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Autore: Shinji Kakaroth    03/12/2006    2 recensioni
Questa è una delle fic che più adoro sul passato di Dragon Ball.
I protagonisti sono i due fratelli Ravam (mio personaggio originale) e Bardack (il futuro padre di Kakaroth)...
La cosa che più m'è piaciuta di DBZ è stata proprio la storia dei saiyan e il poco che si e' detto sui loro usi e costumi.
In una serie di FF ho cercato di creare una mia visione folcloristica di questo popolo, in maniera di resuscitarlo ai vostri occhi. ^_-
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PIANETA Rybor ANNO SAIYAN 672

"BWA! BWA! BWA!" un bimbo piange disperato mentre nel verde attorno a lui si sta' riempiendo di animali curiosi. Ancora piu' spaventato il bimbo inizia a urlare e continua a piangere. Da un cespuglio sembra che un animale feroce abbia sentito le disperate urla del piccino. Il leoneratto e' una specie di animale molto cattiva. Attacca solo se e' affamato ed e' costantemente affamato! Le zanne feroci si stavano avvicinando inesorabilmente al collo fragile del piccino. La carne si squarcio' e gli occhi scoppiarono nelle orbite. Una mano, piccola ma forte, aveva appena lacerato la testa della belva affamata. "Bardack, smettila di piangere. Non ti servira' a nulla." Il ragazzino fissava il bambino che piano piano smise di piagnucolare, si alzo' in piedi e si mise di fronte al suo fratellone Ravam. "Hai gia' 4 anni e ancora piagnucoli." - "Ma perche' mi hanno mandato su questo pianeta e tutto da solo?" riusci' a dire Bardack trattenendo le lacrime. "Perche' devi migliorare come guerriero e come saiyan. Hai una forza combattiva bassa e credono che mandandoti su un altro pianeta a fare pratica potrai imparare di piu'!" - "Ma perche'? Io voglio tornare a casa!" e stava per rimettersi a piangere quando suo fratello lo fisso' negli occhi e gli disse "Fratellino, lo sai che la mamma e il papa' sono impegnati con gli altri saiyan adulti su un pianeta dove ci sono degli alieni fortissimi. Anche se tornassi dovresti stare solo! Invece io ho convinto il consiglio dei 5 saggi a farmi spedire qua, anche io col pretesto di far pratica. Per fortuna non hanno controllato quali altri ragazzi erano stati spediti quaggiu' altrimenti me lo avrebbero proibito. Lo sai qual'e' la mantalita' di quei vecchi... prima viene il combattimento e poi la famiglia." - "Ma noi non siamo uguali a loro. Perche'?" - "Perche' papa' all'inizio non era cosi' battagliero come lo e' diventato dopo la nostra nascita. Comunque non devi preoccuparti, rimarremo qui un mesetto, combatteremo e vinceremo. Ora preparati, ci mettiamo subito in viaggio." - "Ravam non so che farei se tu non ci fossi. Sei il mio unico amico." - "Nonche' fratello! E ricordati che con me sei al sicuro." Bardack lo fissa e gli dice - "Come sei fortunato fratello, alla nascita avevi gia' 500 di forza combattiva, mentre io avevo appena 50. Come vorrei essere forte come te." - "Vuoi essere forte come me? Bene, allora iniziamoci ad allenare. Cerca col tuo scouter qualche nemico forte e lo andiamo a sconfiggere." - "Va bene fratellone."

