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Autore: serelily    13/05/2012    11 recensioni
Missing Moments "Dimmi che ti importa"
Ma come ci era finito in quel posto? Carlos se lo stava ancora chiedendo. Insomma, lui era un uomo, non poteva assolutamente trovarsi in un negozio di scarpe femminili.
Non avrebbe saputo dove cominciare, ma una promessa era una promessa. E quando aveva promesso a Mercedes un paio di scarpe dall’America, non avrebbe mai immaginato tutte le richieste assurde che gli aveva fatto la sorella.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'You can be anything you want to be'
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Ciaooo a tutti quanti. In un primo momento avevo deciso di pubblicare questa missing moments domani mattina ma siccome mi annoiavo lo faccio stasera e domani posto il capitolo di Dimmi che ti importa. I protagonisti di questa piccola storia sono Carlos e Josh, e il modo in cui si sono conosciuti. Non è niente di che, ma mi sembrava carino raccontarlo.
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate!!!

TACCO ALTO PER DUE

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Ma come ci era finito in quel posto? Carlos se lo stava ancora chiedendo. Insomma, lui era un uomo, non poteva assolutamente trovarsi in un negozio di scarpe femminili.
Non avrebbe saputo dove cominciare, ma una promessa era una promessa. E quando aveva promesso a Mercedes un paio di scarpe dall’America, non avrebbe mai immaginato tutte le richieste assurde che gli aveva fatto la sorella.
«Oh, ti prego» gli aveva detto, a mani giunte e con gli occhioni spalancati «Devi assolutamente comprarmi un paio di Louboutin, ti prego, ti prego, ti prego»
Loboche??? Carlos non aveva idea di che diavolo fossero e cosa avessero mai di particolare queste scarpe.
«Ma, Mercedes, sono scarpe francesi» aveva detto, perplesso, quando lei aveva tentato di spiegargli chi fosse Louboutin «Io sto andando in America»
«Non importa» aveva detto la sorella, storcendo il naso «Trovami le Louboutin»
E così ora si trovava incastrato in questa assurda promessa, a cercare un paio di scarpe con un nome improponibile.
E così, quasi per caso, era finito per entrare in un negozio di scarpe prestigiose in un centro commerciale.
Il negozio era pieno, per lo più da persone che curiosavano, visto che i prezzi delle scarpe erano vertiginosi.
Sospirò, arrendendosi al fatto che avrebbe potuto anche perderci un intero stipendio per quelle dannate scarpe, e che se non fosse stato per la borsa di studio, non avrebbe mai potuto comprarle alla sorella.
Si mise a curiosare, prendendo in mano qualche scarpa senza capire in realtà da dove partire. A lui le marche sembravano tutte uguali, come avrebbe fatto a riconoscere una lobocomediavolosichiama.
Aveva preso in mano un paio di sandali vergognosamente alti e costosi, quando qualcuno alle sue spalle si schiarì la gola e disse:
«Posso aiutarla?»
La voce era quella di un ragazzo, giovane, forse poco più grande di lui. Carlos si voltò e rimase folgorato. Un paio di bellissimi e limpidi occhi azzurri lo stavano fissando, mentre due labbra belle e carnose avevano assunto una piega incuriosita.
«Ehm, ecco…»
Ok, era meglio recuperare un po’ del suo cervello perso nell’ammirare spudoratamente lo sconosciuto.
«Io mi chiamo Josh» fece quello, sempre più perplesso «Se ha bisogno di qualcosa, può chiedere a me»
«Ecco…io dovrei fare un regalo a mia sorella» disse, arrossendo. Cavoli, Josh era proprio bello. Il suo tipo di uomo ideale. Il fatto che avesse i capelli castani legati in un piccolo codino non faceva che aumentare il suo fascino.
«Si, lo avevo immaginato» disse quello, sorridendo «Il numero che ha in mano è troppo piccolo per lei»
