Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: cauilla    13/05/2012    2 recensioni
Alois vive con suo zio e suo fratello in un bel quartiere alla periferia di una grande città conducendo una vita sentimentale piuttosto aperta, tutto cambia un giorno di primavera in cui arriva a scuola un nuovo compagno
(AloisxCiel)
Genere: Drammatico, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Spring:




Entra luce dalla finestra sul soffitto. È gentile, è quasi meglio essere svegliati da lei che da quel petulante di mio zio Claude. Mi giro verso l’orologio, mancano cinque minuti alla sveglia così scendo dal letto e mi trascino al bagno. Apro l’acqua e mi sciacquo la faccia, mi lavo i denti e quando esco attacco l’i-pod allo stereo , per un po’ di atmosfera mentre mi vesto. Jeans maglietta e Converse, mentre mi allaccio le scarpe sul letto si spalanca la porta ed entra un ragazzino coi capelli rossi. Luca, il mio fratellino. Dio se lo adoro. Se non lascio la città per andare a studiare arte in Europa è solo perché dovrei lasciare lui che è la mia sola gioia. Mi si getta addosso mi abbraccia e mi dà un bacio sulla guancia
“Buongiorno Alois!”
“Buongiorno folletto, come va?” dico mentre lo sollevo e lo appoggio a terra
“Tutto bene! Oggi zio Claude ha fatto le frittelle per colazione. Ne ho mangiate due di nascosto e sono super super buone!” fa una piroetta
Ridacchio “Bene, bene. Ora scendi, io arrivo subito” Gli do una leggiera spinta sul sedere e lui esce.
Stacco l’i-pod e lo metto in tasca, prendo il cellulare e lo zaino e scendo le scale. Giro a destra e dopo aver attraversato la sala entro in cucina.
“Giorno zio …”
“Buongiorno Alois. Hanno chiamato i tuoi genitori, magari quando torni potresti chiamarli … inoltre oggi la lezione di disegno con Hanna inizierà mezz’ora dopo oggi.”
Ascolto passivo mentre ingurgito un paio di frittelle. Non vedo il perché dovrei chiamarli. I miei sono “persone impegnate”. Mia madre è la manager di un famoso artista e sta più con lui che con la sua famiglia tra, concerti, tour, album, film e così via, invece mio padre è proprietario di una casa di produzione e praticamente vive in ufficio. Ambedue vivono a New York e anche io e Luca abbiamo vissuto lì per un po’, ma Luca soffriva perché non vedeva mai mamma e papà e non avevamo la stessa baby sitter per più di due settimane. Così all’incirca cinque anni fa ci inviarono da zio Claude, che di zio ha ben poco dato che non siamo davvero imparentati, per avere un po’ di stabilità.
“Okay. Buona giornata.”
Mi alzo e mi avvicino al mio fratellino che è concentrato solo sulle frittelle, gli passo una mano tra i capelli . Esco sul portico, afferro lo skate e parto attraversando il viale sul quale cadono i petali di ciliegio cullati dal vento.
In meno di un quarto d’ora sono a scuola, alzo la parte anteriore dello skate facendo leva con quella posteriore; l’attrito crea delle scintille. Mi guardano tutti, i fighetti con invidia, le ragazze con bramosia. Poi ci sono quelli come me. Il mio gruppo. Li saluto da lontano e mi catapulto al loro tavolo più in la nel cortile. Le ragazze hanno tutti gli occhi puntati su di me. Poverette. Non capiscono proprio che in realtà non mi interessano affatto le ragazze. Cioè, insomma, si dovrebbe capire; come mi vesto, come parlo, come mi atteggio, il fatto che ogni giorno nel bel mezzo delle lezioni io mi intrattenga in bagno con un ragazzo diverso per delle ore. In questo periodo sto con uno che si chiama Ronald. Cioè, non è che si sto insieme. Scopiamo e basta. Lo sanno tutti, anche perché appena arrivato mi avvicina a se mettendomi le mani sul sedere.
“Giorno belli …”
“Giorno Aloisia!” Esclama un ragazzo coi capelli biancastri mentre fuma una sigaretta
“Oh, taci Charles Grey! Sei la checcha più checca di tutte qui!” gli grida Ronald che poi si morde il labbro guardandomi.
“Touché!” dice Charles riprendendo a pulire il fioretto.
Ronald si alza e mi trascina per un braccio dentro la scuola. Entrambi sappiamo cosa vogliamo. Prima di entrare a scuola però entrambi notiamo che tutti gli occhi sono puntati su uno nuovo, un ragazzo coi capelli scuri e occhi azzurri, di cui uno è coperto da una benda. Vorrei, ma non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Mi sento una di quelle ragazzine che mi fissano dalla mattina alla sera. Ronald mi trascina dentro scuola e poi ci chiude dentro a uno dei bagni. Si slaccia i pantaloni e poi fa lo stesso coi miei.
“Quanto abbiamo?” Dico io
“Un dieci minuti.” Risponde ansante
“Non c’è abbastanza tempo”