I giorni passavano via veloci e i due fratelli combattevano, uccidevano i propri nemici e risparmiavano i deboli. Questa cosa ai saggi non sarebbe di certo piaciuta, Ravam lo sapeva, ma aveva il cuore buono di suo padre e cercava di non fare inutili spargimenti di sangue quando ce ne fosse l'opportunita'. Man mano che i giorni passavano Ravam vedeva la forza di suo fratello svilupparsi e avvicinarsi sempre di piu' al suo grado. Molti lo chiamavano spazzatura solo perche' non era un nobile saiyan, ma lui sapeva che la sua forza non era mai stata posseduta da un saiyan e cercava di tenerla sempre nascosta a chiunque. Soprattutto in questo periodo in cui le lotte intestine tra famiglie Nobili e tribu' saiyan sul pianeta Saiyukya, i bambini che hanno una spropositata forza combattiva vengono assassinati per non essere un problema nel futuro. 'Che rottura la burocrazia... eppure sarebbe bello continuare a vivere combattendo, vivendo e basta. Facendo finta che cio' che importa e' solo l'oggi e non il domani!' questo pensava Ravam ma sapeva che purtroppo avrebbe dovuto sottostare alle leggi della sua tribu'. Senza neanche farci tanto caso si accorse che erano finiti in una citta'. Bardack lo chiamo' e riusci' ad attirare la sua attenzione "Fratellone, cosa facciamo? E' da ieri che non mangio e a dirti la verita' ho una fame!" - "Il super saiyajin della leggenda non si piega di fronte a un po' di fame!" - disse risoluto Ravam, ma il suo stomaco per il disaccordo inizio' a borbottare. "Oh, daccordo, andiamo a mangiare... offro io. Cosa ti va di mangiare? ^_^;;;" - "Vediamo e' da tanto che non mangio l'arrosto della mamma. Era cosi' buono." - "Vediamo un po' se riesco a farne uno anche io." - si avvicina ad un passante, un vecchio signore di mezza eta', e gli fa - "Scusi, sono forestiero, potrebbe indicarmi dove si trova il miglior ristorante della citta'. Io in cambio la lascero' vivere!" Disse sorridente. "Oh, sei proprio buono ragazzino." - credendo che stesse scherzando - "Vedi quel grosso orologio ad acqua? Be' ai suoi piedi troverai cio' che cerchi." - "Oh, grazie!" - "Ragazzino, ma tu sei un alieno?" - gli chiese con una faccia un po' scura - "Naturalmente signore, sono un saiyan e il mio compito e' di vendere questo pianeta per un bel mucchio di denaro." - "Oh, giochi alla guerra." - da dietro apparve Bardack "Fratellone, andiamo io ho fame!" - "Ecco perche' stai cercando un ristorante. Siete affamati, ma perche' non andate in un posto meno costoso?" - "Non si preoccupi per noi, noi ce la caviamo benissimo da soli. Siamo molto forti."

Dopo aver percorso un breve tratto di strada il ristorante era ormai di fronte a loro. Entrati videro che nessuno li andava ad accogliere e allora si sedettero ad un tavolo. Un cameriere si avvicino' per cacciarli via "Gli straccioni qui non sono ammessi. Andate a giocare da un altra parte." - "Io non sto giocando signore. Ho fame, questo e' un ristorante. portatemi un arrosto." - "Ma voi..." Ravam scocciato alzo' l'indice in direzione del muro, e con un breve gesto lo abbatte' in un istante con un colpo d'aria. "Ho fame, cibo! Il guerriero non combatte mai a stomaco vuoto." - "AIUTO! Chiamate Richard!!!" Attesero ancora qualche minuto ed un omone, apparso dalla cucina prese Bardack per la testa "Pulci, se non ve ne andate subito con le buone sono autorizzato a cacciarvi con le cattive." - "Fratello... che ci fai ancora li'?!? Forza fammi vedere quello cha hai imparato in queste 3 settimane." Bardack gli sorrise e con la mano strinse il polso dell'uomo che lo teneva per la testa, finche' il polso non gli si trancio' di netto, e la mano rimase fredda tra le manine innocenti del piccolo guerriero saiyan. Allora tutti iniziarono a gridare in preda al caos. "Bardack, andiamocene via! Questi sono tutti una massa di fifoni." Usciti fuori dalla costruzione Ravam si giro' e lancio' un onda che fece collassare l'edificio. Si sedette per terra e disse "Che bravo fratello che sono, non sono neanche in grado di procurare un pasto a mio fratello minore." - "Ravam, a me basta che stiamo insieme e sono contento." Lo stomaco continuava a rimbrottare ambedue. "Daccordo, salimi sulla schiena e ti porto fuori da questo postaccio, andiamo nella foresta." E subito volarono via dalla citta', verso un boschetto a sud di li'.

