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Autore: Mirin    13/05/2012    3 recensioni
#Yoshino
Scoppiò a ridere vedendo segnato in rosso il giorno del tredici, la seconda domenica di maggio: certo, era la sua festa, la festa delle madri.
#Tsume
Sentiva Hana e Kiba darci dentro e sorrise pensando alla grinta dei suoi figlioli e di quanto s’impegnassero per mantenere alto il nome Inuzuka.
#Kushina
Si era recato al tempio del villaggio e suonato tre volte le campanelle dopo aver battuto altrettante volte le mani, prima di esprimere il desiderio che i suoi genitori fossero felici di come il loro unico figlio stesse crescendo e che la madre fosse contenta che non bevesse, non scommettesse e non guardasse le donne oltre alla sua Sakura-chan.
[Auguri, mamme (L)]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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#1: Yoshino.

Si svegliò spossata, sola in casa. Quando i suoi occhi antracite si aprirono videro di sbieco la parete bianca della camera da letto e le lenzuola soffocanti l’avvolgevano in una morsa caldissima. Si voltò sul fianco opposto per affondare la testa nel petto di Shikaku e riprendere a dormire ma, com’era prevedibile, era già uscito di primo mattino con Shikamaru per svolgere qualche massacrante compito per l’Hokage.
Sbadigliò, strattonando le coperte con una sorta di squallido trionfo, e scese le scale con la sua solita eleganza da elefante in cristalleria.
Si massaggiò lentamente le palpebre per annullare le vertigini che il movimento celere le aveva provocato: non era più una ragazzina e non si allenava decentemente da una decina d’anni sebbene il suo fisico fosse ancora invidiabile per una quarantenne. Si stiracchiò con evidente piacere, mugolando qualcosa d’incomprensibile che serviva per accrescere la gioia inqualificabile del gesto.
Fu con sorpresa che si accorse del lieve sentore di mimose e fresie che proveniva dalla cucina. Un sontuoso mazzo di fiori capeggiava sul tavolo di legno ed una biglietto scritto di fretta l’avvertiva che né suo figlio né suo marito sarebbero rientrati presto e che quindi avrebbe dovuto pazientare un po’ per il suo regalo.
Regalo? Era forse il suo compleanno senza che se ne ricordasse?
Scoppiò a ridere vedendo segnato in rosso il giorno del tredici, la seconda domenica di maggio: certo, era la sua festa, la festa delle madri.
Ah, com’era distratta e tonta, pensò passandosi un dito sul bordo umido dell’occhio.

#2: Tsume.

Il ringhio dei cani che tentavano di azzannarsi fra loro la costrinse a lanciare un urlo furioso per farli disperdere. Kuromaru alzò di poco la testa dalle zampe prima di riappoggiarla con uno sbuffo, in un estremo gesto da snob a cui Tsume rispose dandogli un buffetto affettuoso sulla testa pelosa.
Tornò a sdraiarsi sulla sedia scomoda per continuare la noiosa relazione dell’ultima missione svolta mentre si grattava seccata il mento. Sentiva Hana e Kiba darci dentro e sorrise pensando alla grinta dei suoi figlioli e di quanto s’impegnassero per mantenere alto il nome Inuzuka.
 Il cane abbaiò in segno di protesta in modo da farle intendere che anche lui voleva uscire a divertirsi con Akamaru e i tre fratelli Haimaru ma la donna dovette scuotere il capo, afflitta: aveva delle importanti mansioni da svolgere e non poteva permettersi bambinate del genere, specie se la scadenza dei documenti era così vicina.
Scribacchiò un altro paio di frasi prima di sentire dei passi alle sue spalle e si voltò meccanicamente verso dietro. I suoi ragazzi portavano in bilico sulla testa una grossa fetta di torta e un pennello ciascuno.
La invitarono a servirsi del dolce prima di litigare su chi dei due avesse dovuto aiutare la mamma a completare il compito assegnatole da Tsunade baa-chan.
Sorrise prima di dare uno scappellotto ad entrambi e redarguirli sul giusto comportamento e sull’unità di una squadra a cui i due risposero sbuffando e guardandosi astiosamente.

#3: Kushina.

Naruto accese una piccola candelina alla foto dei suoi genitori che la madre di Shikamaru, una loro grande amica, gli aveva generosamente donato.
Per l’occasione aveva un bel completo bianco provvisto di papillon e  aveva preparato un sontuoso pranzo a cui avrebbero preso parte il vecchio ed il nuovo team sette. La mattina si era recato al negozio di Ino per comprare delle rose bianche fresche ed alcune sciocchezzuole da posare sulla loro tomba. Aveva pagato da Ichiraku tre tazze di ramen di cui solo una era stata ingurgitata in tutta fretta. Si era recato al tempio del villaggio e suonato tre volte le campanelle dopo aver battuto altrettante volte le mani, prima di esprimere il desiderio che i suoi genitori fossero felici di come il loro unico figlio stesse crescendo e che la madre fosse contenta che non bevesse, non scommettesse e non guardasse le donne oltre alla sua Sakura-chan.
Dalla piccola istantanea scolorita ravvivata dalla luce tremula della fiamma, i capelli di Kushina sembravano cremisi spento ma gli occhi, nonostante fossero vitrei e sbiaditi, parevano bucare l’obbiettivo e squadrare Naruto dalla testa ai piedi, con quel principio di sorriso che gli faceva sentire il cuore leggero come una piuma e che per lui significava: sì, sono contenta, figlio mio.

L'angolo delle rose bluE:
Tre flashfic per festeggiare le nostre mammine premurose. Scontate? Sì. M'interessa? No.
Ho dovuto scriverle perchè queste sudice cosette mi hanno svegliata alle due e mezza di notte poichè la mia mente malata ha generato queste fic in un sogno. Si puo' essere più patetici di così? xD
Per la prima ho sognato Yoshino che si stiracchiava, per la seconda Kiba e Hana che davano la torta alla mammina e per la terza Naruto al tempio.
Vabbè, sono in fase di rincoglionimento totale, lasciate perdere u.u <3
Kiss,
Ladie.
   
 
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