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Autore: Liquid King    13/05/2012    4 recensioni
Un piccolo villaggio del Kansas... una ragazza bionda e civettuola... un ragazzone moro, muscoloso e indolo delle donne... un ragazzino magro, dalla pelle scura e timido e infine... un fantoccio.
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ecco una storia Horror serie B-Movie, buona lettura!



Un campo di tulipani rossi...

In una cittadina del Kansas, una storia ha inizio. Un ragazzo dalla pelle scura, probabilmente abbronzata... raggiunse a passi veloci un puntino nero che, man mano si avvicinava, si rivelò essere un fantoccio di paglia.

-Ciao, sono arrivato- disse Il ragazzo, circondato da cento, mille tulipani rossi fioriti nel campo; rivolgendosi alla figura muta.

Senza alcuno che gli facesse compagnia, il ragazzo si sedette al fianco del palo che fungeva da colonna vertebrale al fantoccio. Volete sapere com’era lo spaventapasseri? È presto detto: Aveva un cappello stile cowboy in stoffa intrecciata, un sacco di iuta riempito di paglia secca gli componeva la testa. Gli occhi erano due bottoni bianchi cuciti, non aveva il naso e la bocca era dipinta come una smorfia. I vestiti riempiti di varie erbe e fieno lo facevano sembrare una persona vera. Al collo pendeva una fune a mo d’impiccato, come se fosse sopravvissuto a un’esecuzione capitale. Indossava un camiciotto vecchissimo, di colore scuro accompagnato da una giacca nera dimenticata da qualcuno e ora elemento del suo vestiario. Un pantalone marrone tenuto su da una cinta di fune e gli stivali neri completavano la figura dello spaventapasseri. Aveva due guanti bucati e da ogni parte di essi venivano fuori fili di paglia.

Il ragazzo di cui non faccio il nome, perché non è importante, si trattenne per un po’ di tempo con la strana figura del pupazzo e dopo qualche ora egli si allontana. Il pupazzo che come ben sappiamo è un essere inanimato, ebbe una strana reazione anzi particolare: la sua mano si strinse in un pugno.

Lasciamo per un po’ questo evento e spostiamoci di luogo e tempo: le undici e venti di sera, un villaggio texano è luogo di grandi festeggiamenti, quale festività non era importante saperlo. Soffermiamoci su una coppia che danzava in mezzo alla pista da ballo, essi sono: un ragazzo dalla pelle chiara, i capelli scuri, un po’ ribelli, gli occhi neri e fisico prestante; poi una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri e un corpicino grazioso con le forme al posto giusto. Entrambi indossavano abiti agresti, lui un pantalone di stoffa blu con i calzoni rimboccati fino al ginocchio ed era a torso nudo, i suoi muscoli temprati dalla fatica facevano strage di cuori tra le ragazze, ma il giovane aveva occhi solo per la bionda. Lei indossava una salopette e una maglia bianca.

-Bella questa musica, non è vero?- Disse il giovanotto muovendo il bacino al ritmo della musica Country .

-Oh sì! Ballare con te è meraviglioso!- La ragazza aveva in una mano una tazza di liquore forte.

Dopo un po’, per la stanchezza si fermarono per mangiare le torte e dolcetti; presenti a una tavola ottagonale, che faceva da centro alla piazzetta da ballo.

La bionda (leggermente ubriaca) incontrò il ragazzino (nel quale ci siamo imbattuti all’inizio della storia), che stringeva una piccola rosa che aveva intenzione di regalarle, visto che lui era molto innamorato della ragazza.

-Ciao. Vorrei farti questo dono, l’ho coltivata con molta pazienza.- Il ragazzo dalla pelle scura porse la rosa alla ragazza con il cuore speranzoso di essere ricambiato con almeno un sorriso.

-Insomma! Io con te, non ci voglio stare! Sono fidanzata da molto tempo con un giovane più grande e più bello di te! Sparisci dalla mia vista!- La bionda, in evidente stato di ebbrezza aggredì a parole il moro.

Questo non passò inosservato, infatti, numerosi sguardi si poggiarono sulla coppia litigante e già alcune voci si sollevarono con indiscrezione su quei due.

Ma la domanda è: perché la ragazza era così aggressiva con lui? Il moro non era né brutto, né grasso né diversamente abile o roba simile; certo, era un po’ deboluccio di fisico ma non aveva nulla per cui essere respinto dal sesso opposto.