Dopo un secondo Ravam era riuscito a individuare una tana di orsosauro. Entro' colpi' con precisione persino al buio, e porto' fuori dalla grotta la carne che quella sera stessa sarebbe diventata un arrosto. Intanto si accorse che una forza combattiva si stava avvicinando a quella di suo fratello, che aveva lasciato a qualche chilometro da li'. Si carico' subito l'orsosauro sulla schiena e si diresse verso il luogo dove si trovava suo fratello.

FRUSH

"Chi e' la'?" - disse Bardack voltandosi verso il posto da cui aveva sentito provenire il rumore. "Ciao. Tu sei uno della mia razza vero?" - un bambino dai capelli corti stava davanti a lui - "Si', sono un saiyan anch'io. Mi chiamo Bardack. Tu come ti chiami." - "Te lo diro' se riuscirai a battermi." Si lancio' sul piccolo che riusci' a malapena a parare il colpo, e non tento' neanche di contrattaccare. Il ragazzino, indispettitosi gli scaglio' un calcio che Bardack riusci' a schivare con facilita'. Allora gli si avvicino' e lo prese per la maglietta, al che Bardack si arrabbio' e scaravento' lo sconosciuto contro un albero. "Questa e' l'ultima cosa che la mamma mi ha dato prima di andare a combattere. Se me la stracci me la pagherai." Posseduto dall'ira, lo straniero lancio' un onda che venne deviata dalla mano del fratello maggiore. "Chi sei tu? Che vuoi fargli?" - disse Ravam indicando suo fratello - "Perche' lo hai attaccato?" Il ragazzino lo fisso' negli occhi e gli disse "Embe'? Che c'e' di strano a volersi battere con qualcuno della propria razza? La lotta e' la nostra vita! Ora spostati, il combattimento tra di noi e' appena iniziato." - "Bardack, ho visto che non ti impegnavi, come mai?" - il fratellino quasi piangente bisbiglio' - "Fame!!!" - "Solo per questo??? Bene, assaggia questi funghi, sono deliziosi. Se vinci ti faro', come premio, un bel arrosto con contorno di funghetti." - "Arrosto???" - si giro' verso il piccolo sconosciuto e disse - "Non mi interessa sapere chi tu sia e cosa voglia da noi, ma per un arrosto faccio questo e altro." - il teppistello dai capelli corti e dalla fascia rossa sul braccio allora gli rispose - "Credi veramente che potrei farmi battere da uno scemo come te? Bene... se sei pronto cominciamo!" Non riusci' a finire la frase che Bardack gli era gia' addosso tempestandolo di pugni e calci. Dopo un vano tentativo di contrattacco lo strano ragazzo si arrese. "Cavoli, sei proprio forte." - "E' tutto merito del mio fratellone, mi ha addestrato lui." - "Bene, mi hai sconfitto, il mio nome e' Toma, mi hanno mandato su questo pianeta per uccidere tutti gli abitanti. Voi siete qui per lo stesso mativo o sbaglio?" - "Si', ma il mio fratellone dice che e' meglio se ci alleniamo, perche' tanto e' inutile uccidere uno che e' debole. Cosi' dice pure la mamma." - "Mamma? Sara' passato un mese dall'ultima volta che ho visto la mia." Ravam senti' nell'aria che la situzione stava diventando malinconica e pesante e allora fece una proposta a Toma - "Perche' non resti con noi questa sera a mangiare? Abbiamo un orsosauro con funghi di contorno. Che ne dici? Non ti alletta l'idea?" - "Mhm... arrosto vero? Il mio preferito."

