Cap. 18
Angeli caduti
In questo capitolo riprendo il personaggio di
Lucifero (letteralmente, "portatore di luce").
La Bibbia spiega che questa creatura, in origine
nato come il più glorioso di tutti gli angeli ( la concezione del suo aspetto
orrendo viene dal paganesimo dove è identificato come il dio Pan ),
orgogliosamente, aspirava a divenire simile a Dio e, per questo, cadde.
Molti
studiosi della Bibbia concordano sul fatto che un terzo degli angeli seguirono
l'inganno di Satana divenendo ‘angeli caduti’ tuttavia, non conoscendo a fondo
la leggenda, invito i lettori a perdonarmi in anticipo gli eventuali errori ed
a inviarmi i dati in loro possesso per permettermi le correzioni adeguate.
Lo
stesso discorso vale per Lilith: in alcune leggende è vista come la donna
angelo che, per un breve periodo, è stata la compagna di Adamo con cui ha
generato dei giganti ( ha poi lasciato il compagno per nostalgia del cielo ).
A
volte identificata come un vampiro ( miti babilonesi ), Lilith, in un altro
racconto, era la prima donna creata da Dio per Adamo ma, dato il suo rifiuto a
sottomettersi alla divinità e al consorte, fu sostituita da Eva.
Questa storia ( da cui prendo spunto ) prosegue
con l’esilio di questa prima femmina e la sua congiunzione con Lucifero.
Nella realtà, si pensa che Lilith
rappresentasse la Madre Terra venerata nel paganesimo, poi demonizzata dal
cristianesimo come il dio Pan.
Per rispondere alla domanda di Arkanta (
all’inizio Homura teme che Nako scopra la verità su Goku. A cosa si riferisce? )
ricordo che il Dio della Guerra sa che Nako legge nella mente ed è un
bastardo che si diverte a far male alla gente.
Pertanto, una volta scoperto che il dio ha
alterato la memoria di Goku, nulla impedirebbe all'angelo di informarne il demone.
Questo darebbe parecchio fastidio alla divinità
in quanto, Goku scoprirebbe di non essere stato liberato da Homura e che
l’amante gli ha mentito.
Tornando alla storia, mi scuso per chi non ha
apprezzato la variazione dei classici temi delle fic su Sayuki ma volevo
tentare qualcosa di nuovo.
Nella lotta fra Seiten Taisei e gli angeli,
avrei voluto emulare Dark00 ed il suo Saingelion, ma avendo miseramente
fallito, vi chiedo di accontentarvi.
Non conoscendo Bastard temo di non potermi
essere ispirata ad esso, ma le interferenze di Angel Sanctuary sono evidenti.
Preavverto che, anche se torno sul triangolo
Goku/Sanzo/Homura non ho intenzione di ripercorrere binari consueti e pertanto,
invito chi non gradisce tali variazioni a non leggere ( o perlomeno a lasciarmi
un tempo adeguato per una precipitosa fuga ).
Confidando che nessuno di voi sia fornito di
porto d’armi, ringrazio per i loro commenti Hisoka, Nacochan, Iorusgra,
Kairi84, Vitani, BlackAngel, Mahochan, Nefertari82 ed Eternal Fantasy ( che mi
ha fornito un’esauriente spiegazione sugli occhi delle creature eretiche ).
Il sentiero attraversava un
canyon di roccia sulla cui cima, un gruppo di angeli dagli abiti laceri e la
pelle rovinata dal sole, guardava con sufficienza l’insolito gruppo.
Per alcuni lunghi istanti, le due compagnie si scrutarono a vicenda
valutando le forze dell’avversario poi, come se qualcuno avesse rotto
l’incantesimo, gli esseri alati attaccarono dimostrando, a dispetto dell’aria
trasandata di essere organizzati e pronti alla battaglia.
Gli ordini, impartiti con estrema precisione, provenivano dal loro
capo: una donna alata, dalla pelle pallida evidenziata dall’assenza degli
abiti, che catturò immediatamente l’attenzione dei propri avversari.
Un sorriso stanco increspò le labbra di Zenon mentre si rendeva conto
che, almeno qualcosa era rimasto immutato: Lilith combatteva ancora vestita
solo delle proprie armi, come voleva la tradizione.