-Ma...- Il ragazzo non ebbe modo di replicare e in un attimo la rosa  gli fu strappata dalle mani e fatta in tanti pezzi dal rivale.

-Hai sentito sfigato? Sparisci!- Il grosso moro (che era sempre a torso nudo) si strinse alla bionda e aggiunse:-Se ci tieni al tuo visetto, non infastidire la mia ragazza!-.

Il ragazzo dalla pelle scura non disse più niente... abbassò il viso sconsolato e si allontanò. Per il resto della serata quel gracile giovane non si fece vedere, molti pensarono che se ne fosse tornato a casa.

Il ragazzino non era un tipo psicolabile, era abituato alle prese in giro dei suoi coetanei e quindi non c’era motivo di preoccuparsi, non avrebbe fatto pazzie.

Quando si fece tardi, tutti i festeggianti si ritirano nelle proprie case, cioè per dirla in questi termini, andarono a dormire con le galline.

Ma per qualcuno era ora di destarsi...

 

La bionda, insieme al giovane aitante erano in procinto di fare la doccia. Un tuono squarciò il cielo... seguito da una pioggia forte e insistente.

-Ah, cosa è stato?- La ragazza dallo spavento fece cadere il recipiente di bagnoschiuma con il quale si sarebbe insaponata.

-Non ti agitare è solo la pioggia.- Il giovane era intento ad accendere alcune lampade a olio.

-Sai? Un po’ mi dispiace di essermi comportata in modo brusco con il ragazzo... voleva solo essere gentile.- Disse con voce un po’ pentita, la bionda.

-Non ci badare domani potrai scusarti con lui, eri mezza ubriaca, non potevi essere consapevole di quello che facevi.- Il ragazzone era seduto sulla poltrona di fronte a un fuoco appena acceso.

-Giusto.- Finì la bionda che già stava prendendo gli asciugamani.

 

Intanto in mezzo a un campo di tulipani rossi... un fantoccio che sembrava dormiente... in un movimento convulso della testa che si alzava, fece fuggire i corvi che si erano poggiati alle sue braccia. La figura inanimata aveva preso improvvisamente vita... si staccò dal palo e cadde con la faccia a terra. Senza provare dolore, si alzò debolmente come un bambino che iniziava a muoversi eretto e s’inchinò con la schiena per prendere il cappello che gli era caduto poco prima della caduta.

Lo spaventapasseri animato si guardò in giro, sotto la luce della luna e s’incamminò attraversando il campo di tulipani rossi, accarezzando con i guanti ogni petalo rosso dei fiori in cui s’imbatteva.

Il fantoccio passò per un sentiero battuto arrivando al paese... non incontrò nessuno, meglio.

Il pupazzo avanzò verso un piccolo capanno degli attrezzi, con pochi colpi forzò la porta e vi entrò. Qualche minuto dopo ne uscì con un’ascia da boscaiolo.

Tuoni e lampi lo accompagneranno al lavoro. Che consiste nel tagliare, che cosa non è importante saperlo.

Passi pesanti si sentirono per la strada, il terreno era molto fangoso tanto da lasciare delle impronte, il fantoccio, con l’attrezzo sulla spalla, puntava a una casa.

Bussò con forza e con intervallo molto lungo tra un colpo e l’altro.

Il moro aprì la porta con cautela e chiese:- Ma chi sei e che vuoi?-.

Voleva sbattergli la porta in faccia ma la mano del fantoccio che spingeva la porta , la fece restare socchiusa.

Nonostante il ragazzone avesse forza sufficiente a uccidere un orso, non riusciva a chiudere la porta.

-Ma che diavolo sei? Vattene!- Il giovane imprecò quasi... non sapeva di vivere una gran brutta storia.

Lo spaventapasseri spinse con più violenza aprendo definitivamente la porta e facendo indietreggiare il ragazzo. Un incubo, nient’altro che un incubo.

Il ragazzo moro, grazie alla luce soffusa delle lampade a olio e a un fulmine appena caduto nelle vicinanze poté vedere finalmente in viso il misterioso visitatore... un cappello texano nascondeva a mala pena un viso reso tetro e terrificante dalla mancanza di veri occhi e senza alcuna smorfia che lo rendesse umano poiché non vi era neanche un accenno di bocca, una vera maschera dell’orrore. 

