Crossover
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Autore: Nimoe    02/12/2006    1 recensioni
Un crossover di Final Fantasy, Devil May Cry, Star Wars, Kingdom Hearts.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Sora aprì gli occhi e guardò il soffitto insolitamente diverso da quello della stanza di Kairi, esaminò le pareti bianche e le

Sora aprì gli occhi e guardò il soffitto insolitamente diverso da quello della stanza di Kairi, esaminò le pareti bianche e le braccia meccaniche che lavoravano a ciclo continuo oltre la vetrata. D'istinto provò ad urlare ma non riuscì ad emettere alcun suono. Con enorme sforzo riuscì a voltare la testa, che sembrava molto più pesante del normale, e notò una figura in piedi che guardava malinconicamente fuori dalla finestra.

-Ti sei svegliato finalmente.- disse il ragazzo avvicinandosi al lettino di Sora. Puzzava di cloro.

-Dove sono? Dov'è Kairi?-

-Una domanda per volta. L'isola dove vivevi è stata annientata in un solo colpo, spazzata via. Il tuo mondo non esiste più.-

-Cosa?- esclamò Sora sbarrando gli occhi velati di lacrime. -Non...non è possibile...sto sognando.-

-Vorrei poterti dire che è così, credimi. Il mio nome è Kajiku, sono l'ammiraglio di questa nave spaziale nonché presidente della Shunitzu, associazione che ha il compito di mantenere e salvaguardare la pace nell'universo.-

-Come sono arrivato qui?-

-Le nostre guardie ci hanno avvisato di un'imminente attacco dell'Impero Galattico al tuo mondo, ma purtroppo...il messaggio è giunto troppo tardi a causa di un'interferenza nei nostri sistemi e i soccorsi hanno fatto in tempo a portare via soltanto un esiguo numero di sopravvissuti...- rispose Kajiku sospirando amaramente.

La conversazione venne interrotta dall'arrivo di un giovane soldato che lanciò subito a Sora uno sguardo compassionevole.

-Signore, il radar ci ha segnalato la presenza di due navi imperiali ad est della nebulosa di Duneith.- esordì rivolgendosi solennemente all'ammiraglio.

-Grazie Squall, occupati tu del ragazzo. Se ci sono problemi ho già avvertito la dottoressa Nimoe di tenersi pronta.- disse Kajiku uscendo teatralmente dalla stanza e lasciando soli i due giovani.

Sora tornò a fissare il muro bianco sopra di lui con sguardo vuoto e assente.

-Dov'è Kairi?- disse dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio.

-Non so chi sia Kairi, mi dispiace. E' una tua amica?-

-E' la mia ragazza.-

-Capisco...-

-Voglio alzarmi da qui, mi si stanno anchilosando le gambe. Mi sembra di dormire da secoli...-

-In effetti ti hanno tenuto in terapia intensiva per qualche mese, ormai avevano abbandonato ogni speranza. Aspetta, chiamo la dottoressa.- disse prendendo in mano una piccola ricetrasmittente. Era un ragazzo molto serio che sorrideva a stento, attraverso i suoi occhi si poteva leggere soltanto l'involucro dei pensieri che navigavano nella sua mente. Inoltre non puzzava di cloro come Kajiku, notò Sora con un triste velo di ironia. Quando, pochi istanti dopo, fece il suo ingresso Nimoe, gli si raggelò il sangue nelle vene. Non aveva mai visto un angelo, e non sapeva nemmeno cosa fosse, ma quella creatura era ciò che più lo rimandava al concetto di angelo. Squall le lanciò una celere occhiata indifferente, come se neppure la vedesse.

-Ci sono problemi con il paziente?- esordì la ragazza con voce suadente e gentile, allargando la bocca in un dolce sorriso.

-Ha dei problemi con le gambe, vorrebbe alzarsi.-

-Forse è un po' presto per parlare di riabilitazione. Squall, per favore, portami una carrozzella, così portiamo...-

-Sora.-

-....portiamo Sora a visitare la nave. Mi rendo conto che l'infermeria possa risultare un po' monotona a lungo andare.- concluse con una piccola risata.

