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Autore: funkia    03/12/2006    38 recensioni
Sono passati diciassette anni dalla sconfitta di Voldemort.Harry,Ginny, Ron, Hermione e Ashley hanno mandato avanti le loro vite nel migliore dei modi...ma si sa,non c'è mai modo di stccarsi del tutto dal passato,in un modo o nell'altro torna sempre a tormentarti
Genere: Romantico, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scrivania era piena di carte senza un ordine preciso,alcune semplicemente macchiate d’inchiostro,altre coperte da una calligrafia elegante e contrassegnate da firme,altre chiuse da ceralacca

               GOING AHEAD ‘N’ COMING BACK

              

                             1. EVERYDAY LIFE       

 

I'm glad when I'm makin' love to you
I'm glad for the way you make me feel
I love it 'cause you seem to blow my mind
Everytime
I'm glad when we walk you hold my hand
I'm happy that you know how to be a man
I'm glad that you came into my life
I'm so glad                                                                  Jennifer Lopez- I’m glad

 

 

 

La scrivania era piena di carte senza un ordine preciso,alcune semplicemente macchiate d’inchiostro,altre coperte da una calligrafia elegante e contrassegnate da firme,altre ancora chiuse da ceralacca rosso brillante.

 

Delle mani importanti rovistarono tra i fogli spargendoli disordinatamente ai lati del tavolo,urtando gli oggetti che ci stavano sopra e rendendo tutto più caotico.

Un sospiro esasperato e due dita si intrecciarono attorno alla tazza di caffé che aveva macchiato qualche foglio. Un sorso e un altro sospiro.

 

Il ragazzo si lasciò andare sulla sedia passandosi una mano tra i capelli corti e castani,che lo rendevano più adulto di quanto non fosse in realtà.

Si umettò il labbro indeciso e si alzò di nuovo incamminandosi verso il grande corridoio alla sua sinistra.

 

Con passi decisi raggiunse una porta di legno contrassegnata da una targhetta in ottone che risplendeva quasi volesse sottolineare la sua importanza in quel posto. Bussò un po’ incerto e aspettò che la voce lo invitasse ad entrare nella stanza.

 

Quando aprì la porta non poté trattenere l’agitazione e prese a grattarsi la nuca in modo quasi frenetico.

La figura che stava dietro la scrivania teneva la testa china ed era impegnata a scrivere su una grande pergamena raffinata,che il ragazzo riconobbe essere una pratica piuttosto importante. Quando l’uomo finì di scrivere alzò lo sguardo su di lui e la sua espressione seria si aprì un sorriso sereno.

 

“Oh Bonar,problemi?”

 

Il ragazzo si fece prendere dall’ansia e si schiarì la voce più volte prima di iniziare a parlare “Generale…intendevo Signor Generale…Signore,le pratiche che cercava…non le trovo,Signore”

 

Il Generale,che non era altro che un giovane uomo dai tratti solari e dei caldi capelli rossi, sorrise al comportamento della recluta ricordandogli i suoi primi giorni di lavoro.

 

“Non preoccuparti Bonar,non è colpa tua. Ha chiamato mia moglie,le pratiche sono a casa” il Generale alzò gli occhi al cielo sorridendo “Senza quella donna sarei perso”

 

La recluta abbozzò un sorriso e sentì l’adrenalina accumulata lasciare il suo corpo. Non era mai bello essere il nuovo sul posto,ma era contento di avere un capo tanto…umano.

 

Improvvisamente la porta si spalancò rivelando un uomo dai capelli corvini e scintillanti occhi verdi.

 

“Ron,lo sai che oggi…” si fermò di botto quando vide il ragazzo castano stare immobile al centro della stanza “…oh,scusa non sapevo fossi impegnato”

 

L’uomo dai capelli rossi ridacchiò “L’avresti saputo se tu avessi bussato,come fanno tutti i tuoi colleghi,Potter

 

Il moro storse il naso in una smorfia divertita “Questo perché tutti ti considerano il capo qui dentro” si voltò con un sorriso verso il novellino che li guardava confuso e anche un po’ intimorito “Dì un po’ ti pare che abbia l’aspetto di un Generale?”

 

Bonar spostò lo sguardo da Harry a Ron con un certo disagio. Il Generale rise alzandosi dal suo trono e si portò accanto a lui poggiandogli una mano sulla spalla,senza abbandonare il suo sorriso.

 

“Non farti impressionare Bonar. Se Potter si permette di dire certe cose è perché mi conosce da quando ero alto quanto un soldo di cacio,altrimenti l’avrei sbattuto fuori dal mio ufficio a suon di calci in culo

 

Harry rise “Vorrei proprio vederti!”

 

Ron scosse la testa alzando gli occhi al cielo “Che cosa vuoi,comunque?”

 

“Te ne sei dimenticato,non è vero?” sospirò l’altro rassegnato “Devo venire a casa con te,Hermione ha bisogno di certe formule che ha elaborato a lavoro con Ashley. Se sono entrato senza bussare è perché avevo paura che saresti andato senza di me”

 

Il rosso si grattò la nuca “Davvero mi avevi detto che saresti venuto con me?Ma sei sicuro?” Harry alzò gli occhi al cielo e Ron spostò lo sguardo sul ragazzo che continuava a stare immobile al centro della stanza “Bonar,perché non ti unisci a noi?”

 

Il ragazzo sembrò risvegliarsi tutto ad un tratto e spalancò la bocca incertoCo-come signore? ...Signor Generale, intendevo”

 

I due uomini si scambiarono un’occhiata divertita e Ron tornò a rivolgersi a lui “Mi piacerebbe che ti sbrigassi tu di quelle pratiche. Passi a casa mia a prenderle e poi sei libero di andare. Ti inviterei anche a cena ma ultimamente ho già abbastanza bocche da sfamare”

 

Harry rise di gusto “Dì piuttosto che stai mettendo su una scuola!”

