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Autore: Cassandra    02/05/2004    1 recensioni
La prima parte della storia è una semplice trasposizione di alcune scene della 39° puntata di Saiyuki dopo le quali, il racconto si modifica acquisendo un corso diverso dalla serie televisiva. A questo proposito, dopo la prima parte, il racconto è da considerarsi quasi un universo alternativo ( oltre ad un delirio completo ) dove accadono eventi completamente indipendenti. Questo determina anche il titolo in quanto, le parole inglesi WHAT IF … vengono tradotte E SE … Normalmente, questa dicitura è usata per segnalare racconti dove gli eventi, a un bivio presente nelle serie regolare, prendono strade molto diverse ( Es. Lady Oscar, al famoso ballo, invece di presentarsi in alta uniforme, asseconda i desideri paterni e veste come una donna ).
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap

Cap. 18

Angeli caduti

 

In questo capitolo riprendo il personaggio di Lucifero (letteralmente, "portatore di luce").

La Bibbia spiega che questa creatura, in origine nato come il più glorioso di tutti gli angeli ( la concezione del suo aspetto orrendo viene dal paganesimo dove è identificato come il dio Pan ), orgogliosamente, aspirava a divenire simile a Dio e, per questo, cadde.

Molti studiosi della Bibbia concordano sul fatto che un terzo degli angeli seguirono l'inganno di Satana divenendo ‘angeli caduti’ tuttavia, non conoscendo a fondo la leggenda, invito i lettori a perdonarmi in anticipo gli eventuali errori ed a inviarmi i dati in loro possesso per permettermi le correzioni adeguate.

Lo stesso discorso vale per Lilith: in alcune leggende è vista come la donna angelo che, per un breve periodo, è stata la compagna di Adamo con cui ha generato dei giganti ( ha poi lasciato il compagno per nostalgia del cielo ).

A volte identificata come un vampiro ( miti babilonesi ), Lilith, in un altro racconto, era la prima donna creata da Dio per Adamo ma, dato il suo rifiuto a sottomettersi alla divinità e al consorte, fu sostituita da Eva.

Questa storia ( da cui prendo spunto ) prosegue con l’esilio di questa prima femmina e la sua congiunzione con Lucifero.

Nella realtà, si pensa che Lilith rappresentasse la Madre Terra venerata nel paganesimo, poi demonizzata dal cristianesimo come il dio Pan.

 

Per rispondere alla domanda di Arkanta ( all’inizio Homura teme che Nako scopra la verità su Goku. A cosa si riferisce? ) ricordo che il Dio della Guerra sa che Nako legge nella mente ed è un bastardo che si diverte a far male alla gente.

Pertanto, una volta scoperto che il dio ha alterato la memoria di Goku, nulla impedirebbe all'angelo di informarne il demone.

Questo darebbe parecchio fastidio alla divinità in quanto, Goku scoprirebbe di non essere stato liberato da Homura e che l’amante gli ha mentito.

 

Tornando alla storia, mi scuso per chi non ha apprezzato la variazione dei classici temi delle fic su Sayuki ma volevo tentare qualcosa di nuovo.

Nella lotta fra Seiten Taisei e gli angeli, avrei voluto emulare Dark00 ed il suo Saingelion, ma avendo miseramente fallito, vi chiedo di accontentarvi.

Non conoscendo Bastard temo di non potermi essere ispirata ad esso, ma le interferenze di Angel Sanctuary sono evidenti.

Preavverto che, anche se torno sul triangolo Goku/Sanzo/Homura non ho intenzione di ripercorrere binari consueti e pertanto, invito chi non gradisce tali variazioni a non leggere ( o perlomeno a lasciarmi un tempo adeguato per una precipitosa fuga ).

Confidando che nessuno di voi sia fornito di porto d’armi, ringrazio per i loro commenti Hisoka, Nacochan, Iorusgra, Kairi84, Vitani, BlackAngel, Mahochan, Nefertari82 ed Eternal Fantasy ( che mi ha fornito un’esauriente spiegazione sugli occhi delle creature eretiche ).

 

 Il sentiero attraversava un canyon di roccia sulla cui cima, un gruppo di angeli dagli abiti laceri e la pelle rovinata dal sole, guardava con sufficienza l’insolito gruppo.