Una volta tornato Squall, entrambi sistemarono con cura Sora sulla carrozzella.

-Vieni con noi?- chiese Nimoe.

-Veramente avrei da fare..però..d'accordo.- assentì il ragazzo con un sospiro.

Così il gruppo uscì dalla stanza e imboccò il lungo corridoio che costeggiava la sala macchine, la stessa che Sora aveva osservato con stupore poco dopo essersi svegliato.

-Questa nave è gigantesca.- disse passando lo sguardo incredulo da una parte all'altra.

-E' la più piccola di questa flotta.- lo apostrofò Squall riavviandosi i capelli castani nel tentativo di spostare dalla fronte i ciuffi ribelli.

-Per lui è tutto una novità, ricordati che proviene da una piccola isola.- intervenne Nimoe in difesa di Sora, che era leggermente arrossito.

Continuarono a passeggiare lentamente fino ad un grande salone che doveva essere la sala comandi. Decine di soldati addetti al monitoraggio se ne stavano davanti ai computer con aria seria ed attenta, mentre al centro si ergeva un imponente mainframe che si manteneva in funzione autonomamente.

-Squall, Squall!!Amore!- urlò una ragazza avvicinandosi a grandi passi.

-Ciao Yuyu.- la salutò Nimoe con tono piatto una volta che ella li ebbe raggiunti.

-Ciao..- la imitò Squall senza troppo entusiasmo. Sembrava imbarazzato.

-Che state facendo? Tesoro ma tu non dovresti essere con l'ammiraglio Kajiku?- disse Yuyu dandogli un piccolo bacio sulle labbra.

-No, mi ha affidato l'incarico di vigilare su questo paziente. Adesso io e la dottoressa lo stiamo portando a fare un giro turistico.

-Ah! Ci fossero tutte queste grandi cose da vedere qui...come ti chiami?- chiese rivolgendosi a Sora, che fino a quel momento si era soltanto limitato ad osservare la scena.

-Sora.-

-Sora?? E da dove vieni?-

-Forse è meglio che ti riporti nel dormitorio Yuyu, andiamo.- la interruppe Squall prendendola per un braccio e allontanandosi.

Nimoe alzò le spalle e riprese a camminare spingendo la carrozzella di Sora.

-Ho come l'impressione che non ti stia molto simpatica...-

-No, non più di tanto.- rispose la ragazza con un sorriso a mezza bocca.

Dopo aver riportato Sora in infermeria ed avergli somministrato le cure necessarie, Nimoe si diresse a testa china verso la sua cabina. Infilò le mani nella profonda tasca del camice ed afferrò le chiavi, quindi aprì la porta. Un insolito disordine le diede il benvenuto e le ricordò di aver fatto tardi quella mattina. Ormai stanca mise pigramente in ordine i vestiti, si tolse la divisa da lavoro ed indossò qualcosa di più comodo per una passeggiata notturna. Dal suo cestino, il piccolo gatto nero Ramses la scrutava con aria assonnata ed al sorriso di lei rispose con un adorabile sbadiglio. Salutandolo con una grattata dietro le orecchie, Nimoe abbandonò la sua stanza per dirigersi all'osservatorio, dal quale si potevano ammirare le migliaia di stelle che brillavano in cielo.

Adorava quei puntini luminosi, così infiniti e così lontani. Passò diversi minuti a fissarli rapita ed estasiata, lasciandosi inondare da quella magica luce, e quando abbassò la testa incrociò con stupore lo sguardo di Squall.

-Che ci fai qui?-

-Ho appena finito il turno di guardia. Mi piace venire qui prima di tornare nei dormitori, mi rilassa.- rispose lui cautamente.

-Non ti ho sentito entrare..-

-Ero qui da prima di te.-

-Giochi a nascondino?-

-No, mi mimetizzo.- concluse con aria soddisfatta. -Come sta quel ragazzo...Sora?-

-Il suo organismo è straordinariamente forte, il gas non è riuscito a penetrare nei tessuti degli organi interni. Non ci metterà molto tempo a riprendersi, soprattutto grazie agli ultimi metodi di riabilitazione appena introdotti..-

-E della sua amica ne sai qualcosa? Una certa Kairi mi sembra.-

Nimoe si mise a riflettere per qualche secondo, inclinando la testa su un lato come faceva quando si concentrava.