 

Bonar aggrottò le sopracciglia e squadrò il Generale da capo a piedi “Lei…lei ha figli Signore?”

 

Ron si spostò dietro la scrivania cominciando a riordinare le ultime cose con un sorrisino stampato sulla faccia “Oh,eccome se ne ho. Ne ho sei:due femmine e quattro maschi”

 

La mascella di Bonar cominciò a crollare velocemente verso terra e i suoi occhi si ingrandirono a dismisura “Sei?Ha veramente sei figli? Mi sta prendendo in giro?” Ron si limitò a scuotere la testa col solito sorrisino “Ma…ma…mi scusi ma quanti…”

 

“Trentacinque” lo interruppe lui senza alzare la testa dalla scrivania “Ho trentacinque anni”

 

Harry cercava di trattenere le risate mentre guardava la faccia del novellino assumere un’espressione sempre più incredula. Aveva allargato così tanto gli occhi da sembrare il fratello di Luna Lovegood.

 

“Ma come si fa ad avere sei bambini a trentacinque anni?!

 

Questa volta Harry scoppiò a ridere facendo arrossire il ragazzo che abbassò lo sguardo repentinamente. Ron gli rivolse un sorriso rassicurante.

 

“Non farci caso,è che tutti reagiscono così la prima volta. E’ la frase che mi sento dire più spesso”

 

Il novellino impallidì “Non intendevo offenderla Gen…Signor Generale”

 

“Non mi hai offeso,Bonar, trovo che la tua sia una domanda più che lecita. Anche io mi sarei sorpreso se,quando avevo la tua età, qualcuno mi avesse detto di avere sei figli a trentacinque anni”

 

Harry rise ancora più forte “Ma non dire stupidate!Tu alla sua età ne avevi già due di bambini!”

 

Ron arrossì e si schiarì la voce “Ad ogni modo,devi pensare Bonar che quando io ero giovane…cioè più giovane di adesso…c’era ancora la guerra. E’ questo ha creato un sacco di confusione tra le famiglie e le giovani coppie. Quando ho sposato mia moglie avevo solo diciotto anni”

 

“Già” riprese il discorso Harry appoggiandosi alla parete “io ne avevo più o meno una ventina quando ho sposato Ginny

 

“E conta che il mio figlio più grande ha diciassette anni. E in poco tempo mi sono ritrovato con altri cinque figli,un cane,un gatto e tre gufi”

 

Harry aggrottò la fronte “Io ancora non capisco di cosa ve ne facciate di tre gufi”

 

Ron assunse un’espressione stanca “Parli bene tu,i tuoi figli non sono ancora in piena adolescenza!”

 

Bonar li guardò un po’ e si grattò la nuca imbarazzato “Credete che sia grave a vent’anni non avere uno straccio di ragazza? Tornare a casa ed essere solo,stare in silenzio e mangiare solo pizza davanti alla tv”

 

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo e sospirarono “Bei tempi quelli!”

 

                                                                                     *

 

Hermione si era posizionata in cucina davanti alla finestra. Le piaceva cucinare in quell’angolo, poteva sentire i suoi figli urlare e divertirsi e controllare che tutto andasse bene. Le infondeva una tranquillità, quella sensazione di essere a casa, che nessun’altro posto poteva darle.

 

Sentì improvvisamente un rumore sordo e si bloccò un attimo tendendo un orecchio. Quando sentì le voci di due dei suoi bambini cominciare a litigare sorrise e riprese a sminuzzare il prezzemolo.

 

Sobbalzò quando sentì qualcosa di peloso sfiorarle le gambe,ma si accorse che era solo il loro vecchio cane dal folto pelo rosso e il muso più dolce che un cucciolo potesse avere.

 

Hermione gli sorrise “No Panfolo, ancora non c’è niente da mangiare”

 

Il cane la guardò un po’ e si mise seduto al suo fianco. Ad un certo punto si rialzò e abbaiò un paio di volte.

Automaticamente Hermione alzò la testa verso la finestra e lasciò stare tutto quello che stava facendo per correre fuori.

 

Stava quasi per varcare la soglia di casa quando si accorse di indossare le sue pantofole preferite,le tolse in fretta e cominciò a correre per il prato umido,scalza e sorridente.

Con un balzo si aggrappò a Ron legando le gambe dietro la sua schiena e attaccandosi bisognosa alle sue labbra.

 

Ron,che non l’aveva vista, rimase un attimo sorpreso ma la strinse forte a sé lasciando che approfondisse il bacio.

 

“Mi sei mancato” disse lei sussurrando dolcemente contro le sue labbra,senza accennare a volersi staccare da lui

 

Ron rise “Amore,abbiamo ospiti”

 

La giovane donna si staccò subito da lui e si guardò intorno fino a che non vide il ragazzo che imbarazzato si era rifugiato alle spalle di Harry. Tornò a posare i piedi a terra e con lieve imbarazzo gli tese la mano.

 

“Salve,io sono Hermione Weasley, la moglie di Ron. Scusami per il mio comportamento ma Ron ha la bruttissima abitudine di non avvisare mai quando porta gente a casa”

 

Ron arrossì leggermente e il ragazzo rise “Piacere di conoscerla,signora. Ha veramente una casa meravigliosa!”

 

Hermione si scambiò uno sguardo divertito col marito “Ma se non sei ancora entrato”

 

Bonar arrossì così tanto che rischiava di andare al fuoco “Sì,ma…insomma in confronto a casa mia è una villa!Quanti piani ha?due?”

