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Autore: Severa Crouch    13/05/2012    13 recensioni
Un missing-moment che può spiegare il perché dell'odio tra Draco ed Hermione, perché le ostilità verso Ron, Harry e Neville. Spesso bisogna andare all'inizio per trovare la risposta a tutte le domande, soprattutto a quella: perché Draco per tanti anni si diverte a stuzzicare Harry, Ron ed Hermione senza un'evidente ragione? La formazione reattiva è un meccanismo di difesa dell'io che potrebbe spiegare molte cose, che questa OS cerca di illustrare.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Above us only sky

 

1 Settembre, 1991

 

Draco Malfoy aveva aspettato con impazienza l'arrivo di quel giorno. Aveva speso l'intera primavera a scrutare il cielo, in attesa di un gufo. Il 5 giugno, giorno del suo undicesimo compleanno, finalmente l'aveva visto arrivare.

La lettera da Hogwarts era ciò che tutti i bambini del mondo magico aspettavano con impazienza: era la promessa di nuovi incontri, di amicizie e di tante avventure.

Lucius era stato molto chiaro sul punto: Draco avrebbe dovuto onorare la famiglia a cui apparteneva, distinguendosi in molti settori. Il padre aveva anche messo in guardia il figlio da ciò che avrebbe disonorato la famiglia: stringere amicizia con i Nati Babbani, ad esempio.

Crescere avrebbe significato scontrarsi con le regole, forse infrangerle. In ogni caso avrebbe comportato la conoscenza dei propri limiti, ed era una cosa che a Draco Malfoy non andava giù, perché lui era un Malfoy, lui era speciale.

Le prime avvisaglie, di quanto sarebbe stato difficile per il piccolo Draco passare dall'accomodante clima domestico all'inflessibilità delle regole scolastiche, si ebbero proprio il giorno dell'arrivo della lettera di ammissione.

Draco urlò, strepitò, batté i pugni per terra e chiese a Lucius, con tono imperioso e gli occhi pieni di lacrime, di fare qualcosa, qualsiasi cosa: perché era impossibile stare un anno senza un manico di scopa.

Lucius, che non avrebbe mai ammesso di essere d'accordo con Silente su quella regola, pensò che fosse giunto il momento per suo figlio di staccarsi dai vizi materni ed iniziare a camminare con i propri piedi, come un uomo. Pertanto, si limitò a rispondere a Draco che quella regola esisteva da sempre e serviva per impedire agli studenti del primo anno di perdere tempo con i manici di scopa, quando avevano moltissime cose da imparare.

Lui era l'erede dei Malfoy, e avrebbe dovuto tenere alto il nome della famiglia; era meglio che pensasse a concentrarsi sullo studio: l'anno seguente avrebbe avuto una Nimbus nuova di zecca, che gli avrebbe fatto vincere le selezioni per entrare nella Squadra di Quidditch.

Quel primo settembre era arrivato in fretta.

Alla stazione di King's Cross, circondato da Babbani, il piccolo Draco Malfoy stringeva la mano della mamma per non perdersi: cosa avrebbe fatto se avesse perso i suoi genitori, restando imprigionato in quell'orribile mondo?

Narcissa teneva salda la presa della mano del suo bambino, insolitamente fermo e tranquillo, mentre di prima mattina aveva messo a soqquadro l'intero maniero, per accertarsi che tutti fossero svegli e pronti, per accompagnarlo al binario nove e tre quarti. Sorrise, ripensando alla prima volta in cui lei fu accompagnata a prendere il treno. Ricordò l'emozione, sebbene avesse già sentito i racconti delle sue sorelle. Adesso, mentre stringeva la mano di Draco percorrendo la banchina 9 e ¾, Narcissa si chiedeva in che Casa sarebbe stato smistato suo figlio.

“Mi raccomando Draco, quest'anno è molto importante. Rendici fieri di te”, disse Narcissa, dando un affettuoso bacio sulla guancia del bambino. Draco si pulì la gota, non gli piacevano quei gesti d'affetto in pubblico, del resto lui era grande ormai.

