Ecco una storia Horror serie B-Movie, buona lettura!
Un
campo di tulipani rossi...
-Ciao,
sono arrivato- disse Il ragazzo, circondato da cento,
mille tulipani rossi fioriti nel campo; rivolgendosi alla figura muta.
Senza
alcuno che gli facesse compagnia, il ragazzo si sedette al
fianco del palo che fungeva da colonna vertebrale al fantoccio. Volete
sapere
com’era lo spaventapasseri? È presto detto: Aveva
un cappello stile cowboy in
stoffa intrecciata, un sacco di iuta riempito di paglia secca gli
componeva la testa.
Gli occhi erano due bottoni bianchi cuciti, non aveva il naso e la
bocca era
dipinta come una smorfia. I vestiti riempiti di varie erbe e fieno lo
facevano sembrare
una persona vera. Al collo pendeva una fune a mo d’impiccato,
come se fosse
sopravvissuto a un’esecuzione capitale. Indossava un
camiciotto vecchissimo, di
colore scuro accompagnato da una giacca nera dimenticata da qualcuno e
ora
elemento del suo vestiario. Un pantalone marrone tenuto su da una cinta
di fune
e gli stivali neri completavano la figura dello spaventapasseri. Aveva
due
guanti bucati e da ogni parte di essi venivano fuori fili di paglia.
Il
ragazzo di cui non faccio il nome, perché non è
importante,
si trattenne per un po’ di tempo con la strana figura del
pupazzo e dopo
qualche ora egli si allontana. Il pupazzo che come ben sappiamo
è un essere
inanimato, ebbe una strana reazione anzi particolare: la sua mano si
strinse in
un pugno.
Lasciamo
per un po’ questo evento e spostiamoci di luogo e
tempo: le undici e venti di sera, un villaggio texano è
luogo di grandi
festeggiamenti, quale festività non era importante saperlo.
Soffermiamoci su
una coppia che danzava in mezzo alla pista da ballo, essi sono: un
ragazzo
dalla pelle chiara, i capelli scuri, un po’ ribelli, gli
occhi neri e fisico
prestante; poi una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri e un
corpicino grazioso con le forme al posto giusto. Entrambi indossavano
abiti
agresti, lui un pantalone di stoffa blu con i calzoni rimboccati fino
al
ginocchio ed era a torso nudo, i suoi muscoli temprati dalla fatica
facevano
strage di cuori tra le ragazze, ma il giovane aveva occhi solo per la
bionda.
Lei indossava una salopette e una maglia bianca.
-Bella
questa musica, non è vero?- Disse il giovanotto muovendo
il bacino al ritmo della musica Country .
-Oh
sì! Ballare con te è meraviglioso!- La ragazza
aveva in una
mano una tazza di liquore forte.
Dopo
un po’, per la stanchezza si fermarono per mangiare le
torte e dolcetti; presenti a una tavola ottagonale, che faceva da
centro alla
piazzetta da ballo.
La
bionda (leggermente ubriaca) incontrò il ragazzino (nel
quale
ci siamo imbattuti all’inizio della storia), che stringeva
una piccola rosa che
aveva intenzione di regalarle, visto che lui era molto innamorato della
ragazza.
-Ciao.
Vorrei farti questo dono, l’ho coltivata con molta
pazienza.- Il ragazzo dalla pelle scura porse la rosa alla ragazza con
il cuore
speranzoso di essere ricambiato con almeno un sorriso.
-Insomma!
Io con te, non ci voglio stare! Sono fidanzata da
molto tempo con un giovane più grande e più bello
di te! Sparisci dalla mia
vista!- La bionda, in evidente stato di ebbrezza aggredì a
parole il moro.
Questo
non passò inosservato, infatti, numerosi sguardi si
poggiarono sulla coppia litigante e già alcune voci si
sollevarono con indiscrezione
su quei due.
Ma
la domanda è: perché la ragazza era
così aggressiva con lui?
Il moro non era né brutto, né grasso
né diversamente abile o roba simile;
certo, era un po’ deboluccio di fisico ma non aveva nulla per
cui essere
respinto dal sesso opposto.
-Ma...-
Il ragazzo non ebbe modo di replicare e in un attimo la
rosa gli fu
strappata dalle mani e fatta
in tanti pezzi dal rivale.