Anche se era umanamente impossibile, Carlos arrossì ancora di più, vergognandosi. Ma per chi l’aveva preso? Lui non si sarebbe mai messo delle scarpe del genere, rischiava di rompersi una caviglia, e lui non poteva, visto che era un ballerino. E poi era un uomo, dannazione! Il fatto che fosse gay non lo rendeva automaticamente meno virile.
«Ehi» fece Josh, poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla «Guarda che scherzavo»
Carlos sospirò. Dio, si stava proprio comportando da idiota!
Nemmeno si era reso conto, che il commesso era passato dal lei al tu.
«Sto cercando delle scarpe in particolare, ma non so riconoscerle» ammise, abbassando lo sguardo «Mia sorella voleva un paio di Loboqualcosa»
«Louboutin» disse prontamente Josh «Christian Louboutin, si è un must per quanto riguarda le calzature femminili»
Carlos alzò un sopracciglio, perplesso. Ecco, Josh conosceva il Lobononhoancoracapitoilnome, quindi poteva aiutarlo, no?
«Vieni con me, quelle che hai preso in mano non fanno parte di quella maison» disse, indirizzandolo da un’altra parte del negozio «Ecco, qui ci siamo»
Cominciò a tirare fuori scatole su scatole, e Carlos si chiese se l’avrebbe fatto scegliere tra vari modelli.
Cavolo, a questo non aveva pensato! Credeva bastasse trovare le Loboaccidentialoro e prendere il primo paio che gli capitava per le mani.
Invece ora Josh stava tirando fuori quello che sua sorella avrebbe definito il paradiso, ossia una quantità infinita di paia di scarpe.
Gliene fece vedere di tutti i tipi, da semplici decolté a quelle più strane.
Ma fu l’ultimo paio a catturare l’attenzione di Carlos.
«Se vuoi regalare qualcosa» disse Josh «Io ti consiglio queste. Personalmente mi piacciono molto e sono sicuro che tua sorella apprezzerà»
Erano un paio di decolté di raso verde acqua, aperte sulla punta e con il plateau, impreziosite da strass e pietrine nere.
Erano veramente belle, e Mercedes ne sarebbe andata matta.
Quando guardò il prezzo, per poco non gli venne un colpo, ma ingoiò il rospo e si decise ad andare a pagare.
Josh lo guardava di sottecchi, cercando di ispezionarlo.
«Posso farti una domanda?» disse, mordendosi quelle belle labbra.
«Certo» fece Carlos in imbarazzo.
«Le Louboutin sono scarpe costose, come mai hai deciso di prendere proprio queste?» chiese, poi mise le mani avanti e disse «Con questo non volevo offenderti, eh! Solo che sebbene io lavori qui non potrei mai permettermi di regalare un paio di scarpe del genere»
«Oh no, non sono offeso» lo tranquillizzò Carlos «Ecco, io e mia sorella siamo orfani, e io l’ho lasciata in spagna con mia zia per studiare danza, quindi le ho promesso che le avrei comprato qualcosa di speciale, qualunque cosa lei avesse voluto. E lei mi ha chiesto le Lobo… le scarpe»
«Ti capisco» fece Josh, con una punta di tristezza «Mia sorella studia in Italia e non la vedo da una vita, mi manca tanto»
Carlos sorrise, prendendo la busta con le scarpe. Nel farlo, toccò inavvertitamente la mano di Josh, e sentì una scarica elettrica. Dio, come era bello quel ragazzo.
Risentito del fatto che già fosse tutto finito, si diresse verso l’uscita, ma nemmeno un minuto dopo fu bloccato da Josh, che gli era corso dietro e gli stava porgendo un pezzo di carta.
«Questo è il mio numero» disse «Visto che sei nuovo di queste parti, potremmo uscire qualche volta, così ti faccio conoscere la città»
Poi, cogliendo Carlos di sorpresa, mise una mano nell’incavo del suo collo, si avvicinò e poggiò delicatamente le labbra sulle sue.
«A presto, ballerino» disse prima di tornare al suo lavoro.
Carlos sorrise come un ebete e si toccò le labbra con la punta delle dita. Questo viaggio di studio prometteva bene fin dall’inizio.
Si appuntò mentalmente di ringraziare la sorella, per averlo costretto ad entrare in un dannato negozio di scarpe da donna.

   
 
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