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Autore: Cilyan    13/05/2012    4 recensioni
Buona sera! dunque , questa è la mia prima storia originale, spero , per cui che vi piaccia e che, magari lasciaste una piccola recensione o un commentino per farmi sapere cosa ne pensate. Parla, diciamo, di nostalgia, quella che si prova ripensando ad una persona che non è più in vita.
Vi lascio alla lettura. Grazie mille per l'ascolto.
Cilyan
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nascosi la testa nell'incavo del suo collo. Avevo paura, paura che qualcuno potesse portarmi lontano da quel calore. Ma sentii che quella calura si stava via via spegnendo lasciando spazio al tempo della freddura.
Il suo abbraccio , prima così caldo, si era inesorabilmente spento e due braccia lascive cadevanoora sui suoi fianchi e il suo esile corpo malato sarebbe caduto se non l'avessi retto io, con le mie braccia. Si , ero piccola, ma lei era così leggera, almeno quanto una farfalla, che vola felice peru n giorno intero, che poi si posa e muore; niente mi avrebbe allontnato da quel corpo esanime , se no il pensiero che mi avrebbero alllontanato via con la forza se non me ne fossi andato da solo. Ma non volevo. Mi staccai di malavoglia da quel corpo esanime che mi aveva fin'ora accompagnato nella crescita ,lasciando per ultima solo la mano, attorno cui le dita lunghe e affusolate , portava ancora la fede, l'unico gioiello rimastogli del marito morto in guerra.
Guardai con gli occhi lucidi quella figura esile sorridente, come se non avesse gli occhi scavati dalla malattia, come se non avesse le ossa così sporgenti , coem se il suo cuore stesse ancora correndo , forte, come un cavallo, come se non fosse morta.
Mentre mi allontanavo sentivo ancora il suo profumo misto a pesca e albicocca inibirmi i sensi, ed era come se ritornassi al passato quando ero piccolo e mi rincorreva al grido di : << Ruggero, Ruggero!Vieni qui!>>, anche se ora, forse, stava correndo  ,finalmente libera ,in un altro luogo.
MI fermai sulla porta e la guardai un'ultima volta come speranzosa che potesse rialzarsi da quel letto di ospedale e dirmi che andasse tutto bene e che mi avrebbe presto preparato di nuovo una delle sue speciali crostate, da quel dolce aroma, dolce come il suo profumo, il profumo di mia madre, ma le macchine, ora staccate, mi suggerivano tutt'altro. E pensai questo mentre uscivoper l'ultima volta da quell'ospedale dove l'avevo vista soffrire per ben nove mesi.
Entrai inmacchina e non appena accesi il motore, una lacrima silenziosa mi cadde sul volt, L'asciugai subito e sorrisi: lei non avrebbe voluto, così lascia che il tumulto si scatenasse nello stomaco, permettendo che un sorriso lieve mi si stampasse sul viso,
Fuori il sole, dentro la tempesta: questo pensai, che avrei iniziato una vita nuova per me, per lei, per chi avevo accanto.
La vita è brece , per cui bisogna cogliere l'attimo, perchè, coem dieva Orazio, , nel frattempo << sarà  già fuggito avido il tempo>>. Ma che cos'è il tempo? Nulla se comparato  all'esistenaza  di chi amiamo e nulla se comparato all'universo. Lì, non c'è tempo, non c'è spazio, solo il nulla, l' neanche noui eistiamo e lì non esiste morte. Allora , mi chiedo, meglio il nulla o la vita sofferenta, ma piena d'amore? Indubbiamente?
La seconda.
  
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