E se...

p.V Bella.

  Come ci si sente quando è tutto finito?

  Il dolore, la paura, la felicità dei momenti passati, tutto sparito.

  Sono seduta su questa piccola sedia marrone,- ricordo quando la nonna mi racconta una favola per farmi addormentare. Stringo tra le mani un piccolo foglio di carta, al tatto e ruvido.  Ho tracciato i segni delle parole con le dita, ho sentito i solchi dove la penna e rimasta più tempo. 

  Tengo le gambe incrociate al petto e osservo il foglio perché? penso, cosa ho fatto di sbagliato? , non ho pianto- ancora - ma  sono vuota, come una carcassa di animale ripulita a dovere, sono solo ossa nient’altro. 

  La camera e silenziosa, persino l’orologio a smesso ti girare. Il silenzio domina, ma non nella mia testa, ho mille domanda  alle quali non so rispondere, c’è solo casino.La mia vita e un casino.  

  Sento ancora il suo profumo, sulla pelle, nel letto, sulle mani. Non penso di poterlo dimenticare molto presto.

  Mi alzo, la piccola sedia di legno cade al indietro spezzando il silenzio, il vuoto mi invade, mi piego su me stessa fino a cadere. Lancio un urlo. Un altro. Un altro ancora, fino a quando non esce più nessun suono dalla mie labbra secche. Mi rialzo, ignorando nuovamente il vuoto nello stomaco, mi avvicino al letto tocco il soffice tessuto con le punta delle dita, d’improvviso le stringo a pugno e lo lancio per aria. Sorrido. Mi avvicino al comodino, apro il suo cassetto e lo rovescio a terra sorrido di nuovo. Poi mi di dirigo verso l’armadio, apro le ante, il suo profumo mi invade arrivandomi giù nel profondo. Vuoto, ancora. Lo richiudo. 

 Esco dalla stanza, scendo le scale e vado alla porta, giro il pomello senza  guardare le scarpe. Esco. L’aria fresca, mi fa sentire meglio, la ispiro con il naso. Guardo il cielo grigio, nel aria c’è odore di pioggia, chiudo gli occhi anche se so che sono in mezzo alla strada, ma non mi interessa, sorrido non appena una goccia mi colpisce il viso. Rimango ferma, apro le braccia come per dire: Prendimi, sono pronta. 

 Sento il rumore di un auto, è lontana. Rimango ferma, lascio scivolare giù le braccia lungo le gambe, il rumore e sempre più vicino, apro gli occhi…

 I due fari dell’auto sono a un centimetro da me. So che mi colpirà, ma non mi muovo. Chiudo di nuovo gli occhi, faccio un respiro ed aspetto il dolore. 

 La morte sopraggiunge lenta, con dolore, ma me lo sono cercato mentre aspetto mi vengono in mente dei se: E se non avessi scelto questo tipo di vita?, E se non l’avessi mai conosciuto?, E se me ne fossi rimasta a casa con mia madre, sarebbe stato diverso?

 La morte e arrivata. Non la vedo. Mi chiede gli occhi dolcemente cullandomi nel posto che c’è dopo la vita.

 Angolo: 

 Ok, ok so che molti- anzi no pochi di voi- la troveranno strana ma mentre ascoltavo una canzone, e fissavo questo foglio bianco ho avuto l’illuminazione! 

Queste poche parole sono uscite con tanta violenza dalla mia mente che non potevo fermarmi fin quando non avessi raggiunto la fine. Bene è finita. E pronta per essere letta.

  Spero vi piaccia!

 Lasciate una recensione! 

The G