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Autore: Butterfly__    11/05/2012    2 recensioni
Dovetti ammettere che a volte i desideri si avveravano, sì, il desiderio che avevo espresso prima di soffiare sulle mie 20 candeline era proprio quello di trovare qualcuno, qualcuno di speciale e finalmente lo avevo trovato: Louis Tomlinson.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome: We'll be young forever.
Autrice: Butterfly__
Rating: Verde.
Disclaimer: Gli One Direction,non mi appartengono e questa storia non è stata scritta a fini di lucro.
Note: Ok, finalmente dopo circa un mese sono riuscita a scrivere e a concludere la mia One Shot.
Devo ringraziare la mia cara amica _itsonlytime (Leggete anche le sue os e FF, non ve ne pentirete).
So che è abbastanza lunga ma non saprei come dividerla, spero vi piaccia e spero che commenterete in molti. Adieu. :D

 


~ We'll be young forever.

 

«Before you met me I was a wreck
But things were kinda  heavy
You brought me to life.»

 

La suoneria assordante del mio cellulare interruppe il mio dolce sonno, con gli occhi ancora chiusi e la luce spenta cercai con la mano quel maledetto aggeggio per poterlo spegnere e tornare a dormire. Buttai giù la chiamata senza guardare chi fosse, pronta a ritornare nel mio mondo quando il telefono cominciò a suonare di nuovo, “Ma che cazz…” risposi alla chiamata con la voce ancora assonnata, “Pronto?” dall'altra parte del telefono mi rispose una voce profonda e carica di energia, “Vieni ad aprirmi” ci misi due secondi a capire chi fosse e giurai a me stessa che lo avrei ucciso. “Styles, muori. Chiama la tua ragazza!” dicendo questo riagganciai il telefono, ma il ragazzino mi richiamò subito, “Che vuoi?” ringhiai nervosa “Sunshine non risponde, forse è in bagno. Apri, che fa freddo.” Ormai il ragazzo aveva rovinato il mio sonno “Ok, ora scendo.” buttai giù il telefono, infilai le mie pantofole di Spongebob e cominciai a scendere le scale scricchiolanti. Una volta arrivata alla porta d'ingresso rimasi a fissare il ragazzo dallo spioncino, era vero, stava morendo di freddo ma volevo aspettare ancora qualche secondo per vendicarmi, non sopportavo quando qualcuno interrompeva il mio sonno. “Finalmente!” Styles mi rivolse uno dei suoi soliti sorrisi smaglianti, “Ma una casa non ce l'hai?” richiusi la porta mentre lui entrò, tra le mani aveva una scatola rosa che emanava un profumo meraviglioso e si tolse le scarpe. “Ho portato la colazione.” Harry tirò via la scatola da sotto il mio naso e si diresse in cucina, dove lo seguì con lo stomaco che cominciava a ringhiare come un leone, “Ok, questo potrebbe farti perdonare.” corsi ad aprire la scatola e trovai una varietà di ciambelle, “Quelle al caramello non sono tue” Harry tirò via subito le ciambelle per la sua ragazza e mi fece la linguaccia. “Sei proprio senza speranze Styles.” alzai gli occhi al cielo mentre lo feci accomodare al tavolo e cominciai a bollire l'acqua per il the. Cominciai a darmi dei piccoli pizzicotti sul viso per cercare di svegliarmi del tutto, quando in cucina entrò Sunshine avvolta nel suo asciugamano blu e con i capelli raccolti in una treccia, “Giorno” mi mandò un bacio con la mano e si diresse verso il suo ragazzo, “Che profumino.” Styles le porse la sua ciambella ricoperta di caramello che lei morse avidamente e gustò deliziata. “La prossima volta evita di fare la doccia a quest'ora sennò giuro che la prossima volta che il tuo ragazzo interromperà il mio sonno gli tirò un cesto di acqua gelata in testa.” Sunshine non mi calcolò, era troppo impegnata a gustare il suo dolce, “Non c'è cosa più buona al mondo del caramello.” Harry si alzò e la strinse a se avvicinando le sue labbra a quelle della mia amica. Cominciarono a baciarsi, e Harry le leccò le labbra ricoperte di caramello. “Ok, ora state esagerando. Fatemi almeno