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Autore: Leyton_Nenny    10/05/2012    1 recensioni
“Ho bisogno di tempo. Tempo per decidere.”
“Tu non devi decidere, tu sai già ciò che vuoi.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Leyton_Nenny sia su EFP che su Forum
Titolo: Amore con la “A” maiuscola
Citazione scelta: Solo perché non riesci a capire qualcosa non significa che sia sbagliato! (La spada nella roccia) 
Fandom: Originale
Avvertimenti: Het, Incompleta
Genere: Romantico
Raiting: Verde
Introduzione:
“Ho bisogno di tempo. Tempo per decidere.”
“Tu non devi decidere, tu sai già ciò che vuoi.”
NdA: La FF è scritta come pagine di Diario in cui la protagonista è alle prese con un... problema di cuore.
E' una storia mezza autobiografica, mezza no. E' un po' mezzo di tutto in realtà. A destra si trovano i giorni delle pagine del diario. Non ho messo una fine perché secondo me non finisce. Cioè la fine è sottintesa in tutta la storia quindi non trovavo adatto specificare una “fine” definitiva. Insomma, è un discorso contorto, lo so.








Introduzione

Samuel è il mio migliore amico da quando siamo nati.
Più o meno.
Siamo sempre stati come fratelli, sin da quando ci siamo conosciuti.
Mi sono trasferita vicino a casa sua quando avevo circa 3 anni. È stato allora che ho iniziato a prendere il pulmino che ogni mattina mi conduceva all' asilo.
Lui sedeva ogni volta dietro di me, ed io ero sempre sola, mostruosamente sola.
Sola, con accanto un posto eternamente vuoto.
Un giorno lui si sporse verso di me.
“Ehi. Ciao.”
“Ciao.”
“Come ti chiami?”
“Jennifer, e tu?”
“Samuel. Ti va di diventare amici?”
Io avevo sorriso: non avevo altro da dire. Mi sentivo bene, felice.

15 Aprile 2011

“Ehi, Jen!”
La voce calda di Samuel mi riscuote dai miei pensieri.
“Ehi Sam! Che ci fai qui?”
“Ero venuto a comprare un disco. Ma tu?”
“Sto aspettando Vincent.”
Vincent è il suo migliore amico da un paio di anni, ed è il mio ragazzo da 6 mesi.
“Ah.”
Sam guarda a terra, non aggiunge altro.
“Sai, oggi facciamo sei mesi insieme.”
Sam alza lo sguardo e sorride.
“Capisco. Sono molto felice per lui. Cioè, per te. Insomma, per voi.”
Ma i suoi occhi non sorridono: sono degli enormi pozzi blu come l' oceano.
E io vi affogo ogni volta, immergendomi in un mare di ricordi ed emozioni.
Un mare che solo Sam ha.
Vincent arriva subito dopo, rompendo il mio contatto visivo con Sam. E salvandomi da quell' abisso.
Mi cinge il busto da dietro: “Ciao amore.”
Io sorrido. E c'è qualcosa in quella situazione che mi fa pensare che quell' amore non abbia la “A” maiuscola, bensì quella minuscola.
Forse perché la “A” maiuscola era già stata assegnata anni addietro.
Solo che io ancora non me ne rendo conto.

25 Maggio 2011

“Jen!”
Sam, che io ho deliberatamente ignorato, mi ha chiamato. Mi volto sforzandomi di sorridere, sforzandomi di ignorare il vuoto che sento nel petto. Anzi, non è un vuoto, perché nel vuoto il suono non si sente. Il suono invece io lo sento, e sembra anche essere amplificato: è il suono, anzi, il rumore, di un cuore che si spezza. Del mio cuore.
“Ehi!”
“Ti presento la mia ragazza, Emily.”
Una ragazza rossa di alza dalla panchina su cui era seduta e su cui si stava baciando con Sam.
Il suono continua, come un' eco, all' infinito.
Il mio cuore si spezza sempre di più, mentre il mio sorriso cerca di restare sul volto.
“Piacere, Emily. Sono davvero contenta per voi!”
Sam mi guarda.
“Emily, lei è Jennifer, la mia migliore amica.”
Io abbasso lo sguardo, non aggiungo come al mio solito “Jenny, lo sai che Jennifer non mi piace.”
Sam se ne accorge, e si corregge per me.
“Scusa, volevo dire Jenny.”
Emily sorride.
“Dovete essere davvero molto affiatati... devo essere gelosa?”
Io alzo lo sguardo di scatto.
“Oh no, assolutamente no. Io e Sam siamo sono buoni amici. E poi io sto con Vincent.”
Emily ride.
“Guarda che Emily stava solo scherzando.”
Sam mi riprende, come al solito: ma lui non può capire.
Io annuisco.
“Ora devo andare, Vincent mi sta aspettando. E' stato un piacere Emily, ci vediamo Sam.”