“Ti voglio comunque.” Mi gira e mi penetra tutto di un colpo. Non reagisco, ormai ci sono abituato. Mentre lui continua ritmicamente, io non riesco a non pensare al ragazzo con l’occhio bendato. Ronald viene pochi secondi prima del suono della campana. Mi bacia con passione ed entrambi usciamo dal bagno. Ci sono quelli della squadra di rugby che sono a farsi di steroidi, e dei metallari che escono di corsa lasciando lì la canna che stavano fumando. Entrambi i gruppi ci tirano una brutta occhiata, ma non ci danno contro ne insultano.
Nessuno da contro ai gay del nostro gruppo. È perché tutti noi sappiamo difenderci, Charles sa maneggiare ogni arma bianca al mondo. Ronald fa Jujutsu, e io Kickboxing, quindi non conviene a nessuno dare contro a me o agli altri. Prendo la canna e faccio un paio di tiri per poi uscire e andare in classe. Il prof, un tipo mingherlini con capelli pazzi castano grigiastri e baffi dello stesso colore entra con noi e io e Ronald ci sediamo ai nostri posti in fondo alla classe vicino alla finestra.
“Bene ragazzi, buongiorno buongiorno. Oggi c’è una gran bella novità, sì! Abbiamo un nuovo compagno, viene dall’Inghilterra! Siate carini con lui, si chiama … oh, diamine, dove ho messo il foglietto …”
“Ciel Phantomhive.” Dice entrando il ragazzo del cortile.
La luce primaverile lo illumina creando dei giochi di luce coi suoi capelli. Noto solo ora i pantaloni stretti che mettono in risalto le gambe magrissime la maglietta aderente dei Ramones e gli anfibi.
“Bene, Ciel, grazie del promemoria” dice il prof ridacchiando “Bene, dicci qualcosa di te prima di prendere posto
“Be’, io sono Ciel Phantomhive, vengo da Londra e sono qui perché mio padre ha insistito perché facessi un’esperienza all’estero quindi mi sono trasferito da mia zia Angelina, amministratore delegato della Funtom in questo paese, con quello che era il mio precettore in Inghilterra e che qui sarà come un consulente, Sebastian. Vivo nella villa alla fine di Black Chapel Street e questo è tutto”
Con quella cortissima presentazione aveva colto l’interesse di tutta la classe, soprattutto il mio che già pensavo a quale fosse la strada più corta per raggiungere Black Chapel Street in skate, e quella delle ochette capitanate da Elizabeth Middleford. Ciel prese posto e iniziò la lezione. Ciel è bellissimo. È quello che io considero il ragazzo perfetto. E forse non sono il solo a considerarlo tale. È uno di quelli che mette su la facciata arrogante, ma che visibilmente non lo è. Le prime tre ore di lezione trascorrono veloci e io studio ogni singolo movimento. Da come muove la mano per prendere appunti a come stende le gambe sotto al tavolo, persino come si scosta i capelli dal viso e come respira. Suona l’intervallo e Ronald mi sì catapulta davanti con Charles e il resto della banda. Vorrei continuare a guardarmi il novellino, studiarmelo per trovare un valido sostituto a Ronald che scopa in modo pessimo e sta diventando più appiccicoso dei lecca lecca. Mi chiama, mi manda messaggi con millemila cuoricini ; ci manca solo che voglia tenermi per mano nei corridoi, eppure credo sia chiaro che io voglio solo una cosa; in ogni caso penso che Ciel non sarebbe un semplice sostituto. È qualcosa di più. Sento che c’è qualcosa in lui. Ogni tanto capita: vedere una persona, e sapere, sentire che accadrà qualcosa, anche se non sai cosa. Ronald e Charles mi stanno parlando di qualcosa, ma non li ascolto. Continuo a pensare alla sensazione che ho addosso e guardare Ciel che è stato abbordato dalla Middleford da uno spiraglio tra le teste dei miei amici. Ciel a un certo punto mette una mano sulla spalla della biondina che spalanca la bocca e se ne va. Ciel si risiede al suo banco con le gambe sopra. Lo fisso qualcosa non mi riporta di botto alla realtà. Edward Middleford, una classe più avanti a noi, fratello di Elizabeth, la biondina ha preso ciel per i lembi della maglietta e ha cominciato a dargli addosso
“Inglese di merda, hai fatto piangere mia sorella?? Nessuno le dice di no, chiaro?? Chi cazzo sei te per rifiutarla?? Sei un frocio, ecco cosa sei”
Non so nemmeno come in due secondi mi trovo davanti a Edward a cui ho tirato un gancio destro, prendo Ciel e lo bacio in bocca.
“E anche se lo fosse?? Torna in classe Middleford, o finisce che ti trovi col culo tra le orecchie.”
Edward se ne torna in classe con la coda tra le gambe. Fa tanto il grosso ma in realtà non è nessuno. Elizabeth che molto probabilmente aveva assistito orgogliosa da un angolo adesso ci fissava rossa in viso per la rabbia.
“Vieni Phantomhive, ti porto in infermeria”
Gli tendo la mano e insieme ci avviamo.

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Da quanto tempo che non scrivevo Fanfiction! Be', la primavera mi ha ispirato, quindi godetevi questa nuova storia che personalmente a me piace molto. Fatemi sapere che ne pensate :3
  
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