GIORNATA NORMALE
 
 
Quel giorno non poteva andare meglio, pensò Bulma, dirigendosi in cucina per prendere degli altri bignè alla crema. Finalmente una giornata normale. Nessun mostro megalomane che minaccia di distruggere la terra, nessuno scimmione che tenta costantemente il suicidio, nessun drago verde evocato da sette biglie arancio fosforescente. La semplice quotidianità. Per quanto amasse l’avventura, anche lei aveva bisogno, ogni tanto, di una pausa. Trunks era dai Son, mentre Vegeta… bè, si era premurata di sbarrare le porte della Gravity Room, anche se, in tutti i casi, non sarebbe uscito prima di sera. Niente avrebbe intralciato quel piccolo frammento di normalità che si era così faticosamente costruita. Con grazia, prese il vassoio, dirigendosi da perfetta donna di casa in soggiorno. “Ecco a voi ragazze! Ho anche portato dell’altro tè alla menta” esordì, poggiandolo sul tavolino e sedendosi al bordo di una sedia, le gambe accavallate. “Oh, ma che tesoro che sei! Questi pasticcini, poi, sono deliziosi!” cinguettò Meredith,  servendosi un altro bicchiere di tè. “Ha proprio ragione! Complimenti alla cuoca!” continuò Kimberly, mangiandone uno. “Troppo gentili! A proposito, vi ho sentito ridere dalla cucina: mi sono persa qualcosa?” chiese, per cambiare argomento. Doveva smettere di sgridare sua madre per svegliarsi alle quattro del mattino per preparare dolci. “Bè… stavamo parlando di tuo marito, è proprio un bell’uomo” civettò Joanne, arrossendo. “Poi, si tiene in allenamento… lo si sente da qui. Deve avere un fisico statuario…” commentò maliziosamente Kimberly, mentre le altre scoppiavano a ridere. Bulma non sapeva  che cosa dire. Come spiegare che quello non era suo marito, ma il padre alieno di suo figlio e che stava insieme al suo miglior amico, ma che viveva in casa loro? Fece per rispondere in qualche modo, quando una figura ben nota si materializzò nella stanza. “Ehi Bulma! Hai visto Vege… Buongiorno signore! Sono tue amiche?” Goku sorrise, grattandosi la nuca. Nella stanza calò il silenzio. La scienziata digrignò i denti, in conflitto tra prendersi a pugni da sola, o prendere a pugni l’altro. Entrambi controproducenti, ammise, osservando quella massa di muscoli e capelli priva di intelletto che era il suo migliore amico. Si era dimenticata di quel grande, grosso, stupido e scimmione inconveniente. Giornata normale ufficialmente rovinata. Gli lanciò uno sguardo assassino, per poi andargli incontro a passo di marcia. “Vattene. Ora” sibilò sottovoce. Lui la guardò confuso. Non era contenta di vederlo? Che aveva fatto di sbagliato, ancora?  “Il mio amico adesso se ne deve andare. È venuto solo per salutare. Non è vero Goku?” la donna aveva un’espressione che da killer spietato era dir poco “Io ver…” provò a ribattere il sayan, ma Bulma, con una velocità che gli avrebbe potuto fare concorrenza, gli ficcò tre bignè in bocca. “Vegeta è nella Gravity Room, come sempre” sibilò, tentando di spingerlo via. Lui non notò neanche lo sforzo dell’amica, diventata rosso pomodoro. Poi, dopo aver assimilato le informazioni, sorrise, dirigendosi verso l’uscita. “Ciao, divertitevi!” le salutò, trotterellando fuori dalla stanza. Bulma sospirò, piegandosi un attimo sulle ginocchia. “Ehm… volete altro tè?” domandò nervosamente, riempendo le tazze di tutte le sue nuove –per poco- amiche.  “C-che stavamo dicendo?” cercò di nuovo di rompere il ghiaccio che si era venuto a creare. Meredith sembrò sul punto di dire qualcosa, quando si sentì un botto. E un altro. Tutte le donne si guardarono confusamente intorno, per poi dirigersi alla finestra, intuendo che il rumore veniva da fuori. Bulma si mise una mano in faccia, preferendo non vedere. La Gravity Room era preda di numerosi scossoni e innumerevoli protuberanze –che avevano inquietantemente forma d’uomo, o meglio, di sayan- sembravano distruggerla dall’interno. Infine, esplose. Come una bolla d’aria, si creò un buco, e sotto lo sguardo attonito delle donne e quello rassegnato di Bulma, i due sayan cominciarono a darsele di santa ragione, volando e cambiando colore di capelli. Dopo circa venti minuti di pugni, calci, prese, e onde energetiche varie ed eventuali –Bulma ormai le classificava tutte così- accadde l’inevitabile. Ecco che Goku prese Vegeta per i brandelli di maglietta, lo scagliò a terra. E la scienziata sapeva già dove sarebbero andati a parare, e sentì il dovere di risparmiare almeno quello alle povere sventurate. Correndo come una pazza, arrivò fino al giardino.  Troppo tardi. Stretti in una morsa che avrebbe potuto fare concorrenza ai polipi con più ventose, si stavano baciando, con un’intimità che faceva venir voglia di distogliere lo sguardo. E Bulma alza lo sguardo verso la finestra, dove delle traumatizzate donne di mezza età guardano la scena. Sospira. Prende la valigetta degli attrezzi, ormai costantemente accanto alla Gravity Room, e scassina la porta, valutando i danni, pronta a sistemarla. Rassegnata, si gira, e nota con piacere che si sono smaterializzati da qualche parte, per poi tornare e picchiarsi come prima. Nemici e contenti. E lei avrebbe dovuto nuovamente sopportarli, e riparare quello che rompevano. Quella, era la sua giornata normale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
IL MIO ANGOLINO
Salve a tutti! Questa è una cosa insulsa. Ma più insulsa non si può. Mi è venuta in mente mentre chattavo con helly, e poi ha preso tutt’altra strada. Che posso dire? Niente, è una schifezza. Spero mi direte che ne pensate comunque!
Bacioni <3