impediva di remarle contro, di fermarla, per quanto tutto fosse stranamente surreale.
Senza rendersene conto, si vide seguirla fino a raggiungere insieme a lei i giardini del castello, e ancora il Lago Nero, il limitare di un piccolo boschetto, un tronco d'albero dove sedersi.
Non aveva idea di come fosse riuscito ad arrivare fin lì, tutto ciò che importava in quel momento era la sagoma di Luna che raccoglieva fili d'erba e fiori primaverili, per poi abbandonarli accanto al letto di un piccolo ruscello."
Prima classificata al contest "È tutta colpa della Luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti" di xxx_Strange_xxx 
Vincitrice del premio "Miglior Luna".
Terza classificata al "E in quella frazione di secondo, il mondo andò in pezzi - "La battaglia di Hogwarts" Contest!" di Oonagh
Premio "Miglior Pairing.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood | Coppie: Dean/Luna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nickname autore su EFP/Forum: Emma Wright (EFP), EmmaWright98 (forum)
Titolo della storia: In the land of dreams
Citazione: Tutti noi custodiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell’anima.
Genere: malinconico, romantico
Rating: verde
Avvertimenti: het, oneshot
Introduzione: [dal testo] Gli prese una mano e cominciò ad avanzare verso un vecchio arco distrutto. Dean avrebbe voluto opporsi, eppure c'era qualcosa di diverso, una sensazione sconosciuta, che gli impediva di remarle contro, di fermarla, per quanto tutto fosse stranamente surreale.
Senza rendersene conto, si vide seguirla fino a raggiungere insieme a lei i giardini del castello, e ancora il Lago Nero, il limitare di un piccolo boschetto, un tronco d'albero dove sedersi.
Non aveva idea di come fosse riuscito ad arrivare fin lì, tutto ciò che importava in quel momento era la sagoma di Luna che raccoglieva fili d'erba e fiori primaverili, per poi abbandonarli accanto al letto di un piccolo ruscello.
Note personali dell'autore: Okay, inizialmente la storia non era questa, per niente. Si trattava di una mini-long di circa cinque capitoli, forse 17/20 pagine – ci sono andata pesante, per una minilong. Purtroppo ho perso il file, non chiedermi come perché me lo sto chiedendo anch’io, quindi, non volendo ritirarmi, mi sono messa a scrivere questa cosa nella speranza di consegnare comunque. Penso sia una sottospecie di finale molto riassuntiva di tutto ciò che era la mia idea inizialmente, so che potrebbe essere sviluppata molto di più ma ripeto, pazienza, ci ho provato ._.
Magari in seguito ne farò una spin-off, se magari mi verrà voglia di riscrivere la long, per ora non fa niente.
Forse sono andata un filino nell’OOC, soprattutto con Luna, ma lascio giudicare a te.
Buona lettura :)


 
 

La guerra era finita da fin troppo poco tempo.

Si percepiva nell’aria un’atmosfera carica di tensione, mentre la diffidenza serpeggiava, tracciando grandi differenze tra individuo e l'altro. Vuoti che dovevano essere riempiti.

Da quando era stato imprigionato nelle segrete di Villa Malfoy, con la conseguente battaglia di Hogwarts, anche il modo di Dean Thomas nel guardare tutto ciò che lo circondava era cambiato. Occhi diversi osservavano le macerie di quella che era stata la sua casa, oltre che la scuola, per anni interi, chiedendosi semplicemente perché. Gli avevano sempre detto che Hogwarts era uno dei luoghi più sicuri del Mondo Magico. Tuttavia, se era ridotta in quelle condizioni, che ne sarebbe stato di tutto il resto?

 

Il ragazzo si ritrovava a gironzolare con fare preoccupato il castello, alla ricerca di gente cui offrire il proprio aiuto. Sapeva bene quanto fosse stato difficile per tutti, ma non aveva intenzione di lasciarsi sfuggire altri studenti o persone. Aveva maturato un forte senso della giustizia che, anche a distanza di qualche giorno da quell’indimenticabile due maggio, continuava a farsi vivo. Spesso, si chiedeva se la propria proverbiale allegria sarebbe mai stata in grado di tornare, e con lei la voglia di sorridere.