Il dio la osservò dirigere un drappello verso Sanzo il quale, impugnava
la sua W&S mettendo in seria difficoltà i propri avversari.
Di sicuro, l’uomo non faceva economia di pallottole anche se, i suoi
antagonisti non stavano dando del loro meglio … come se non volessero fargli
realmente male …
Un dubbio atroce si insinuò nella mente di Zenon che, con ansia, si
girò verso il monaco.
Sanzo, nonostante la mira infallibile, si trovava in una situazione
difficile: la superiorità numerica dei suoi avversari lo stava sopraffacendo.
Hakkai, resosi che il bonzo era accerchiato, tentò di raggiungerlo ma
un gruppo di angeli gli sbarrò la strada.
Bastò un rapido sguardo ai dintorni per far comprendere, al demone
gentile, che anche gli altri erano nella medesima situazione.
Capendo di essere ormai
isolato, il monaco pensò con amara
ironia che questo doveva essere il suo destino: dalla morte del maestro sino
alla comparsa dell’eretico, il Venerabile Genjo Sanzo Hoshi era stato sempre
solo, come ora.
Anche Goku si era staccato
da lui preferendogli Homura.
Dopo otto anni di
convivenza, il bonzo aveva finito per dare quasi come scontata la presenza
della scimmia e solo quando era scomparso ( Vedi prologo_Nd.Cassandra ) aveva iniziato a nutrire
dei dubbi sul loro legame.
Nella sua mente risuonarono le parole pronunciate da qualcuno che non ricordava: Credi di poter rimanere per sempre il sole di quel bambino? ( Se le parole sono diverse, vi prego di correggermi_Nd.Cassandra ).
La frase, ora, gli appariva quasi profetica.
Questo fu il suo ultimo pensiero coerente prima che, la donna alata gli
si parasse davanti con gli occhi contenenti un’immensa desolazione.
Le sue labbra pronunciavano un’unica richiesta:
“Perdonami”
“Tzè, il perdono non cancella ciò che si è fatto o il dolore delle
persone a cui è arrecato danno. E’ solo un espediente dei benpensanti per
rimettersi in pace la coscienza ed ottenere clemenza dai loro giudici” ribattè
poco caritevolmente il bonzo.
Queste crude parole fecero sussultare la donna che, turbata da un
responso tanto impietoso da colui che avrebbe dovuto essere un sant’uomo, per
qualche secondo, abbassò il capo vergognandosi di incontrare quegli occhi color
ametista, ma non durò molto.
Consapevole di non potersi permettere la minima esitazione, Lilith
rialzò la testa e si costrinse a guardare le fredde pupille dell’uomo prima di
dare, ai suoi sottoposti, l’ordine di accerchiarlo e disarmarlo.
Il monaco tentò di opporsi, ma erano in troppi perché potesse
effettuare una reale resistenza e ben presto si ritrovò immobilizzato davanti
alla Signora dei Ronin.
Lilith gli prese il volto fra le mani ed avvicinò il viso a quello del
biondo.
La bellezza della creatura era abbagliante: i corvini capelli erano
stretti in una treccia che le ricadeva sulla schiena e gli occhi, di un azzurro
tanto chiaro da sembrare di cristallo, animati da un’intensa luce interiore.
Le labbra risultarono piene e calde quando incontrarono quelle del
bonzo.
Fu un lungo bacio durante il quale, il narcotico che la ragazza aveva
sulle labbra passò attraverso l’epidermide di del monaco penetrandogli
direttamente nel flusso sanguigno.
Sanzo avvertì il proprio battito divenire più frequente, il respiro
smorzarsi in gola e gli arti intorpidirsi rendendogli impossibile trattenere la
pistola che, rovinò a terra.
L’uomo arrancò in cerca d’aria mentre, la ribelle lo accoglieva, con
fare protettivo, fra le proprie braccia
sussurrandogli di non preoccuparsi.
Il capo degli angeli stava per alzarsi in volo con la sua vittima
quando Goku, intuendone le intenzioni, tentò di frapporsi fra lei e Sanzo.
Lilith osservò l’eretico: negli occhi iniettati di sangue intravedeva
la paura di perdere una persona cara e nel suo respiro affannoso, la stanchezza
che iniziava a farsi sentire.