-C’era una ragazza molto grave, ed è stata trasferita sulla nave ammiraglia dove l'ospedale è molto più fornito. Non credo che sia lei, o almeno spero…-

Nel frattempo Squall si era avvicinato e lei poteva chiaramente specchiarsi nei suoi occhi lucenti che le ricordavano i mari di Naboo.

-E' la collana di Yuyu quella, vero?-

-Me l'ha regalata oggi.-

-Ti offendi se ti dico che la trovo pacchiana?-

-No, perchè lo penso anche io.-

-E allora perchè la indossi?-

-E' un regalo...-

-Capisco...-

-Io non ho mai criticato i regali che ti faceva Kadaj..-

-Non tirare fuori vecchie storie Squall, la mia era una semplice constatazione. Oltretutto mi hai dato ragione. Ora scusami devo andare, ci vediamo.- disse girando le spalle e allontanandosi.

-Ciao.- salutò lui con un cenno della mano quando lei era già troppo lontana per sentirlo.

Ramses balzò sulla pancia di Nimoe, destandola dal suo splendido sogno. Diede una rapida e pigra occhiata all'orologio, e capì che stava facendo di nuovo tardi. Si vestì in tempo record e si fiondò di corsa in infermeria, dove Sora l'attendeva già sveglio da un pezzo.

-Buongiorno, come andiamo oggi?-esordì tentando di tenere a bada il fiatone.

-Come ieri, forse un po' meno stordito.-

-Tra qualche giorno atterreremo sul pianeta Midgar. Fino ad allora sarò io ad occuparmi della tua convalescenza, spero che questo non ti dispiaccia..-

-No, affatto...-

In quel momento entrò silenziosamente Kajiku, appena uscito dalla sala macchine all'interno della quale aveva effettuato un rapido controllo. Nimoe si accorse della sua presenza solo quando egli chiuse la porta dietro di sé. Il biondo ragazzo inforcò subito i suoi raffinati occhiali da vista, come per poterla guardare più scrupolosamente.

-Vedo che ti stai riprendendo velocemente, sei molto migliorato rispetto a ieri.- disse rivolgendosi a Sora, sinceramente lusingato.

-E' tutto merito della dottoressa.- rispose facendo l'occhiolino a Nimoe in segno di complicità.

-Oh, si. Posso immaginare. Nimoe è la migliore del nostro dipartimento, anche se io oserei dire la migliore in assoluto! Così giovane e già così diligente, fai onore alla tua categoria!-

-La ringrazio per i complimenti, ma non credo di meritarli.-

-Ormai non mi stupisco nemmeno della tua modestia. Comunque ora ti lascio al tuo lavoro, io devo tornare al mio. Pare che i nostri radar abbiano avvistato qualcosa.-

-Si, ho sentito Squall parlarne ieri.-

-Arrivederci. Buona guarigione ragazzo.-

Sora sentì l’odore di cloro affievolirsi piano piano fino a scomparire del tutto, quando Kajiku se ne fu andato.

-Perchè ha quest’odore?-

-Ha una malattia genetica molto rara che colpisce le cellule della pelle, facendo comparire macchie sull’epidermide simili a funghi. Ogni mattina deve farsi il bagno nel cloro, altrimenti rischia di infettarsi completamente.- rispose scrutando la faccia ancora perplessa di Sora.

-E’ probabile che l’abbia ereditata da sua madre, è morta poco dopo averlo dato alla luce.- aggiunse, quasi sovrappensiero.

Era ormai passata l’ora di pranzo quando si diresse alla mensa per mettere qualcosa sotto ai denti, anche se in realtà non aveva appetito. Quando vide Squall imboccato da Yuyu, le si chiuse direttamente lo stomaco. Nauseata si sedette dall’altra parte della sala, voltandosi per evitare di dover guardare quella scena ridicola e deplorevole.