All’improvviso, un pensiero riuscì ad impossessarsi del controllo sulle proprie azioni. Cominciò a correre per i corridoi deserti, desiderando incontrare lei.

Aveva bisogno di dirle qualcosa. Ne sarebbe andato di sé stesso.

La trovò in una delle zone più distrutte dell’intero castello, in uno di quei luoghi in cui pareti e soffitto non c’erano più. Luna era seduta tra le macerie. Stava leggendo una rivista, tranquillamente, come se niente fosse, senza preoccuparsi dei cumuli di pietre traballanti alle sue spalle o della rovina di quel posto. Era in grado di stupirlo tutte le volte.

«Che ci fai qui?» domandò, riprendendo fiato, troppo stanco anche solo per far assumere alla propria voce un’espressione più conforme a ciò che voleva chiedere.

Lei sembrò comprendere comunque, perché gli rivolse un’occhiata molto eloquente, alzando appena un sopracciglio.

«Non ho voglia di stare con quelli. Sono così pessimisti» gli rispose, giocherellando con una ciocca di capelli e voltando pagina.

«Ma… sai, si chiama realtà, “quelli"cercano solo di capire, di andare avanti, di trovare una soluzione... Non c'è niente di strano in questo».

«Lo fai anche tu, allora, suppongo». Fece un lieve cenno, posando la rivista su quello che rimaneva dell'elegante pietra a comporre il pavimento.

Luna, senza preoccuparsi di liberare gli abiti di tutta quella polvere, lo prese per mano, cominciando ad avanzare verso un vecchio arco distrutto. Dean avrebbe voluto opporsi, eppure c'era qualcosa di diverso, una sensazione sconosciuta, che gli impediva di remarle contro, di fermarla, per quanto tutto fosse stranamente surreale.

Senza rendersene conto, si vide a seguirla fino a raggiungere insieme a lei i giardini del castello, e ancora il Lago Nero, il limitare di un piccolo boschetto, un tronco d'albero dove sedersi.

Non aveva idea di come fosse riuscito ad arrivare fin lì, tutto ciò che importava in quel momento era la sagoma di Luna che raccoglieva fili d'erba e fiori primaverili, per poi abbandonarli accanto al letto di un piccolo ruscello.

«Scusa, come mai...?».

«A volte attirano i Nargilli, soprattutto se si tratta di fiori bianchi. Sta’ a vedere» ribatté allegramente, accoccolandosi accanto a un vecchio abete.

Le ore passarono in silenzio, nell'armonia della natura. Il sole stava per tramontare, quando finalmente Dean si ricosse dal torpore e decise che, magari, era arrivato il tempo di andar via. Non avrebbe mai voluto disturbare Luna, che nella sua quiete assomigliava così tanto ad un angelo, ma le regole e il clima rigido ormai pesante non gli consentivano di farne a meno.

«Luna» le sussurrò all'orecchio, cercando di apparire meno fastidioso possibile. Lei restò a guardarlo un attimo, gli occhi spalancati, prima di scuotere leggermente la testa e circondare le gambe con le braccia, accovacciandosi ancora di più.

«Aspetta, manca poco, ormai».

«Luna».

Arrendevole, la ragazza manifestò un leggero malessere ad abbandonare quel posto e le creature che solo lei riusciva a vedere, ma non protestò. Durante il tragitto di ritorno, continuò a procedere lentamente, come se non sapesse nemmeno dove andare.

Erano ormai in vista dell'imponente costruzione di Hogwarts, quando Luna si bloccò del tutto, accasciandosi fra l’erba tiepida.

Dean si voltò, allarmato a quel suo atteggiamento. Prima ancora che potesse dire qualcosa, Luna intervenne.

«Ti sei mai chiesto perché la gente debba avere paura?».

Gli sfuggì un sorriso. Ecco una cosa che aveva sempre amato di quella ragazza. L’innocenza.

