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Autore: Calipso__    11/05/2012    3 recensioni
Una possibilità: la generosa Persefone mi ha appena dato una possiblità. Non la butterò via: prolungherò il dolore lancinante nel petto per ancora un paio di minuti in più, ma tutto si risolverà per il meglio. Accetto la sua proposta, e mi preparo a risalire nuovamente i freddi gradini neri, mentre Persefone va a cercare l'Anima della mia amata.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Orfeo
Orfeo
Lacrime che sanno di dolore. Un dolore talmente lancinante che sfoca dalla mia mente quel senso di vendetta nei confronti di Aristeo. Oh, cuore mio! Vendetta e paura non sono nulla in confronto al sangue che stai elargendo alla mia persona. La mente non vuole accettare il "mai più". Tu sai, cuore ferito, dove andare a cercare la mia diletta Euridice: sarai tu a mostrare il cammino a me e alla mia lira. Buio. Freddo. Morte. Mi avvicino a quel fiume tanto noto e temuto al mondo intero. L'acqua è argentea, immobile, quasi metallizzata. Alzo lo sguardo e i miei occhi afflitti dal dolore vedono il traghettatore: volto pallido, cadaverico e tunica nera, se ne sta su una piccola imparcazione, e dallo sguardo non trapela alcun sentimento. Alza solo la mano in mia direzione e la sua voce spietata eccheggia nell'aria: Vattene mortale! / Anime viventi / qui non possono passare!
Oh, mia Lira... sussurro sfiorandola dolcemente. Dammi la forza per affrontar / gli ostacoli che per il grande Amor io debbo incontrar.
Dalle mie labbra poesie nuove scaturiscono, e le mie dita suonano una nuova melodia: gli Dei hanno accolto la mia preghiera attraverso il mio amato strumento, canto e suono la mia solitudine, canto e suono il mio dolore.
Caronte all'improvviso mi lascia salire sull'imbarcazione, e continuando a suonare supero lo Stige; il dolore per la perdita della mia Amata e la forza che mi dona la Lira mi fanno affrontare senza alcun timore Cerbero che, nella sua enormità, mi osserva e non fiata, incantato dalla musica.
Incontro atrocità che non sono cose da raccontar per la natura umana: Tizio, Issione e Tantalo nelle loro eterne pene vengono alleviati dal suono del mio strumento, e per la prima volta l'Ade conosce la compassione. Scendo un'eternità di gradini e sprofondo nel buio più profondo e nel gelo più totale. Ignoro i demoni e spiriti che mi guardano scioccati di trovare una vita umana nel loro mondo, e arrivo alla sala del trono degli Inferi. Solo una stupenda donna mi fissa, emana un bagliore innaturale in tutto quel buio e nei suoi occhi vedo un azzurro divino: non c'è bisogno di presentazioni.
Ciò che vuoi non tornerà indietro, lo sai benissimo, coraggioso uomo. dice Persefone con una voce così dolce e leggera che sembra quasi una melodia. Tutto di lei è splendidamente innaturale, come se la Primavera potesse esistere anche nell'Oltretomba.
Mia Signora, Regina degli Inferi e della Primavera, a voi mi prosto / sperando che la mia preghiera nel vostro cuore riesca a trovare un posto. canto con la lira, e m'inginocchio di fronte a lei continuando:
Chino il capo di fronte al vostro splendore / e con la Lira vi canto il mio dolore. / La mia Amata dalla morte è stata colta / e questa è stata un'improvvisa svolta. / Quale tragico destino ella ha incontrato / scappando da un uomo dalla sua bellezza incantato! / Questa forse è la giustizia delle Parche? / Questa forse è la giustizia degli Inferi? / Ricordate, oh mia Signora / quando vostro marito vi rapì allora? / Quale dolore patiste quella volta / prima che l'Amore alla vostra vita desse una svolta! / Sapete cosa vuol dire / veder la propria vita morire / ma voi avete trovato felicità nell'avvenire. / Aimè, io son sventurato! / Della stessa fine sembra che non sarò graziato! / Solo voi un aiuto mi potrete dare / per allievare questo mio innato male: / mi sono avventurato nelle profondità / per ritrovare la mia vera Metà. / Siete Dea degli Inferi ma anche della Primavera: / voi sola sapete quanto la mia passione sia sincera. / Se credete nella Giustizia, se credete nell'Amore / restituite a me Euridice, mio eterno bagliore / e donate a quest'umile uomo un futuro migliore.
Concludo di cantare, e vedo una piccola goccia argentata scendere dall'angolo del suo occhio; abbasso il capo alla sua presenza, mentre il mio cuore non smette di battere forte sentendo la vicinanza della mia amata.
Giovane, il tuo coraggio mi ha colpita, ma la beltà delle tue parole e la sincerità del tuo Amore per la giovane fanciulla mi hanno veramente commossa. decreta infine la Persefone. Altri eroi sono arrivati fin qui, ma tutti alla ricerca di un'imperitura gloria e di risposte sul loro destino: tu solo meriti una ricompensa per esserti addentrato negli Inferi condotto dal tuo Amore. Dato che mio marito riposa nelle sue stanze, starà a me decidere della tua sorte, e mi si riempie il cuore di gioia sapendo che posso essere capace di dare una possibilità ai tuoi sentimenti puri.