Per alcuni lunghi istanti, le due compagnie si scrutarono a vicenda valutando le forze dell’avversario poi, come se qualcuno avesse rotto l’incantesimo, gli esseri alati attaccarono dimostrando, a dispetto dell’aria trasandata di essere organizzati e pronti alla battaglia.

Gli ordini, impartiti con estrema precisione, provenivano dal loro capo: una donna alata, dalla pelle pallida evidenziata dall’assenza degli abiti, che catturò immediatamente l’attenzione dei propri avversari.

Un sorriso stanco increspò le labbra di Zenon mentre si rendeva conto che, almeno qualcosa era rimasto immutato: Lilith combatteva ancora vestita solo delle proprie armi, come voleva la tradizione.

Il dio la osservò dirigere un drappello verso Sanzo il quale, impugnava la sua W&S mettendo in seria difficoltà i propri avversari.

Di sicuro, l’uomo non faceva economia di pallottole anche se, i suoi antagonisti non stavano dando del loro meglio … come se non volessero fargli realmente male …

Un dubbio atroce si insinuò nella mente di Zenon che, con ansia, si girò verso il monaco.

Sanzo, nonostante la mira infallibile, si trovava in una situazione difficile: la superiorità numerica dei suoi avversari lo stava sopraffacendo.

Hakkai, resosi che il bonzo era accerchiato, tentò di raggiungerlo ma un gruppo di angeli gli sbarrò la strada.

Bastò un rapido sguardo ai dintorni per far comprendere, al demone gentile, che anche gli altri erano nella medesima situazione.

Capendo di essere ormai isolato,  il monaco pensò con amara ironia che questo doveva essere il suo destino: dalla morte del maestro sino alla comparsa dell’eretico, il Venerabile Genjo Sanzo Hoshi era stato sempre solo, come ora.

Anche Goku si era staccato da lui preferendogli Homura.

Dopo otto anni di convivenza, il bonzo aveva finito per dare quasi come scontata la presenza della scimmia e solo quando era scomparso ( Vedi prologo_Nd.Cassandra ) aveva iniziato a nutrire dei dubbi sul loro legame.

Nella sua mente risuonarono le parole pronunciate da qualcuno che non ricordava: Credi di poter rimanere per sempre il sole di quel bambino? ( Se le parole sono diverse, vi prego di correggermi_Nd.Cassandra ).

La frase, ora, gli appariva quasi profetica.

Questo fu il suo ultimo pensiero coerente prima che, la donna alata gli si parasse davanti con gli occhi contenenti un’immensa desolazione.

Le sue labbra pronunciavano un’unica richiesta:

“Perdonami”

“Tzè, il perdono non cancella ciò che si è fatto o il dolore delle persone a cui è arrecato danno. E’ solo un espediente dei benpensanti per rimettersi in pace la coscienza ed ottenere clemenza dai loro giudici” ribattè poco caritevolmente il bonzo.

Queste crude parole fecero sussultare la donna che, turbata da un responso tanto impietoso da colui che avrebbe dovuto essere un sant’uomo, per qualche secondo, abbassò il capo vergognandosi di incontrare quegli occhi color ametista, ma non durò molto.

Consapevole di non potersi permettere la minima esitazione, Lilith rialzò la testa e si costrinse a guardare le fredde pupille dell’uomo prima di dare, ai suoi sottoposti, l’ordine di accerchiarlo e disarmarlo.

Il monaco tentò di opporsi, ma erano in troppi perché potesse effettuare una reale resistenza e ben presto si ritrovò immobilizzato davanti alla Signora dei Ronin.

Lilith gli prese il volto fra le mani ed avvicinò il viso a quello del biondo.

La bellezza della creatura era abbagliante: i corvini capelli erano stretti in una treccia che le ricadeva sulla schiena e gli occhi, di un azzurro tanto chiaro da sembrare di cristallo, animati da un’intensa luce interiore.

Le labbra risultarono piene e calde quando incontrarono quelle del bonzo.

Fu un lungo bacio durante il quale, il narcotico che la ragazza aveva sulle labbra passò attraverso l’epidermide di del monaco penetrandogli direttamente nel flusso sanguigno.

Sanzo avvertì il proprio battito divenire più frequente, il respiro smorzarsi in gola e gli arti intorpidirsi rendendogli impossibile trattenere la pistola che, rovinò a terra.