fare colazione.” urlai io, coprendomi gli occhi e cercando di non bruciarmi con il bollitore, “Scusami, non ho resistito.” il moro ritornò a sedersi sulla sedia bianca e aspettò che io portassi il the, “Per quanto ami gli inglesi, il the mi fa ribrezzo.” Sunshine mise giù la ciambella e accese la macchina del caffè. “Styles, tu che vuoi?” Harry tolse lo sguardo dal suo telefonino e incrociò gli occhi di Sunshine, “Penso che oggi mi accontenterò del the.” sorrise e tornò a digitare nervosamente sul suo BlackBerry, “Che stai combinando? Hai deciso di rompere il telefono?” risi mentre versavo l'acqua bollente nelle nostre tazze. “No, sto scrivendo a un mio amico.” sbuffò ancora concentrato sul messaggio. “Dovrebbe venirmi da me per due settimane, ma si è mollato con la sua ragazza quindi ora sta facendo storie”. Sunshine si avvicinò al tavolo e si buttò sulla sedia, assaporando quel liquido nero che a me dava la nausea solo a sentirne l'odore, “Un motivo in più per venire, quando dovrebbe arrivare?” Harry rimase in silenzio per qualche secondo, “Oggi, dovrebbe arrivare oggi.” esclamò poi. “Perfetto, sta sera c'è la festa di compleanno di Hanna, magari troverà qualcuna con cui consolarsi.” Sunshine addentò la sua ciambella mentre Harry ci pensò su e io mi rabbuiai pensando che quella sera alla scoccare della mezzanotte avrei compiuto 20 anni. “Grazie per avermi ricordato che fra poco farò 20 anni.” addentai la mia ciambella ricoperta di cioccolato e sorseggiai il mio the, bruciandomi la lingua visto che era ancora bollente. So che potrebbe sembrare stupido ma l'idea di non essere più considerata una teenager mi spaventava, “Non c'è di che.” Sunshine mi sorrise e mi fece l'occhiolino. “Non voglio che la mia festa diventi territorio di caccia per il tuo caro amichetto.” sbottai guardando i due innamorati, “Chi ti dice che non sarai proprio tu la sua preda?” Harry mi guardò e sentì Sunshine ridere di gusto, “Questo non succederà mai visto che tutti i tuoi amici sono uno più stupido dell'altro.” alzai gli occhi al cielo ricordando i vari amici che aveva portato a casa nostra. Ripensai al mio ultimo appuntamento, era stato Styles ad organizzare tutto. Il ragazzo si chiamava Patrick, già il nome faceva parecchio schifo, ma anche lui non scherzava: aveva dei lunghi – unti – capelli neri, due occhi a palla e un viso per niente carino, ma la cosa che faceva più ribrezzo era il modo in cui mangiava. Sentivo ancora i brividi su tutto il corpo se pensavo a come aveva addentato il suo Big Mac e a come aveva continuato a parlare con me con la bocca piena. “Mi chiedo come fai ad avere amici del genere.” ci alzammo e Harry ci lasciò per tornare al lavoro ricordandoci che ci sarebbe venuto a prendere per andare alla mia festa.
Rimasi appollaiata sul divano per quasi tutto il resto della giornata, finché Sunshine non irruppe in salotto, “Hai deciso che andrai alla festa in pigiama?” si mise in piedi davanti a me, “In un certo senso.” risposi, sentendomi prendere il braccio e trascinarmi giù per il divano. “Su cara mia, è ora di farsi belle! Vai a farti una doccia, sistemati i capelli e dopo ti trucco.” sbuffai mentre salivo le scale, con Sunshine–sergente–Harris che mi spingeva. “Sarà una serata noiosissima!” dissi entrando in bagno e sospirando all'idea di dover passare due ore a sistemarmi.
Non aveva senso, non avevo nemmeno qualcuno per cui farmi bella, era inutile, “Hai voglia di fare la doccia con me?” fissai Sunshine che stava in piedi vicino a me, “Ok io ora esco, ma tu muovi le chiappe.” così dicendo si girò lasciandosi dietro il profumo del suo shampoo al cioccolato. Passai circa quaranta minuti in bagno tra doccia e capelli, aprì l'armadio e cominciai a studiare i vestiti che possedevo, optai per una maglia bianca e una gonna nera alta, che andava a fasciare perfettamente la mia vita.