«Non tutti sono forti, né riescono ad affrontare la realtà in maniera uguale», rispose sollevato.

«Davvero? E allora cosa spinge quelle persone a provare paura?».

«Be’… la paura è la percezione che ci aiuta a salvarci, senza di essa faremmo qualsiasi cosa senza rimanere a pensarci un solo secondo».

«Io ho paura di risvegliarmi, un giorno, e non trovare più nessuno. Ho paura di vedere che non sono più niente, che tutti si sono dimenticati di me. Non è qualcosa di fisico, ma fa male comunque, come lo spieghi?».

Dean, a metà tra lo scettico e l’accondiscende, non seppe più che aggiungere. Volse gli occhi verso il sole in fiamme, che stava per raggiungere inesorabilmente l’orizzonte. Se avessero continuato a perder tempo…

«Un giorno le cose perdute saranno ritrovate» sussurrò lei, alzando lo sguardo e tirandosi su. Dean non riusciva a sentire nemmeno lo spostamento nell’aria dovuto ai movimenti di Luna. Questo, non molto tempo prima, l’aveva indotto a pensare che lei fosse qualcosa di diverso. Creatura eterea imperturbabile e indifferente ai mali del mondo.

Non l’aveva mai capita a fondo.

«E questo vale anche per le persone?» ribatté con tono sarcastico, prima ancora di accorgersi della piccola smorfia ferita che ora segnava il volto della ragazza.

Luna continuò a procedere a passettini, i capelli che ondeggiavano ai suoi lievi saltelli.

Ma Luna era sempre felice. Era in grado di trovare ogni volta un motivo per sorridere.

Dean non aveva mai pensato al fatto che, forse, soffrire fosse una cosa da lei. Tuttavia, non riuscì a non sentirsi male quando la sagoma della giovane Lovegood sparì tra un’ultima macchia di arbusti, diretta al castello, senza che lui trovasse la forza di raggiungerla per dirle qualcosa.

Rimase lì, immobile, a guardarla andar via.

 

***

 

«Amico, va tutto bene?».

Il familiare tono di voce cordiale di Seamus solitamente gli era di conforto, eppure niente poteva riuscire a tirargli del tutto su il morale.

«Ci sono giorni in cui mi sento così inutile» si limitò a spiegargli, atono, lasciando la propria porzione di rancio giornaliero da parte e alzandosi.

Gli elfi domestici avevano provveduto a preparare i pasti per tutti coloro che, dopo la battaglia, erano rimasti nel castello per curare i feriti e gestire la situazione. Dean non aveva avuto cuore di abbandonare tutto ciò che gli era rimasto in quel posto, nemmeno per cercare di garantirsi un futuro migliore, dopo tutto ciò che era accaduto.

«Non puoi andare avanti così, che è successo?» gli chiese di nuovo Finnigan.

«Niente».

Seamus lo osservò mentre si alzava e scompariva dall’uscita.

Avrebbe voluto stargli più vicino, ma la forza di quel niente gli dava a pensare che, forse, in alcuni momenti tutto ciò di cui si ha bisogno è un’amica fedele come la solitudine.

 

***

 

Il cielo scozzese che sovrasta il castello è sempre lo stesso. Sui questo si ritrovava a riflettere Dean nel suo momentaneo isolamento, guardando l’alto da quella che era stata una grata, ormai completamente in frantumi. Le stelle erano vivide come non mai. A fidarsi di loro, il mondo sarebbe stato un continuo e imperterrito splendore. Definizione che non gli si addiceva così spesso.

Una voce leggera e femminile lo distrasse di colpo, costringendolo a voltare lo sguardo nonostante sapesse fin troppo bene chi aveva parlato.

«Da cosa scappi?».

Luna Lovegood era in grado di assomigliare ad una strana apparizione tutte le volte, nonostante alla lunga ci si facesse l’abitudine. Bastava soffermarsi un secondo su di lei per non riuscire a raccapezzarsi tra il suo atteggiamento imprevedibile o solo lo stesso modo di essere, che ne faceva una creatura quanto mai bizzarra.