L’uomo arrancò in cerca d’aria mentre, la ribelle lo accoglieva, con fare protettivo,  fra le proprie braccia sussurrandogli di non preoccuparsi.

Il capo degli angeli stava per alzarsi in volo con la sua vittima quando Goku, intuendone le intenzioni, tentò di frapporsi fra lei e Sanzo.

Lilith osservò l’eretico: negli occhi iniettati di sangue intravedeva la paura di perdere una persona cara e nel suo respiro affannoso, la stanchezza che iniziava a farsi sentire.

Quella vista le fece male tuttavia, la consapevolezza di non potersi permettere alcun atto di pietà, la spinse ad ordinare ai suoi soldati di trattenerlo … a qualunque costo.

La Signora dei Ronin spiccò il volo mentre, in risposta alla ‘vivacità’ dell’itan ( che aveva atterrato da solo 15 angeli ) un’altra ventina di esseri alati si unì al festino.

Prima che potesse agire, Goku vide un muscoloso angelo dalla pelle nera che, unta di olio, rifletteva i raggi del sole pomeridiano.

Fra le mani, l’uomo alato teneva una frusta che, con un gesto secco del suo proprietario, si attorgliò al Nyoi Bo strappandolo dalle mani del ragazzo e facendolo cadere a parecchi metri di distanza.

Il giovane si lanciò per recuperare la propria arma, ma altri due individui approfittarono della situazione per aggredire l’eretico alle spalle bloccandolo contro la parete rocciosa: le pietre graffiarono la pelle ambrata tramutando il viso del fanciullo in una maschera di sangue.

Con le braccia trattenute dietro la schiena e le gambe immobilizzate da alcuni degli aggressori, il demone tentò disperatamente di liberarsi scatenando l’ilarità dei suoi aggressori.

In risposta alle loro sguaiate risa, Goku sputò in faccia all’angelo di colore che, con un gesto adirato, passò il braccio sul volto per pulirselo: come osava quel semplice demone?

Non sapeva di avere a che fare con l’elite dei ronin?

Lilith aveva ordinato di non far loro del male se non fosse stato espressamente necessario, ma ora lei non c’era per giudicare le loro azioni e quell’insolente meritava una solenne punizione …

Un sadico sorriso si fece strada sul volto dell’essere alato mentre valutava come ottenere godimento dal giovane ed estremamente bello, corpo dell’avversario.

“Avanti ragazzi, divertiamoci un po’” disse ad alta voce attirando l’attenzione di un’altra decina di angeli.

Questi, cogliendo al volo l’allusione, si avvicinarono pronti ad abusare di quello splendido essere eretico.

Il diciannovenne cadde in ginocchio sotto i colpi e le mani rapaci che tentavano di privarlo degli abiti.

Il volto dell’itan appariva sanguinante e deturpato dagli ematomi, ma gli angeli, impietosi, lo trascinarono in piedi continuando a colpirlo strappandogli gemiti di dolore.

Goku si piegò in due, annaspando in cerca d’aria: sentiva i polmoni in fiamme ed il sapore metallico del proprio sangue che gli riempiva la bocca, le energie scemare dal suo corpo …

I contorni delle immagini persero definizione ed il buio calò su di lui a poco a poco.

Attraverso il velo nero che gli stava scendendo sugli occhi, il demone poteva ancora vedere i compagni tentare di raggiungerlo, ma venire puntualmente bloccati dagli avversari.

Alzati immediatamente, Stupida Scimmia”

La voce del monaco raggiunse la mente dell’eretico scotendolo dal suo stato.

Come se un argine fosse stato rotto, i ricordi di otto anni di convivenza affluirono alla mente del demone.

Nuova forza pervase le membra di Goku che si rese improvvisamente conto di non potersi arrendere … non prima di aver salvato Sanzo … di aver salvato il suo sole …

L’itan cercò di divincolarsi cogliendo di sorpresa i suoi antagonisti e, con una mossa fulminea liberò il braccio destro portandoselo alla fronte.

Le sue dita si strinsero intorno al freddo metallo del diadema che, senza la minima esitazione, si sfilò.

Il gioiello cadde a terra mentre, il Seiten Taisei faceva la sua comparsa.