“Attento alle amicizie che fai, Draco, potrebbero segnare il resto della tua vita”, disse Lucius guardando il figlio pieno di orgoglio: sotto molti punti di vista si rivedeva in lui.

Le amicizie che avrebbe stretto Draco erano un argomento incredibilmente serio in casa Malfoy: c'era da stare attenti a non creare imbarazzi con i figli delle famiglie importanti; bisognava evitare i Nati Babbani e selezionare i Mezzosangue, considerando degni soltanto quelli che si distinguevano per abilità incredibili.

Quell'anno ad Hogwarts sarebbe giunto anche il famoso Harry Potter, il Bambino-Che-È-Sopravvissuto. L'amicizia tra Draco ed Harry sarebbe stato quanto di più opportuno per ricostruire l'immagine appannata dei Malfoy dopo la Caduta del Signore Oscuro.

Narcissa aveva costretto il figlio ad imparare tutti i cognomi dei bambini appartenenti a famiglie Purosangue, che quell'anno sarebbero andati ad Hogwarts per la prima volta.

In questo modo, Draco avrebbe saputo subito se continuare la conoscenza con i bambini che incontrava o meno. Inoltre, Narcissa aveva stilato una lista, che aveva consegnato a Draco, da consultare in caso di dubbio, sulla quale erano elencati tutti i figli di origini Mezzosangue, la cui eventuale amicizia non avrebbe creato imbarazzi di alcun tipo.

Draco sbuffò per l'ultima volta, salutò i genitori e salì sul treno.

Salire sull'Espresso di Hogwarts per la prima volta era un incanto. Gli studenti più grandi facevano già incantesimi, alcuni ragazzi alti dai capelli rossi facevano degli scherzi nel corridoio. Draco li osservò, gli tornarono in mente le parole di Lucius: “Stai lontano dai Weasley, sono poveri e traditori del loro sangue. I capelli rossi, le lentiggini e gli abiti consunti sono una loro caratteristica”.

Draco scrollò le spalle e continuò a cercare un altro scompartimento, lasciando perdere quei ragazzi alti con i capelli rossi, che sembravano divertirsi un mondo.

Si sedette in uno scompartimento vuoto, vicino il finestrino. Draco guardava la mamma che lo salutava dal binario e si domandava se nella nuova scuola si sarebbe trovato bene come a casa.

Dalla porta dello scompartimento entrò una ragazzina dai capelli crespi, talmente crespi da sembrare un cespuglio.

“Ciao!”, disse la bambina, facendo un grande sorriso.

“Ciao!”, rispose Draco, felice di avere finalmente qualcuno con cui parlare su quel treno.

“Nel corridoio stanno facendo un sacco di incantesimi. Per un soffio non sono stata colpita anch'io. È una fortuna, visto che il gatto che è stato colpito ha iniziato a levitare in aria! Tu sai fare gli incantesimi?”

La bambina parlava veloce, gli occhi le brillavano per l'entusiasmo, e la sua allegria sembrava contagiosa. Draco sorrise e disse: “Sì, guarda”. Sfilò la bacchetta dalla tasca del mantello e disse: “Aguamenti!”, un bicchiere di carta si riempì d'acqua sotto gli occhi estasiati della sua nuova amica.

La bambina dai capelli cespugliosi sorrise e senza perdersi d'animo disse: “Sei molto bravo, anche io conosco molti incantesimi semplici, ho studiato tutta la Guida Standard degli Incantesimi e li ho imparati”.

Draco non sembrava molto interessato a parlare di incantesimi e la parola studio non lo metteva particolarmente a suo agio. Ricordava ancora quelle noiose mattinate di studio con il suo precettore e tutti i compiti che gli rifilava. “Ti piace il Quidditch?”, chiese Draco, cercando di cambiare argomento.

“Oh, sì, moltissimo! Ho letto il Quidditch attraverso i Secoli e, da quanto ne so, i Cannoni di Chudley non vinceranno mai un Campionato!”, disse allegramente, contenta di farsi trovare preparata anche su un argomento che non apparteneva al suo mondo.