Il cuore mi si ferma per un attimo: la dolce Dea sta forse per dire che mi ridarà la mia amata?
E lo farò, ma ad una sola condizione: dovrai precedere la tua amata nella salita sulla Terra, ma non potrai voltarti a vederla. Una volta sulla Terra potrai farlo: se infrangerai il patto la sua anima tornerà nell'Oltretomba e tu non avrai più possibilità di riportarla in vita.
Una possibilità: la generosa Persefone mi ha appena dato una possiblità. Non la butterò via: prolungherò il dolore lancinante nel petto per ancora un paio di minuti, ma ora so che tutto si risolverà per il meglio.
Accetto la sua proposta, e mi preparo a risalire nuovamente i freddi gradini neri, mentre Persefone va a cercare l'Anima della mia amata. L'attesa sembra infinita, quando finalmente ad un certo punto la Dea si mette di fronte a me e con un dolce sorriso mi rassicura: La tua giovine è dietro di te in questo momento.
Il mio cuore impazzisce e il mio corpo s'irrigidisce: oh, mia diletta, quanto vorrei voltarmi e stringerti fra le mie braccia! Ma no, la mia mente me lo vieta: se non voglio perderti, questa volta per sempre, dovrò saper attendere, e solo se ascolterò la mia mente riuscirò a passare con te il resto dei miei giorni. Inizio a camminare e a fare le scale, lasciandomi alle spalle l'Oltretomba. Quanto è doloroso averti qui, dietro di me, ma non sentire un tuo solo passo! Mi starai seguendo? Mi fido di te, quindi sono certo che lo stai facendo... ma quanto vorrei vederti in questo stesso istante! Quei gradini che poco fa avevo disceso così rapidamente, ora sembrano infiniti e altissimi. Provo a parlarti, ma tu non rispondi. Quanto vorrei poter sentire la tua voce! Cammino, cammino, cammino. E i miei passi rimbombano in quel freddo gelido, il mio cuore palpita dall'emozione e dalla gioia all'idea di riaverti, e la mia mente sta scoppiando dallo sforzo di trattenere il mio corpo dal girarsi verso di te. Ancora pochi passi e saremo di nuovo insieme. Un gradino. Due gradini. Tre gradini. Ancora un paio di passi e ti stringerò tra le mie braccia. Quattro gradini. Cinque gradini. Sei gradini. Ancora pochi secondi e ti bacerò assaporando la dolcezza delle tue rosse labbra. Sette gradini. Otto gradini. Nove gradini. Accarezzo la mia Lira agitato. Ormai ci siamo.
Mi giro. Vedo il tuo volto triste e trasparente e una tua lacrima argentea cade sul pavimento, dopo di che, evapori e te ne vai per sempre da me come una nuvola. No. No, no, no, non è possibile! Mi ero ripromesso di avere pazienza, ma il mio cuore aveva avuto il predominio sulla mente, proprio a un passo di distanza dalla salvezza: mi trovo infatti sulla soglia dell'Ade. Mi butto a terra disperato come un uomo senza ragione, e tocco quella fredda lacrima sul pavimento, la cerco con le mani, con gli occhi, con la bocca, con le guance: quella lacrima è l'ultimo ricordo che ho e che avrò di te. Sto ancora più male di quando avevo saputo della morte di Euridice: l'avevo persa, ritrovata, ed ora l'ho persa di nuovo, per sempre. Dannato sia il mio cuore! Vorrei essere in grado di strapparmelo dal petto e far cessare tutte le pene! Dannata sia tu, Afrodite! Giochi con me?! Ti piace vedermi soffrire?! Ti diverti magari?! Sì, certo: tu con la tua malizia e la tua crudeltà ti allieti al dolore di noi mortali che l'Amore non riuscirà mai a far felici con la sua vittoria. Dannata, sì, dannata sia tu, dea che mi condanni a tutte queste pene! So che pagherò caro questo mio affronto nei tuoi confronti, ma preferirei la morte a continuare questo dolore immenso...!! Suono e canto il mio dolore, suono e canto la mia disperazione, e pure la selva sembra commuoversi e piangere, tentando invano di rassicurarmi...
Mai troverò altra donna al di fuori di te, dolce Euridice, mai ti tradirò: se non siamo stati felici sulla Terra mortale, staremo insieme sulle sponde dello Stige, sorvegliati dalla dolce e gentile Persefone.
Dei, io vi prego, vi supplico. Date pace al mio tormento, il mio cuore più non può sopportare il dolore umano dell'Amore su questa terra. Levatemi il cuore dal petto, distruggete il mio corpo se volete. Vi chiedo solo questo: portate la mia musica nel mondo, possa essa allietare i sofferenti e aprire gli occhi ai freddi di cuore, anche quando la mia anima vagherà finalmente felice per l'Oltretomba.
  
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