“Hai finito?” esclamò Sunshine, così spostai tutta la roba dalla scrivania e mi sedetti sulla sedia, consegnandomi al diavolo. Quella ragazza era un mostro quando si trattava di trucco e capelli, un mostro in senso buono, aveva qualche potere magico, ero sicura che sarebbe riuscita a far sembrare bella anche la ragazza più brutta al mondo. Mi legò i capelli e cominciò a curarmi il viso tra creme, fondotinta e ombretti.
Il tempo passò veloce e finalmente Sunshine mi lasciò e mi portò davanti allo specchio. “WOW” rimasi shoccata, non sembravo nemmeno io. I miei capelli neri erano perfettamente piastrati e ricadevano morbidi sulle mie spalle, il viso non mostrava nessuna delle mie piccole imperfezioni e gli occhi sembravano qualcosa di unico, gli ombretti che aveva scelto andavano dal marrone al dorato, facendo in modo di risaltare i miei occhi scuri.
“Lo so, sono proprio brava.” disse la modestia fatta persona, la abbracciai dopodiché la lasciai andare in camera sua per prepararsi, io intanto cercai di vestirmi senza rovinare l'opera d'arte della mia amica.
“Andiamo, Harry sarà qui a momenti.” sentì Sunshine urlare dal piano di sotto, così presi la mia pochette e scesi le scale. “Sicura che la festeggiata sono io?” scherzai, guardando quanto fosse bella Sunshine: aveva lasciato i capelli sciolti leggermente mossi, con il ciuffo perfettamente piastrato e sistemato sul lato sinistro con una treccia che faceva da cerchietto, il viso perfettamente truccato, gli occhi risaltati dal color verde dell'ombretto e l'eyeliner nero messo con cura le allungava la forma dell'occhio.
Lei invece, aveva optato per una maglietta sempre di color verde, trasparente da cui si poteva facilmente notare il reggiseno a fascia nero che le risaltava il seno, tutto era abbinato con dei leggings di pelle nera che evidenziavano le sue gambe alte e magre, le scarpe erano sempre nere e avevano un tacco di almeno dieci centimetri – che, se le avessi indossate io, mi avrebbero procurato una tripla frattura al femore come minimo.
“Non ci provare nemmeno!” disse la rossa, notando le mie converse, prendendole dalle mie mani e facendole volare dall'altra parte del corridoio. “Non ho fatto tutta questa fatica per vederti indossare quelle scarpe ormai consumate! Ecco tieni.” mi porse delle ballerine nere lucide. “Eddai!” cercai di convincerla, ma la mia amica mi fulminò con i suoi occhi verdi e capì che, forse, era meglio indossarle subito.
Prendemmo i nostri cappotti e intanto Harry suonò al campanello, indossava dei pantaloni stretti di color nero che sottolineavano le sue gambe magre, sopra indossava una camicia bianca abbinata a una giacca elegante, i suoi capelli erano perfettamente puliti e ricci, come piacevano tanto alla mia cara amica.
“Sun, sei una bomba” Harry rimase con gli occhi puntati sul seno di Sunshine ed io scoppiai a ridere. “Ce la puoi fare Harry, respira e alza gli occhi.” esclamò Sunshine prima di incamminarsi con me ed Harry al seguito.
Il posto non era molto lontano da casa nostra, quindi Harry lasciò la macchina da noi.
La serata era stata tutta organizzata da quei pazzi di Harry e Sunshine, io non avevo nessuna voglia di festeggiare ma loro avevano tanto insistito così gli avevo lasciato fare. Avevano affittato la sala privata di un bar in cui non andava quasi nessuno e avevano invitato un po' di amici. “Il tuo amico ha deciso di non venire?” Sunshine si girò verso Harry che tirò fuori il suo telefono. “No, è arrivato, solo che ci mette troppo a prepararsi quindi gli ho dato le indicazioni e arriverà da solo” risi all'idea che Harry avesse un amico così vanitoso. “Eccoci arrivati!” guardai l'entrata del bar e vidi dei palloncini con scritto il mio nome, “Ok, questo potevate evitarlo.” Dissi prima di entrare tutti e tre dentro, passammo l'entrata principale del bar e aprimmo la porta per entrare nella nostra saletta: era un posto abbastanza grande, avevamo un open bar tutto nostro, dove c'era un ragazzo poco più grande di noi che avrebbe servito per tutta la serata, infondo alla sala in un angolo il Dj stava sistemando le ultime cose e ai lati c'erano tavoli pieni di cibo e sedie dove la gente avrebbe potuto sedersi. “Ragazzi, è meraviglioso!” mi rivolsi a entrambi e gli abbracciai. “Non c'è di che.”
