Titolo:
The Oath.
Autore: braver
than nana
Rating: verde
Conteggio
Parole:
100x10 (ten perfect drabble #LIKEABOSS)
Note: Larry, of course. La cosa strana è che, dopo essermi vista tutta la prima serie in neanche due giorni e con la seconda nella chiavetta pronta a essere vista ed esserne diventata dipendente (TOLD YOU!!1! by esse) da Game of Throne, questa fic è ambientata in quell’universo. Con i nostri beniamini alla frontiera, con tanto di personaggi della serie (Jon Snow, amore mio, come potevo non inserirti random? ♥) e luoghi e cose così. Sappiate che trovo Harry Styles tremendamente fuori carattere. Lo odio. Profondamente.
The Oath.
Night gathers, and now my
watch begins. / Cala la notte, e la mia guardia ha inizio.
La
prima volta che Harry ha messo piede alla Barriera era spaventato a
morte ma,
naturalmente, cercava in tutti i modi di non darlo a vedere. Si
aggiustava i
capelli e teneva la spada, quella troppo grossa per mani di un
sedicenne,
quella che suo padre gli aveva lasciato prima di andarsene con una
puttana dell’ovest,
stretta tra le mani. Lui neanche lo voleva prendere, il Nero,
però uno come lui,
sua madre non lo voleva più in casa.
Poi
il capitano Thorne li aveva chiamati tutti nel piazzale e
lì, tra la folla di
ragazzini impauriti, lo vide. Sorrideva.
It shall not end until my
death./ Non
si concluderà fino alla mia morte.
Aveva
scoperto il suo nome, di quel ragazzo con gli occhi troppo azzurri,
così chiari
da ricordargli il colore del cielo dopo una nevicata, solo dopo essere
stato
costretto a combattere contro di lui. E se solitamente riusciva
addirittura a
cavarsela, brandendo Iceing Steel
con
entrambe le mani e lo sguardo fiero, davanti a lui, non era riuscito a
muovere
un muscolo.
Aveva
riso, lo sguardo spensierato e la mano tesa per aiutarlo. Con la punta
delle
dita gli aveva pulito una ferita superficiale sulla guancia e
«Guarda che così
ti farai ammazzare» aveva detto «e comunque io sono
Louis.»
I
shall take no wife, hold no lands, father no children. / Io
non avrò moglie, non possiederò terra, non
sarò padre di figli.
The
winter is coming,
si ritrovò a dire a sé stesso mentre si
stringeva nella pelliccia scura, convinto di essere solo, con solo il
cielo
scuro senza stelle e tutta la Terra dell’Esterno ad
ascoltarlo, cercando di
tenersi sveglio.
«È
il motto della casata degli Stark. Vieni dal segno del nord?»
Harry rabbrividì
per la voce calda del ragazzo che si era come materializzato al suo
fianco.
Annuì e lo guardò di soppiatto, sperando che
l’altro si girasse a guardarlo.
«Come
mai sei qui?» disse allora, prendendo coraggio. Lui allora
finalmente lo
guardò, triste, ma non rispose e andò via.
I
shall wear no crowns and win no glory. / Non porterò corona
e non vorrò gloria.
«Dicono
provenga da Highgarden»
gli disse un giorno
un giovinotto dalle guance rosse e i capelli biondissimi, quando lo
scoprì a
fissare Louis. «Dicono fosse l’amate di lord Loras,
per questo lo hanno mandato
qui.»
Si
ritrovò a deglutire la zuppa insipida e, quando
provò a ribattere qualsiasi
cosa, il ragazzino era già impegnato a conversare con altri
due ragazzi che
erano arrivati alla Barriera il suo stesso giorno. Effettivamente,
ragionò,
aveva la carnagione scura che solo qualcuno del sud poteva avere e il
portamento regalo di un ragazzo di corte.
Arrossì
ancora una volta, facendo pensieri pericolosi e bellissimi.
I
shall live and die at my post. / Io vivrò al mio posto, e
al mio posto morirò.
La
prima notte che sognò il ragazzo del sud, quel Louis dagli
occhi così azzurri,
era così fredda che per un attimo pensò di
gettarsi nel camino acceso nella
stanza della mensa, nella quale era arrivato quasi senza rendersene
conto,
camminando per provare a scaldare i muscoli.