Le intenzioni del fantoccio si rivelarono subito evidenti... il pupazzo alzò l’ascia, pronto a compiere il lavoro. Il ragazzo si buttò addosso all’assassino e cercò di sopraffarlo ma per quando ci si mettesse d’impegno, fu gettato a terra.

-Merda!- Il ragazzo moro si girò di spalle alla creatura e strisciando cercò di sfuggire alla sua morsa. Un colpo fu vibrato e poi un altro e un altro ancora...

La ragazza bionda si stava togliendo l’asciugamano per immergersi nella vasca ma sentì dei rumori che la fecero sussultare.

-Che è? Sei tu, tesoro?- La ragazza si rimise l’asciugamano per andare vedere che cosa stesse accadendo... attraversò il corridoio fino a quando lo sguardo non le rimase paralizzato: Qualcosa di sferico fu scagliato con violenza contro il muro a qualche metro da lei e quella cosa era la testa mozzata del giovane, gli occhi erano aperti e le pupille rivolte verso l’alto.

-Ah...AAAahhh!- Lei era terrorizzata e niente al mondo l’avrebbe smossa da dove era.

 Passi pesanti penetrarono nelle orecchie della bionda... se non si dava una mossa, avrebbe fatto la stessa fine.

Lei si tirò indietro e si nascose in una zona d’ombra, sperando che la creatura passasse oltre senza vederla.

Il respiro si fece sempre più affannoso e smorzato da singhiozzi di lacrime miste a terrore, per quanto sarebbe continuata questa tensione? Sarebbe uscita viva? Il flusso di pensieri s’interruppe quando i passi si fecero sempre più vicini... il cuore accelerò il ritmo.

-Vattene, ti prego... tornatene da dove sei...- La ragazza si chiuse in una muta preghiera, la creatura avanzò per un po’ per poi prendere la via della camera da letto della ragazza.

La prima cosa sensata che lei avrebbe dovuto fare sarebbe stata quella di uscire via e chiedere aiuto, ma un'altra cosa si fece spazio nella sua mente: Chi l’avrebbe creduta? Nessuno, lei aveva bisogno di prove...

Cercando di soffocare la paura tentò di vedere attraverso la porta socchiusa della camera... ma non vide nessuno. Incoraggiata da questo, aprì completamente la porta e si tuffò nel letto per prendere il cellulare che si trovava sopra di esso e chiamare la polizia.

Povera ingenua, il ragno era riuscito a intrappolare la mosca nella sua tela. Il mostro assassino noto come Spaventapasseri la attendeva dietro la porta. Con un botto fragoroso chiuse la porta alle sue spalle ed era pronto per terminare il lavoro.

Colpi violenti squarciarono il corpo della ragazza e a ogni percossa si apriva un organo; ogni volta che alzava la lama essa, si tingeva di rosso purpureo, come un boscaiolo spaccava la legna così, il fantoccio apriva il corpo ormai senza vita della ragazza.

 

Le nove del mattino, nella stazione di servizio, della strada che portava al Kansas, il gestore accese la tv.

Una voce elettronica provenne dall’apparecchio e una giornalista leggeva le ultime notizie.

 Buongiorno, gentili telespettatori. Oggi apriamo il telegiornale con una notizia inquietante: Una coppia di abitanti di una cittadina del Kansas sono stati ritrovati brutalmente assassinati. Secondo le forze dell’ordine del luogo, l’assassino si trova ancora nel paese e ne sono ancora alla sua ricerca, ma finora l’esito non ha dato molti risultati, un altro fatto strano e inquietante è stato il ritrovamento di un cadavere nel lago del paese il corpo è stato rivenuto alle sette di questa mattina, la scientifica è risalita all’ora del decesso: sicuramente prima del doppio omicidio. Il corpo (facilmente riconoscibile) è di un ragazzo dalla pelle scura e debole di statura. Unica cosa ancora non chiara ma su cui speriamo di avere nuove informazioni è anche il rinvenimento di un fantoccio insanguinato appeso a un palo in mezzo a un campo di tulipani rossi.


Beh, che vi pare? Abbastanza inquietante? O troppo banale? Fatemi sapere attraverso una recensione. Mi farebbe veramente piacere! Ringrazio ai lettori che hanno letto la storia.

   
 
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