Squall la notò da lontano e le lanciò uno sguardo malinconico, tra la vergogna e l’amarezza, mentre Yuyu gli puliva amorevolmente la bocca con il tovagliolo.

-Cosa guardi amore?-

-Niente.- rispose lui voltandosi definitivamente dalla sua parte con un sorriso forzato.

In tutta la mensa risuonarono gli squilli del cercapersone di Nimoe. Squall alzò istintivamente la testa, ma tornò subito a stuzzicare con la forchetta i broccoli freddi che giacevano sul piatto.

La ragazza staccò l’apparecchio dalla cintura e, dopo aver letto sul display il nome di Kadaj, se lo portò all’orecchio.

-Kadaj..?-

-Come va il lavoro?- rispose lui con il solito tono cupo e distaccato.

-Bene..le tue ricerche?-

-Le farfalle nere sono scomparse da decenni, ma pare che un tale ne abbia un esemplare nella sua collezione privata.- disse senza apparente entusiasmo.

-Questo è interessante! Per il resto?-

-Mh.-

-I sopravvissuti?-

-Non ne so niente.-

-Potresti chiedere al dottor Baggins di chiamarmi per favore? Ho perso il suo numero…-

-Consideralo fatto.- disse, lasciando il posto a qualche istante di silenzio.

-Kadaj..mi dispiace per quello che è successo.-

-Tu sei una farfalla nera che non ho il potere di catturare.-

-…-

-Ci vediamo a Midgar.-

-Certamente.-

-Ciao.-

Nimoe ripose il cercapersone al suo posto e abbandonò la sala ormai vuota. Anche il resto della nave era sgombro, come sempre a quell’ora tutti andavano a riposare nelle proprie stanze. Tutti tranne lei. In realtà sperava di vedere Squall spuntare da qualche angolo, ma allo stesso tempo contava le ore che mancavano allo sbarco per poter riuscire ad evitarlo meglio. Quel tangibile silenzio intorno a lei non faceva che confonderle i pensieri. La verità era che doveva pensare al lavoro e alla sua carriera, tanto lodata dallo stesso Kajiku, che sicuramente non avrebbe esitato a promuoverla e farla trasferire nel dipartimento medici professionisti, la cosiddetta divisione Alfa.

Kajiku, come Nimoe aveva spiegato a Sora, soffriva di una grave patologia della pelle che gli imponeva quotidiane lavande di cloro. Era stata proprio lei che aveva preso a cuore la sua causa ed era riuscita a scoprire il modo di tenere a freno la malattia. Kajiku, dal canto suo, una volta prese le redini dell’associazione, si preoccupò di agevolare le ricerche di Nimoe fornendole sovvenzioni e materiale, nonché notevoli opportunità. Ma come poteva un ragazzo di soli 27 anni trovarsi ai vertici di una società così vasta ed importante come la Shunitzu? La sua storia era avvolta dal mistero, a metà tra la realtà e il mito. Nessuno metteva in dubbio le sue indiscutibili capacità, ma tutti si chiedevano chi veramente fosse. Nemmeno Nimoe lo sapeva, ma non si era mai interessata della sua vita privata. L’importante per lei era che ci fosse un capo così carismatico e brillante in grado di gestire la Shunitzu e garantire la pace.

In lui riponeva una fiducia incondizionata ed una sincera ammirazione, qualcosa che andava oltre il mero rapporto professionale e che si traduceva con un profondo rispetto.

I giorni che precedettero l’atterraggio su Midgar passarono in modo del tutto anonimo, senza alcuna novità o avvenimento degno di nota. Nimoe si occupava di Sora con diligenza e delicatezza, ed occasionalmente incrociava Squall e Yuyu, sempre insieme.

Kajiku passava di tanto in tanto a vedere come procedeva la guarigione di Sora e si fermava a chiacchierare con Nimoe nei momenti di pausa, mostrandosi interessato ai suoi lavori e alle sue ricerche sulle malattie genetiche che ultimamente la impegnavano.

  
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