Quella vista le fece male tuttavia, la consapevolezza di non potersi
permettere alcun atto di pietà, la spinse ad ordinare ai suoi soldati di
trattenerlo … a qualunque costo.
La Signora dei Ronin spiccò il volo mentre, in risposta alla ‘vivacità’
dell’itan ( che aveva atterrato da solo 15 angeli ) un’altra ventina di esseri
alati si unì al festino.
Prima che potesse agire, Goku vide un muscoloso angelo dalla pelle nera
che, unta di olio, rifletteva i raggi del sole pomeridiano.
Fra le mani, l’uomo alato teneva una frusta che, con un gesto secco del
suo proprietario, si attorgliò al Nyoi Bo strappandolo dalle mani del ragazzo e
facendolo cadere a parecchi metri di distanza.
Il giovane si lanciò per recuperare la propria arma, ma altri due
individui approfittarono della situazione per aggredire l’eretico alle spalle
bloccandolo contro la parete rocciosa: le pietre graffiarono la pelle ambrata
tramutando il viso del fanciullo in una maschera di sangue.
Con le braccia trattenute dietro la schiena e le gambe immobilizzate da
alcuni degli aggressori, il demone tentò disperatamente di liberarsi scatenando
l’ilarità dei suoi aggressori.
In risposta alle loro sguaiate risa, Goku sputò in faccia all’angelo di
colore che, con un gesto adirato, passò il braccio sul volto per pulirselo:
come osava quel semplice demone?
Non sapeva di avere a che fare con l’elite dei ronin?
Lilith aveva ordinato di non far loro del male se non fosse stato
espressamente necessario, ma ora lei non c’era per giudicare le loro azioni e
quell’insolente meritava una solenne punizione …
Un sadico sorriso si fece strada sul volto dell’essere alato mentre
valutava come ottenere godimento dal giovane ed estremamente bello, corpo
dell’avversario.
“Avanti ragazzi, divertiamoci un po’” disse ad alta voce attirando
l’attenzione di un’altra decina di angeli.
Questi, cogliendo al volo l’allusione, si avvicinarono pronti ad abusare
di quello splendido essere eretico.
Il diciannovenne cadde in ginocchio sotto i colpi e le mani rapaci che
tentavano di privarlo degli abiti.
Il volto dell’itan appariva sanguinante e deturpato dagli ematomi, ma
gli angeli, impietosi, lo trascinarono in piedi continuando a colpirlo
strappandogli gemiti di dolore.
Goku si piegò in due, annaspando in cerca d’aria: sentiva i polmoni in
fiamme ed il sapore metallico del proprio sangue che gli riempiva la bocca, le
energie scemare dal suo corpo …
I contorni delle immagini persero definizione ed il buio calò su di lui
a poco a poco.
Attraverso il velo nero che gli stava scendendo sugli occhi, il demone
poteva ancora vedere i compagni tentare di raggiungerlo, ma venire puntualmente
bloccati dagli avversari.
“Alzati immediatamente, Stupida Scimmia”
La voce del monaco raggiunse la mente dell’eretico scotendolo dal suo
stato.
Come se un argine fosse stato rotto, i ricordi di otto anni di
convivenza affluirono alla mente del demone.
Nuova forza pervase le membra di Goku che
si rese improvvisamente conto di non potersi arrendere … non prima di aver
salvato Sanzo … di aver salvato il suo sole …
L’itan cercò di divincolarsi cogliendo di sorpresa i suoi antagonisti e,
con una mossa fulminea liberò il braccio destro portandoselo alla fronte.
Le sue dita si strinsero intorno al freddo metallo del diadema che,
senza la minima esitazione, si sfilò.
Il gioiello cadde a terra mentre, il Seiten Taisei faceva la sua
comparsa.
Gojyo osservò allibito la mano di Goku avvicinarsi al gioiello e
sfilarselo.
Il suono dell’oggetto che cadeva a terra non era minimamente
distinguibile nel caos che pervadeva il campo di battaglia tuttavia, al kappa
parve di udire un tonfo assordante mentre, un brivido di terrore gli scorreva
lungo la schiena.
Sotto i suoi occhi, l’amico inarcò la schiena lanciando
contemporaneamente un ringhio che rimbombò nel canyon.
Senza il dispositivo di controllo, il corpo dell’eretico mutò
rapidamente trasformandolo in una macchina di morte e distruzione.
