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Autore: Amychan    14/05/2012    3 recensioni
Non è da molto che ho preso il coraggio per pubblicare qualcosa di mio, ma dato che ormai il dado è tratto ho pensato di farlo anche qui spero vi faccia piacere. L'idea me l'ha data mia nipote di 5 anni, che dopo che le avevo letto biancaneve, mi ha confessato di preferire il cacciatore al principe, il tutto contestuali parole: il principe non fa niente per tutta la storia, è solo fortunato perch epassa di li per caso, Invece il cacciatore per salvarre lei rischia la vita, sopratutto se lo scopre la matrigna. E come darle torto... e mentre mi inventavo mille peripezie per poterla accontentare, mi sono venuti in mente Ryo e Kaori e alla fine ecco qua il risultato. spero vi possa divertire un bacio Amy
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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In un freddo giorno d'invero, la regina di un lontano paese stava ricamando alla finestra, quando il suo sguardo si poso su un piccolo bocciolo di rosa scarlatta, che spuntava solitario tra la neve, che era caduta la notte precedente. La regina rimase talmente colpita dalla bellezza di quell'immagine che pensò: "Vorrei una figlia con la pelle candida come la neve, e le labbra rosse come quella rosa."
Udendo quel desiderio sincero, le fate del bosco decisero di esaudirlo. Qualche tempo dopo, la regina ebbe la gioia di mettere al mondo una bambina con la pelle bianca come la neve, le labbra del colore di una rosa scarlatta, e i capelli rossi come il cielo durante il tramonto. I suoi genitori decisero di chiamarla Biancaneve, ma alla piccola fu dato subito il nomignolo "Sugar" data la sua innata dolcezza.
Purtroppo, qualche tempo dopo, la mamma di Biancaneve morì, e il suo papà dovette risposarsi con una donna bellissima ma malvagia. Nessuno sapeva che in realtà, la nuova regina era una strega molto potente, molto cattiva, e anche molto ambiziosa. La donna possedeva uno specchio magico, che aveva il dono di parlare, ed era costretto a dire sempre la verità, così ogni volta che la matrigna lo interrogava sussurrando "Specchio, specchio delle mie brame che è la più bella del reame?" lui le rispondeva "Mia signora siete voi
la più bella del reame, non c'è fanciulla più bella di voi".
Il tempo passò, e la nostra Sugar crebbe, diventando una bellissima ragazza, suscitando l'ammirazione di molti. Anche molti servitori fedeli alla regina, non potevano fare a meno di notare quanto fosse bella e gentile la giovane fanciulla. Un giorno, la matrigna pose la solita domanda allo specchio magico, ma questa volta non ebbe lo stesso responso, lo specchio le disse "Mia regina, voi siete sicuramente bellissima, ma Biancaneve è mille volte più bella di voi."
La regina impallidì per la rabbia, e per cercare di far sembrare Biancaneve più brutta le tolse ogni vestito che potesse farla sembrare femminile e graziosa, la fece vestire soltanto con vecchi abiti maschili, e data la prematura scomparsa del re suo padre, costrinse la fanciulla a far da serva in casa sua. Nonostante tutto, la fanciulla sopportava tutto, ogni fatica, ogni tristezza, ogni sopruso con un sorriso stampato sulle labbra. Nessuno sapeva che la ragazza era solita sfogarsi con i suoi amici animali, che aveva l'abitudine di incontrare in un piccolo giardino che sorgeva di fianco al castello. Nessuno conosceva quel luogo, e con il tempo Biancaneve, ebbe occasione di renderlo più confortevole alle sue abitudini, aveva circondato i resti di una vecchia colonna con stracci e piume d'oca e ne approfittava per sfogarsi, scagliando pugni e calci. E aveva costruito un piccolo bersaglio, sperando, un giorno, di poter imparate a tirare con l'arco, anche se doveva ammettere che la sua mira era del tutto pessima. Un giorno Biancaneve, mentre prendeva a pugni la colonna rivestita, svelò un segreto alle sue amiche colombe: "Non so se è giusto dirlo, ma credo di essermi innamorata. Avete presente il nuovo guardiacaccia della regina? Quello nuovo, quello che è qui da pochi mesi, credo di essermi innamorata di lui. E' così bello, affascinante ha i capelli neri e lucenti, gli occhi scuri come il carbone e poi ha due spalle che... " le colombine si coprirono con le ali, facendo capire a Biancaneve che quel linguaggio non si addiceva a una giovane fanciulla. “Lo so, lo so ma non posso farne a meno, ogni volta che lo vedo il mio cuore inizia a battere come se fosse impazzito” poi sospirando riprese il suo allenamento sferrando colpi sempre più forti e veloci.