7 Giungo 2011

Su un libro ho trovato una frase:
“E' facile fingere che vada tutto bene, ma quando ci viene posta davanti la realtà tutto cambia.”
Più o meno, la frase dice questo.
E io ci ripenso senza sosta.
Solo il telefono riesce a interrompere il flusso dei miei pensieri.
“Ehi Jen, passi da me?”
“Ora non ho voglia.”
“Okay, passo io da te.”
“Come vuoi.”
Sam arriva da me velocemente: anche perché sta dietro casa mia.
“Ehi Jen. Sai, oggi ho pensato una cosa interessante.”
Io sbuffo, ancora sconvolta da quella frase.
“Davvero, e cosa?”
“Sai che gli uragani hanno solo nomi di donne?”
“E quindi?”
“Nulla. Solo che dicono che sia perché le donne provocano solo guai.”
“Ah.”
“Ehi Jen, ma mi stai ascoltando?”
“Sì, certo... stavi parlando delle donne che provocano solo guai.”
“Hai capito solo questo?”
“Andiamo Sam, ho anche i miei pensieri, no?!”
Sam sbuffa.
“Scusa, volevo solo stare con te.”
Solo quella frase mi distoglie dai pensieri.
“Che hai detto?”
“Nulla, parlavo degli uragani.”
“No, non quello. Quello dopo...”
“Che volevo stare con te.”
Io annuisco, incapace di dire altro.
Il libro ha ragione.
Ma ormai è troppo tardi per cambiare strada, troppo tardi per redimersi, troppo tardi per ammettere ciò che sapevo sin dal nostro primo incontro.

7 Luglio 2011

“Hey, Jen.”
“Hey Sam.”
“Ti passo a prendere per la festa di stasera, okay?”
“Okay.”
“Alle 8:00 sotto casa tua.”
“Va bene. Proverò a farmi trovare pronta.”
Sento Sam chiudere la chiamata. E un istante dopo iniziano i “TU” ripetuti accordati in “La”.
Il mio maestro di canto diceva che tutto il mondo era una melodia composta con il “La” come base.
E aveva ragione: era tutta una meravigliosa melodia con un “La” come base.
Le 8:00 arrivano in fretta.
“Ciao Sam.”
“Wow, Jen. Sei stupenda.”
“Grazie. Andiamo?”
L' abito lilla ricade morbido sulle curve del mio corpo. Gli occhi risaltano nel trucco nero, che evidenzia il loro colore rossastro. I capelli, ricadono morbidi in delle docili curve sulla schiena.
Nonostante l' abito sia così leggero, io riesco a sentire caldo. Ma non è un caldo normale, è il caldo del respiro di Sam sulla mia pelle.
È il caldo di quello che io ho appena ammesso.
È il caldo dell' amore con la “A” maiuscola.
Arriviamo al party mentre io sono ancora immersa nel suono della “A” e del “La”.
Sam mi prende a braccetto.
“Entriamo?”
Siamo davanti a un edificio gigantesco in cui si sta tenendo la festa del college.
La festa del college, una cosa di routine.
Ma stavolta mi sembra tutto diverso.
La musica è soave: ovvio, siamo entrati nel preciso istante in cui partiva un lento.
Sam mi prende la mano.
“Ti va di ballare?”
Io sorrido e lo abbraccio: un abbraccio semplice. Ma che esprime tutto.
“Sai, stai davvero bene stasera.”
“L' hai già detto, anche se non con queste esatte parole”
“Già.”
I nostri corpi si avvicinano ulteriormente.
“Mi sono lasciato con Emily.”
“Mi dispiace.”
“No, era giusto così.”
“E perché?”
“Perché lei non era te.”
Si avvina ulteriormente, baciandomi con delicatezza.
Sam... l' amore con la “A” maiuscola.
Perché? Perché lo stai facendo?
Mi allontano, pensando a Vincent. Anche se allontanarmi è l' unica cosa che non vorrei fare.
“E' sbagliato, Sam.”
“Non dirmi che tu non vorresti.”
“Sam, non si tratta di questo. Solo che è sbagliato.”
Mi allontano da lui. Ma Sam mi trattiene, tenendomi la mano.

“Solo perché non riesci a capire qualcosa non significa che sia sbagliato!”
Io scuoto la testa con forza.
“Io capisco tutto, Sam. Ma questo è sbagliato. Io sto con Vincent.”
Lui ride.
“E allora? È sbagliato quello che proviamo, o il fatto che tu stia con qualcuno che non ami?”
“Smettila, Sam. Io lo amo.”
“Davvero? E allora perché sei qui?”
“Non lo so.”
“Andiamo, Jen. Devi ammettere ciò che provi.”
Mi attira a sé.
“Dimmi che vuoi andartene, dimmi che non vuoi stare con me.”
“Non posso. Sai che non posso.”
“Allora lascia Vincent.”
“Ho bisogno di tempo. Tempo per decidere.”
“Tu non devi decidere, tu sai già ciò che vuoi.”
“Hai ragione, è proprio questo il problema.”
“Ti amo, Jen. Ti ho sempre amata. E aspetterò che tu capisca quanto questo amore possa essere potente e travolgente. E' un amore che distrugge se represso, Jen. So che lo senti anche tu.”
“E' questo il problema: che lo sento anche io.”



Salve!
Dev'essere il tempo, la primavera o che ne so.
Ma ultimamente ho una voglia matta di scrivere cose tristi.
Non c'è una ragione in particolare, ma mi va.
E la voglia c' era nche quando ho scritto questa storia per il contest "Say it with Disney".
E dato che la giudicia è un po' che non appare, dato che anche un' altra ragazza ha postato ho deciso di fare lo stesso.
-J

  
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