“Puoi dirlo forte! Solo una schiappa tiferebbe per quella squadra, molto meglio i Tornado! Loro sono forti!”, disse entusiasta: forse quella bambina tifava anche per la sua stessa squadra. Aggiunse anche: “È un vero peccato che noi del primo anno non possiamo portare un manico di scopa!”

La bambina sorrise, non avrebbe mai ammesso che non sapeva volare, perché aveva letto molti libri sui manici di scopa e si era documentata parecchio. Nel mese di agosto aveva persino costretto i suoi genitori ad andare a Diagon Alley per vedere da vicino i manici di scopa, ma non era riuscita a provare a volare. La bambina chiese: “Ti piace volare con la scopa?”

Gli occhi grigi di Draco si illuminarono ed iniziarono a brillare per l'emozione, perché lui adorava volare sui manici di scopa, con un tono estasiato disse: “Lo adoro! È bellissimo quando senti l'aria in faccia, e il vento tra i capelli, e le persone diventano piccole dall'alto, e non senti più i tuoi genitori, che urlano di non volare troppo in alto e sopra di te c'è solo il cielo!”

La bambina lo osservava rapita, perché quel bambino doveva proprio amare il volo, e forse usare un manico di scopa non era poi così spaventoso come aveva sempre pensato lei. Forse era colpa dei suoi genitori e delle loro paure di fratture, contusioni, gesso e giorni di ospedale, con cui le avevano riempito la testa.

“I tuoi genitori non ti lasciano volare?”, chiese Draco, incuriosito da quella reazione, così insolita tra i suoi amici. Pensò che forse per le bambine era diverso, forse le mamme avevano regole più rigide, forse per questo lui giocava sulle scope con Crabbe e Goyle, mentre le due sorelle Greengrass non potevano mai toccarne il manico. Forse la mamma di quella bambina era come la signora Greengrass, che urla sempre alle figlie di non macchiare la veste d'erba. Draco sospirò, e poi disse: “Per le femmine è sempre più difficile, ma non ti preoccupare ad Hogwarts ci insegnano tutto, e non ci sono i genitori, voleremo insieme e ti piacerà tanto!”

Draco concluse questa frase facendo un cenno di intesa e la bambina fu sollevata dal non essere stata giudicata male, solo perché non sapeva volare: pensò che non aveva sfigurato.

Draco si ricordò le parole di Narcissa: “Quando incontri qualcuno per prima cosa devi presentarti”. Pensò che se la mamma fosse stata lì lo avrebbe già rimproverato e per rimediare a quella situazione disse subito: “Mi sono dimenticato di presentarmi. Mi chiamo Malfoy, Draco Malfoy.”

La bambina sorrise, trovava buffo il modo pomposo in cui si era presentato quel bambino, che sembrava James, il suo compagno di scuola, che si dava tante arie, mentre Draco sembrava simpatico. Sorrise e, imitando il modo di fare degli adulti, porse la mano al bambino e disse: “Molto piacere, io sono Hermione Granger!”

Hermione e Draco si strinsero la mano sorridendo, quando la porta dello scompartimento si aprì ed entrò un bambino dal volto paffuto, che sembrava enormemente dispiaciuto per qualcosa.

“Avete visto il mio rospo? Si chiama Oscar, non lo riesco a trovare!”, disse il bambino.

Hermione si girò e gli disse: “Non c'è nessun rospo qui, però ti aiuto a cercarlo! Io mi chiamo Hermione Granger!”

Il bambino la guardò sorpreso: finalmente qualcuno che sembrava dargli retta e non voler prenderlo in giro! “Io sono Neville Paciock e il mio rospo si chiama Oscar. Ha sempre il vizio di nascondersi!”, esclamò il bambino.

Draco guardò male il nuovo arrivato, che gli stava portando via la sua nuova amica, disse: “Io sono Draco Malfoy”.

Neville deglutì, perché conosceva quel cognome e ne aveva paura. Hermione guardò i due bambini: Draco guardava con disprezzo Neville, mentre questi tremava dalla paura. Alzò gli occhi al cielo e pensò che i maschi erano sempre pronti a litigare.

“Dovremmo cambiarci. Neville, mi cambio e ti aiuto a trovare il rospo. Draco, ci vediamo dopo!”