I tre ragazzini dopo aver mangiato a sazieta' si andarono a stendere lontani dal fuoco per ammirare la bellezza della notte e contemplare la pienezza delle stelle. "La forza..." - Ravam aveva iniziato a dire - "Passiamo una vita a pensare alla forza, ma momenti belli come questi fin'ora ne ho passati pochi." - "Tu parli cosi' perche' sei forte." - lo interruppe Toma - "Credi che nella forza ci sia qualcosa di sbagliato?" - sempre con il massimo relax nel rispondergli, Ravam fisso' una stella brillante, la piu' luminosa, e incomincio' - "Forse nel voler essere forti no, ma nel perseguire ossessivamente questo scopo si'. Il mondo sarebbe piu' bello se i combattimenti fossero fatti solo per il divertimento e non per uccidere. Ma purtroppo queste sono le regole e ne' io ne' voi le potremo mai cambiare. Bene ragazzi... e' ora di riposare." - "Fratello, ma che cos'e' quella palla luminosa nel cielo?" - "Cavoli... e' la luna... Mi spiace tanto per la gente di qui, ma le nostre famiglie ne hanno piu' bisogno di loro di questo pianeta." - "Allora dobbiamo lavorare anche stanotte?" - gli chiese Toma.
"Non preoccuparti, domattina ci sveglieremo riposati e freschi come dei fiorellini. E dato che questi sono gli unici che abbiamo, vi suggerirei di togliervi i vestiti... ci aspetta una lunga notte."
Prima di fissare la luna Bardack vide suo fratello fissare il completo da combattimento appena deposto sul terreno sospirando "Mamma!" Poi la magia si compie e tre scimmioni scatenati iniziano a mettere a ferro e fuoco l'intero pianeta.

L'indomani mattina tutti e tre nudi si risvegliarono, come se niente fosse, volarono verso il posto in cui avevano lasciato i loro vestiti e si accorsero di aver fatto proprio un bel lavoretto. La maggior parte delle citta' che stavano sorvolando erano ridotte ormai a distese di cenere. I corpi carbonizzati si riuscivano a vedere fin da la' sopra, con le loro braccia agonizzanti verso il cielo, sembravano alberi scheletrici e secchi appena buttati giu' dal taglialegne. Il puzzo della putrescenza si elevava per centinaia di metri raggiungendo le narici saiyan. I volti dei ragazzini erano freddi. Non una cicatrice solcava i loro corpi nudi, la coda si stagliava sullo sfondo azzurro del cielo. Qualcuno vedendoli scendere cosi' dal cielo li avrebbe definiti degli angeli. Avevano appena distrutto 19 delle piu' importanti citta' di Rybor.

"In fondo un po' mi dispiace per questi poveretti. Non deve essere affatto divertente ritrovarsi un saiyan sul proprio pianeta." - fece Ravam, ma venne spiazzato da una battuta si suo fratello - "E perche' mai? Sul nostro ce ne sono tanti e hai mai visto nessuno lamentarsi?" - "P...PFFFFFFFFF! AH ah ah ah! E' proprio buona Bardack." - "Bene gente, adesso che si fa? Io voglio andare a casa." - al piu' grande venne un idea - "Forse se distruggiamo tutto e in fretta possiamo tornare a casa... allora..." - TIN TIN TIN TIN TIN TIN - "vediamo la mia navicella e' a 200 km a Nord di qui... quella di Bardack, 39 km a Sud-Ovest mentre quella di Toma e' a 63 Km Nord-Est... Okkey... ora le programmo per venire tutte qui... Ci metterano una mezz'oretta. Intanto rimbocchiamoci le maniche. Direi di dividerci, tanto non credo ci sia qualcuno abbastanza forte da intimorirci, o sbaglio?" - "DICI GIUSTO!" gli fecero Toma e Bardack in coro.