 

“Tre,ma il terzo è solo la camera di James e il balcone”

 

Il gruppetto si incamminò verso casa e Hermione si offrì per prendere il giaccone di Bonar. Il ragazzo si stupì di quanto rumore ci fosse in quella casa,ma dopotutto, pensò, con sei figli era inevitabile. E quel trambusto non era fastidioso, ma allegro e solare.

 

Harry si accomodò sul divano con un sorriso e fece cenno al novellino di sedersi al suo fianco. Con un altro cenno della testa gli indicò Ron che aveva assunto un’espressione stanca,mentre la moglie lo rassicurava con un bacio sulla tempia. Bonar continuava a non capire.

 

“Ragazzi,papà è a casa!”

 

Improvvisamente ci fu il silenzio e poi, come se fosse stata la quiete prima della tempesta, il trambusto raddoppiò seguito da passi veloci che scendevano le scale.

In un secondo Ron si ritrovò davanti una mandria di teste rosse che urlavano per farsi capire. Ron sospirò esasperato.

 

“Basta!Mettetevi in fila!In fila!”

 

I ragazzi si calmarono formando una fila indiana dal più grande al più piccolo, tutti straordinariamente rossi. Bonar li fissava sbalordito.

 

“James”

 

“Papà,posso avere venti falci?”

 

Ron lo guardò un po’ con aria stanca “James,te ne ho date trenta l’altro ieri!”

 

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli color fiamma che ricadevano sugli occhi “Lo so,ma dovevo portare fuori una ragazza!Dovevo fare buona impressione!”

 

E adesso a che ti servono?”

 

James scosse le spalle semplicemente “Per un’altra ragazza”

 

Ron sospirò rassegnato e sfilò venti falci dal portafoglio porgendole al figlio che si volatilizzò non appena ebbe il denaro in mano. Alzò gli occhi per incontrare lo stesso azzurro nella sua secondogenita.

 

Papino,domani sera Kelly fa una festa a casa sua,saremo solo pochi amici. Posso andarci?”

 

Ron inarcò un sopracciglio “Sei sicura che non girino alcolici a questa festa?”

 

“Sicurissima!”

 

Alex, spero che tu non mi stia dicendo bugie. E ti voglio a casa per le undici e mezzo!”

 

La ragazza lo guardò come se fosse pazzo “Ma papà…”

 

“Niente ma!”

 

Alex si imbronciò per un attimo ma decise che sarebbe stato meglio non replicare. In fondo alla festa ci sarebbe andata. Nel lasciare la stanza passò davanti a Bonar e gli rivolse un sorriso giocherellando con una ciocca di capelli rossa come il fuoco.

 

Ron alzò gli occhi al cielo e si focalizzò sul ragazzo che gli stava adesso di fronte.

 

Micheal

 

Il ragazzo,che non aveva più di tredici anni, tornò ad urlare emozionato come aveva fatto quando era entrato “Ieri io e Matt siamo andati a Diagon Alley e sai cosa c’era? La nuova Nimbus 3000! Dovresti vederla,papà, va come le schegge!Nessuna scopa è più veloce di quella!E’ la migliore in circolazione!”

 

Ron fece una smorfia sarcastica “Fammi indovinare…vuoi che te la compri?”

 

Micheal si infervorò ancora di più “Papà,tu non capisci!Io devo avere quella scopa! E’ la cosa più stramegagalattica che ci sia! Con quella scopa vinceremo il campionato senza sforzo!E anche Matt la comprerà!”

 

Harry, che se n’era rimasto con un sorrisino seduto accanto a Bonar, si alzò in piedi con aria incredula “No,no,no aspetta un attimo!Questo è tutto da vedere!Non comprerò un’altra scopa a Matt, ha già la sua e funziona d’incanto!”

 

Micheal fece un verso di delusione e si voltò supplichevole verso il padre che scosse la testa “Hai sentito lo zio,no? Avete già delle ottime scope,non hai bisogno di un’altra. Adesso fila di sopra a fare i compiti!Manca una settimana all’inizio della scuola e non ti ho mai visto con un libro in mano per tutta l’estate!”

 

Il ragazzino sbuffò e il fratello più piccolo gli diede uno spintone per farsi avanti. Teneva in mano un cacciavite ed  era tutto sporco d’olio. I capelli da rossi erano diventati color mattone sporco. Ron lo guardò dalla testa ai piedi.

 

E tu cos’hai combinato?”

 

Il ragazzino,con degli scintillanti occhi scuri, si pulì il viso con una manica “Ho cercato di smontare il motore di una macchina” disse semplicemente “Senti,posso andare dal nonno domani?”

 

Ron si scambiò uno sguardo confuso con Hermione che gli sorrise dolcemente “Dal nonno?!Da quando in qua hai così tanta voglia di andare dal nonno?”

 

Il piccolo fece un sorriso “Da quando ha un computer! Ha detto che possiamo smontarlo insieme se ho voglia”

 

Ron sospirò “Simon,non puoi smontare tutto ciò che ti capita a tiro. Quella roba costa tantissimo, mi va bene finché smonti vecchie radio ma non voglio che smonti niente che abbia molto valore”

 

Simon parve pensarci un po’ su e poi si aprì in altro sorriso “Allora puoi comprarmi un’altra radio?”

 

“Simon…”

 

“Una piccola!”

 

“Vedremo cosa possiamo fare” il ragazzino abbracciò forte il padre e uscì di casa,probabilmente per finire di smontare il motore della macchina.