-Hai
sentito sfigato? Sparisci!- Il grosso moro (che era sempre
a torso nudo) si strinse alla bionda e aggiunse:-Se ci tieni al tuo
visetto,
non infastidire la mia ragazza!-.
Il
ragazzo dalla pelle scura non disse più niente...
abbassò il
viso sconsolato e si allontanò. Per il resto della serata
quel gracile giovane
non si fece vedere, molti pensarono che se ne fosse tornato a casa.
Il
ragazzino non era un tipo psicolabile, era abituato alle
prese in giro dei suoi coetanei e quindi non c’era motivo di
preoccuparsi, non
avrebbe fatto pazzie.
Quando
si fece tardi, tutti i festeggianti si ritirano nelle
proprie case, cioè per dirla in questi termini, andarono a
dormire con le
galline.
Ma
per qualcuno era ora di
destarsi...
La
bionda, insieme al giovane aitante erano in procinto di fare
la doccia. Un tuono squarciò il cielo... seguito da una
pioggia forte e insistente.
-Ah,
cosa è stato?- La ragazza dallo spavento fece cadere il
recipiente di bagnoschiuma con il quale si sarebbe insaponata.
-Non
ti agitare è solo la pioggia.- Il giovane era intento ad
accendere alcune lampade a olio.
-Sai?
Un po’ mi dispiace di essermi comportata in modo brusco
con il ragazzo... voleva solo essere gentile.- Disse con voce un
po’ pentita,
la bionda.
-Non
ci badare domani potrai scusarti con lui, eri mezza
ubriaca, non potevi essere consapevole di quello che facevi.- Il
ragazzone era
seduto sulla poltrona di fronte a un fuoco appena acceso.
-Giusto.-
Finì la bionda che già
stava prendendo gli asciugamani.
Intanto
in mezzo a un campo di tulipani rossi... un fantoccio
che sembrava dormiente... in un movimento convulso della testa che si
alzava,
fece fuggire i corvi che si erano poggiati alle sue braccia. La figura
inanimata aveva preso improvvisamente vita... si staccò dal
palo e cadde con la
faccia a terra. Senza provare dolore, si alzò debolmente
come un bambino che
iniziava a muoversi eretto e s’inchinò con la
schiena per prendere il cappello
che gli era caduto poco prima della caduta.
Lo
spaventapasseri animato si guardò in giro, sotto la luce
della luna e s’incamminò attraversando il campo di
tulipani rossi, accarezzando
con i guanti ogni petalo rosso dei fiori in cui s’imbatteva.
Il
fantoccio passò per un sentiero battuto arrivando al
paese...
non incontrò nessuno, meglio.
Il
pupazzo avanzò verso un piccolo capanno degli attrezzi, con
pochi colpi forzò la porta e vi entrò. Qualche
minuto dopo ne uscì con un’ascia
da boscaiolo.
Tuoni
e lampi lo accompagneranno al lavoro. Che consiste nel tagliare,
che cosa non è importante saperlo.
Passi
pesanti si sentirono per la strada, il terreno era molto fangoso
tanto da lasciare delle impronte, il fantoccio, con
l’attrezzo sulla spalla,
puntava a una casa.
Bussò
con forza e con intervallo molto lungo tra un colpo e
l’altro.
Il
moro aprì la porta con cautela e chiese:- Ma chi sei e che
vuoi?-.
Voleva
sbattergli la porta in faccia ma la mano del fantoccio che
spingeva la porta , la fece restare socchiusa.
Nonostante
il ragazzone avesse forza sufficiente a uccidere un
orso, non riusciva a chiudere la porta.
-Ma
che diavolo sei? Vattene!- Il giovane imprecò quasi... non
sapeva di vivere una gran brutta storia.
Lo
spaventapasseri spinse con più violenza aprendo
definitivamente la porta e facendo indietreggiare il ragazzo. Un
incubo,
nient’altro che un incubo.
Il
ragazzo moro, grazie alla luce soffusa delle lampade a olio e
a un fulmine appena caduto nelle vicinanze poté vedere
finalmente in viso il
misterioso visitatore... un cappello texano nascondeva a mala pena un
viso reso
tetro e terrificante dalla mancanza di veri occhi e senza alcuna
smorfia che lo
rendesse umano poiché non vi era neanche un accenno di
bocca, una vera maschera
dell’orrore.
Le
intenzioni del fantoccio si rivelarono subito evidenti... il
pupazzo alzò l’ascia, pronto a compiere il lavoro.