I denti divennero letali zanne e le unghie si allungarono sino ad
apparire come lunghi artigli pronti a brandire qualsiasi individuo abbastanza
stupido da mettersi sulla sua strada.
Il volto ambrato, alla luce del sole pomeridiano, appariva deformato da
un ghigno di divertimento davanti agli avversari trucidati dai micidiali
fendenti.
Angoscianti urla di agonia riempirono l’aria confondendosi con la
risata del Seiten Taisei.
Non c’era più nulla di umano nel Figlio della Terra: strappava lembi di
carne inebriandosi all’odore del sangue che scorreva sempre più copioso mentre,
con i capelli castani che svolazzavano al vento e gli abiti di pelle macchiati
del sangue delle sue vittime, sembrava un messaggero di morte e distruzione
giunto ad annunciare la fine del mondo.
Ancora una volta, il ricordo dell’ultima volta che il giovane si era
tolto il gioiello e le nefaste conseguenze del suo gesto si fecero strada nella
mente del rosso: in quell’occasione né lui, né Hakkai erano stati in grado di
arrestare la furia distruttiva del più giovane del loro gruppo.
Solo l’intervento di Sanzo li aveva salvati da morte certa ma stavolta,
il bonzo era stato rapito da quella stramaledetta donna e non poteva
intervenire … non avevano scelta, dovevano fermare da soli quella creatura che
fino a pochi minuti prima era il loro Goku.
Le dita del Seiten Taisei si
serrarono attorno alle candide piume di un angelo che, il demone aveva sbattuto a terra prima di passare il dito
sul ‘costone’ (
non ne conosco il nome specifico, ma intendo l’osso dell’ala. Se qualcuno mi
aiuta fornendomi il termine, avrà tutta la mia gratitudine_Nd.Cassandra ) giungendo sino
all’attaccatura.
L’ennesimo urlo si innalzò in cielo quando il Seiten Taisei afferrò con
una morsa d’acciaio l’attaccatura delle ali e le strappò con un gesto secco.
Uno striato e rosso muscolo si mostrò a coloro che osservavano
inorriditi la scena mentre, l’itan teneva ancora fra le mani, le ali ( non conosco un
sinonimo adatto alla parola “ali” quindi ho dovuto ripetere il termine. Come al
solito, se qualche anima pia mi viene in aiuto, questo risulterà molto
apprezzato_Nd.Cassandra ).
Gojyo deglutì mentre queste furono gettate a terra dove, le parti
insanguinate s’imbrattarono di sabbia.
L’agghiacciante spettacolo che convinse
il rosso che non c’era più tempo e lo indusse a raccogliere tutto il suo
coraggio per gettarsi nella mischia, ben consapevole che difficilmente stavolta
sarebbe potuto uscirne vivo.
Tuttavia, prima che potesse agire, la mano di Shien gli si posò sulla
spalla in un chiaro invito a non intervenire.
“Non è necessario cercare di fermare Son Goku, non appena avrà ucciso
tutti gli avversari si calmerà da solo” lo informò pacatamente il samurai.
“Ma ti ha dato di volta il cervello? Voi non sapete come quello stupido
diventa quando si toglie il diadema!” sbraitò il rosso visibilmente agitato
mentre Homura, dopo aver fatto a pezzi la sua ventina di nemici, si avvicinava
con tutta calma.
Il corvino dio aveva sul volto un sorriso serafico* che faceva vibrare
di rabbia repressa il mezzo demone: come potevano non comprendere la gravità
della situazione?
Non si rendevano conto che Goku perdeva totalmente il controllo senza
dispositivo?
Che da un momento all’altro avrebbe potuto rivolgersi contro di loro?
I suoi occhi rossi si posarono nuovamente sul diciannovenne ed un
involontario brivido scosse il suo corpo.
“Il coraggioso Kenren che trema davanti ad un suo stesso compagno? Se
me lo avessero detto non vi avrei creduto!” il Dio della Guerra appoggiandosi
con indolenza alla spada infuocata godendosi lo spettacolo del suo amante che
faceva scempio degli angeli rimasti.