Dopo neanche 3 ore il pianeta era quasi praticamene deserto. I tre riunitisi di nuovo chiamarono la base saiyan piu' vicina con i loro scouter. "La missione e' stata un successo, come al solito. Il pianeta non ha subito gravi o particolari danni. Si puo' subito cercare un possibile acquirente. Venite a prendere il dominio del pianeta. Noi stiamo per tornare a casa." - dalla stazione si senti' un semplice e spartano "Ricevuto! Arrivati avrete una settimana libera e poi riceverete dei nuovi ordini."

Erano in viaggio verso casa. Finalmente avrebbero reincontrato gli amici. Finalmente non sarebbero stati circondati da alieni strani che li fissavano come mostri. E forse avrebbero trovato anche i loro genitori ad attenderli. Ma cosi' non fu. Dopo una giornata di viaggio ed aver espletato tutti i preparativi per l'accoglienza su Saiyukya, i due fratelli salutarono Toma e tornarono a casa.

Vuota. Completamente vuota. Non c'era nessuno vicino al focolare annerito ad aspettarli. Non c'era la mamma a preparare il pranzo (e questo per un saiyan e' una cosa orribile, se sapete quanto mangia un saiyan come me nd SK).

"Lo sapevi anche tu, vero Bardack?" - "Sono ancora in missione..." - "Cosa vorresti fare? Oramai siamo soli e passeremo una settimana qui, o sbaglio?" - Bardack, armatosi a due mani di coraggio, disse - "Andiamoci..."
Ravam lo guardo' sorpreso. "Dove?" - "Sul pianeta dove sta la mamma e il papa', andiamo ad aiutarli, cosi' tornano prima!!!" - "Ma lo sai che quel pianeta e' popolato da alieni molto forti? Per questo ci mandano gli adulti e non noi bambini." - "Non importa, andiamoci, per favore." Ravam si sedette un attimo a pensare e gli venne in mente "Vediamo... per quel pianeta ci vogliono due giorni di viaggio. Quindi sono 4 giorni solo per andare e tornare. Li' troveremo anche papa' e mamma e se facciamo tutto velocemente potremmo anche sprecarci un paio di giorni. Non ne varrebbe la pena, ma se ci tieni cosi' tanto... D'accordo... andiamo." - Bardack felicissimo salto' in aria gridando - "EVVIVA^^" e dopo qualche secondo ando' a sbattere la testa contro il soffitto. "Ahi ohi uhi!" - "Bene, partiamo subito, diciamo che andiamo in un pianeta villeggiatura per divertirci, cosi' non ci proibiranno il viaggio, ma arrivati oltre l'atmosfera del pianeta, dove la gittata dei sensori di sicurezza non arrivano, cambiamo la rotta per il pianeta Kaioh Shin Sukunai." - "Allora andiamo subito."

Trascorsi i due giorni, senza che fosse riscontrata alcuna anomalia nei sensori delle navicelle, avvenne l'atterraggio sul pianeta Kaioh Shin Sukunai. Questo pianeta era abitato da una razza molto forte, ma poco numerosa. I Kaioh Shin, per l'appunto. Questi credevano di essere i piu' forti di tutti, e si ergevano a massime autorita' del cosmo, mentre erano dei semplici alieni. Consideravano il loro pianeta come un santuario e sebbene fossero dotati di grande forza non la usavano, ne' per il bene, ne' per il male. Erano neutrali in ogni combattimento o guerra ed erano gli eremiti del cosmo. Oltre ad avere una grande forza, alcuni dicevano che avessero anche dei poteri speciali che permettessero di potenziarsi, di rigenerarsi e persino di ritornare in vita dopo la morte. Si facevano chiamare dei e tutti li evitavano per il loro pessimo carattere. Per i saiyan non erano altro che una preda come tante altre.

