11/05/2012
2 recensioniPer Nessun Motivo Al Mondo
Eva guardò ancora una volta la foto dell’ecografia che teneva tra le mani, e le lacrime sgorgarono, sempre più forti, ma silenziose.
Poggio la foto sul cuscino, e si accasciò su di esso sfinita.
Nel frattempo Wolfe aveva appena chiuso il computer, quando sentì dei rumori provenire dalla camera della sua collega.
La vide agitarsi, in preda a un incubo.
Si mise accanto a lei, e la strinse forte. Ciò riuscì magicamente a calmarla.
Floris si alzò dal letto, e rimbocco le coperte alla donna.
Prese una sedia e la mise davanti al letto della Vandoughen.
Le accarezzò i capelli, e notò la foto in bianco.
La prese e cominciò a guardarla ammaliato.
Quella era solo la conferma.
L’aveva capito, lei era incinta.
Mise una mano sulla sua pancia.
Rimise la sedia al suo posto, baciò Eva sulla fronte e se ne andò.
Sarebbe potuto diventare padre.
La mattina dopo, l’agente Vandoughen si alzò, attirata da un ottimo profumo.
Il suo collega, fidanzato, amico, padre di suo figlio, le aveva preparato la colazione.
- Ben svegliata dormigliona. –
Lui le sorrise.
- Giorno anche a te Wolfe…ma non dovevi prepararmi la colazione… -
L’uomo fece spalluce.
- Stamattina mi sono svegliato presto, non avevo niente da fare e ho deciso di cucinare… -
- …per un esercito! –
- …ho visto che in questi giorni avevi più fame del solito, ora mangia che primo si fa freddo, secondo si fa tardi, io vado a sitemare una cosa –
Detto ciò uscì dalla cucina, e si mise nascosto ad ossorverla.
Il modo in cui mangiando si toccava la pancia, il modo in cui sorrideva facendolo, e poi si incupiva.
Aveva paura, ma era anche felice.
Quando la vide finalmente alzarsi, scomparve dal su nascondiglio a passo felpato, pensando che avrebbe dovuto affrontarla, meglio prima che poi.
Salirono entrambi in macchina, e Wolfe fece partire il motore.
Camminò piano, in particolare per la paura che a Eva potesse succedere qualcosa a causa sua.
Fece una picccola deviazione, e arrivò davanti a un boschetto.
- Cosa ci facciamo qui? –
Disse la poliziotta che solo in quel momento si era accorta del luogo in cui erano giunti.
- Ti fidi di me? –
L’uomo la guardò dritta neglio occhi, lei annui e scese.
Camminarono per qualche minuto, fin quando giunsero a una quercia enorme.
Floris fece segno alla collega di sedersi ai piedi dell’albero, e poco dopo si accomodò anche lui.
- Eva, dobbiamo parlare –
Il volto di lei si fece preoccupato.
- Tanto tempo fa, ti ho promesso che qualunque cosa sarebbe successa, io ci sarei stato sempre, anche la più brutta…io ti avrei sostenuto… - esitò per un istante - ….perchè non mi hai detto che aspetti un figlio… -
La donna scoppiò in lacrime e su lasciò abbaciare da Wolfe.
- Io…io….avevo paura…paura che tu…che tu…non lo volessi –
I suoi singhiozzi invasero tutto lo spazio attorno a loro.
Resterò così per un tempo infinito, abbraciati l’uno all’altra, quando il poliziotto si decidse a parlare.
- Io lo voglio…lo voglio con te…io voglio tornare con te…io ti amo -
Disse quelle parole con un tono forte, voleva che la donna che teneva stretta a se, capisse la verità.
Lei sorrise, nonostante avesse gli occhi rossi, era bellissima.
- Anch’io….anch’io ti amo. –
Si scambiarono un bacio profondo, più che un semplice bacio, una promessa.
Una promessa che anche in un altro luogo, in un’altra vita, in un altro tempo, non si sarebbero lasciati mai.
Per nessun motivo al mondo.
The End