Homura non provava la minima pietà per questi ultimi, aveva avvertito
troppe volte su di sé la cattiveria degli altri per provare compassione verso
chiunque si fosse incautamente posto sulla sua strada, rimase quindi immobile
sino a quando Goku, terminato il suo ‘compito’ rimase solo, nel mezzo di una
distesa di cadaveri e piume imbrattate dello stesso sangue che ancora gli
grondava dagli artigli.
Il Seiten Taisei si portò una delle mani alla bocca ed iniziò a
leccarne il sangue che la lordava con gesti lenti e vagamente inquietanti che
fecero gelare il sangue nelle vene di Hakkai e Gojyo.
Gli dei demoni fissavano il compagno con apprensione e turbamento che
strapparono un sospiro di esasperazione a Zenon: indubbiamente, volevano bene a Goku ma erano terrorizzati dalla
sua doppia natura.
Come potevano sperare di essere i compagni adatti all’eretico?
Non erano nemmeno in grado di comprenderlo!
Il giovane terminò la macabra pulizia per poi, alzare gli occhi dorati
e squadrare, per alcuni lunghi istanti, i compagni.
La mano di Gojyo si strinse convulsamente attorno la Shakujyo: per un
lungo momento, la tensione parve tangibile, almento fino a quando il castano
demone stornò la propria attenzione dai compagni per dirigersi dove giaceva il
diadema ed indossarlo nuovamente.
Solo allora, nei suoi occhi dorati, riaffiorò la piena consapevolezza e
con essa, il rancore, il dolore e la solitudine.
Non provò rimorsi alla vista di quello scempio: già mentre viaggiava
con Sanzo aveva appreso la regola uccidere per non venir ucciso, ma la
rabbia per essere stato manipolato lo invase come un fuoco che si mescolava
alla consapevolezza di essere stato tradito da una persona di cui si fidava
ciecamente.
Sopraffatto da queste emozioni e con buona parte della sua energia
arrestata dal gioiello, il demone barcollò e solo le mani di Homura gli si
posarono sulle spalle per sostenerlo.
L’aiuto del dio, gli impedì di rovinare a terra, ma lo costrinse anche
a nascondere il volto contro il petto della divinità.
Il giovane tentò di scostarsi ma Homura lo trattenne in quella
posizione da cui, troppo indebolito, l’itan non riuscì a sottrarsi.
Colto da rabbia e frustrazione per la propria impotenza, Goku scoppiò
in lacrime.
“Shh … va tutto bene … è finita …” mormorò il Dio della Guerra
fraintendendone il comportamento.
Homura lo condusse lontano dal campo di battaglia e lo aiutò
distendendersi sul sacco a pelo che Shien aveva spiegato sul terreno.
Troppo stremato dallo sforzo e dalle ferite per opporre la minima
resistenza, Goku si lasciò avvolgere in una calda coperta mentre,
inesorabilmente, il mondo intorno a lui diventava indistinto e buio.
L’alba stava facendo nuovamente la sua comparsa, tingendo il cielo di
un rosso infuocato, senza tuttavia rischiarare gli oggetti del bivacco che i
suoi compagni avevano disposto il giorno prima o le figure addormentate
all’interno del sacchi a pelo.
Il fuoco, ormai ridotto a poche braci, non riusciva a contrastare il
freddo di una giornata che si preannunciava uggiosa.
Goku non sperimentò il piacevole dormiveglia che normalmente avvertiva
al mattino ma riaprì gli occhi di botto mentre i ricordi del giorno prima
affollarono la sua mente.
Nel gelo che lo accolse, il suo urlo riecheggiò fra le pareti di
roccia:
“SANZO!”
Tiratosi a sedere, il ragazzo iniziò a tremare visibilmente, come in
preda ad un insopportabile brivido di freddo che lo spinse a raggomitolarsi su
sé stesso stringendosi le gambe al petto.
I suoi occhi dorati erano
vuoti e fissi, inconsapevoli della presenza dei compagni che lo attorniavano,
svegliati dal suo grido, preoccupati ed ansiosi.
“Hey moccioso, tutto OK?”
chiese Zenon allungando una mano per toccare il diciannovenne, per nulla
preparato all’isterica reazione di quest’ultimo.
Goku si scostò urlando, ma
Homura, incurante del suo stato, si accostò all’eretico abbracciandolo con
forza come per proteggerlo da ogni male.