Ron sospirò pesantemente e si passò una mano sugli occhi. Stava quasi per voltarsi e rilassarsi sul divano quando notò una massa di capelli ricci e rossi che teneva per mano l’ultimo dei suoi figli.

 

“Ciao papino!” lo saluto la bimbetta con un sorriso

 

Ron si sciolse in uno sguardo dolce “E voi due,cosa dovete dirmi?”

 

La bimbetta guidò in avanti il fratellino che con passi incerti porse un foglio a Ron. Lui lo prese e lo guardò abbozzando un sorriso. Sul foglio c’era una sfilza di omini più o meno stilizzati con i capelli rossi,e solo uno con dei gonfi capelli castani.

 

“Lo abbiamo fatto per te! Ben ha disegnato la mamma!”

 

Ron si voltò verso i due uomini seduti sul divano con un sorriso “Dio quanto mi piacciono i bambini quando sono ancora piccoli!”

 

Intanto la bimbetta si era avvicinata a Bonar e lo studiava seria. Improvvisamente si aprì in un sorrisone e gli tese la mano con una naturalezza disarmante.

 

“Ciao,io mi chiamo Thea. Anche se il mio nome vero è Althea,come quella della mitologia, la conosci? Mamma mi ha chiamato così perché non voleva essere l’unica in famiglia ad avere un nome mitologico,ma a me il mio nome non piace mica tanto,sai? Così tutti mi chiamano Thea. Mamma non è molto contenta,ma alla fine si è dovuta arrendere a chiamarmi così,anche perché papino la chiama con un nomignolo pure a lei. Lo sai cos’è un nomignolo,vero? Tipo un soprannome. E tu come ti chiami?”

 

Il ragazzo rimase a bocca aperta a fissare quel piccolo scricciolo che non aveva respirato per tutto il tempo che aveva parlato “Jo-Jonathan

 

Thea fece un altro sorrisone solare e allegro “Piacere Jo-Jonathan,adesso vado a leggere un libro.Ciao

 

Bonar la seguì incredulo con lo sguardo. Hermione rise e gli porse le pratiche di cui aveva bisogno “Oh,non farci caso. Thea ha una parlantina disumana”

 

“Già,chissà da chi ha preso” disse sarcastico Harry “Comunque,io devo andare a casa. Ginny mi aspetta,ha chiamato prima e ha detto che abbiamo un allarme rosso”

 

“Oh” disse Hermione dispiaciuta “Matt o Sarah?”

 

Harry rilasciò un sospiro “Sarah” assunse un aria sconfitta e si passò una mano sulla faccia “Avrei preferito mille volte fosse stato Matt ad avere problemi. Lui è un maschio,so come prenderlo,mentre con Sarah…”

 

Ron si avvicinò e gli batté una rassicurante pacca sulle spalle “Tirati su vecchio mio,pensa che una delle mie figlie femmine ha sedici anni. A quell’età, maschi o femmine che siano, sono distruttivi per un genitore”

 

Harry annuì e si avviò verso la porta. Bonar si alzò di scatto e lo seguì “Credo che andrò anche io. Devo finire queste pratiche e ho…”

 

“…una pizza che ti aspetta” finì Ron per lui

 

Il ragazzo arrossì ma sorrise “Già. Allora arrivederci signora Weasley è stato un vero piacere. Gencioè Signor Generale”

 

Il ragazzo era già partito alla volta della porta quando la voce di Ron lo richiamò

 

Bonar?”

 

“Sì,Signor Generale?”

 

Ron si aprì in un sorriso “Cerca di rilassarti,non ho mai mangiato nessuno. Non fa nessuna differenza se mi chiami solo Signore o solo Generale

 

Il ragazzo annuì e Harry salutò tutti prima di chiudersi dietro la porta. Da dietro ad un angolo spuntò Alex che cominciò a sbirciare alla finestra tutta interessata.

Hermione la guardò un attimo con un sorriso e scosse la testa prima di rilassarsi sul divano accanto al marito.

 

“Papà, quel tizio lavora con te?”

 

Ron abbandonò la testa sul divano mentre la figlia continuava a sbirciare alla finestra con un sorrisetto sulle labbra “Sì,è la nuova recluta”

 

“Quindi è giovane?” chiese ancora lei senza staccare lo sguardo dal vetro

 

“Sì,è giovane”

 

“Davvero? E quanti anni ha?”

 

Ron alzò di scatto la testa facendosi male al collo,la scrutò per un attimo e rispose cupamente “E’ troppo grande per te!”

 

Alex si voltò verso di lui distogliendo per la prima volta lo sguardo dalla finestra “Cosa? Non avrà più di vent’anni!”

 

“E tu ne hai sedici,devi ancora finire la scuola e hai tutto il tempo del mondo per trovare un ragazzo della tua età!Ma cos’è, hai paura di rimanere zitella?”

 

Alex lo guardò furiosa “No!Ma il fatto che tu abbia avuto la tua prima relazione seria con mamma a diciotto anni suonati non significa che debba fare altrettanto!”

 

Ron si alzò in piedi di scatto alzando la voce “Io non ho avuta la mia prima  relazione con…” si bloccò di scatto lanciando un’occhiata ad Hermione che aveva distolto lo sguardo facendo finta di non aver sentito “E nessuno ti sta impedendo di avere le tue storie,quello che gradirei è che ti concentrassi sulla scuola prima!I tuoi voti l’altro anno erano così bassi…”

 

“Neanche tu eri una cima a scuola!”

 

“Sì,ma non perché mi distraessi con le ragazze!Ero solo stupido!”

 

A quanto pare non sei cambiato molto!”

