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Autore: _SKY96_    13/05/2012    1 recensioni
Sarei partita il giorno dopo. Finalmente il London College of music mi aveva ammessa. Di li a poco avrei iniziato la mia nuova vita. Casa nuova, una nuova città e la mancanza della famiglia. I miei genitori erano stati sempre troppo apprensivi, per un periodo di tempo abbiamo avuto dei grossi problemi. Mi avevano programmato la vita, avevano scelto la scuola, l’università da frequentare e il ragazzo con cui mi sarei dovuta fidanzare, ma grazie ai miei fratelli maggiori tutto si era risolto. Adesso erano finalmente orgogliosi di me, ogni concerto che facevo, ogni servizio fotografico che mi facevano fare era una soddisfazione sia per me che per loro, soprattutto per mio padre, ogni volta diceva a tutti quanti “ guardate, quella è la mia bambina!”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 SAAAALVE DIRECTIONERS! QUESTA è LA SECONDA FF CHE SCRIVO ( YEEEE XD)!!! spero vi piaccia!
-Sky-


Sarei partita il giorno dopo. Finalmente il London College of music mi aveva ammessa. Di li a poco avrei iniziato la mia nuova vita. Casa nuova, una nuova città e la mancanza della famiglia. I miei genitori erano stati sempre troppo apprensivi, per un periodo di tempo abbiamo avuto dei grossi problemi. Mi avevano programmato la vita, avevano scelto la scuola, l’università da frequentare e il ragazzo con cui mi sarei dovuta fidanzare, ma grazie ai miei fratelli maggiori tutto si era risolto. Adesso erano finalmente orgogliosi di me, ogni concerto che facevo, ogni servizio fotografico che mi facevano fare era una soddisfazione sia per me che per loro, soprattutto per mio padre, ogni volta diceva a tutti quanti “ guardate, quella è la mia bambina!”. Mi sarebbero mancati terribilmente una volta a Londra. A descriverla così la mia vita potrebbe sembrare perfetta, ma fidatevi non lo è affatto. Per tutta la vita sono stata invisibile agli occhi di tutti, all’interno della scuola ero conosciuta come la ragazza strana, la gaishin di turno ( non saprei che altro aggettivo usare per definirmi), quella che tutti giudicavano anche senza conoscerla, all’infuori della scuola ero ancora meno di zero. Non avevo amici veri, solo conoscenze, l’unica cosa che mi salvava dalla depressione era la musica, grazie ad essa ero riuscita ad andare avanti e a fregarmene di quello che pensava la gente e sempre grazie alla musica sarei finalmente andata via da quello schifo di scuola .
Quella mattina non era come tutte le altre, era l’ultima che avrei passato nel mio letto prima di prendere quel volo che mi avrebbe portata a Londra. La sveglia iniziò a suonare più presto del solito facendomi saltare i nervi. Oltre al casino che faceva la sveglia si aggiunsero anche quei tre babbuini dei miei fratelli. Tutti più grandi di me, uno di 36, uno di 32 e uno di 28, mentre io ero la piccola di casa avendo solo 18 anni.
E: alzati e risplendi principessa!
I: Freddy altri due minuti!
A: oh andiamo non vorrai arrivare in ritardo anche nel giorno più importante della tua vita!
I: si certo perché tu sei puntuale vero Andry?
M: oh andiamo alzati! Se non lo fai da sola ci penso io!
I: OK HO CAPITO MI ALZO BASTA CHE NON ROMPETE Più!
A causa di forze maggiori fui costretta ad abbandonare il mio lettuccio comodo e a correre sotto la doccia. Quella mattina erano tutti agitati, tutti tranne me, io ero di una calma più unica che rara la quale era dovuta alla sindrome da bradipo che avevo da quando ero nata, i sintomi erano : pigrizia, appetito irrefrenabile e predisposizione all’addormentarsi ovunque in meno di due secondi. Uscita dalla doccia mi avvolsi i capelli in un asciugamano e corsi in camera vestirmi. Non avevo uno stile ben preciso, passavo dal vestirmi come un ragazzo all’assumere l’aspetto di una barbie, quel giorno optai per una sana via di mezzo. Jeans , un paio di supra mezze rotte, maglia XXL, capelli raccolti in una semplicissima treccia laterale e un filo di trucco a completare il tutto. Verso le otto finalmente mi degnai di scendere di sotto. Andai a  salutare il mio papà che come sempre mi aveva preparato un caffè con un cucchiaino di Nutella.
I: BUOOOOOOONGIORNO FAMIGLIA!
P: ciao anche a te Sky. Li c’è il tuo caffè, come farai senza di me che te lo preparo ogni santo giorno?
I: me la caverò. Hai visto la mamma?
P: dovrebbe essere in salotto.
I: grazie.
Andai a cercare la mia mamma, una donna fantastica. Era alta, bionda, con gli occhi verdi e i capelli perennemente raccolti in una treccia, come potevo non amare quella donna? Dopo tutto era lei che mi aveva messo al mondo! La trovai affacciata alla porta d’ingresso intenta a parlare con qualcuno. Le arrivai da dietro cercando di non farmi scoprire e le saltai sulla schiena.
M: Sky! Scendi immediatamente! Sei grande per queste cose!
