Una Von Karma non piange.
Questo era il primo insegnamento che aveva ricevuto nella sua vita. Ed era riuscita a rispettarlo quasi sempre.
Ma le gocce di pioggia sul volto valevano come pianto?
Ma le gocce di quel sangue non suo sul suo volto valevano come pianto?
Lì, sull’ asfalto freddo, sotto una pioggia fitta, entrambe le cose scorrevano sulle sue guance.
Come, peraltro, sul corpo che sarebbe stato caldo ancora per poco che teneva tra le braccia.
“Stai piangendo, Franziska?” si scosse.
Quella voce dolce.
Quella voce fresca.
Quella voce che forse presto non avrebbe mai più potuto sentire. Guardò la proprietaria di quella voce, che aveva gli occhi semichiusi, in un espressione di dolce rassegnazione, inerme, trattenuta dalle sue braccia.
“Perché lo hai fatto, Frau Maya? Non è a te che hanno sparato.”
Aveva la voce incrinata.
E la sua salvatrice lo sentì e ne sorrise, sorriso che però si trasformò subito in una smorfia di dolore.
Ma riuscì a parlare.
“Ma a te, si. E per me, vedere qualcuno che spara ad un’ amica è come vedere qualcuno che spara a me."
Amica?
Amica?
Era la prima volta che quella parola le veniva rivolta, e stavolta il procuratore Von Karma fece davvero fatica a trattenere le lacrime.
“Tra-Tranquilla, Frau Maya, andrà tutto bene…” disse, atterrita.
Ma non appena lo ebbe fatto, gli occhi di entrambe le giovani donne andarono sulla ferita coperta di sangue sul petto della Maestra di Kurain; due occhi blu atterriti e agitati, due occhi neri rassegnati e tranquilli.
Per la prima volta, la procuratrice dubitò delle sue stesse parole. Lo sparo sarebbe arrivato al corpo di Franziska, ma Maya questo non lo avrebbe mai permesso.
Ed era stato un istinto quello di pararsi davanti alla sua amica tedesca.
Franziska Von Karma scosse i capelli inzuppati di pioggia, e guardò la strada, in cerca dell’ ambulanza che sarebbe arrivata troppo tardi.
“Non importa, sai? Ho avuto una vita bella, ne sono felice. Mi dispiace più per Pearl e Nick, che per me. Salutameli, e digli di non essere troppo tristi."
Rise, nonostante tutto, Maya.
“E poi, sto per tornare con la mia sorellina e mia madre… per sempre.”
Sorrise, e guardò il cielo grigio.
“No, non dire così, ti prego, Frau Maya…”
“Franziska?”
“S-Si, che c’è?”
“Avrei solo un’ ultima richiesta, per te: potresti chiamarmi, almeno una volta, semplicemente… Maya?”
“!!!!   ........Va bene, Maya, ma non sarà l’ ultima volta. Stanno arrivando e…” ma poi si accorse che la sensitiva aveva gli occhi chiusi,  e un sorriso sulle labbra.
“M-Maya? MAYA!!”
La scosse, ma era inutile.
“Maya…..”
Mormorò, con gli occhi nel vuoto.
Una Von Karma non piange.
Ma quel giorno, sotto la pioggia, mentre arrivava l’ ambulanza, Franziska Von Karma lo fece.
                                                 * * *
“Sai, Nick?” 
“Dimmi, Maya, ma sta attenta, non devi muoverti, ti sei appena svegliata e la fasciatura è delicata.”
“Ho visto Franziska Von Karma… piangere.”
" ….Come?”
“Non scherzo. E, guarda, sta arrivando qui in stanza. Chiediglielo, se vuoi.”
E prima di accogliere la sua amica, Maya Fey guardò fuori della finestra della stanza d’ ospedale in cui si trovava.
E mormorò così piano che nemmeno Phoenix sentì.
“Un giorno arriverò, Mia, ma per ora, qui sto bene.”
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Questa fanfiction mi è venuta così, spontanea, dopo averne lette alcune di infinitivamente tristi proprio qui su efp, così ho avuto l' ispirazione per questa.
Ho sempre adorato il rapporto tra Maya e Franziska, e con questa ff volevo farlo emergere un pò. all' inizio volevo concluderla con la morte di Maya, ma non ci sono riuscita, son per i lieto fine. Ringrazio per l' ispirazione, come sempre, l' inimitabile PotterWatch.
detto questo, vi prego di recensire, anche in modo critico, è sempre importante per me.
Alimanga ^_^