 

Hermione si portò una mano davanti alla bocca e si alzò in piedi accanto al marito. Ron era rimasto di sasso,di tutto si sarebbe aspettato ma non questo. Rimase a bocca aperta a fissare Alex che si mordeva furiosamente il labbro.

 

Hermione fece un passo avanti “Tu puoi scordarti quella festa domani sera,signorina!”

 

Alex spalancò la bocca “Ma…ma…ma mamma!”

 

“Lasciala andare”

 

La voce di Ron fece voltare di scatto le due ragazze che lo fissarono stupite. Ron aveva lo sguardo sconfitto e Hermione avrebbe tanto voluto abbracciarlo e rassicurarlo che andava tutto bene.

 

“Vuoi andare alla festa? Vacci. Io me ne tiro fuori questa volta. A cosa ti serve il mio consenso Alex? A cosa può servire il consenso di uno stupido? Perché è questo quello che pensi di me,non è vero?” la ragazza rimase in silenzio “Vai alla festa e divertiti. Se ti succede qualcosa stavolta non contare su di me”

 

Ron lasciò la stanza sotto lo sguardo incredulo dei presenti, il resto dei figli che aveva sentito le urla si era appostata sulle scale, e Alex e Hermione rimasero l’una di fronte all’altra in silenzio senza sapere cosa dire.

 

Micheal si alzò dalle scale e scosse la testa “E poi c’è davvero chi pensa che siamo una grande famiglia felice!”

 

                                                                                 *

 

Harry arrivò nella sua piccola casa stanco e annoiato. Non vedeva l’ora di tornare a casa da una noiosissima giornata di lavoro,ma da quando Ginny l’aveva chiamato non aveva più avuto questa grandissima voglia.

 

Harry Potter aveva due figli,un maschio e una femmina. Matt e Sarah. Con Matt,il maggiore, era tutto più facile essendo un maschio riusciva a capirlo meglio e sapeva come prenderlo. Avendo poi la stessa età di Micheal non aveva avuto problemi a crearsi un gruppo di amici insieme al cugino.

 

Sarah era il suo vero problema. Dio solo sa quanto Harry adorasse quella bambina dai scintillanti occhi verdi come i suoi. Così fragile e timida,così calma e posata. Ma Sarah non era brava a fare amicizia,stava spesso a casa da sola e Harry si disperava perché non sapeva mai come parlarle, come starle vicino, come farla felice.

 

Appena entrato nell’ingresso trovò Ginny ad aspettarlo con un sorriso. Si avvicinò a lei e la baciò dolcemente sulle labbra.

 

“Ciao amore”

 

“Ciao,com’è andata a lavoro?” chiese premurosa lei facendogli un massaggio sulle tempie

 

Harry chiuse gli occhi per rilassarsi “Il solito. Niente di niente. Comincio a preferire quei momenti pieni di Mangiamorte,sai?”

 

Ginny rise leggero e fece scivolare le mani sul suo viso accarezzando quella barba incolta sul suo viso. Harry sospirò “Sarah?”

 

“E’ di sopra,nella sua camera”

 

Harry annuì e facendosi forza cominciò a salire le scale. Rimase quasi un minuto e mezzo a fissare quella porta rosa pallido prima di decidersi a bussare.

Sarah se ne stava seduta sul letto a guardare fuori dalla finestra, si voltò un attimo quando lo sentì entrare e mormorò un debole ‘ciao papà’ prima di voltarsi nuovamente.

 

Harry si sedette accanto a lei “Tutto bene,cucciola?”

 

Sarah scosse la testa.

 

“Ne possiamo parlare?”

 

Sarah annuì.  

 

Harry si trovò un po’ spiazzato e a dover pensare velocemente da dove cominciare “Potresti cominciare a dirmi qual è il problema”

 

“Non voglio andare ad Hogwarts

 

Harry si voltò verso di lei di scatto pensando di non aver sentito bene,ma da come la ragazza cercava di nascondersi dietro ai suoi capelli d’ebano non ebbe più dubbi.

 

“Tesoro,cosa…cosa vuol dire che non ci vuoi andare? Tu ci devi andare,è una scuola e ti serve per imparare. Non puoi fare magie senza quella scuola e tu sei una strega”

 

Sarah si voltò triste verso di lui “Allora…posso andare in un’altra scuola,papà?”

 

Lui la guardò sconvolto e cercò di trattenere il tono della voce da strozzato a normale “Perché non vuoi andare ad Hogwarts? Ci sono stato io,c’è stata tua madre, tutti i tuoi parenti…”

 

“Appunto” disse semplicemente lei

 

Harry la guardò spiazzato senza capire “Come?”

 

La ragazzina si morse un labbro e abbassò lo sguardo parlando con un fil di voce “Non ci voglio andare ad Hogwarts perché ci sei già andato tu. Tu e Matt. La gente non vuole stare con me perché sono la figlia di Potter’ o se ci vuole stare è perché spera di conoscerti”

 

Il padre la guardò sorpreso “E’ per questo che stai sempre da sola?” i pezzi del puzzle si stavano riunendo in un filo logico adesso.

 

Sarah annuì “Non voglio andare in quella scuola ed essere solo ‘la figlia di Potter’ o ‘ la sorella di Potter’. Io…io sono Sarah,solo Sarah. E non affronterò mai un Ungaro Spinato solo perché il mio cognome è come il tuo”

 

Ad Harry scappò una risatina e le guance di Sarah si tinsero di un rosato leggero “Pensi che sia una sciocca a pensare questo?”

 

“No,tesoro. Penso che tu sia estremamente intelligente a pensare questo e credimi quando dico che ti capisco. Quando scoprii di essere un Mago avevo undici anni e tutto il mondo magico conosceva il mio nome,tutti parlavano di me senza nemmeno conoscermi. Come credi che mi sia sentito?”