 

Gojyo osservò allibito la mano di Goku avvicinarsi al gioiello e sfilarselo.

Il suono dell’oggetto che cadeva a terra non era minimamente distinguibile nel caos che pervadeva il campo di battaglia tuttavia, al kappa parve di udire un tonfo assordante mentre, un brivido di terrore gli scorreva lungo la schiena.

Sotto i suoi occhi, l’amico inarcò la schiena lanciando contemporaneamente un ringhio che rimbombò nel canyon.

Senza il dispositivo di controllo, il corpo dell’eretico mutò rapidamente trasformandolo in una macchina di morte e distruzione.

I denti divennero letali zanne e le unghie si allungarono sino ad apparire come lunghi artigli pronti a brandire qualsiasi individuo abbastanza stupido da mettersi sulla sua strada.

Il volto ambrato, alla luce del sole pomeridiano, appariva deformato da un ghigno di divertimento davanti agli avversari trucidati dai micidiali fendenti.

Angoscianti urla di agonia riempirono l’aria confondendosi con la risata del Seiten Taisei.

Non c’era più nulla di umano nel Figlio della Terra: strappava lembi di carne inebriandosi all’odore del sangue che scorreva sempre più copioso mentre, con i capelli castani che svolazzavano al vento e gli abiti di pelle macchiati del sangue delle sue vittime, sembrava un messaggero di morte e distruzione giunto ad annunciare la fine del mondo.

Ancora una volta, il ricordo dell’ultima volta che il giovane si era tolto il gioiello e le nefaste conseguenze del suo gesto si fecero strada nella mente del rosso: in quell’occasione né lui, né Hakkai erano stati in grado di arrestare la furia distruttiva del più giovane del loro gruppo.

Solo l’intervento di Sanzo li aveva salvati da morte certa ma stavolta, il bonzo era stato rapito da quella stramaledetta donna e non poteva intervenire … non avevano scelta, dovevano fermare da soli quella creatura che fino a pochi minuti prima era il loro Goku.

Le dita del Seiten Taisei  si serrarono attorno alle candide piume di un angelo  che, il demone aveva sbattuto a terra prima di passare il dito sul ‘costone’ ( non ne conosco il nome specifico, ma intendo l’osso dell’ala. Se qualcuno mi aiuta fornendomi il termine, avrà tutta la mia gratitudine_Nd.Cassandra ) giungendo sino all’attaccatura.

L’ennesimo urlo si innalzò in cielo quando il Seiten Taisei afferrò con una morsa d’acciaio l’attaccatura delle ali e le strappò con un gesto secco.

Uno striato e rosso muscolo si mostrò a coloro che osservavano inorriditi la scena mentre, l’itan teneva ancora fra le mani, le ali ( non conosco un sinonimo adatto alla parola “ali” quindi ho dovuto ripetere il termine. Come al solito, se qualche anima pia mi viene in aiuto, questo risulterà molto apprezzato_Nd.Cassandra ).

Gojyo deglutì mentre queste furono gettate a terra dove, le parti insanguinate s’imbrattarono di sabbia.

L’agghiacciante spettacolo che convinse il rosso che non c’era più tempo e lo indusse a raccogliere tutto il suo coraggio per gettarsi nella mischia, ben consapevole che difficilmente stavolta sarebbe potuto uscirne vivo.

Tuttavia, prima che potesse agire, la mano di Shien gli si posò sulla spalla in un chiaro invito a non intervenire.

“Non è necessario cercare di fermare Son Goku, non appena avrà ucciso tutti gli avversari si calmerà da solo” lo informò pacatamente il samurai.

“Ma ti ha dato di volta il cervello? Voi non sapete come quello stupido diventa quando si toglie il diadema!” sbraitò il rosso visibilmente agitato mentre Homura, dopo aver fatto a pezzi la sua ventina di nemici, si avvicinava con tutta calma.

Il corvino dio aveva sul volto un sorriso serafico* che faceva vibrare di rabbia repressa il mezzo demone: come potevano non comprendere la gravità della situazione?

Non si rendevano conto che Goku perdeva totalmente il controllo senza dispositivo?

Che da un momento all’altro avrebbe potuto rivolgersi contro di loro?

I suoi occhi rossi si posarono nuovamente sul diciannovenne ed un involontario brivido scosse il suo corpo.