“Com’è che ti chiamano? Sugar? A me sembri più che altro un ragazzaccio” ridacchiò una presenza alle spalle della ragazza. Biancaneve non credeva ai suoi occhi, l’oggetto del suo desiderio era lì davanti a lei, e indossava soltanto un paio di pantaloni verdi che fasciavano perfettamente le gambe muscolose e il cinturone dove teneva appesa l’accetta. Era a petto nudo e il sudore scintillava sotto il sole primaverile di quel tardo pomeriggio. “Anche se devo ammettere che le tue braccia sono molto poco muscolose, sembri un tredicenne che cerca di fare l’uomo, più che Sugar, il tuo nome ideale sarebbe Sugar-boy”.
Biancaneve si senti invadere dalla rabbia “Come ti permetti, con chi credi di parlare io sono la principessa di questo regno, tu non puoi parlarmi in questo modo”.
“Dici davvero? Credevo che la regina ti avesse ripudiato, è vero, sei la figlia del re defunto, ma non sei più una principessa, sei tale e quale a me, una serva come me. Quindi vedi di atteggiarti di meno” l’aggredì il guardiacaccia, senza perdere il sorriso canzonatorio che aveva stampato sul volto.
“Forse hai ragione, ma le azioni della regina sono ignobili come ignobile è la sua persona, io ammetto di essere stata troppo aggressiva, ma tu ammetti di non essere stato per nulla educato?”
Il Guardiacaccia, sorrise seducente “la mia non è maleducazione, cara la mia Sugarboy, e solo estrema sincerità. Comunque accetto le tue scuse” concluse porgendole la mano.
Biancaneve non credeva alle sue orecchie, quell’uomo era davvero irritante, la sua saccenza, e la sua mancanza di rispetto erano inaccettabili, ma qualcosa negli occhi dell’uomo la colpì, vi era un’ombra di bontà e di dolcezza, come se tutta quell’antipatia che dimostrava fosse in realtà una maschera che si era costruito per difendersi. E come per dimostrare tutto ciò l’espressione del guardiacaccia si addolcì “Tanto per chiarire, so perfettamente che la regina non è una brava persona, e sono consapevole che agisca guidata solo dall’invidia e dall’ambizione, ma io sono solo un servitore, e devo eseguire gli ordini”.
“Ne sono consapevole, e non te ne faccio una colpa, qui tutti lottiamo per sopravvivere” e così dicendo strinse la mano dell’uomo “Biancaneve, ma puoi chiamarmi Sugar”.
“Piacere Ryan, ma puoi chiamarmi Ryo, ora devo andare, a presto … Sugarboy” e senza aggiungere altro si voltò e si dileguò tra gli alberi.
La perfida matrigna, aveva assistito alla scena attraverso il suo specchio magico, e si sentì assalire dall’invidia, dato che nutriva anch’essa una forte attrazione per il Guardiacaccia. Corse nelle sue stanze, e pose la solita domanda allo specchio: “Specchio, specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?” e lo specchio rispose “Mia regina, voi siete sicuramente bellissima, ma Biancaneve è mille volte più bella di voi". A quel punto la regina capì di non poter più sostenere la presenza della rivale, e fece chiamare proprio il guardiacaccia.
Ryo stava ancora ripensando all’incontro con Biancaneve, quando venne convocato. Era rimasto folgorato dalla bellezza della ragazza, gli abiti che avrebbero dovuto celare il suo splendore, in realtà lo esaltavano, le sue morbide curve si intuivano, e per lui niente poteva essere più provocante. Non appena entrò nella sala del trono, la regina gli ordinò di portare Biancaneve nel bosco, e di ucciderla, portandole poi il suo cuore come prova del delitto. Ryo non sapeva come reagire, non poteva disobbedire, non se teneva alla propria vita, ma uccidere Biancaneve era fuori questione. Decise ad ogni modo di condurre la fanciulla nel bosco, salì sul suo cavallo, e si diresse verso il giardino nascosto, e con una scusa accompagnò la ragazza nella foresta.
Subito dopo essere entrati nella parte più fitta del bosco, Ryo cambiò strada “Ma dove stai andando, il centro del bosco, dove ci sono i fiori che ha chiesto la regina non è da questa parte” grido Biancaneve, per farsi udire nonostante il vento e lo scalpiccio degli zoccoli del cavallo.
Ryo arrestò il destriero “Forse non sarà difficile credermi, la regina vuole farti uccidere, e ha incaricato me di farlo” gli occhi della ragazza si riempirono di paura, “Non preoccuparti Sugarboy, non ho intenzione di fare niente di simile, ma devo nasconderti, ti condurrò alla casa di un taglialegna mio amico, vive con le sue due figlie il marito di una di loro, sono brave persone, e mi aiuteranno non aver paura!” detto ciò Ryo spronò il cavallo, che percorse tutto il tragitto al galoppo, fin quando non arrivarono in una radura, dove sorgeva una casetta in legno.
