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Autore: death_princess    10/05/2012    0 recensioni
Alex Sackville, un detective di trent’anni, viene spedito assieme alla sua collega, Clarissa Flanner, sua ex, a Parigi per catturare un miliardario diciannovenne, Roy, che fa il doppio lavoro: trafficante di droga e spia della HGRS: agenzia di spionaggio. Alex e Clarissa si dividono a Parigi, l’unica però che sa com’è fisicamente Roy è lei. Dall’altra parte Alex ricorda la sua ultima estate a Parigi, dove ebbe una storia d’amore con un certo Marc Le Voilers, che decide di rincontrare e sarà anche la chiave per catturare Roy…una storia tra il romantico e il poliziesco, tra il suspense e lo psicologico…con molti monologhi interiori.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Say adieu to Paris

Prologo - Il treno ha fischiato

Squillò il telefono quando Alex Sackville, un detective sulla trentina, stava cercando di dormire per almeno un’ora nella pausa pomeridiana. Era Nancy Adlers, il suo capo sadica che lo chiamava anche nelle pause e non rispettava nemmeno le ferie.

-Pronto- rispose con una voce rauca.

-Alex, ti voglio nel mio ufficio tra mezz’ora, è per una missione importante- disse come se ciò che diceva fosse la cosa più importante del mondo.

Posso dire addio al mio meritato riposo, pensò Alex, che non si era neanche cambiato per dormire, perché se lo aspettava una situazione del genere. Andò a lavarsi la faccia e uscì, prese la sua volvo e raggiunse in venti minuti la centrale.

La mia storia iniziò allora, quando valicai la porta dell’ufficio del detective Adlers, fu allora che mi resi conto di quanto facesse schifo la mia vita, per quanto adorassi il mio lavoro, ma era finito per diventare tutto ciò che avevo, e sentivo la voglia di cambiare scorrere nelle mie vene, qualcosa come licenziarmi, sapevo però che non avrei mai potuto fare una cosa simile, almeno, non dopo aver studiato così tanto per fare il detective.

Non avevo una relazione sentimentale, l’ultima ragazza che avevo avuto, l’avevo lasciata la settimana scorsa, non c’era un motivo ben preciso, semplicemente, non l’avevo mai amata. Purtroppo però quella ragazza lavorava nel mio stesso dipartimento, ogni santa mattina la vedevo sorridermi nella speranza che un giorno andassi da lei a chiedere scusa e a volerla indietro, ma il punto è che non avevo fatto nessuno sbaglio di cui pentirmi e di cui scusarmi, non sapevo neanche perché stavamo insieme, era diventata solamente un’abitudine, anche se lei era convinta del contrario, ma era anche convinta che l’avevo lasciata per qualcun’altra, insomma, tralasciamo.

Quando entrai finalmente nell’ufficio della signora Adlers, mi guardò con occhi seri e mi invitò a sedere.

-Sai perché sei qui?- mi chiese.

-A dir il vero, non saprei-

-Ehm, era una domanda retorica, Alexander. C’è un ragazzo di diciannove anni che vive a Parigi, di preciso non sappiamo, solo che ha ucciso i suoi genitori, è scappato di casa, e che traffica droga, in più e non meno importante ha dei contatti con la HGRS, ovvero il nostro nemico numero uno, la High Grave Royal Security, a loro dà delle informazioni  sui trafficanti di droga e prende i soldi, dall’altra parte però lavora con i trafficanti, così prende soldi da entrambe le parti. E’ molto ricco, ma a prima vista non si direbbe, si veste in modo molto trasandato, sappiamo però pochissimo di lui, si chiama Roy, o almeno si fa chiamare da quelle parti così. E come ciliegina sulla torta, non sappiamo nemmeno come è fatto fisicamente, solo una persona l’ha visto, e quella è Clarissa Flanner, e vorrei che tu andassi con lei in questa missione, dovete catturarlo, senza far capire a nessuno che siete insieme in coppia, che siete dei poliziotti…insomma, sai benissimo come fare il tuo lavoro-

-Ma…Clarissa e io…-

-So tutto sul vostro ultimo periodo, ma non voglio che la vostra relazione sia d’intralcio al lavoro, quindi ti pregherei di lasciare da parte le faccende di cuore e di metterti al lavoro. Vi darò la prima indicazione, a voi la prossima mossa: dovete chiedere di Roy al Moulin Rouge, ovviamente a Boulevard de Clichy, Parigi, il vostro volo parte domani mattina! Buon lavoro, Alex!

Rimasi senza parole, non potevo dire niente, solo a riflettere, l’ultima volta che ero andato a Parigi, era l’estate scorsa, uno dei periodi più belli e più tristi della mia vita. A Parigi, che era la mia città preferita, conobbi un certo Marc Le Voilers, ero andato in vacanza con Clarissa, ma allora tra di noi le cose sembravano andare per il verso giusto, o almeno era così che la pensava lei, io invece, che andavo a letto con questo Marc, la pensavo diversamente.