«Scusa?» sussurrò a denti stretti Dean, cercando di ignorarla, lei e la sua gentilezza improvvisa e immemore.

«Non sono stupida», disse, stranamente sibilando.

«Questo lo so bene, è solo che…».

Non riuscì ad aggiungere altro, perché le parole gli morirono in gola. A lei, non poteva mentire. A lei, non poteva dir niente. Era imprevedibile, tutto qui.

Con una come Luna, capitava di trovarsi in un mondo diverso ogni giorno.

«Tutti abbiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell’anima», gli soffiò all’orecchio, avvicinandosi, prima dargli le spalle. «Io no, invece. La sincerità mi ha resa consapevole di ogni cosa. Sai, riesco a vedere il fondo di verità che così spesso si cela dietro le bugie».

Dean si mordicchiò il labbro, nervoso. Sapeva che, probabilmente, non l’avrebbe mai più rivista. Per quel poco che era riuscito a capire della sua effimera personalità, la ragazza non era il tipo che lascia perdere i propri ideali così facilmente. Aveva ancora ben chiara in mente la sua immagine fuori dalle righe, un numero de Il Cavillo sottobraccio e orecchini a forma di ravanelli, o ancora sorrisi che non riuscivano a spegnersi, nonostante le cicatrici e il dolore. Capelli biondi, che nel buio dei sotterranei di Villa Malfoy sembravano quasi vivere e brillare di luce propria, capelli che così spesso era rimasto a fissare incantato nelle tenebre.

Avrebbe mai potuto dimenticare tutto ciò che era successo?

Ripensò a tutte quelle strane teorie e alle storie meravigliose che inventava sul momento.

 

 «Scusa, posso chiederti come fai?».

L’aveva guardato con aria sognante, gli occhi accesi di un bagliore dubbioso.

«A far cosa?».

«A descrivere tutto ciò che nessuno potrebbe neanche pensare».

«Non lo so nemmeno io… a me basta chiudere gli occhi e unire sogni e fantasia. Perché, tu no?».

Normalmente, Dean l’avrebbe giudicata pazza. Tuttavia, provò semplicemente un profondo senso di ammirazione, prima di reclinare la testa, intristito.

«Vorrei poterci riuscire».

«Devi solo trovare un bellissimo posto dove perderti».

 

«Ho paura anch’io, Luna. Di non ritrovare coloro a cui voglio bene. Di non riuscire più a ritrovare te». Per una volta, fu la ragazza stessa a rivolgergli un’occhiata perplessa e sorpresa insieme.

«Oh».

Si sentì quasi a disagio, mentre i suoi occhi sporgenti lo scrutavano, carichi di pura meraviglia. Ma non riuscì a spiegare nemmeno perché poco dopo lei lo stesse abbracciando, rendendolo parte di quel suo universo meraviglioso così ambito, così introvabile.

Segreti svelati, silenzi improvvisamente pieni di parole.

Luna era sempre stata così, capiva gli altri meglio di sé stessa. Ed era entrata nella sua vita come un uragano.

La strinse a sé più forte. Non avrebbe voluto lasciarla andare, mai.



 


[Giudizio di xxx_Strange_xxx]