 

“Una merda” disse Sarah storcendo il naso

 

Harry rise “Esattamente,una merda. Ma non dire a tua madre che ti ho detto questa parola. Però, Sarah, io sono andato ad Hogwarts e ho incontrato delle persone che non mi hanno giudicato per il mio nome, delle persone che mi hanno visto solo come Harry”

 

“Stai dicendo che devo conquistarmi il nome Sarah?”

 

Il moro sorrise schioccandole un bacio sulla fronte “Lo sapevo che il mio amore era intelligente. Almeno quanto sua zia!”

 

Sarah rise e lo abbracciò forte “Non posso essere intelligente quanto lei,zia Hermione è un genio!”

 

“Pensa a come si sente zio Ron a suo confronto!”

 

Sarah rise forte lasciandosi andare tra le braccia del padre. Harry sorrise guardando il sorriso della sua bambina,il sorriso che finalmente aveva trovato e sperava non l’avrebbe più lasciato.

 

“Papà?”

 

Cosa c’è tesoro?”

 

“Ti voglio bene”

 

                                                                           *

 

Intanto al piano di sotto di quella stessa casa Ginny si era sistemata sul divano a leggere un bel libro. Sapeva che sarebbe stato meglio lasciare padre e figlia da soli per un po’, Harry sapeva sempre come coccolare Sarah.

 

Improvvisamente la porta d’entrata si spalancò facendo sobbalzare Ginny. Ne entrò un ragazzo alto,con dei scintillanti occhi scuri e i capelli tutti arruffati dello stesso colore. Era completamente ricoperto di fango ed era difficile dire di che tonalità fosse la sua pelle.

 

Ginny balzò in piedi appena lo vide e gli si avvicinò sbalordita “Ma come diavolo hai fatto a conciarti così?”

 

Matt si limitò a scrollare le spalle in un gesto quasi impercettibile da quanto il fango gli si era attaccato addosso “Nulla ma’ ho solo giocato a Quidditch

 

Ginny lo guardò orripilata dalla testa ai piedi “Ma dove sei andato a giocare? In una sabbia mobile?”

 

Matt storse il naso e il campanello suonò. Entrambi si girarono impulsivamente verso la porta e Ginny si mosse automaticamente per aprire ma Matt la superò in due passi.

 

“Vado io, tanto sarà sicuramente Josh che ha dimen…”

 

Ma quando Matt aveva aperto la porta non aveva trovato Josh. Davanti a lui c’era una ragazza dai lineamenti quasi adulti con dei liscissimi capelli biondi e occhi azzurri. Matt la squadrò da capo a piedi a bocca aperta e con gli occhi sgranati e fu solo capace di dire con un filo di voce…

 

“Per la miseria!”

 

La ragazza sorrise spigliatamente “Ciao Matt

 

Matt la guardò stranito per un attimo e si voltò per vedere se stesse parlando con qualcuno alle sue spalle,la ragazza rise forte ripetendo “Ciao Matt

 

“Scusa,ci conosciamo?”

 

La ragazza lo guardò divertita “Andiamo non fare il cretino! Sono May! Hai presente la figlia di Nathan e Daisy,quella ragazza bionda con gli occhi azzurri che conosci più o meno da quando sei nato?”

 

Matt spalancò la bocca ancora di più e tornò a squadrare ogni centimetro della sua figura come a volerle fare una radiografia “Miseriaccia,ma che ti è successo? Sono solo tre mesi che non ti vedo e tu torni…così?”

 

May aggrottò le sopracciglia “Così come? E comunque quello a cui è successo qualcosa qui sei tu! Sei ricoperto di fango!”

 

Si dette una rapida occhiata “Oh” disse “E’ vero”

 

Lei lo guardò preoccupata “Sei sicuro di sentirti bene?”

 

Matt annuì freneticamente e May ridacchiò “Puoi dire ai tuoi che papà ci porta a Diagon Alley sabato? Sarebbe carino se ci ritrovassimo là tutti insieme!”

 

“Certo! Certo che sarebbe carino! Carinissimo!”

 

La ragazza si avvicinò a lui facendo mulinare i lunghi capelli biondi e gli stampò un bacio sulla guancia “E’ stato un piacere rivederti Matt

 

Matt la guardò scomparire dietro l’angolo della strada con un sorriso da ebete stampato sulla faccia “Oh,il piacere è stato tutto mio!”

 

                                                                         *

 

Una ragazza dai lunghi capelli neri scese le scale con addosso solo una camicia,stropicciandosi furiosamente gli occhi. Era stata svegliata dal dolce profumo della colazione e aveva indossato la prima cosa che gli era capitata a tiro per scendere.

 

Hai fornelli un ragazzo dai capelli castani,che gli arrivavano fino alla nuca, cucinava nella quiete della mattina canticchiando una canzoncina allegra.

Lei sorrise e si avvicinò facendolo voltare con il rumore dei suoi passi.

 

“Ciao Ashley!” disse lui con un sorriso,abbassò lo sguardo alla sua camicia “Quella non è di certo tua”

 

La ragazza sorrise e gli stampò un bacio su una guancia “Buongiorno amore” si prese una tazza di caffé e si sedette al tavolo “Lo so,l’ho trovata ieri sulla sedia. Devo averla tirata fuori per sbaglio”

 

Lui ridacchiò mentre serviva la colazione in tavola “Immagino come sarà contento papà di come tratti la sua roba: abbandonata sulle sedie!”

 

Ashley sorrise e lo guardò seguendo come incantata ogni suo movimento, ma quello che più adorava fare era fissarlo in quei bellissimi occhi blu che di certo non aveva preso da lei. Lui ricambiò il suo sguardo e fece una smorfia.