L’odore pungente del dio,
completamente diverso da quello di sandalo misto a tabacco di Sanzo, colpì le
narici del demone instillandogli sentimenti contrastanti: da un lato avrebbe
voluto abbandonarsi fra le braccia della divinità, inebriandosi del suo
profumo, ma dall’altro provava una profonda rabbia nei suoi confronti.
“Goku, stai bene?”
La voce di Homura gli giunse
come da una distanza incolmabile, tanto che il ragazzo faticò a comprenderne il
significato e, anche in seguito, non diede cenno di aver udito la domanda.
I suoi occhi dorati rimasero
fissi verso il vuoto anche mentre le sue labbra formularono il quesito che lo
stava assillando:
“Perché?”
“Cosa?” la voce di Homura
apparve incerta mentre, il dio lo scostò leggermente, per guardarlo in volto.
La faccia di Goku apparve
inespressiva e il Dio della Guerra non
riuscì immediatamente ad afferrare il senso del quesito posto dal suo amante.
“Perché … perché mi hai
fatto questo?” ora le lacrime scendevano lungo le guance ambrate e la voce
dell’eretico divenne un urlo “Mi fidavo di te … e tu per tutto questo tempo non
hai fatto altro che mentirmi … mi hai usato per i tuoi sporchi fini …”
Homura sentì il mondo
crollargli adosso: Goku aveva riacquistato i ricordi.
“Non è come pensi …” esordì
il Dio della Guerra.
L’altro non era tuttavia
disposto ad ascoltare le sue scuse e, con un gesto brusco, si liberò
dall’abbraccio della divinità allontanandosi di alcuni passi e dandogli la
schiena.
Per qualche istante, il
fanciullo rimase totalmente immobile: solo i pugni si aprivano e chiudevano
spasmodicamente in risposta allo sforzo che il giovane stava compiendo per
riacquistare un minimo di controllo.
Senza il minimo preavviso,
tornò a girarsi verso i compagni:
“Andiamo! Dobbiamo trovare
Sanzo!” dichiarò Goku con voce ferma che mascherava il tumulto interiore che lo
attanagliava.
“Ben detto, scimmia! … Era
ora che il tuo cervellino riprendesse a funzionare!” esordì Gojyo.
L’eretico lo ignorò tornando
a rivolgersi ad Homura:
“Hanno preso Sanzo per
consegnarlo a Gyumao?”
“Goku … io …” mormorò il dio
dagli occhi bicolori ma venne interrotto dalla voce secca del diciannovenne.
“RISPONDIMI: lo
consegneranno a Gyumao?” ordinò i demone tremando visibilmente.
Era la prima volta che si
trovava in uno stato simile: il suo cuore batteva all’impazzata mentre, i
ricordi inerenti alle sofferenze ed alle ingiustizie subite, tornati
prepotentemente a galla, parevano reclamare vendetta.
Stava lottando
disperatamente per non essere sopraffatto dalla sua natura più oscura e
dall’ancora più terrificante, voglia di cedervi.
Sarebbe stato facile
richiamare la sua forma demoniaca ed annullarsi nella coscienza del Seiten
Taisei …
“E’ più probabile che
vogliano usare Sanzo per risvegliare Lucifero” intervenne Shien che, compreso lo stato in cui versava il
diciannovenne, cercava di evitare l’imminente crisi.
“Lucifero? E chi sarebbe?”
domandò ancora l’eretico riacquistando un poco di calma.
Incerto davanti ad un Goku
così provato, Hakkai si chiese se era il caso di rispondere ai suoi quesiti
magari, agitandolo maggiormente ma un’occhiata alle pupille dorate lo convinse
a parlare:
“Secondo il cristianesimo,
questo è il nome del principe degli angeli il quale, ribellatosi a Dio, fu
precipitato nell’inferno dove divenne capo dei demoni. In pratica è il diavolo
della chiesa occidentale ma non credevo che esistesse realmente …”
“Ogni leggenda ha un fondo
di verità … Lucifero fu il primo condottiero dei ronin … il primo che si
ribellò al Tenkai quando questi decisero di sottomettere gli angeli. Combattè
per numerosi secoli finchè, al termine di una cruenta battaglia, fu catturato
dagli dei e rinchiuso in un limbo simile a quello in cui era imprigionato Goku
…” spiegò Shien con voce atona.