Draco, che non voleva aiutare Neville a trovare il suo rospo, perché si ricordava cosa gli aveva detto la mamma a proposito dei Paciock, salutò Hermione e tornò a sedersi di controvoglia sul sedile del treno.

Guardando fuori, Draco pensava all'allegria di quella bambina, al modo in cui le brillavano gli occhi, al fatto che sapeva tantissimi incantesimi e che studiare insieme li avrebbe reso gli studenti modello di tutta la scuola. Draco pensava che quella bambina non era bella, però lo faceva sorridere: quella bambina era buffa, e sembrava un'ottima strega.

Draco continuava a guardare fuori e pensava al sorriso di Hermione, ai denti troppo grandi davanti, simili a quelli di un castoro, che le davano alcune buffe espressioni. Draco pensò al cognome di Hermione, e gli parve di non averlo mai sentito.

Scosse la testa e decise di cambiarsi prima dell'arrivo del carrello dei dolci. Trovò la lista dei Mezzosangue che gli aveva preparato Narcissa e sperò di trovarvi il cognome Granger. Lesse quell'elenco di nomi due volte, lo rilesse una terza volta per essere sicuro, ma quel cognome non c'era. Forse la mamma lo aveva dimenticato.

La porta si aprì ed entrarono Vincent e Gregory con una bambina dai capelli neri a caschetto, che gli rivolse un enorme sorriso. Vincent indicandola con un cenno della testa disse: “Lei è Pansy Parkinson, l'abbiamo conosciuta nell'altro scompartimento. Sono arrivati alcuni del terzo anno e abbiamo deciso di venirti a cercare”.

“Piacere, sono Malfoy. Draco Malfoy”, disse Draco, che ricordava di aver appena letto il nome di Pansy Parkinson sulla lista di Narcissa. Pansy gli sorrise ed iniziarono a parlare di Hogwarts e delle Case: tutti speravano di finire in Serpeverde.

Draco chiese a Gregory: “Conosci il cognome Granger?”

“È di una Sanguesporco che viene quest'anno ad Hogwarts. Una certa Hermione Granger, perché?”, disse Gregory, i cui genitori gli avevano fatto imparare i cognomi di tutte le persone da cui stare alla larga.

Draco fu enormemente deluso da questa scoperta, ma non avrebbe mai ammesso a Gregory e Vincent che aveva riso con una Sanguesporco, che aveva trovato le sue espressioni buffe e già sognava di volare con lei sulla scopa, di giocare nei prati intorno Hogwarts e di studiare insieme.

Lui era un Malfoy, e non avrebbe mai ammesso una cosa del genere.

“Perché me lo chiedi?”, disse Gregory incuriosito.

Draco pensava che Gregory fosse troppo stupido per capire quando era il momento di stare zitto e non fare altre domande. Sentì la voglia di tirargli un pugno, ma si controllò, come sua mamma gli aveva sempre detto di fare. Disse soltanto: “L'ho sentita chiamare nel corridoio, cerca il rospo con quello sfigato di Paciock”.

Vincent, Gregory e Pansy scoppiarono in una risata: era proprio vero che i Paciock erano troppo ottusi per non essere dei Traditori del loro Sangue.

“Paciock inizia bene l'anno: è appena partito e ha già stretto amicizia con una Sanguesporco!”, esclamò Vincent.

Risero tutti. Draco rise, si sentì come sua mamma, quando una delle sue ospiti faceva un commento non gradito e lei fingeva di ridere. Ricordava che una volta aveva chiesto a Narcissa perché ridesse e lei gli aveva risposto che in certe occasioni bisognava fare quello che gli altri si aspettavano di fare per mantenere buoni rapporti con persone utili.

Draco avrebbe fatto quello che si aspettavano da lui, avrebbe riso e avrebbe disprezzato la bambina dai capelli cespugliosi.

Si disse che Hermione lo aveva ingannato, perché non era più tornata, ma continuava a pensare che forse era tutta colpa di Neville Paciock, quello stupido di un Paciock, e del suo rospo ancora più stupido.