Lo
vide seduto in un angolo, con un libro sgualcito tra le mani. E avrebbe
voluto
avvicinarsi, fargli quello che aveva sognato di fare, sussurragli le
parole che
aveva sognato di dire. Ma quando, con un gesto veloce, lo vide voltare
pagina e
togliersi una lacrima dalla guancia, scappò il
più velocemente possibile.
I
am the sword in the darkness. / Io sono la spada delle
tenebre.
La
spada di suo padre, fredda e spessa, era diventata il prolungamento del
suo
braccio e quando Jon Snow lo aveva visto combattere gli aveva fatto i
complimenti e lui era arrossito. Lo aveva visto aggirarsi per il suo
paese,
qualche volta, sempre bellissimo, al seguito di Robb Stark. Aveva gli
occhi
azzurri, scuri come il mare, ma dall’altra parte del campo
dove duellavano
Louis li guardava, pronto a sfidarlo, quindi non poteva perdere tempo.
Quel
giorno perse, ma Louis con lo sguardo non sorrideva. Quando lo
gettò a terra
però corse a dargli la mano.
«Scusa
Harry» disse sospirando.
I am the watcher on the
walls./ Io
sono la sentinella che veglia sul muro.
Sapeva
che quello era il giorno di veglia di Louis, aveva sentito il Vecchio Orso assegnare i vari compiti e
aveva deciso che quella sera gli avrebbe parlato. Non era timido, la
gente al
suo paese lo conosceva perché era bello e sfacciato, non
aveva bisogno di
essere timoroso.
«Louis»
sussurrò quando lo trovò, seduto sul pavimento di
ghiaccio. Lui lo guardò e
sorrise, mentre si alzava e lo raggiungeva con poche falcate.
«Che
c’è?» la sua voce era come un ricordo,
lasciato dall’alito caldo che si
consensava in nuvolette di fumo davanti al suo viso, stordendolo.
«Ti faccio compagnia.»
I
am the fire that burns against cold, the
light that brings the dawn, the horn that wakes the sleepers, the
shield that
guards the realms of men./ Io
sono il
fuoco che arde contro il freddo, la luce che porta l'alba, il corno che
risveglia i dormienti, lo scudo che veglia sui domini degli uomini.
«Scappiamo
insieme, che ne dici?»
Louis
dormiva nella sua branda e per la prima volta in vita sua, accecante
come un
lampo, doloroso come un fendente nella carne, la consapevolezza di
quello che
significava essere un Guardiano lo
colpì violentemente. Lo guardava, con le palpebre calate
sugli occhi chiari e l’incoscienza
del sonno sparso sul viso, e si rendeva conto che, anche se era
riuscito ad
avvicinarsi a lui come mai aveva sperato se non nei suoi sogni
più osceni, il
giorno successivo avrebbero fatto il giuramento.
Tremò
al solo pensiero di non poterlo più sfiorare. Avevano solo
quella notte.
I pledge my life and
honor to the Night's Watch./ Io
consacro la mia vita e il mio onore ai Guardiani della Notte.
In
ginocchio sulla neve, con il viso rivolto all’albero dei suoi
Dei, recitava la
litania che aveva imparato a memoria da tempo. La voce era ferma, lo
sguardo
fiero e quando si alzò, girandosi verso gli uomini che lo
avevano accompagnato
fuori dalla Barriera, quelli gli vennero incontro congratulandosi.
Alle
loro spalle, appoggiato con una spalla al grande stipite della grande
porta che
dava sulla desolazione dell’Esterno, Louis gli stava
sorridendo, negli occhi erano
incise le parole della notte precedente, sulle labbra i baci, tra le
gambe l’eccitazione.
Annuirono insieme, consacrando l’ennesima promessa di quella
giornata,
sentendosi improvvisamente più leggeri.
For this night and all
the nights to come./ Per
questa
notte e per tutte le notti a venire.
Anche
se erano passati due
anni dal giorno del giuramento, dall’essere stato diventato
Ranger, aveva
compiuto le sue missioni, aveva visto il mondo oltre la Barriera, aveva
lottato
il grande Inverno, eppure si sentiva ancora il ragazzino del primo
giorno, se
Louis lo guardava in quel modo. Però adesso poteva
sorridergli di rimando, stringere
i suoi fianchi, baciare le sue belle labbra.
«Lo
sai che, essendo
Guardiani, tutto questo ci rende possibili disertori?» aveva
detto Louis
baciandogli la schiena nuda.
«Certo
che lo so, domani
potrebbero pure tagliarmi la testa, ma ora non sono in grado di
rinunciare a
questo.»