Il samurai provava una
profonda pena per Goku di cui, comprendeva la rabbia ed il turbamento.
Il dio sapeva cosa
significava perdere tutte le proprie certezze, lo stesso sentimento che aveva
provato lui davanti al coma di Nataku.
Quello non era tuttavia il
momento di perdersi nei ricordi.
Con uno sforzo, Shien tornò
a seguire il discorso accorgendosi che ora era Gojyo a parlare.
“Ed ora gli angeli ribelli
vogliono liberare questo Lucifero … quello che non capisco è perché, oltre al
sutra, si siano anche presi il bonzo corrotto … non certo per la sua piacevole
compagnia …”
“Ma ha una forza mistica
sufficiente per diventare il ricettacolo di Lucifero …” notò Zenon.
“Che cosa intendi?” nella
voce di Goku c’era una nota di panico che incrementò mentre Shien s’intromise
nuovamente spiegando che, essendo il corpo dell’angelo diventato inservibile a
causa della lunga prigionia, avrebbe avuto bisogno di un nuovo involucro.
Questo doveva essere dotato
di una potente aura come, appunto, quella di Sanzo ( saggiamente la divinità
‘scordò’ di dire che tali capacità erano l’eredità di un ex-dio ).
“Dove hanno intenzione di
portarlo?” chiese con foga il dicinnovenne.
“Probabilmente nella Torre
di Cristallo” riferì Zenon.
L’eretico serrò le labbra
accelerando.
La moto correva ad una
velocità folle, cavalcata dal giovane ancora sopraffatto dalle emozioni che si
muovevano in lui dopo le rilevazioni delle divinità e i ricordi riemersi nella
sua mente.
Aveva recuperato il suo
normale aspetto ma, sotto il casco nero, gli occhi dorati sfavillavano ancora
di furia repressa e sensi di colpa.
Non osava incrociare lo
sguardo di nessuno dei compagni, sia di quelli che sino a quell’infausta
mattinata aveva creduto di conoscere da anni, sia quelli dei demoni che si
erano rivelati i suoi veri amici.
Si era lasciato ingannare
facilmente permettendo ai ronin di catturare Sanzo: era solo un incapace!
La solo idea che potesse
capitare qualcosa all’uomo che aveva sempre rappresentato il suo sole lo
sconvolgeva nonostante, poco prima della partenza, Elisabeth gli si fosse
avvicinata per sussurargli di non preoccuparsi, che tutto sarebbe andato bene.
La donna, rimasta in
disparte per tutti gli avvenimenti che avevano seguito il rapimento di Sanzo,
sedeva ora compostamente nella jeep dei demoni in attesa di raggiungere il covo
degli angeli ribelli.
Taceva, in risposta alla
reazione di Gojyo che, vistola avvicinarsi all’eretico si era frapposto fra i
due indispettendola con una serie di proposte oscene che, a giudicare dallo
sguardo di disprezzo dirette al kappa, la ragazza non aveva ancora perdonato.
Non che i loro litigi
potessero penetrare lo strato di depressione che aveva circondato Goku e che
perdurò fino a sera quando, giunsero alla torre dove dimoravano i ronin.
Questa era di un materiale
simile al cristallo e si stagliava nel mezzo di una verde pianura,
apparentemente priva di qualsiasi protezione eppure, pervasa dall’energia di centinaia
di creature alate.
Era stata edificata da
architetti fedeli a Lucifero che, l’avevano costruita con la forma di un
pentagramma** racchiso da possenti mura dello stesso materiale ( quindi la costruzione è un
pentacolo_Nd.Hakkai Non stiamo a sottilizzare!_Nd.Cassandra ).
Questa sua inconsueta
struttura, permetteva di focalizzare l’energia della terra fornendo un valido
supporto vitale a Lucifero ( il cui corpo, era stato secoli prima trafugato
dalla prigione dove gli dei l’avevano posto ), ma non era stata sufficiente a
riportarlo in vita.
Ora, con il Sutra del Cielo
Demoniaco, il potere raccolto sarebbe stato amplificato e reso sufficiente a
ripristinare le funzioni vitali dell’angelo e di trasferirlo in Sanzo.
Un evento che i viaggiatori
avrebbero dovuto impedire ad ogni costo prima di riprendere il loro viaggio ed
eliminare Gyumao.