"Vediamo... Ci sono in totale 25 forze combattive ad un livello molto alto. Ce ne sono due che sembrano quelle di mamma e papa'. Livello 15.304 e Livello 25.300. Si' sono proprio loro. Vediamo... ci mettiamo in contatto con loro?" - "No, facciamogli una sorpresa!" - "Daccordo... sbrighiamoci." I due fratelli si diressero ad elevata velocita' verso il luogo dal quale provenivano i dati dei loro genitori. Ma non appena videro, sparsi per il pianeta, alcuni cadaveri di saiyan si preoccuparono e aumentarono la velocita'. Ad un certo punto un onda dal basso saetto' verso Ravam, che accortosi del fatto schivo' con maestria il colpo. "Aspetta Bardack, qualche idiota si sta divertendo a fare il tiro al bersaglio. Facciamogliela vedere noi!" - "Va bene!" Scesi a terra azionarono lo scouter che indico' la presenza di qualcuno dietro a una roccia. Era un Kaioh Shin. Sembrava stesse abbastanza male. "Hey, perche' ci hai attaccati? Vuoi forse morire?" - "Sto per morire, quindi non mi interessa finire la mia vita eliminando un nemico, seppur bambino." - Bardack avvicinandosi lo fisso' dicendogli - "Bene, le tue ultime preghiere le hai dette. Ora muori." gli lancio' contro un onda che perforo' l'alieno agonizzante. "E' strano fratellone." - "Hai ragione, non e' da noi saiyan lasciare un nemico in agonia. La prima regola saiyan e' il rispetto verso il proprio avversario. Non va lasciato a soffrire, ma ucciso subito. Chissa' cosa diavolo accade qui." - TIN TIN TIN TIN TIN TIN - "Maledizione un nemico si sta dirigendo da questa parte... E' un Kaioh Shin." - "Attacchiamolo di sorpresa, cosi' mamma e papa' tornano prima a casa." - Subito furono addosso all'alieno che evito' l'attacco. "Maledizione. Come ha fatto a vederci? Non ha neanche lo scouter per rilevarci." - "Non vi ho visti piccoli nemici, ma vi ho sentito." Il Kaioh Shin aveva una lunga cresta di capelli bianchi come la neve e un viso freddo, magro e sembrava stesse per morire tanto era bianco. Purtroppo la sua forza era veramente elevata. Con un gesto veloce afferro' per il braccio Bardack e lo lancio' contro una roccia. Il piccolo subi' l'azione senza potersi difendere e si schianto' contro l'enorme pietra. Un fiotto di sangue gli usci' dalla bocca e dal naso e il piccino svenne. "Fratello! Come hai osato maledetto." - "Ora mandero' te nello stesso posto in cui e' finito lui." - "Non ci contare. Hai una forza combattiva altissima ma io ti uccidero'. HYAAAAAAAAAAAAA!" - e si lancio' all'attacco senza piu' capire nulla. Il Kaioh Shin evito' il suo attacco e subito gli sferro' un calcio che avrebbe fatto saltar via la gamba del giovane Ravam se non avesse schivato il colpo. Subito da dietro al Kaioh Shin apparve una coda che l'afferro' per la gola, cosi' tanto forte da staccargli il cranio dal corpo. Ravam esterrefatto, ancora seduto per terra osservava la scena senza dire una sillaba. Dopo alcun secondi di esitazione salto' tra le braccia di suo padre. "Ravam, perche' siete qui?" - "Padre, Bardack mi ha chiesto di incontrarvi e avevamo pensato di venirvi a dare una mano." - "Sapete che il consiglio proibisce che i familiari vadano a combattere sugli stessi pianeti, perche' i sentimenti offuscano i nostri veri obbiettivi. Ma tu sai anche come la penso io. Quindi non vi puniro' per quel che avete fatto." Karrot si avvicino' quindi a Bardack che era svenuto, lo prese tra le braccia e si diresse verso il luogo dove stava combattendo sua moglie. "Ce la fai a starmi dietro Ravam?" - "Si', non preoccuparti per me." - 'Proprio la risposta che volevo sentire da lui. Vedo che fare esperienza su altri pianeti l'ha fatto crescere.'

Fine prima parte.

  
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