 

“Vuoi smetterla di fissarmi a quel modo?”

 

Ashley abbozzò una risata “Scusa Dean. Stavo solo guardando quanto sei cresciuto”

 

Il ragazzo roteò gli occhi annoiato “Mamma,non ricominciare”

 

Lei lo guardò un attimo e i suoi occhi si riempirono di lacrime nonostante continuasse a tenere un sorriso sulle labbra. Le asciugò in fretta e si alzò mettendogli le mani sulle spalle “Oh,sta zitto e lasciami fare la mamma ogni tanto! Eri un fagottino così piccolo e guardati adesso: sei più alto di me!”

 

“Questo perché sei una nanetta” ridacchiò lui cercando di alzarsi ancora di più gonfiando il petto e assumendo una posizione imponente.

 

Lei lo guardò male e gli rifilò un pugno sul braccio e, nonostante non avesse sentito il minimo dolore, lui si piegò in due fingendo di essersi ferito mortalmente.

Ashley alzò gli occhi al cielo con un sorrisino.

 

Dean la seguì in salotto e si sedette sul divano a fianco a lei, che aveva cominciato a leggere una rivista, iniziando a studiarne il profilo. Rimasero un po’ in silenzio in quella posizione finché Ashley non chiuse il giornale e lo guardò annoiata.

 

Cosa vuoi?”

 

Dean fece un breve sorriso e tornò a guardarla “Stavo solo pensando che a guardarti così sembri così…”

 

Ashley inarcò un sopracciglio “Così?”

 

“Così sola”

 

Ashley roteò gli occhi e sbuffò,si alzò dal divano per sfuggire alle grinfie del figlio che continuava imperterrito questo discorso da anni “Non voglio sentire un’altra parola”

 

Dean la seguì in fretta cercando di risultare casuale “Ma non c’era quel tipo…quel Robert

 

“Sì,quel Robert che ho scoperto essere amico di Fred e George e che ti ha casualmente conosciuto e ti trovava delizioso” disse con una vocina stridula ed eccitata

 

Dean la guardò un po’ deluso “Non era così male…”

 

Dean,la devi smettere di cercarmi dei ragazzi!Non mi interessa,d’accordo?Non riesco a capire davvero perché ti impegni tanto a cercarmi un fidanzato”

 

Perché sei sola” disse lui timidamente

 

“Io non sono sola!Io ho te,Dean!E sei così tanto per me che non ho bisogno di un altro uomo nella mia vita!”

 

Il ragazzo sbuffò impercettibilmente e spostò i capelli che troppo lunghi gli ricadevano sugli occhi “La verità è che nessuno è come papà e che io sono quello che più ci si può avvicinare,non è vero Ashley?”

 

Lei sgranò gli occhi e si sentì mancare il fiato. Abbandonò le mani lungo i fianchi e abbassò la testa come fanno i bambini piccoli che sono stati scoperti a fare una marachella.

 

“Credi che sia una cosa stupida?”

 

Dean la guardò serio “No,credo che sia autodistruttivo”

 

Lei tornò a guardarlo negli occhi “Non sono ancora pronta”

 

“Sono passati sedici anni!” la guardò incredulo

 

Dean

 

Ashley!”

 

Rimasero a fissarsi per un lunghissimo istante e quando Ashley si mosse,Dean allargò automaticamente le braccia perché sapeva come sarebbe finita.

Ashley lo strinse forte a sé appoggiando la testa sulla sua spalla e accarezzandogli dolcemente i capelli in un gesto protettivo. Dopo un po’ scoppiarono entrambi a ridere come due idioti.

 

“Ci manca solo la pizza e poi possiamo fare concorrenza a Lorelai e Rory Gilmore

 

“Quella televisione ci ha rovinato!Maledetto aggeggio Babbano!”

 

“Forse dovrei smettere di fare l’amica,e fare solo la mamma”

 

“Forse dovrei smetterla di chiamarti Ashley,e chiamarti mamma”

 

Ci fu un altro momento di silenzio in cui entrambi rimasero a riflettere.

 

“Non ci riusciremo mai,eh?”

 

“No,direi proprio di no”

 

                                                                                  *

 

Hermione percorse tutto il corridoio del secondo piano con un enorme cesto di panni in braccio. Scansò in fretta Simon che rincorreva Thea per farle il solletico e continuò il suo tragitto con un sorriso sulle labbra,fino a quando non arrivo davanti alla porta della loro camera da letto. Chiusa.

 

Hermione guardò la porta piena di amarezza e lasciò il cesto dei panni per entrare nella stanza.

 

Ron se ne stava seduto sul letto nella penombra. Il capo chino e le mani chiuse attorno a un giocattolo di Ben e un’espressione veramente poco felice.

 

Hermione si avvicinò a lui e si sedette al suo fianco posandogli un leggero bacio sulla tempia. Lui non si mosse e non diede segno di averla sentita,nemmeno quando lei intrecciò la mano nella sua. Abbassò la testa ancora di più,e a Hermione sembrò tanto di essere tornata indietro nel tempo quando a scuola Ron veniva umiliato per le sue origini e per la sua goffaggine.

 

“Lo sai anche tu che non lo pensa davvero”

 

Ron espirò appena e si voltò lentamente a guardarla. A guardare sua moglie,che nonostante tutti questi anni gli era sempre rimasta accanto “Forse,ma questo non cancella quello che è successo”

 

Hermione si alzò e si risistemò meglio sulle sue gambe,prendendo il viso di Ron tra le mani e baciandolo leggero sulle labbra. Ron, come se non avesse aspettato altro fin da quando era entrata, si impossessò delle sue labbra togliendole dolcemente il respiro. La portò giù con sé non accennando a voler terminare quello che aveva appena cominciato.