Clarissa sapeva che fossi bisessuale, ma non avrebbe mai immaginato che, se l’avessi tradita, l’avrei fatto con un uomo, per la precisione non avrebbe mai immaginato che l’avrei fatto, insomma, fino ad adesso non lo sapeva ancora. Ora, ripensando al male che mi fece dare l’addio a Marc e ai ricordi che avevo di lui, anche se la maggior parte del tempo lo passammo a letto, mi si spezzava il cuore, di lui non avevo nessuna foto, nessun contatto, mai cercato qualcosa su di lui, anche se il mio lavoro mi sarebbe stato molto d’aiuto. In un certo senso, non avevo mai voluto rivederlo, anche se in fondo l’avrei voluto, ora però avevo davanti a me questa tortura, rivivere ciò che ti portava dolore dentro, ogni strada, via, bivio a Parigi mi avrebbe sicuramente ricordato lui, il sapore delle sue labbra, il profumo dei suoi capelli biondi dorati. Pensai per un attimo a cercare la sua abitazione, magari aveva cambiato indirizzo, ma alla fine quando ero sul punto di farlo, bussò al mio ufficio Clarissa ed entrò. Parlammo normalmente sul viaggio e sulle modalità, per fortuna avremmo alloggiato in alberghi diversi, pensavamo che fosse la soluzione migliore per non farci vedere insieme né per sospettare di noi.

Il viaggio fu lungo e silenzioso, pensai tutto il tempo alla vacanza passata con Marc.

-L’ultima volta che ci siamo stati, ci siamo divertiti, vero, Alex?- disse lei, per alleviare la situazione, diventata un po’ imbarazzante.

-Ah, sì, sì, mi è piaciuta un sacco…la città- feci un sorriso a malapena.

Chiusi gli occhi, appoggiandomi al finestrino dell’aereo per nuotare nel mio flusso di ricordi di quell’estate.

Ricordai l’episodio più triste, quando diedi l’addio sul treno a Marc.

-Così non ci sentiremo più? Ti prego, Alex, dimmi che verrai a trovarmi!- disse Marc stringendomi forte la mano.

-Ti ho conosciuto in un momento sbagliato, Marc, io…-deglutii.

-Non dirne più! Non ci sono scuse, se sei veramente innamorato di me rimarresti, o almeno, verresti a trovarmi!”- scoppiò in lacrime.

-Se è destino, ritornerò, te lo prometto…-

-No, sai cos’è questo? E’ mancanza di coraggio. “Destino”? Un termine inventato da persone come te che non hanno il coraggio di agire secondo la loro volontà, lasciano la decisione della propria vita a una forza superiore chiamata…destino, tu menti, Alex- scosse la testa e guardò in basso, eravamo seduti in una cabina del treno, davanti a noi c’erano due ragazzine di tredici anni circa, che sorridevano e ridevano ogni tanto.

-Marc, il mio lavoro, la mia vita, non mi permette tutto ciò…- corrugai la fronte.

-No, è qui che sbagli, tu, tu non vuoi solamente prendere la briga di cambiare, non vuoi fare sacrifici e pensi che tutto sarà ai tuoi piedi…io voglio, voglio che noi stiamo insieme, sono disposto a venire a vivere in America con te, se avessi i soldi e se tu me lo permettessi.. perché, perché sono innamorato di te, Alex-

Lo afferrai per il collo e lo baciai con foga, fregandomi delle ragazze davanti a noi, mancavano cinque minuti alla mia fermata. Mi prese per la mano e mi trascinò.

-Manca poco, ti ho scritto questa lettera, vorrei che tu la leggessi solamente quando ti sentirai pronto, capito?-

-Pronto per cosa?-chiesi.

-A tutto!- mi sorrise, spostando una ciocca bionda dagli occhi.

Arrivammo a destinazione. Era arrivato il momento che non avrei voluto arrivasse mai, quello che porta solo dolore e angoscia, l’addio.

-Non ti dirò addio, Alex, perché so che un giorno tornerai, e se non lo farai, vorrà dire che tutto questo non ha mai significato niente per te- mi accarezzò.

Lo baciai di nuovo e gli asciugai le lacrime e infine scesi dal treno. Il treno fischiò e partì, io continuai a guardarlo, finché non divenne un puntino in lontananza. Eccovi il prologo della mia storia che dovrebbe essere lunga circa cinque capitoli, qua si dice pochissimo, nel prossimo capitoli ci sarà la scena del loro(di Marc ed Alex) primo incontro con Alex ubriaco u.u altro non spoilero, a breve, spero vi piaccia ^.^ Eccovi le foto dei personaggi: Alex: Marc: Clarissa:

   
 
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