La conferma che la missione
non si sarebbe rivelata facile, stava volando sulle loro teste: Lilith atterrò
a pochi metri da loro, con l’eleganza insita nella razza alata, e ridusse la
distanza che li separava avvicinandosi con andatura felina.
“Immagino siate venuti per
Genjo Sanzo Hoshi ed il sutra del Cielo Demoniaco” esordì sorridendo
dolcemente.
Della furia alata di poche
ore prima non vi era più alcuna traccia, il suo posto era stato preso da una
donna abbigliata in maniera impeccabile e disinvolta.
Lilith sembrava
perfettamente a sua agio, come se fosse sua abitudine ricevere sgangherate
compagnie in assetto di guerra.
“Al vostro amico non è stato
fatto, né sarà fatto, il minimo male” assicurò avvicinandosi ad un altare di
pietra dove giaceva un giovane biondo.
Per un attimo, la donna
alata fissò quel volto immoto prima di accarezzarlo: nel sonno, il pallido
volto era privo della consueta espressione accigliata e molto simile ai
perfetti tratti somatici di un angelo, solo il chakra scarlatto stonava
ricordando alla donna i loro nemici giurati ( ovvero gli dei_Nd.Cassandra ).
Al tocco della Signora dei
Ronin, l’uomo aprì gli occhi di ametista e si tirò a sedere.
Un brivido di freddo percorse la schiena di Goku che osservò sempre più
agitato Sanzo: avevano fallito, non sapeva come, ma era certo che quello non
fosse il suo sole … non più.
Il ragazzo fece alcuni passi
esitanti verso il biondo che, lo guardò con interesse prima di allungare la
mano posandola sulla guancia ambrata del ragazzo.
Goku sentì il tocco di
quelle dita … forti e sottili … le dita di Sanzo.
L’angelo gli parlò con la
voce del monaco:
“Tu sei
Son Goku. Ti ho
riconosciuto subito, la tua immagine pervade la mente di Koryo .…”
“Lascialo stare, Lucifero!”
intimò Homura.
Non gli importava della
missione o di Konzen, voleva solo che quel bastardo non informasse il
diciannovenne di ciò che il monaco provava … perché ormai, al Dio della Guerra
era chiaro che Konzen amasse Goku, ma era pronto a lottare per il demone dagli
occhi dorati … voleva rimanere il suo sole … ma davvero avrebbe potuto ora che
il diciannovenne ricordava?
Gli eventi di quella mattina
parevano segnare la fine della loro relazione.
In ogni caso, l’eretico lo
ignorò parlando direttamente all’ospite del suo sole:
“Non ti permetterò di
rimanere in Sanzo!”
“Lungi da me una tale idea:
per quanto ritenga forte Koryu, non voglio diventare un uomo. Contrariamente a
quanto si crede, posso entrare in un corpo estraneo solo temporaneamente e, in
questo caso, lo faccio solo per evitare di diventare pazzo. La mia mente
cederebbe se rimanessi nel mio corpo mentre questo viene riparato! Non devi
preoccuparti, Goku: entro qualche giorno riavrai il tuo sole!”
“Chi mi assicura che tu non stia mentendo?” domandò bruscamente
Goku.
“Nessuno, ma anche in caso
contrario non potreste farci nulla” disse Lucifero indicando con un gesto
enfatico i suoi seguaci.
NOTE:
*serafico =
angelico, estasiato; imperturbabile, tranquillo
**pentagramma
= simbolo sacro/magico/religioso costituito da una stella a 5 punte e presente
in innumerevoli culture.
Associato
al satanismo durante l’inquisizione, ha tuttora un’immeritata e dubbia fama.
Nella
realtà simboleggia ( fra le altre cose ) il dominio dello Spirito sul mondo
materiale costituito dai 4 elementi ( terra, acqua, fuoco e aria ).
Secondo
altre teorie, le sue cinque punte simboleggiano i 5 sensi oppure la sessualità
( dato che unisce il 2, in numerologia associato al femminile ed il 3 del maschile
).
Se
il pentagramma è racchiuso in un cerchio, diventa un pentacolo
e simboleggia unità e completezza.
In
questo caso, la sua energia è focalizzata e circoscritta ( come nella
fic._Nd.Cassandra ).