“Il coraggioso Kenren che trema davanti ad un suo stesso compagno? Se me lo avessero detto non vi avrei creduto!” il Dio della Guerra appoggiandosi con indolenza alla spada infuocata godendosi lo spettacolo del suo amante che faceva scempio degli angeli rimasti.

Homura non provava la minima pietà per questi ultimi, aveva avvertito troppe volte su di sé la cattiveria degli altri per provare compassione verso chiunque si fosse incautamente posto sulla sua strada, rimase quindi immobile sino a quando Goku, terminato il suo ‘compito’ rimase solo, nel mezzo di una distesa di cadaveri e piume imbrattate dello stesso sangue che ancora gli grondava dagli artigli.

Il Seiten Taisei si portò una delle mani alla bocca ed iniziò a leccarne il sangue che la lordava con gesti lenti e vagamente inquietanti che fecero gelare il sangue nelle vene di Hakkai e Gojyo.

Gli dei demoni fissavano il compagno con apprensione e turbamento che strapparono un sospiro di esasperazione a Zenon:  indubbiamente, volevano bene a Goku ma erano terrorizzati dalla sua doppia natura.

Come potevano sperare di essere i compagni adatti all’eretico?

Non erano nemmeno in grado di comprenderlo!

Il giovane terminò la macabra pulizia per poi, alzare gli occhi dorati e squadrare, per alcuni lunghi istanti, i compagni.

La mano di Gojyo si strinse convulsamente attorno la Shakujyo: per un lungo momento, la tensione parve tangibile, almento fino a quando il castano demone stornò la propria attenzione dai compagni per dirigersi dove giaceva il diadema ed indossarlo nuovamente.

Solo allora, nei suoi occhi dorati, riaffiorò la piena consapevolezza e con essa, il rancore, il dolore e la solitudine.

Non provò rimorsi alla vista di quello scempio: già mentre viaggiava con Sanzo aveva appreso la regola uccidere per non venir ucciso, ma la rabbia per essere stato manipolato lo invase come un fuoco che si mescolava alla consapevolezza di essere stato tradito da una persona di cui si fidava ciecamente.

Sopraffatto da queste emozioni e con buona parte della sua energia arrestata dal gioiello, il demone barcollò e solo le mani di Homura gli si posarono sulle spalle per sostenerlo.

L’aiuto del dio, gli impedì di rovinare a terra, ma lo costrinse anche a nascondere il volto contro il petto della divinità.

Il giovane tentò di scostarsi ma Homura lo trattenne in quella posizione da cui, troppo indebolito, l’itan non riuscì a sottrarsi.

Colto da rabbia e frustrazione per la propria impotenza, Goku scoppiò in lacrime.

“Shh … va tutto bene … è finita …” mormorò il Dio della Guerra fraintendendone il comportamento.

Homura lo condusse lontano dal campo di battaglia e lo aiutò distendendersi sul sacco a pelo che Shien aveva spiegato sul terreno.

Troppo stremato dallo sforzo e dalle ferite per opporre la minima resistenza, Goku si lasciò avvolgere in una calda coperta mentre, inesorabilmente, il mondo intorno a lui diventava indistinto e buio.

 

L’alba stava facendo nuovamente la sua comparsa, tingendo il cielo di un rosso infuocato, senza tuttavia rischiarare gli oggetti del bivacco che i suoi compagni avevano disposto il giorno prima o le figure addormentate all’interno del sacchi a pelo.

Il fuoco, ormai ridotto a poche braci, non riusciva a contrastare il freddo di una giornata che si preannunciava uggiosa.

Goku non sperimentò il piacevole dormiveglia che normalmente avvertiva al mattino ma riaprì gli occhi di botto mentre i ricordi del giorno prima affollarono la sua mente.

Nel gelo che lo accolse, il suo urlo riecheggiò fra le pareti di roccia:

“SANZO!”

Tiratosi a sedere, il ragazzo iniziò a tremare visibilmente, come in preda ad un insopportabile brivido di freddo che lo spinse a raggomitolarsi su sé stesso stringendosi le gambe al petto.

I suoi occhi dorati erano vuoti e fissi, inconsapevoli della presenza dei compagni che lo attorniavano, svegliati dal suo grido, preoccupati ed ansiosi.