Scesero dal treno, Draco e i suoi amici videro una figura enorme gridare: “Primo anno, da questa parte!” e si avviarono in quella direzione stringendosi nei loro mantelli, perché la sera ad Hogwarts faceva più freddo che nel Whiltshire. Rimasero incantati dalla traversata del lago: il Castello era meraviglioso e imponente.

Draco non poté fare a meno di cercare Hermione con gli occhi. Avrebbe voluto averla vicino, osservare le espressioni buffe che faceva e il modo in cui le brillavano gli occhi. Voleva vedere anche le ombre che i suoi capelli disegnavano sul volto e che la sua figura proiettava sul terreno. Quando arrivò all'ingresso del Castello, Draco vide l'ombra di Hermione, alzò gli occhi e lei gli sorrise. Fu subito interrotta da un ragazzo dai capelli rossi ed un'uniforme di seconda mano. Draco si disse che non era possibile: un altro Weasley era tra i piedi. Accanto a loro c'era il famoso Harry Potter.

Draco sorrise. Lucius gli aveva detto di diventare amico di Harry Potter, se Hermione era sua amica, e Draco diventava amico di Harry, allora forse avrebbe potuto anche essere amico di Hermione. Sentì qualcosa muoversi nella pancia, come quando a Natale riceveva i giocattoli che aveva chiesto. Forse era vero che quando credi in te stesso, non hai bisogno di abbattere le persone, forse il fatto che il Bambino-Che-È-Sopravvissuto fosse amico di una Sanguesporco avrebbe permesso anche a lui di diventarlo, e sarebbero stati amici, e avrebbero volato insieme, come si era immaginato per tutto il viaggio. Sfoderò il sorriso migliore e cercò di imitare il fascino di suo papà, andò da Harry e gli disse: “Il mio nome è Malfoy. Draco Malfoy”.

Vide Ron fare una smorfia, e sentì lo stomaco andare sottosopra: cosa voleva quel rompiscatole di un Weasley? Aveva ragione suo papà: i Weasley sono irritanti ed ottusi.

“Capelli rossi, una vecchia uniforme di seconda mano, non c'è bisogno che ti presenti: devi essere un Weasley”, disse Draco, seccato per l'interruzione. Quello stupido di un Weasley, che gli aveva rovinato la presentazione con Harry Potter, proprio come quello stupido di un Paciock gli aveva portato via Hermione. Non c'era da stupirsi, visti i cognomi che portavano.

Harry rifiutò la mano che Draco gli aveva porto, era un gesto molto offensivo, come aveva sempre detto suo papà. Si girò, cercando lo sguardo di Hermione, sperando che lei gli fosse sempre amica; avrebbe voluto vedere un altro sorriso, ma Hermione lo guardava seria e girò lo sguardo, mostrando simpatia ad Harry e Ron.

Arrivò la Professoressa McGranitt e Draco fu costretto a tornare da Vincent e Gregory, che ridacchiavano, mentre Pansy gli sussurrò: “È proprio un maleducato, quel Potter!”

Draco sorrise, perché almeno aveva trovato qualcuno che gli era amico.

Quando entrarono nel Castello, poco prima della procedura dello Smistamento, Draco vide Hermione parlottare con un'altra bambina degli incantesimi della Sala Grande, che aveva letto su Storia di Hogwarts. Pensò che Hermione non gli avrebbe più parlato come aveva fatto sul treno. Si disse che se non potevano essere amici, avrebbe avuto bisogno di un motivo per odiarla.

La Professoressa McGranitt mise il Cappello Parlante sulla testa di Hermione, dopo quasi cinque minuti, che a Draco parvero un'infinità di tempo, perché le loro Case avrebbero definito la loro amicizia, il Cappello Parlante gridò: “Grifondoro!” e Draco pensò che aveva bisogno di un altro motivo per odiarla.

“Serpeverde!”, esclamò il Cappello Parlante, non appena venne leggermente posato sulla testa di Draco Malfoy: adesso lui era un Serpeverde, lei una Grifondoro, erano motivi sufficienti perché si odiassero.

