VOLARE
Corro.
L’aria mi sferza il viso e cerca di fermarmi, ma
io non mollo. Continuo a correre.
La stanchezza è ormai scomparsa, i miei piedi si muovono da soli e non c’è modo di fermarli.
Cerco
di concentrarmi, ma la mia mente non collabora ed inizia a divagare.
Penso a
quando, da bambina, facevo a gara con i miei amici, per vedere chi era il più
veloce.
Io non vincevo mai.
Ma ora
sono sola. Nessuno cerca di superarmi. Nessuno urla. Nessuno mi guarda.
Accelero.
La mia
mente si svuota da ogni pensiero.
La
sabbia fresca mi accarezza i piedi: non ho le scarpe.
Adoro
correre scalza, ma i miei piedi sprofondano nella sabbia e questo mi rallenta.
Mi
avvicino al mare, dove il terreno è più duro e solido.
Aumento
nuovamente la velocità.
Se da
un momento all’altro i miei piedi si staccassero dal terreno, non mi stupirei.
Mi
sembra di volare.
La
bandiera che indica se è sicuro fare il bagno, si avvicina sempre di più.
Prima
di partire mi ero detta: “Devi riuscire a raggiungerla.”
Ci sono
quasi.
La mia
mano si tende verso di essa e, all’improvviso, riesco a toccarla.
Ce l’ho
fatta.
Ho
vinto.
Mi
lascio cadere per terra, stremata.
Una
gioia intensa mi invade.
Tutto a
un tratto, mi rendo conto che tutte le preoccupazioni che, prima di uscire di
casa, mi sembravano di vitale importanza, sono scomparse.
Quando ti senti triste e ti
sembra che tutto stia andando storto, infilati dei vestiti comodi, esci di casa
e corri.
Perché
la corsa è per tutti: bianchi e neri, belli e brutti, ricchi e poveri.
Per correre bastano solo due gambe e un pezzo di terra.