“Hey moccioso, tutto OK?” chiese Zenon allungando una mano per toccare il diciannovenne, per nulla preparato all’isterica reazione di quest’ultimo.

Goku si scostò urlando, ma Homura, incurante del suo stato, si accostò all’eretico abbracciandolo con forza come per proteggerlo da ogni male.

L’odore pungente del dio, completamente diverso da quello di sandalo misto a tabacco di Sanzo, colpì le narici del demone instillandogli sentimenti contrastanti: da un lato avrebbe voluto abbandonarsi fra le braccia della divinità, inebriandosi del suo profumo, ma dall’altro provava una profonda rabbia nei suoi confronti.

 “Goku, stai bene?”

La voce di Homura gli giunse come da una distanza incolmabile, tanto che il ragazzo faticò a comprenderne il significato e, anche in seguito, non diede cenno di aver udito la domanda.

I suoi occhi dorati rimasero fissi verso il vuoto anche mentre le sue labbra formularono il quesito che lo stava assillando:

“Perché?”

“Cosa?” la voce di Homura apparve incerta mentre, il dio lo scostò leggermente, per guardarlo in volto.

La faccia di Goku apparve inespressiva e il Dio della Guerra  non riuscì immediatamente ad afferrare il senso del quesito posto dal suo amante.

“Perché … perché mi hai fatto questo?” ora  le lacrime scendevano lungo le guance ambrate e la voce dell’eretico divenne un urlo “Mi fidavo di te … e tu per tutto questo tempo non hai fatto altro che mentirmi … mi hai usato per i tuoi sporchi fini …”

Homura sentì il mondo crollargli adosso: Goku aveva riacquistato i ricordi.

“Non è come pensi …” esordì il Dio della Guerra.

L’altro non era tuttavia disposto ad ascoltare le sue scuse e, con un gesto brusco, si liberò dall’abbraccio della divinità allontanandosi di alcuni passi e dandogli la schiena.

Per qualche istante, il fanciullo rimase totalmente immobile: solo i pugni si aprivano e chiudevano spasmodicamente in risposta allo sforzo che il giovane stava compiendo per riacquistare un minimo di controllo.

Senza il minimo preavviso, tornò a girarsi verso i compagni:

“Andiamo! Dobbiamo trovare Sanzo!” dichiarò Goku con voce ferma che mascherava il tumulto interiore che lo attanagliava.

“Ben detto, scimmia! … Era ora che il tuo cervellino riprendesse a funzionare!” esordì Gojyo.

L’eretico lo ignorò tornando a rivolgersi ad Homura:

“Hanno preso Sanzo per consegnarlo a Gyumao?”

“Goku … io …” mormorò il dio dagli occhi bicolori ma venne interrotto dalla voce secca del diciannovenne.

“RISPONDIMI: lo consegneranno a Gyumao?” ordinò i demone tremando visibilmente.

Era la prima volta che si trovava in uno stato simile: il suo cuore batteva all’impazzata mentre, i ricordi inerenti alle sofferenze ed alle ingiustizie subite, tornati prepotentemente a galla, parevano reclamare vendetta.

Stava lottando disperatamente per non essere sopraffatto dalla sua natura più oscura e dall’ancora più terrificante, voglia di cedervi.

Sarebbe stato facile richiamare la sua forma demoniaca ed annullarsi nella coscienza del Seiten Taisei …

“E’ più probabile che vogliano usare Sanzo per risvegliare Lucifero” intervenne Shien  che, compreso lo stato in cui versava il diciannovenne, cercava di evitare l’imminente crisi.

“Lucifero? E chi sarebbe?” domandò ancora l’eretico riacquistando un poco di calma.

Incerto davanti ad un Goku così provato, Hakkai si chiese se era il caso di rispondere ai suoi quesiti magari, agitandolo maggiormente ma un’occhiata alle pupille dorate lo convinse a parlare:

“Secondo il cristianesimo, questo è il nome del principe degli angeli il quale, ribellatosi a Dio, fu precipitato nell’inferno dove divenne capo dei demoni. In pratica è il diavolo della chiesa occidentale ma non credevo che esistesse realmente …”

“Ogni leggenda ha un fondo di verità … Lucifero fu il primo condottiero dei ronin … il primo che si ribellò al Tenkai quando questi decisero di sottomettere gli angeli. Combattè per numerosi secoli finchè, al termine di una cruenta battaglia, fu catturato dagli dei e rinchiuso in un limbo simile a quello in cui era imprigionato Goku …” spiegò Shien con voce atona.