La odiava, perché non era una Purosangue, perché non era in Serpeverde, perché lo aveva lasciato per quello stupido di un Paciock, perché adesso era seduta tra due stupidi Weasley e sorrideva ad Harry Potter. Draco adesso odiava Hermione, perché lei non gli avrebbe più rivolto un sorriso, perché lei non avrebbe mai studiato con lui e non avrebbero mai volato insieme, né giocato nei prati di Hogwarts.

“Siamo finiti tutti in Serpeverde!”, esclamò contento Vincent, mentre rivolgeva sguardi entusiasti a Gregory, Pansy e Draco.

Draco lo guardò malissimo, gli diede una spinta sulla spalla per allontanarlo da sé e disse: “Splendido. Ci divertiremo a stuzzicare i Grifondoro”.

In quel momento Draco Malfoy aveva dichiarato guerra a coloro che gli avevano portato via Hermione Granger: Harry Potter, Ronald Weasley e Neville Paciock.

Quei tre avrebbero imparato cosa significa mettersi contro un Malfoy. La Granger d'ora in poi sarebbe stata solo una Sanguesporco: lo Smistamento fu l'ultima occasione in cui Draco Malfoy pensò alla ragazza dai capelli cespugliosi come Hermione Granger.

 

 

 

 

 

 


Nick: Severa_Sha (Efp), Shallo (forum)

 

Pacchetto: Imagine – Pacchetto bonus, scegli tu il personaggio e il prompt

Imagine there's no heaven 
It's easy if you try 
No hell below us 
Above us only sky 

 

Quinn: "Quando credi davvero in te stessa non hai bisogno di abbattere le persone"

 

Personaggio: Draco Malfoy

Prompt: treno

Personaggi ulteriori: Hermione Granger

Pairing: Draco/Hermione

Rating: Verde

Avvertimenti: One-shot

Genere: Missing-moment

N.d.A: La canzone è presente nel titolo, essendo il protagonista Draco, appariva fuori luogo l'inno dei pacifisti in bocca a lui (anche se all'epoca era un tenerissimo bambino stra-viziato, cocco della mamma), quindi l'ho usata per il titolo e il cielo mi ha fatto subito pensare alle scope e al Quidditch, grande passione dei maghi, specie dei bambini! ^^
La scopa dovrebbe essere un po' come il pallone da calcio dei Babbani. Ho riprodotto alcuni stereotipi sociali per cui alle bambine non sta bene volare, per questo Draco non si insospettisce subito, ma tratta con simpatia Hermione, anche se non sa ancora volare.
La questione dello Stato di Sangue non esce subito, perché Draco è contento di parlare con qualcuno e poi Hermione è talmente chiacchierona che lo distrae, però emerge dopo. Hermione certo non si vergognerebbe di dire di essere una Nata Babbana, solo che in questa fase iniziale parlano di Quidditch ed emerge più la voglia di dimostrare di conoscere tutto del mondo magico, piuttosto che sbandierare le sue origini Babbane. Alla fine la strategia dei genitori di Gregory Goyle si è rivelata quella vincente, almeno contro i Nati Babbani.
La frase di Quinn ho dovuto adattarla, visto che è un pensiero di Draco e spero di essere riuscita ad usarla decentemente.

È ovvio che i due Weasley, tra cui è seduta Hermione, sono Percy e Ron.

Spero che Draco sia IC. Ho voluto sfatare il mito del ragazzo cattivo a tutti i costi, lo immagino più come il cocco di casa, viziato dai genitori e tutto sommato sereno. Da questo missing moment si evince come l'acquisto della Nimbus sia una promessa precedente ai capricci che farà una volta che Harry al primo anno diventerà Cercatore di Grifondoro.

Spero che anche Hermione sia venuta IC, mi sono basata sulla Hermione della Pietra Filosofale, quella che sa tutto, vuole fare bella figura e parla tanto! Spero di esserci riuscita. Lo so che il pairing può essere salvato in mille modi migliori, ma questo è il modo più canon in cui riesco a concepire una Draco/Hermione. A mio avviso, dopo, la divisione è troppo netta e radicale.

Un super grazie alla mitica TheGhostOfYou che mi ha dato l'occasione per scrivere questa storia che frullava da troppo tempo nella mia testa. ^^

 

   
 
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