Harry prese il microfono e attirò l'attenzione di tutti, “ Salve a tutti, oggi allo scoccare della mezzanotte la nostra cara amica Hanna farà 20 anni, fino allora divertitevi ma non osate farle gli auguri!” Dicendo questo ridiede il microfono al dj e tornò da noi. “Sei proprio scemo Styles, però ti voglio bene.” risi con lui, poi insieme a Sunshine e a tutti gli altri invitati cominciai a ballare.
Passarono circa due ore tra ballare, bere e mangiare finché, a un certo punto, il dj abbassò le luci e disse che mancavano solo 10 minuti alla mezzanotte. “Intanto abbandoniamoci a un lento.” così dicendo fece partire ‘Iris’ ed io andai a sedermi, lasciando i due innamorati da soli.
Fissai per qualche secondo la stanza piena di persone, erano venute tutte per me, per festeggiare il mio compleanno, a volte non riuscivo a rendermi conto di quante persone avevo intorno a me.
“Ti va di ballare?” sentì una voce che interruppe il mio momento di riflessione, un ragazzo si collocò davanti a me porgendomi la mano. Non l'avevo mai visto prima d'ora.Aveva i capelli scuri, non sapevo dire esattamente quanto, visto che le luci erano abbassate, ma ero sicura che fossero meno scuri di quelli di Harry, erano tutti sparati qua e là tranne un ciuffo che era perfettamente stirato e posizionato al lato, aveva un viso amichevole e due occhi che sembravano luccicare; indossava una camicia bianca accompagnata da delle bretelle in tinta con i pantaloni beige, come scarpe indossava delle semplicissime converse bianche. “Guarda che non mordo.” Decisi di accettare e appoggiai la mia mano nella sua facendomi trasportare sulla pista da ballo. “Piacere, sono Louis.” mi sorrise mentre con molta delicatezza mi posò le mani sui fianchi e io abbandonai le mie braccia intorno al suo collo. “Piacere, io sono Hanna. Scusa la domanda, ma non ti ho mai visto qui, chi sei?” il ragazzo rise “Sono un amico di Harry.”
Ora capivo perchè non l'avevo mai visto e perchè le sue bretelle mi erano sembrate così buffe, visto che nessuno che conoscessi le aveva mai indossate. “Ah, l'amico che viene da Doncaster” sorrisi leggermente mentre con la coda dell'occhio vidi Harry e Sunshine che si baciavano dolcemente, “Non sono tenerissimi?” esclamai.
Amavo vederli insieme, erano una coppia perfetta, “Quei due non vedono l'ora di sco… Ehiii!” prima che il ragazzo riuscisse a finire la frase gli pestai un piede, cercò di vendicarsi ma le luci si accesero e un ragazzo portò la torta al centro della sala con 20 candeline accese. Tutti cominciarono a intonare la solita canzoncina che mi metteva ancora di più in imbarazzo, “Esprimi un desiderio!” Sunshine si avvicinò a me e mi strinse la spalla, “Si, chiedi di ricevere tanti gat…” Harry si fece spazio tra me e Sunshine ma prima che finisse la frase la sua ragazza gli tirò uno schiaffo in testa “Stai zitto, cretino.” e io scoppiai a ridere. Pensai per qualche secondo cosa chiedere e una volta deciso presi tutto il fiato che avevo e soffiai sulle venti candeline dando inizio al mio anno da 20enne.
Passammo ancora due orette a ballare e a bere finché non arrivò l'ora di lasciare la sala e salutare tutti quanti. L'impresa era stata abbastanza difficile, eravamo quasi tutti brilli e alcuni non riuscivano nemmeno a stare in piedi. In quelle due ore avevo scoperto che Louis aveva un solo anno più di me, studiava arte & teatro in un’università a Doncaster, ma desiderava trasferirsi e studiare in un'università più importante, aveva un gran senso dell'umorismo ed era un ragazzo pieno di vita.
Sia Harry che Louis ci accompagnarono a casa, quando arrivammo alla porta Sunshine si fermò.
