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Autore: Leyton_Nenny    11/05/2012    5 recensioni
La storia mi è stata ispirata dalla frase del piccolo principe messa come titolo. E il resto è venuto da sé. E' una storia per bambini quindi non credo abbia bisogno di ulteriori spiegazioni. Il lessico è appositamente semplice così come la struttura. E come tutte le fiabe ha un insegnamento insito anche se non specificato. E beh, il significato spero si capisca. Comunque lo metto anche qua: l' amore vero non ha paura di nascondersi. Anzi, solo nascondendosi forse può dirsi vero.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.
Fandom: Originale
Genere: Romantico, Fantastico.
Nda: La storia mi è stata ispirata dalla frase del piccolo principe messa come titolo. E il resto è venuto da sé. E' una storia per bambini quindi non credo abbia bisogno di ulteriori spiegazioni. Il lessico è appositamente semplice così come la struttura. E come tutte le fiabe ha un insegnamento insito anche se non specificato. E beh, il significato spero si capisca. Comunque lo metto anche qua: l' amore vero non ha paura di nascondersi. Anzi, solo nascondendosi forse può dirsi vero.

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C' era una volta una stella che dall' alto del firmamento sorrideva agli uomini.
Una sera la Luna le si avvicinò. “Perché sospiri piccola stella?”
La stella sospirò sonoramente. “Vedi quell' uomo che ci sta guardando?”
La Luna annuì.
“Sono sere che guarda in questa direzione e sembra vedermi dentro, fino in fondo all' anima.”
La Luna sorrise.
“Vuoi avvicinarti a lui?”
La piccola stella abbassò lo sguardo. “Sì.”
“E così sia. Però stai attenta: potrai mostrarti a lui solo nei giorni di pioggia.”
Così la piccola stella scese a terra, lasciando una lunga scia al proprio seguito.
L' uomo, da terra, osservò la piccola stella che cadeva.
“Voglio innamorarmi” continuava a ripetere mentre la piccola stella si avvicinava al suolo attendendo la pioggia per potersi mostrare. I giorni passavano ma la pioggia non cadeva e la piccola stella cominciava a chiedersi cosa stesse accadendo al ragazzo.
Proprio mentre si poneva questa domanda per la millesima volta, la pioggia iniziò a cadere.
La piccola stella diventata umana – prima infatti era racchiusa in un' enorme roccia – iniziò a camminare: sapeva esattamente dove andare; aveva una luce interiore che identificava come un qualche residuo della propria natura di stella a guidarla.
Il ragazzo vide la piccola stella dalla finestra della propria camera e il suo cuore fece una capriola nel petto.
La piccola stella sotto la pioggia sorrise, agitando la mano in segno di saluto.
Il ragazzo la imitò.
Ma era buio e il ragazzo non poteva raggiungerla così si limitò a fissarla sorridendo, poggiando una mano contro il vetro della propria finestra.
I giorni passarono e la pioggia tornò nuovamente a farsi attendere.
La ragazza giaceva nel folto del bosco sottoforma di pietra in attesa che la pioggia tornasse a darle fattezze umane.
Non molto lontano, il giovane si fermava – come molto spesso – a osservare il punto in cui lei era apparsa, sempre più convinto di aver sognato, cosa non improbabile dato l' ora tarda del giorno.
Finalmente giunse la pioggia e la stellina tornò a far visita al giovane.
Questa volta era giorno così il giovane poté raggiungerla all' aperto.
La stella, sottoforma di fanciulla, raggiunse il luogo del loro primo incontro e non vi dico quale fu la sua gioia nel vedere il giovane ad attenderla proprio in quel punto! Ma le stelle non sono brave ad esprimere emozioni così umane quindi si limitò a sorridere timidamente.
Il ragazzo invece corse subito per potersi avvicinare a lei.
“Finalmente sei arrivata”
La piccola stella aprì varie volte la bocca, incapace di parlare. O meglio, parlava, ma nel linguaggio delle stelle, un linguaggio che il giovane non poteva capire.
“Sei muta?”
La piccola stella, comprendendo il problema di comunicazione, annuì.
E il giovane la strinse forte a sé, comprendendo che forse il loro silenzio poteva valere più di mille parole.
La pioggia stava cessando costringendo così la piccola stella ad allontanarsi da lui.
“Ci rivedremo” continuava a pensare.
I giorni ripresero a scorrere, gli uni uguali agli altri mentre i giovani attendevano la pioggia per potersi incontrare di nuovo – c' era qualcosa, nello sguardo della ragazza, che gli aveva fatto intuire che si sarebbero incontrati solo durante la pioggia. E questo lo portava a maledire la luce e la bella stagione.
Le giornate avevano iniziato ad allungarsi, portando anche l' estate. E la pioggia non accennava a cadere.
E, insieme all' estate, giunse anche il momento in cui il desiderio che il ragazzo aveva espresso mentre la stella cadeva si avverò.
Il ragazzo conobbe l' amore: una ragazza mora, dai tratti ispanici, che sorrideva sempre.
Venne Settembre, e con esso anche la pioggia così la piccola stella tornò a far visita al giovane.
Il giovane era a casa in compagnia della giovane donna ma non appena vide la piccola stella uscì.
“Perdonami” disse stringendola forte.
E la piccola stella si abbandonò tra le sue braccia, ben conscia del fatto che lui non l' avrebbe mai capita.
“Sii felice piccolo uomo: io da lassù veglierò su di te.” gli rispose lei nella lingua delle stelle per poi, una volta essersi allontanata da lui, tornare al proprio posto vicino alla Luna.
“Avresti dovuto combattere” le disse la grande sfera luminosa.
La stella abbassò lo sguardo sentendosi colpevole: avrebbe continuato a vegliare e a brillare sull' uomo e su sua moglie.
Sebbene fosse giovane – cosa sono infatti centocinquant'anni per una stella? – si sarebbe per sempre ricordata del calore che la spingeva a brillare e con esso anche lo straordinario calore del giovane.
E visse per sempre felice e innamorata.
  
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