I: cosa?! No tu sei grande! Io sono piccola!
M: allora se sei piccola resti qui con noi finché non cresci, che ne dici?
I: ad un tratto mi sento vecchia.
M: ah ah molto divertente. C’è qualcuno che vorrebbe parlare con te.
I: chi mai potrà ess … oh. Ciao Sabrina.
Sabrina era una delle ragazze più odiose che conoscessi. Era acida e falsa, riusciva ad isolarti completamente dal resto del mondo. Mi chiedevo che cosa ci facesse qui.
S: ho saputo che oggi parti. Non si usa più salutare le amiche?
I: AHAHAHAHAHHAHA COSA?! TU MIA AMICA?! MA NON FARMI RIDERE!
 Iniziai a piangere per le troppe risate. Chissà perché eravamo diventate amiche proprio il giorno in cui sarei dovuta partire per Londra. Continuai a ridere e le chiusi la porta in faccia. Sarò anche stata invisibile ma non ero di certo stupida. La sentii urlare da dietro la porta.
S: sei una ragazza strana Sky!
I: lo sai forse hai ragione, ma un giorno io potrei migliorare mentre tu rimarrai sempre una cretina.
Detto questo me ne tornai in cucina a mangiare qualche cosa prima di partire. Quando entrai nella stanza erano tutti li a guardarmi. I miei fratelli si trattenevano a stento dal ridere, mia madre mi guardava scioccata e mio padre aveva gli occhi a forma di punto interrogativo. Li guardai uno per uno. Nessuno diceva niente.
I: sentite se l’è meritato. Non guardatemi così.
E: non abbiamo detto niente.
I: si lo so, però l’avete pensato. Adesso mangiamo qualche cosa che tra poco dobbiamo essere in aeroporto.
P: agli ordini capitano!
Scoppiammo tutti quanti in una risata generale. Finalmente alle nove uscimmo di casa. La macchina era piena. Io davanti con mio padre, mamma dietro con Andrea e Massy e Freddy nel posto più stretto. Poverino non ci entrava, aveva le gambe troppo lunghe. In effetti come fa uno alto 1.90 a stare in un sedile infondo all’auto? Questo è uno dei misteri della vita. Per sua fortuna l’aeroporto era a poco più di 20 km da casa. Mio padre ci scaricò tutti quanti di fronte all’ingresso. Papà arrivò dopo cinque minuti. entrammo tutti e sei in fila. Io camminavo avanti a tutti. Mi atteggiavo come una Rock Star. Occhiali da sole, camminata da modella, la custodia della chitarra in spalla la valigia in mano. Non è che ci facessi apposta, mi veniva automatico fare l’idiota e puntualmente finivo col fare delle clamorose figuracce. Camminavo spedita tra la gente finché non mi sentii chiamare da mio fratello.
A: SKY!
I: Si??
A: dobbiamo andare da quella parte.
Ok iniziavo bene. Se mi perdevo dentro l’aeroporto della mia città figuriamoci in quello di Londra. Feci marcia indietro e questa volta rimasi vicino a loro. Arrivammo al Gate dopo aver girato mezzo mondo. Mi sarei dovuta imbarcare di li a poco. Quando arrivò il momento dei saluti mamma si mise a piangere.
P: è il momento di salutarci.
I: mi mancherete.
M: dovrai chiamarmi tutti i giorni. Non parlare con gli sconosciuti, ricordati di guidare dalla parte giusta, cerca di non arrivare in ritardo almeno il primo giorno, non distruggere la casa e chiama appena arrivi.
P: e la cosa più importante. NIENTE RAGAZZI INTESI!?
I: certo papà, tranquillo.
P: Adesso vai che stanno chiamando il tuo volo.
I: prima devo salutare i miei animali! Venite qui voi tre, voglio un abbraccio!
M: gli abbracci sono cose da femmine!
E: non rompere Massy.
Fu uno degli abbracci più belli che mi avessero mai dato i miei fratelli, dovevo ammetterlo mi sarebbero mancati anche loro tre.
X: i passeggeri del volo 747 sono pregati di recarsi all’imbarco. Grazie.
M: vai questo è il tuo. Ricordati di chiamare!
I: certo mamma. Mi mancherete!
Iniziai a correre verso l’imbarco come aveva detto la voce all’altoparlante. Nel giro di una decina di minuti mi ritrovai seduta al mio posto.
X: qui è il capitano che vi parla. Decolleremo tra cinque minuti esatti, pertanto si pregano i gentili passeggeri di spegnere ogni apparecchio elettronico finché non avremo preso quota. Vi auguriamo un buon viaggio.
Mi sistemai sul mio sedile con la cintura ben stretta. Mi piaceva volare, è solo che mi veniva l’ansia ogni volta che dovevamo decollare. Il volo sarebbe durato circa due ore peccato che sembrarono interminabili. Con la mia fortuna mi ritrovai seduta vicino a un ciccione che mi si era spalmato addosso a fare un pisolino e dietro di me c’era il classico esempio di bambino canguro, ovvero uno di quei bambini iperattivi che non riescono a stare fermi e tirano di continuo calci al tuo sedile, a parte questi dettagli il viaggio andò bene. Atterrammo verso le due che in Inghilterra corrispondono all’una.  
  

 

lo so lo so fa schifo xD vi do un piaccolo anticipo per il SECONDO CAPITOLO!!  Sky potrebbe avere un incontro mooooooolto speciale con delle persone mooolto speciali XD non vi dico altro.
-SkY- <3
    
















 
  
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