“Ti dispiace se vado da Harry?” guardai la mia amica, “Ovvio che no, andate.” aprì la porta e Louis piombò dentro – senza neanche chiedere. “Scusa?” esclamai, alzando il sopracciglio, “Senti: non ho intenzione di stare ad ascoltare quei due divertirsi per tutta la notte, quindi se non ti dispiace, io dormo qui.” Harry guardò altrove imbarazzato mentre Sunshine si stava già incamminando verso casa del suo ragazzo. “Come ti pare, puoi dormire sul divano.” chiusi la porta lasciai delle lenzuola a Louis e salì di sopra stanca morta.

 

La mattina dopo mi risveglia verso mezzogiorno, notai che mi ero addormentata con i vestiti della festa, così mi spogliai, presi dei pantaloni e una maglietta e mi struccai il viso.
Uscì dalla camera per andare in bagno ma quando aprì la porta sentì un urlo e mi ricordai che in casa c'era qualcun altro, “Oddio! Scusami!” richiusi la porta di colpo con gli occhi ancora chiusi. “Giuro che non ho visto niente!” esclamai, ed era anche vero.
Corsi giù in cucina con il viso in fiamme. Dopo qualche minuto che ero in cucina, sentì Louis scendere, “Non ti hanno insegnato a bussare?” il ragazzo entrò in cucina con addosso i boxer a righe e la camicia leggermente sbottonata, dovevo ammettere che per essere un amico di Styles era veramente attraente.
Alla luce del giorno, finalmente riuscivo a vedere il color castano dei suoi capelli, il colore lucente dei suoi due occhi azzurri, per non parlare delle sue gambe muscolose e i pettorali leggermente scolpiti.
Senza accorgermene mi morsi il labbro e la mia mente cominciò a viaggiare finché non sentì Louis che fece cadere le posate. “Scusa, sistemo subito.” cercai di ritornare alla realtà e aprì il frigo. “Uhm, non ho voglia di pranzare, che dici se facciamo colazione?” fissai Louis impegnato ad alzare le posate, “Per me va bene.” tirai fuori dal frigo delle fragole e le ciambelle che erano rimaste, dalla credenza invece tirai fuori la nutella e le bustine di the. “Ti va del the?” scorsi una scintilla negli occhi del ragazzo “Assolutamente sì!” risi del suo entusiasmo e cominciai a bollire l'acqua. “Non lo senti anche tu questo ‘beep’?” chiesi, mentre quel rumore cominciava a darmi sui nervi. “Dev'essere il mio cellulare” Louis andò in salotto e tornò dopo qualche secondo con il suo iPhone bianco. La sua espressione cambiò di colpo, sembrava shoccato. “Tutto bene?” domandai, stando attenta al bollitore. “Sì, direi più che bene. Mi hanno accettato all'universtà Elon, per il corso di Arte e intrattenimento.” il ragazzo sorrise come se avesse avuto un’improvvisa paralisi facciale, ed io mi congratulai con lui.
Ci sedemmo sul piccolo tavolo che avevamo in cucina e cominciammo ad abbuffarci. “Quindi… ti trasferirai qui?” guardai Louis mentre immergeva la fragola all'interno del barattolo di nutella.
“Sì però prima devo parlarne con mia madre, non pensavo mi avrebbero accettato.” finì la mia ciambella e presi un sorso del mio the bollente, “Come mai ti dispiace così tanto avere vent'anni?” Louis si leccò le dita sporche di cioccolato mentre i suoi occhi azzurri erano puntati su di me. “Non lo so, l'idea di crescere mi spaventa, inoltre non ho mai fatto niente di eccitante nella mia vita, quindi mi sembra di aver perso tutta la mia adolescenza.” abbassai lo sguardo, “Qual è la cosa più pazza che hai mai fatto?” Louis cercò di ricatturare il mio sguardo. “Non saprei, non ho mai fatto niente di eccezionale” il ragazzo mi fissò per qualche secondo senza dire niente quando si alzò di colpo, “Alzati.” lo guardai sorpresa, “Cosa?” non capivo cosa volesse fare.
“Dai alzati, vai a cambiarti usciamo, mettiti qualcosa di comodo!” Louis mi prese per il braccio e mi fece alzare dalla sedia. “Per caso Harry ha dei vestiti qui?” chiese mentre uscivamo dalla cucina, “Controllo in stanza di Sunshine.”