Il ragazzo si buttò addosso
all’assassino e cercò di sopraffarlo ma per quando
ci si mettesse d’impegno, fu
gettato a terra.
-Merda!-
Il ragazzo moro si girò di spalle alla creatura e
strisciando cercò di sfuggire alla sua morsa. Un colpo fu
vibrato e poi un
altro e un altro ancora...
La
ragazza bionda si stava togliendo l’asciugamano per
immergersi nella vasca ma sentì dei rumori che la fecero
sussultare.
-Che
è? Sei tu, tesoro?- La ragazza si rimise
l’asciugamano per
andare vedere che cosa stesse accadendo... attraversò il
corridoio fino a quando
lo sguardo non le rimase paralizzato: Qualcosa di sferico fu scagliato
con
violenza contro il muro a qualche metro da lei e quella cosa era la
testa
mozzata del giovane, gli occhi erano aperti e le pupille rivolte verso
l’alto.
-Ah...AAAahhh!-
Lei era terrorizzata e niente al mondo l’avrebbe
smossa da dove era.
Passi pesanti penetrarono
nelle orecchie della bionda... se non si dava una mossa, avrebbe fatto
la
stessa fine.
Lei
si tirò indietro e si nascose in una zona d’ombra,
sperando
che la creatura passasse oltre senza vederla.
Il
respiro si fece sempre più affannoso e smorzato da
singhiozzi
di lacrime miste a terrore, per quanto sarebbe continuata questa
tensione?
Sarebbe uscita viva? Il flusso di pensieri s’interruppe
quando i passi si
fecero sempre più vicini... il cuore accelerò il
ritmo.
-Vattene,
ti prego... tornatene da dove sei...- La ragazza si
chiuse in una muta preghiera, la creatura avanzò per un
po’ per poi prendere la
via della camera da letto della ragazza.
La
prima cosa sensata che lei avrebbe dovuto fare sarebbe stata
quella di uscire via e chiedere aiuto, ma un'altra cosa si fece spazio
nella
sua mente: Chi l’avrebbe creduta? Nessuno, lei aveva bisogno
di prove...
Cercando
di soffocare la paura tentò di vedere attraverso la
porta socchiusa della camera... ma non vide nessuno. Incoraggiata da
questo,
aprì completamente la porta e si tuffò nel letto
per prendere il cellulare che
si trovava sopra di esso e chiamare la polizia.
Povera
ingenua, il ragno era riuscito a intrappolare la mosca
nella sua tela. Il mostro assassino noto come Spaventapasseri la
attendeva
dietro la porta. Con un botto fragoroso chiuse la porta alle sue spalle
ed era
pronto per terminare il lavoro.
Colpi
violenti squarciarono il
corpo della ragazza e a ogni percossa si apriva un organo; ogni volta
che
alzava la lama essa, si tingeva di rosso purpureo, come un boscaiolo
spaccava
la legna così, il fantoccio apriva il corpo ormai senza vita
della ragazza.
Le
nove del mattino, nella stazione di servizio, della strada
che portava al Kansas, il gestore accese la tv.
Una
voce elettronica provenne dall’apparecchio e una giornalista
leggeva le ultime notizie.
Buongiorno, gentili telespettatori. Oggi apriamo il telegiornale con una notizia inquietante: Una coppia di abitanti di una cittadina del Kansas sono stati ritrovati brutalmente assassinati. Secondo le forze dell’ordine del luogo, l’assassino si trova ancora nel paese e ne sono ancora alla sua ricerca, ma finora l’esito non ha dato molti risultati, un altro fatto strano e inquietante è stato il ritrovamento di un cadavere nel lago del paese il corpo è stato rivenuto alle sette di questa mattina, la scientifica è risalita all’ora del decesso: sicuramente prima del doppio omicidio. Il corpo (facilmente riconoscibile) è di un ragazzo dalla pelle scura e debole di statura. Unica cosa ancora non chiara ma su cui speriamo di avere nuove informazioni è anche il rinvenimento di un fantoccio insanguinato appeso a un palo in mezzo a un campo di tulipani rossi.
Beh, che vi pare?
Abbastanza inquietante? O troppo banale? Fatemi sapere attraverso una
recensione. Mi farebbe veramente piacere! Ringrazio ai lettori che
hanno letto la storia.