Prima classificata
In the land of dreams” di Emma Wright
 
Forma(grammatica, punteggiatura, presentazione grafica del lavoro…): 9/10punti.
Nel complesso la storia è molto ben strutturata con un uso intelligente e preciso dei corsivi ed una impostazione grafica d'impatto per la sua sobrietà.
Da segnalare giusto qualche imperfezione ortografica.
Sciocchezze più che altro:
-“Si percepiva nell’aria un’atmosfera carica di tensione, mentre la diffidenza serpeggiava, tracciando grandi differenze da un individuo all’altro.” Differenze TRA un individuo e l’altro. E’ una comparazione.
-“Da quando era stato imprigionato nelle segrete di Villa Malfoy, con la conseguente battaglia di Hogwarts, anche il modo di Dean Thomas nel guardare tutto ciò che lo circondava era cambiato.”
Il modo DI guardare.La preposizione che hai inserito tu non è propriamente adeguata.
-“Occhi diversi osservavano le macerie di quella che era stata la sua casa, oltre che la scuola, per anni interi; chiedendosi semplicemente perché.” Errore di punteggiatura. Il punto e virgola è una pausa prolungata quasi quanto il punto fermo. Sostituiscili con la virgola, per non spezzare troppo il periodo. 
-“Tuttavia, se era ridotta in quelle condizioni, che ne sarebbe stato di tutto il resto? 
Il ragazzo si ritrovava a gironzolare con fare preoccupato per tutto il castello, alla ricerca di gente cui offrire il proprio aiuto.”
Ripetizione della parola “tutto”. Toglila da una delle due frasi.
-“Sapeva bene quanto fosse stato difficile per tutti, né aveva intenzione di lasciarsi sfuggire altri studenti o persone.” Io qui al posto di quel “né” metterei una congiunzione, poiché è una conseguenza del fatto che comprendeva la difficoltà degli altri il fatto che non volesse lasciarsi sfuggire nessuno.
-“Gli elfi domestici avevano provveduto a preparare i pasti per tutti coloro che, dopo la battaglia, erano rimasti nel castello per provvedere alla cura dei feriti e gestire la situazione.”
Ripetizione del verbo “provvedere”. Nella seconda frase puoi toglierlo e mettere direttamente “tutti coloro che, dopo la battaglia, erano rimasti nel castello per curare i feriti”
-“Dean non aveva avuto cuore di abbandonare tutto ciò che gli era rimasto in quel posto, almeno per cercare di garantirsi un futuro migliore, dopo tutto ciò che era accaduto.” Suona meglio se sostituisci “almeno” con “nemmeno”. 
-“Il cielo scozzese che sovrasta il castello è sempre lo stesso. 
Questo si ritrovava a riflettere Dean nel suo momentaneo isolamento, guardando l’alto da quella che era stata una grata, ormai completamente in frantumi.”
Si dice “riflettere SU qualcosa” o “pensare A qualcosa perciò le frasi corrette sono o “Su questo si ritrovava a riflettere” o “Questo si ritrovava a pensare”.
-“«Tutti abbiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell’anima», gli soffiò all’orecchio, avvicinando si, prima dargli le spalle.” Scema distrazione. Hai messo uno spazio di troppo all’interno del verbo “avvicinarsi”.
-“Per quel poco che era riuscito a capire della sua effimera personalità, la ragazza non era il tipo che lascia perdere i propri ideali così facilmente.” Discordanza di tempi verbali: era riuscito a capire, era non combaciano con quel “lascia” al presente. 
IC di Luna: 10/10punti.
La tua Luna mi ha completamente ammaliato, incantato, con la sua innocenza e spontaneità.
Ti ho dato il punteggio massimo soprattutto perchè con queste due frasi “Con una come Luna, capitava di trovarsi in un mondo diverso ogni giorno.” “Aveva ancora ben chiara in mente la sua immagine fuori dalle righe, un numero de Il Cavillo sottobraccio e orecchini a forma di ravanelli, o ancora sorrisi che non riuscivano a spegnersi, nonostante le cicatrici e il dolore.” sei riuscita a rendere a 360° il suo essere.
Questa, QUESTA qui, è Luna Lovegood.
Sebbene la tua storia sia un riassunto della long originale, Luna spunta fuori prepotente dalle tue righe in tutta la sua personalità.
Anche se dobbiamo cercarla tra le parole di Dean, non si fa fatica a trovarla. Lei è lì in tutta la sua meravigliosa complessità e in tutte le sue anomale sfaccettature.
Questo volevo leggere quando ho indetto il contest. Brava, brava davvero, Emma!
IC del personaggio maschile: 8/10punti.
Dean Thomas è un personaggio secondario di cui la Rowling non ci ha fornito una caratterizzazione completa.