Mi cambiai e mi misi una t-shirt gialla e un paio di jeans, andai in camera della mia amica e cercai nel suo armadio. “Ho trovato solo questo paio di Jeans e questa maglietta bianca.” lasciai i vestiti di Harry sul divano e uscì dal salotto in modo che Louis potesse cambiarsi. “Andiamo!” dopo qualche minuto il ragazzo uscì e aprì il portone di casa incamminandosi, io presi di corsa le chiavi e chiusi la porta.
“Andiamo a riprendere la mia macchina dal bar, poi ti porto in un posto.” cercai di sostenere il suo passo, “Dove andiamo?” incrociai gli occhi azzurri del ragazzo. “Vedrai.” mi rispose semplicemente, incatenando i suoi occhi ai miei.
Arrivammo alla sua macchina, ero senza fiato, purtroppo le mie gambe corte non tenevano il suo passo, così avevo praticamente corso per tutto il tragitto.
Louis si sedette nella sua Porsche e io rimasi per qualche secondo a fissare quella macchina stupenda. Aprì la portiera e mi sedetti sul sedile interamente in pelle, allacciai la cintura e lasciai che Louis mi portasse dove volesse.
Cercavo di osservare fuori dal finestrino per capire dove stessimo andando, ma non ne avevo la minima idea, il ragazzo prese tutte le strade possibili per evitare di rimanere bloccati nel traffico londinese e dopo un po' mi resi conto che stavamo lasciando la città.
“Ma dove stiamo andando?” guardai Louis che teneva lo sguardo fisso sulla strada mentre muoveva le labbra imitando la canzone che c'era in radio, Drive By di Train.
Dopo circa un'ora di viaggio, Louis parcheggiò fuori un parco giochi e uscì dalla macchina. “Stai scherzando, spero! Un parco giochi?” guardai il ragazzo, e lui mi fece segno di seguirlo.
Cominciò a camminare dritto tralasciando le varie giostre, stavo impazzendo, che intenzioni aveva? Lo vidi camminare sempre di più verso la fine del parco quando di colpo si fermò all'ultima giostra, se così si poteva chiamare. Davanti a noi c'era un lunghissimo palo di metallo, in cima ad esso c'era una pedana dove vidi qualcuno, focalizzai meglio e vidi che quel qualcuno si era lanciato, stavo per urlare quando vidi che era attaccato ad un filo: bungee jumping.
Louis mi prese la mano e mi trascinò verso le scale. “Tu sei pazzo, io non ho nessuna intenzione di venire con te!” cercai di liberarmi dalla presa del ragazzo, inutilmente. Louis si fermò e mi prese il viso tra le mani, provocandomi un brivido che percorse tutta la schiena. “Hai detto o no che secondo te stavi perdendo il tuo tempo?!” annuì con la testa, “Ecco, è ora di fare qualcosa di pazzo.” mi sorrise, “Ho paura.” lo guardai spaventata.
“Possiamo lanciarci insieme, se vuoi.” quella proposta fu più allettante, così mi tranquillizzai e lasciai che quel ragazzo mi trascinasse su per le scale arrivando fino in cima. Una signora dall'aspetto gentile si avvicinò a me e cominciò a sistemarmi l'attrezzatura, mentre io ero impietrita dall'altezza.
Eravamo veramente tanto in alto, riuscivo a vedere tutto il parco giochi e in lontananza la mia amata Londra. Louis mi prese la spalla e mi sorrise “Pronta?” deglutì, pensando che se riuscivo a distrarre in qualche modo il ragazzo, avrei avuto ancora la possibilità di scappare e tornare a casa facendo l'autostop.
Non riuscivo a crederci, stavo per lanciarmi con un ragazzo che sì e no conoscevo da nemmeno un giorno.
La signora agganciò i nostri corpi e ci posizionò vicino alla pedana. “Al mio tre, saltate” Louis mi prese le mani e io le strinsi più forte che potevo, avevo il cuore che batteva a mille, da quanto avevo paura non riuscì a sentire il conteggio della signora tanto che fu Louis a spingermi leggermente con il petto e a farci cadere.