Il samurai provava una profonda pena per Goku di cui, comprendeva la rabbia ed il turbamento.

Il dio sapeva cosa significava perdere tutte le proprie certezze, lo stesso sentimento che aveva provato lui davanti al coma di Nataku.

Quello non era tuttavia il momento di perdersi nei ricordi.

Con uno sforzo, Shien tornò a seguire il discorso accorgendosi che ora era Gojyo a parlare.

“Ed ora gli angeli ribelli vogliono liberare questo Lucifero … quello che non capisco è perché, oltre al sutra, si siano anche presi il bonzo corrotto … non certo per la sua piacevole compagnia …”

“Ma ha una forza mistica sufficiente per diventare il ricettacolo di Lucifero …” notò Zenon.

“Che cosa intendi?” nella voce di Goku c’era una nota di panico che incrementò mentre Shien s’intromise nuovamente spiegando che, essendo il corpo dell’angelo diventato inservibile a causa della lunga prigionia, avrebbe avuto bisogno di un nuovo involucro.

Questo doveva essere dotato di una potente aura come, appunto, quella di Sanzo ( saggiamente la divinità ‘scordò’ di dire che tali capacità erano l’eredità di un ex-dio ).

“Dove hanno intenzione di portarlo?” chiese con foga il dicinnovenne.

“Probabilmente nella Torre di Cristallo” riferì Zenon.

 

L’eretico serrò le labbra accelerando.

La moto correva ad una velocità folle, cavalcata dal giovane ancora sopraffatto dalle emozioni che si muovevano in lui dopo le rilevazioni delle divinità e i ricordi riemersi nella sua mente.

Aveva recuperato il suo normale aspetto ma, sotto il casco nero, gli occhi dorati sfavillavano ancora di furia repressa e sensi di colpa.

Non osava incrociare lo sguardo di nessuno dei compagni, sia di quelli che sino a quell’infausta mattinata aveva creduto di conoscere da anni, sia quelli dei demoni che si erano rivelati i suoi veri amici.

Si era lasciato ingannare facilmente permettendo ai ronin di catturare Sanzo: era solo un incapace!

La solo idea che potesse capitare qualcosa all’uomo che aveva sempre rappresentato il suo sole lo sconvolgeva nonostante, poco prima della partenza, Elisabeth gli si fosse avvicinata per sussurargli di non preoccuparsi, che tutto sarebbe andato bene.

La donna, rimasta in disparte per tutti gli avvenimenti che avevano seguito il rapimento di Sanzo, sedeva ora compostamente nella jeep dei demoni in attesa di raggiungere il covo degli angeli ribelli.

Taceva, in risposta alla reazione di Gojyo che, vistola avvicinarsi all’eretico si era frapposto fra i due indispettendola con una serie di proposte oscene che, a giudicare dallo sguardo di disprezzo dirette al kappa, la ragazza non aveva ancora perdonato.

Non che i loro litigi potessero penetrare lo strato di depressione che aveva circondato Goku e che perdurò fino a sera quando, giunsero alla torre dove dimoravano i ronin.

Questa era di un materiale simile al cristallo e si stagliava nel mezzo di una verde pianura, apparentemente priva di qualsiasi protezione eppure, pervasa dall’energia di centinaia di creature alate.

Era stata edificata da architetti fedeli a Lucifero che, l’avevano costruita con la forma di un pentagramma** racchiso da possenti mura dello stesso materiale ( quindi la costruzione è un pentacolo_Nd.Hakkai   Non stiamo a sottilizzare!_Nd.Cassandra ).

Questa sua inconsueta struttura, permetteva di focalizzare l’energia della terra fornendo un valido supporto vitale a Lucifero ( il cui corpo, era stato secoli prima trafugato dalla prigione dove gli dei l’avevano posto ), ma non era stata sufficiente a riportarlo in vita.

Ora, con il Sutra del Cielo Demoniaco, il potere raccolto sarebbe stato amplificato e reso sufficiente a ripristinare le funzioni vitali dell’angelo e di trasferirlo in Sanzo.