Avevi molto su cui poter lavorare e il risultato finale non è male ma proprio non mi suona il fatto che tra le macerie e i sopravvissuti lui, d’improvviso, abbia voglia di cercare Luna.
Non fornisci una spiegazione, un legame precedente…niente.
Questo mi ha fatto tenere un po’ bassa col giudizio sul suo conto, ma nel complesso non è male. Resta pur sempre una valutazione positiva, soprattutto tenendo conto che hai rispettato le richieste del contest, scrivendo di una coppia assolutamente non banale ^^
Originalità di stile: 4.5/5punti.
“Il cielo scozzese che sovrasta il castello è sempre lo stesso. Questo si ritrovava a riflettere Dean nel suo momentaneo isolamento, guardando l’alto da quella che era stata una grata, ormai completamente in frantumi. Le stelle erano vivide come non mai. A fidarsi di loro, il mondo sarebbe stato un continuo e imperterrito splendore. Definizione che non gli si addiceva così spesso.”
Cito queste tue frasi perché tra queste righe è espresso al meglio il tuo stile.
Fresco, frizzante, leggero.
Scorrevole e molto piacevole, senza mai cadere nello scontato.
Complessità della trama: 3.5/5punti.
La trama non è particolarmente articolata, ma a tratti incuriosisce.
Mi sono ritrovata a vagare tra le macerie di Hogwarts assieme a Dean e a seguirlo, chiedendomi dove volessi condurmi.
E’ stato bello. Dolce e delicato come una brezza estiva.
Uso della citazione di Zafòn: 4.5/5punti.
Sebbene abbia adorato il modo naturale in cui hai fatto uscire dalle labbra di Luna la citazione da te scelta, non ti ho dato il massimo del punteggio perché, rispetto ad un’altra storia del contest, è un filo più campata per aria.
Mi spiego meglio, non voglio offenderti: dal tuo scritto non si evidenzia il fatto che Dean abbia un segreto dentro di sé, quindi l’uscita di Luna è…non so definirla… forse un po’ inadeguata. Magari nel contesto della long e con una maggiore introspezione del personaggio di Dean ti avrei dato il massimo.
Resta comunque il fatto che hai saputo usarla in modo egregio. Sembra proprio una battuta di Luna, di quelle che ti spiazzano e a cui non troverai mai il modo adeguato di rispondere.
Complimenti!
Gradimento personale: 9.5/10punti.
Non so da che parte iniziare ad esprimere il mio entusiasmo per la tua fanfiction che, seppur breve, è davvero bella e, a modo suo, particolare.
Hai tratteggiato con semplicità ed effetto allo stesso tempo l’ambiente in cui si svolge la scena: Hogwarts, uno dei luoghi più sicuri del mondo magico, distrutta, ridotta a cumuli di macerie e detriti. Davvero, davvero suggestivo!
La figura di Luna che si aggira nel castello, come un’ essere etereo e quasi incorporeo, sembra stonare con il resto e, invece, è proprio l’elemento più azzeccato della storia. La sua semplicità, le sue domande innocenti, quasi infantili, la rendono distante da chiunque altro ed allo stesso tempo una fonte inesauribile d’attrazione per chi si trova nella sua (passami il termine) orbita.
Molto ben delineato anche il malessere di Dean Thomas, che ha visto crollare a pezzi davanti ai suoi occhi il suo mondo, il suo porto sicuro. Ha tenuto tra le braccia amici che non ci sono più, detto addio per sempre all’infanzia per essere catapultato d’improvviso nella maturità dove non c’è spazio ad inutili piagnistei. Puoi solo rimboccarti le maniche e darti da fare per aiutare a ricostruire.
Questo e molto, MOLTO altro mi ha scatenato dentro la tua piccola storia che, seppur un po’ troppo frettolosa, per i miei gusti, nasconde un mondo intero in sé.
Sarei davvero contenta di leggere degli spin-off o dei missing-moment di “In the land of dreams” (personalmente adoro i titoli in inglese!). Se deciderai di scriverne non esitare a farmelo sapere!-
Rispetto delle richieste del contest: 4.5/5punti.
Mi hai spiegato il motivo per cui la lunghezza del tuo lavoro non è conforme alla mia richiesta del contest e mi rendo anche conto che era una bella pretesa la mia, quindi non me la sento di penalizzarti troppo, anche perché per i restanti punti hai svolto un lavoro eccellente: hai integrato perfettamente la citazione di Zàfon e hai dipinto una coppia alquanto singolare, di cui, personalmente, non avevo mai letto. Questo era ciò a cui tenevo di più, perciò…BRAVISSIMA!
 