Ryo le presentò tutti gli abitanti della casetta, il capofamiglia era un signore anziano che tutti chiamavano Doc, poi c’erano le sue due figlie Kazue, e Miki, per ultimo c’era il marito di Miki, che si faceva chiamare Falcon. Ryo non perse tempo e raccontò tutta la storia alla famiglia che senza indugiare, accettò di aiutarla e quindi di ospitarla.
Per Biancaneve iniziò un periodo sereno, con nuovi amici e a contatto con la natura, e soprattutto ogni tanto Ryo le faceva visita, era piacevole stare con lui, e sapere che l’avrebbe protetta da tutto e da tutti la faceva sentire sicura.
Ma un brutto giorno la regina, chiese di nuovo allo specchio chi fosse la più bella del reame, e lo specchio le rivelò: “Al di là dei monti e delle valli, c’è una piccola casetta, in cui vive Biancaneve, che è ancora mille volte più bella di te” a quel punto la regina capì di essere stata ingannata, e decise di uccidere personalmente la ragazza, così prese una mela, e la immerse in un veleno. Poi prese le sembianze di una tenera vecchina e si diresse alla casa del taglialegna.
Ryo che seguiva sempre i suoi movimenti, si accorse immediatamente che c’era qualcosa di strano, e temendo per la vita della ragazza, corse ad avvisare Falcon e gli altri. Non appena intravide la famiglia al lavoro, gli chiese dove fosse Biancaneve “E’ rimasta a casa, oggi era il suo turno per cucinare. Perché c’è qualche problema?” Ryo aggiornò i suoi amici, e raccontò ciò che aveva visto. Non appena ebbe finito di raccontare ciò che aveva visto, tutti insieme si precipitarono verso la piccola abitazione.
Intanto, Biancaneve, stava preparando una torta, quando vide la piccola vecchina impietosita le offri una fetta. In cambio la matrigna travestita, le donò la mela. Biancaneve colpita dal bellissimo aspetto di quel frutto non resistette e ne assaggiò un pezzetto. Non appena assaggio la mela intravide Ryo correre al galoppo, ma purtroppo era troppo tardi, il veleno iniziava già a fare effetto, e in meno di un batter di ciglia la ragazza si accasciò a terra.
L’arrivo del taglialegna e di Ryo però impedì alla matrigna di scappare, la quale in cambio della libertà ammise che Biancaneve non era realmente morta, ma era caduta in un sonno profondo, e che l’unico modo per spezzare l’incantesimo era un bacio, il bacio di un principe disposto a sposare la bella giovane.
Appena appresa la notizia, Ryo si diresse verso un regno vicino, governato da un principe suo amico, il quale era appunto in cerca di moglie. Il principe Mick, non si fece ripetere l’invito e prese il suo cavallo nero e si diresse verso il bosco. Il cuore del principe ebbe un sobbalzo, non appena vide Biancaneve, e si rese conto che quella fanciulla gli aveva stregato l’anima al primo sguardo, poi si chinò su di lei e le diede il suo primo bacio. Immediatamente Biancaneve aprì gli occhi e sorrise, quel primo bacio aveva spezzato l’incantesimo.
Quando Ryo vide la scena Sali sul suo cavallo e lascio la ragazza che aveva imparato ad amare, come lei le aveva detto un giorno, era una principessa, e doveva sposare un principe.
Biancaneve si rabbuiò immediatamente, quando realizzò che a baciarla non era stato Ryo, si alzò e rivolgendosi al principe Mick disse: “ principe ti ringrazio molto per aver spezzato l’incantesimo, ma purtroppo non è te che amo, potrei sposarti e forse vivremo felici, ma non posso fare questo torto al mio cuore. Lui ha scelto da tempo, e non ha scelto te ma un guardiacaccia, che per salvarmi la vita ha rischiato la sua.” E cosi dicendo salì su uno dei cavalli e parti al galoppo, sperando di raggiungere il suo grande amore.
Lo raggiunse dopo pochi minuti, dato che il ragazzo si era fermato alle sponde di un fiumiciattolo. Smontando da cavallo lo raggiunse silenziosamente, e gli coprì gli occhi con le mani. “Chi sono?” chiese lei.
“Un sogno” rispose Ryo “Perché la fanciulla che possiede questa voce, in questo momento è assieme al suo principe”. Biancaneve liberò gli occhi di Ryo, e si sedette sulle sue ginocchia “Hai ragione” confermò “sono assieme al mio principe, il principe del mio cuore” e lo baciò
E vissero per sempre felici e contenti.
 
P.s. perdonate questa pazzia, spero di essere riuscita a mantenere linguaggio e forma di una fiaba per bambini, a parte qualche licenza data dalla presenza di Ryo e Kaori, che come sappiamo a volte fanno un po’ di testa loro!!!
 

  
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