 

Hermione si staccò dalle sue labbra e gli scansò i capelli dal viso “Ron, lo sai che non sei più un ragazzino ora,vero? Sei un uomo. Un uomo che ha saputo farsi un nome,una carriera e una famiglia e non ha fallito in niente”

 

Ron fece un’espressione tra l’amaro e il sarcastico “Davvero?A me sembrava piuttosto il contrario”

 

“Dico davvero,Ron”

 

Ron evitò il suo sguardo “Non mi sembra di aver fatto niente di eccezionale nella mia vita”

 

“Stai scherzando?!” chiese lei incredula “Di certo non l’ho giocata io una partita a scacchi giganti per salvare Harry Potter!E non farmi elencare tutto quello che hai fatto in sette anni di scuola perché ci metterei tutta il giorno!E adesso Ron: sei un Generale!”

 

“Se sono un Generale adesso è tutta fortuna e lo sai anche tu!” disse alzando la voce

 

Hermione lo guardò dura alzando anche lei la voce “Se ti sentisse Ferguson ti prenderebbe a schiaffi!”

 

“Ma cos’è,stai cercando di litigare con me?”

 

“No!Sto cercando di farti ragionare!”

 

“Oh,certo. Devi farmi ragionare perché sono così stupido che non riesco a farlo da solo!”

 

“Ti sto facendo ragionare perché ti amo e non sopporto di vederti così!”

 

Questa volta Ron si era calmato improvvisamente ed era rimasto a fissarla mentre lei solo col suo sguardo sembrava dirgli quanto lo amasse e quanto desiderasse stare con lui per sempre. Le passò una mano sulle spalle e la fece distendere sul suo ampio petto,sul quale lei si accoccolò.

 

“Ti senti così inutile che non ti accorgi neanche di quante cose belle hai fatto. E le hai fatte con le tue mani, Ron,è tutto merito tuo”

 

Lui le posò un bacio sulla testa “Aiutami a vederle amore, perché io davvero non ci riesco”

 

Hermione sorrise “Pensa che a sei di loro posso persino dare un nome e un cognome” fece una piccola pausa come se dovesse pensare a come impostare il suo discorso “Loro ti adorano Ron, sei il padre più bravo che possano desiderare, li capisci, li aiuti, li stimi e li fai sentire importanti. E soprattutto dai loro tutto l’amore di cui hanno bisogno”

 

“Faccio solo quello che dovrebbe fare un padre”

 

Lei sorrise di nuovo “Esattamente”

 

Lui aggrottò la fronte “Non capisco”

 

“E’ questo che fai di meraviglioso, Ron. Sei un padre. Fai quello che un buon padre dovrebbe fare. Semplicemente e straordinariamente”

 

Ron sorrise e la strinse forte a sé perdendosi nel dolce profumo dei suoi capelli,che ricadevano disordinatamente sul suo petto. Qualcuno bussò alla porta e i due coniugi tirarono su la testa per vedere chi fosse.

 

Alex entrò a testa bassa mordendosi il labbro furiosamente. Si passò una ciocca di capelli dietro l’orecchio nello stesso gesto nervoso che Ron ritrovava in Hermione “Papà,io vado alla festa allora…ma se non vuoi…”

 

“Va’ e divertiti,Alex

 

La ragazza alzò la testa verso di lui tremendamente dispiaciuta “Ma…”

 

“Ne parliamo quando torni,d’accordo?”

 

Lei annuì “Sì,papà…grazie” fece per chiudere la porta ma si bloccò a metà “Ah e papà…ti voglio bene e davvero non penso quello che ho detto”

 

Ron annuì e la lasciò andare. Rimase su quel letto,stretto alla sua Hermione, sapendo che i suoi figli lo adoravano e non poteva sognare una famiglia migliore. Sapeva di essere fortunato ad avere sua moglie e i suoi bambini, ad avere i suoi genitori, Harry e Ashley e tutti i suoi amici. Non ci sarebbe stato niente che avrebbe potuto desiderare.

 

O forse una cosa sì…

 

Che l’adolescenza di Alex passasse in fretta.

 

                                                                                  *

 

 

 

Ecculaaaaaaaaaaa!!! Finalmente zia c’è l’ha fatta, vi ho fatto patire abbastanza mi pare! La verità è che anche io non vedevo l’ora di postare questo figlioletto (mi aspetto tanto da lui) e sono esaurita a forza di rimandare XD!!

 

L’ultima volta vi ho lasciati con un finale un po’ amaro,devo ammetterlo…tutti si saranno detti ‘porella Ashley,e ora icchè farà?’ (ve lo siete chiesti così se siete di Firenze, altrimenti avrete usato altre espressioni gergali per mandare dolcemente a cagare l’autrice ^^) ma come vedete se l’è cavata egregiamente anche senza un “supporto  paterno” per Dean.

E lo so cosa state pensando…non vi ricorderete mai i nomi di tutti gli Weasley XDXD!!! Lo so, con pazienza ce la potete fare, io credo in voi!!!

Altra cosa che fa un po’ da memorandum…Daisy (che viene nominata da May) non è altro che Bloom…vi ricordate che aveva svelato il vero nome verso la fine dell’altra storia? Se sì, siete bravissimi! *regaling caramelline*

 

Uhm…non credo di aver altro da dire…ma se avete delle domande lo sapete che io rispondo sempre ^^ parola di zia!!!

 

Tantissimi hugs and kisses, zia Funkia ^^!!!!

 

 

 

 

   
 
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