Il tuo totale è di 53.5 punti, grazie ai quali ottieni il più che meritato primo posto!
 

[Giudizio di Oonagh]

Terzo posto:

EmmaWright98, "In the land of dreams" 

 
{Miglior Pairing!} 
 
- Grammatica e stile, 10/10 
Grammatica. Ortografia e grammatica perfette, nessun errore di battitura... che altro devo dire? XD 
- Stile.
Il tuo è uno stile dolce, che mi ricorda parecchio Luna e lo zucchero filato (non chiedermi perché mi ricordi un cibo: sarà che ho una fame tale che mangerei anche me stessa); non troppo elaborato, che nel caso di Luna e Dean avrebbe stonato parecchio, né piatto. Adattissimo alla situazione e ai personaggi :) 
- Titolo, 4/5 
Questo non mi convince molto. Capiamoci: ha un bel significato, e capisco cosa volevi intendere, infatti i 4 punti non te li toglie nessuno, ma... non so, non mi convince l’inglese, il suono che ha. In italiano sarebbe stato anche peggio in effetti, però... 
- Originalità, 9.5/10 
Di Dean/Luna non se ne vedono molte; da quando mi sono iscritta a EFP non ne ho mai lette, forse perché non ho mai fatto troppo caso a questo pairing. Però mi piace, parecchio; Luna e Dean sono diversi, ma proprio per questo combaciano. 
Originale anche la situazione, il rimanere dopo la guerra, le ambientazioni... diversa dal solito, insomma. 
- IC dei personaggi, 10/10 
Perché avevi dubbi sull’IC? Io Luna la vedo ovunque. Forse un attimo forzata sui discorsi, ma ehi, stiamo parlando di Luna, non di Hermione (non che Hermione sia un personaggio facile, anzi; l’IC è difficilissimo da raggiungere con ogni personaggio, l’unico motivo per cui ho citato lei è che è un personaggio di cui si scrive spesso). Luna è così imprevedibile, fuori dagli schemi, che entrare nella sua ottica è praticamente impossibile. Ci si può avvicinare, ma scrivere di una Luna perfetta... c’è riuscita solo la Rowling. 
- Ambientazione, 5/5 
Le ambientazioni rispecchiano parecchio il tuo stile: sono dolci, delicate, quasi sfumate. E, soprattutto, ci sono. E a questo punto tenevo veramente molto. 
- Gradimento personale, 9/10 
Mi sarebbe veramente piaciuto leggere la long; anche questa shot è bellissima, delicata, ma purtroppo si sente la fretta con cui l’hai scritta e la sinteticità. 
Ripeto, ottima comunque, ma non perfetta. Se deciderai di riscrivere la long, fammi sapere ;) 
 
Tot: 47.5/50 

 

>> Note di E.

Questa storia ha partecipato al contest  È tutta colpa della Luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti, totalmente incentrato sullo splendido personaggio della giovane Lovegood. Il concorso è stato indetto  da xxx_Strange_xxx sul forum di EFP, e la ff si è classificata prima, vincendo il premio speciale per la "Miglior Luna". Personalmente, sono soddisfattissima dei risultato e del giudizio esauriente, e spero che questa storia sia piaciuta anche a voi, fatemelo sapere ♥
EDIT: Sempre questa storia ha partecipato al contest "E in quella frazione di secondo, il mondo andò in pezzi - La battaglia di Hogwarts Contest! di Oonagh, arrivando terza su diciassette, conquistando anche il premio per il Miglior Pairing *-*
I due giudizi sono sempre sopra, per questione di chiarezza :)
Grazie anche a chi è arrivato fin qui *-*
Emma









[Questa storia partecipa alla The One Hundred Prompt Challenge di BlackIceCrystal. 97. Tema libero]

   
 
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