Un evento che i viaggiatori avrebbero dovuto impedire ad ogni costo prima di riprendere il loro viaggio ed eliminare Gyumao.

La conferma che la missione non si sarebbe rivelata facile, stava volando sulle loro teste: Lilith atterrò a pochi metri da loro, con l’eleganza insita nella razza alata, e ridusse la distanza che li separava avvicinandosi con andatura felina.

 “Immagino siate venuti per Genjo Sanzo Hoshi ed il sutra del Cielo Demoniaco” esordì sorridendo dolcemente.

Della furia alata di poche ore prima non vi era più alcuna traccia, il suo posto era stato preso da una donna abbigliata in maniera impeccabile e disinvolta.

Lilith sembrava perfettamente a sua agio, come se fosse sua abitudine ricevere sgangherate compagnie in assetto di guerra.

“Al vostro amico non è stato fatto, né sarà fatto, il minimo male” assicurò avvicinandosi ad un altare di pietra dove giaceva un giovane biondo.

Per un attimo, la donna alata fissò quel volto immoto prima di accarezzarlo: nel sonno, il pallido volto era privo della consueta espressione accigliata e molto simile ai perfetti tratti somatici di un angelo, solo il chakra scarlatto stonava ricordando alla donna i loro nemici giurati ( ovvero gli dei_Nd.Cassandra ).

Al tocco della Signora dei Ronin, l’uomo aprì gli occhi di ametista e si tirò a sedere.

Un brivido di freddo percorse la schiena di Goku che osservò sempre più agitato Sanzo: avevano fallito, non sapeva come, ma era certo che quello non fosse il suo sole … non più.

Il ragazzo fece alcuni passi esitanti verso il biondo che, lo guardò con interesse prima di allungare la mano posandola sulla guancia ambrata del ragazzo.

Goku sentì il tocco di quelle dita … forti e sottili … le dita di Sanzo.

L’angelo gli parlò con la voce del monaco:

“Tu sei Son Goku. Ti ho riconosciuto subito, la tua immagine pervade la mente di Koryo .…”

“Lascialo stare, Lucifero!” intimò Homura.

Non gli importava della missione o di Konzen, voleva solo che quel bastardo non informasse il diciannovenne di ciò che il monaco provava … perché ormai, al Dio della Guerra era chiaro che Konzen amasse Goku, ma era pronto a lottare per il demone dagli occhi dorati … voleva rimanere il suo sole … ma davvero avrebbe potuto ora che il diciannovenne ricordava?

Gli eventi di quella mattina parevano segnare la fine della loro relazione.

In ogni caso, l’eretico lo ignorò parlando direttamente all’ospite del suo sole:

“Non ti permetterò di rimanere in Sanzo!”

“Lungi da me una tale idea: per quanto ritenga forte Koryu, non voglio diventare un uomo. Contrariamente a quanto si crede, posso entrare in un corpo estraneo solo temporaneamente e, in questo caso, lo faccio solo per evitare di diventare pazzo. La mia mente cederebbe se rimanessi nel mio corpo mentre questo viene riparato! Non devi preoccuparti, Goku: entro qualche giorno riavrai il tuo sole!”

 “Chi mi assicura che tu non stia mentendo?” domandò bruscamente Goku.

“Nessuno, ma anche in caso contrario non potreste farci nulla” disse Lucifero indicando con un gesto enfatico i suoi seguaci.

 

 

NOTE:

 

*serafico = angelico, estasiato; imperturbabile, tranquillo

 

**pentagramma = simbolo sacro/magico/religioso costituito da una stella a 5 punte e presente in innumerevoli culture.

Associato al satanismo durante l’inquisizione, ha tuttora un’immeritata e dubbia fama.

Nella realtà simboleggia ( fra le altre cose ) il dominio dello Spirito sul mondo materiale costituito dai 4 elementi ( terra, acqua, fuoco e aria ).

Secondo altre teorie, le sue cinque punte simboleggiano i 5 sensi oppure la sessualità ( dato che unisce il 2, in numerologia associato al femminile ed il 3 del maschile ).

Se il pentagramma è racchiuso in un cerchio, diventa un pentacolo e simboleggia unità e completezza.

In questo caso, la sua energia è focalizzata e circoscritta ( come nella fic._Nd.Cassandra ).

 


 

   
 
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