13/05/2012
1 recensioni- Pinky Heaven, Candy Dive -
Alta un metro e una lattina di coca.
Grandi occhi neri spalancati su un mondo che aveva più di una volta desiderato non porter più vedere.
Pelle diafana. Bianca. Pallida, quasi trasparente.
Capelli di seta nera lunghi fino alla vita.
Linda.
O così mi è venuto da chiamarla non appena l'ho vista, quella afosa giornata di agosto.
Era sola vicino ad un bancone che vendeva gelati e guardava in direzione della tavola blu che era il mare di Iwaki come se, in realtà, stesse ammirando qualcosa oltre il cielo acciecato dal sole.
Aveva un bel nome, certo... ma io vorrei continuare a chiamarla con il nome che le ho dato io. Quello che credo rappresenti la sua anima da bambina.
Linda era triste.
Aveva perso la nonna -la sua ancora tra i flutti della sua modesta esistenza- da poco e sembrava non volersi liberare dall'angosciosa presenza della sua assenza.
Tuttavia mi sorrise.
Paradiso di zucchero filato.
Quella sera andammo insieme a ballare in discoteca.
Lei era energia che sembrava pulsare per lottare. Voleva lottare, Linda. Voleva dimenticare chissà cos'altro... chissà quali inferni di sangue.
E quello che dichiarò come suo primo bacio arrivò accompagnato da un risolino innocente.
Mi volle rivedere.
Al tramonto.
Mentre le nuvole livide si portavano ad avvolgere il sole, i nostri passi nella sabbia sembravano l'unico suono a mescolarsi ai radi stridii dei gabbiani.
Voleva viaggiare, lei.
Voleva "vedere cosa si nascondeva al di là del cespuglio davanti casa sua" come diceva citando un famoso poeta italiano.
Diventò triste, Linda, a quel punto.
Non era mai stata così coraggiosa. Non avrebbe mai abbandonato casa sua, in verità. Aveva paura che fosse uguale alla sua precedente dimora e di mandare in frantumi l'unico sogno che aveva. Preferiva che rimanesse tale, ma perfetto.
"Abbracciami", mi aveva chiesto sottovoce.
Ovvio che non capivo. Non avevo mai capito il significato di quell'improvvisa luce nera che sembrava inghiottirla in alcuni momenti.
Potevo solo stringerla a me, cercare di sciogliere il gelo che attanagliava il suo cuore con le mie braccia.
Dopo una pizza ritornammo alla spiaggia.
La luna era nascosta da nuvole che ne lasciavano intravedere il chiarore e lei si stese sulla sabbia per cercare le stelle.
E si accoccolò sul mio petto, annichilita dalle maree nere che l'annegavano da dentro.
Facemmo l'amore e il rombo delle onde che si infrangevano sul pontile soffocavano i nostri gemiti con il loro cullare.
Fu l'ultima volta che la vidi, l'unica durante la quale visse davvero.
Il mattino dopo la trovarono nel bagno della casa della tua amica con un coltello da cucina incrostato di sangue in mano e un accenno di sorriso sulle sue labbra ormai color degli iris.
Candida.
Il sangue che scorreva dalle sue vene le imbrattava la carnagione, formando strani gigli che sbocciavano e sfiorivano sul freddo linoleoum, trasformandosi in un lago cremisi a cui si mescolarono presto le mie lacrime.
Buona notte, mia Linda... la mia poesia racconterà il tuo nome e il tuo dolore al posto tuo.
全てを投げ捨て
迷うことなんてないさ
ギラギラ輝く星☆
になろうぜ「リンダ・・」
Gettiamo tutto al vento
Non c'è nulla che ti possa far perdere la strada
Diventiamo delle abbaglianti,
lucenti stelle, Linda.
§§§
La prima cosa che mi ha fatto venire in mente Linda.
Tratto da una storia vera.
Addio Linda.
迷うことなんてないさ
ギラギラ輝く星☆
になろうぜ「リンダ・・」
Gettiamo tutto al vento
Non c'è nulla che ti possa far perdere la strada
Diventiamo delle abbaglianti,
lucenti stelle, Linda.
§§§
La prima cosa che mi ha fatto venire in mente Linda.
Tratto da una storia vera.
Addio Linda.