Sentì un vuoto improvviso seguito dalla sensazione di libertà, mi sembrava quasi di volare, era una sensazione così spaventosa ma allo stesso tempo eccitante, il vento mi sferzava il volto e riuscivo a fatica a tenere gli occhi aperti, dopo nemmeno 30 secondi i miei piedi toccarono terra. Subito dei ragazzi vennero verso noi e ci slacciarono i vari fili mentre io cercavo ancora di riprendermi. “Allora, come ti è sembrato?” fissai gli occhi lucenti di Louis e l'unica cosa che riuscì a dire fu “Lo rifacciamo?” lui scoppiò a ridere e mi portò via da quel posto.
Passammo ancora un'oretta a provare le altre giostre, ma niente era stato frizzante come il bungee jumping. Salimmo in macchina e tornammo verso casa. In quell'ora di viaggio cominciai a conoscerlo ancora di più, non vedeva l'ora di finire il suo corso all'università per poi diventare un insegnante, diceva che amava stare in mezzo ai ragazzi e l'idea di poter essere lui ‘l'adulto’ della situazione lo eccitava, inoltre amava i bambini quindi per lui era il lavoro perfetto.
So che poteva sembrare pazzo, conoscevo quel ragazzo da meno di un giorno ma lui era diverso, diverso dai soliti ragazzi stupidi e vuoti che mi aveva fatto conoscere Harry. Louis aveva degli obiettivi, era impulsivo, amava la vita e soprattutto mi faceva ridere.
Finalmente arrivammo a casa, uscì dalla macchina e notai che quella di Harry invece era ancora fuori, nel frattempo Louis mi aveva raggiunto. “Grazie” incrociai i suoi occhi chiari, si era avvicinato più del solito e dentro di me cominciai a sentire una strana sensazione, non ero mai stata una ragazza impulsiva, ero timida e impacciata con i ragazzi ma qualcosa mi spinse ad alzarmi in punta di piedi afferrare il suo viso e avvicinare le sue labbra alle mie.
Fu un bacio breve, innocente e delicato.
Allontanai lentamente il mio viso dal suo e cercai di cogliere la sua espressione, ero spaventata ma non mi pentivo del gesto che avevo fatto, mi piaceva, mi piaceva parecchio e volevo farlo dal momento in cui i miei piedi aveva toccato terra dopo quel lancio.
Per qualche secondo entrambi rimanemmo immobili, cominciai a pensare che il ragazzo si sarebbe spostato, invece mi spinse leggermente verso la macchina di Harry e mi baciò.
Non come quando lo avevo fatto io, questo bacio era pieno di passione e sentivo ogni parte del mio corpo impazzire a contatto con il suo. Cominciammo a baciarci avidamente e lasciammo che le nostre lingue s’incontrassero e cominciassero a danzare insieme.
Le mani di Louis stringevano i miei fianchi avvicinando il mio corpo al suo mentre io affondai le mie mani nei suoi capelli morbidi, che volevo toccare dalla prima volta che avevo posato i miei occhi su di lui.
Non so per quanto tempo rimanemmo a baciarci, so solo che fu la mia adorabile amica a interrompere tutto, “Avete intenzione di procreare in mezzo alla strada?” Sunshine ci portò alla realtà urlando dalla finestra del salotto, mentre Harry aveva la faccia appiccicata sul vetro. Scoppiai a ridere e nascosi il mio viso appoggiandolo sul petto di Louis, poco dopo entrammo in caso sotto gli occhi divertiti e curiosi dei nostri due amici.
“Per fortuna che non lo volevi alla tua festa!” disse Harry, venendo azzittito da Sunshine che gli tirò una gomitata nelle costole. Louis mi guardò senza capire di cosa stesse parlando, “Lascia stare.” Risposi mentre cercavo di ridurre in cenere con la forza dello sguardo, Harry. E godendo per il fatto che stesse soffrendo terribilmente per la gomitata ricevuta, Sunshine colpiva in un punto preciso tra due costole che ti faceva vedere le stelle, ne ero ben consapevole.
Decidemmo di passare la serata sul divano a guardarci un film che dovevo ammettere, non avevo seguito per niente, ero troppo felice, la mia mente era troppo occupata per concentrarsi su qualcos'altro che non fosse la persona che avevo accanto in quel momento.
Dovetti ammettere che a volte i desideri si avveravano, sì, il desiderio che avevo espresso prima di soffiare sulle mie 20 candeline era proprio quello di trovare qualcuno, qualcuno di speciale e finalmente lo avevo trovato: Louis Tomlinson.

«Let you put your hands on me
In my skin-tight jeans
Be your teenage dream tonight.»

  
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