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Autore: Hotaru_Tomoe    14/05/2012    7 recensioni
Ripensandoci anche a distanza di anni, John non seppe mai dire perché accadde proprio allora.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: Sherlock appartiene ad Arthur Conan Doyle, alla BBC e a Moffat e Gatiss.
Note: Questa storiellina è nata da un fotomontaggio postato sul gruppo FB Sherlockians Anonimi... prendetevela con loro!

  

ACCADDE

 

Ripensandoci anche a distanza di anni, John non seppe mai dire perché accadde proprio allora.

Non era stata una giornata da ricordare fino a quel momento.

Non c'erano stati inseguimenti, né sparatorie; non avevano rischiato di finire accoltellati in qualche vicolo di periferia e il loro appartamento non era saltato in aria per via di qualche oscuro esperimento chimico.

Sherlock aveva risolto per gli yarders un caso di omicidio tutto sommato semplice per i suoi standard "L'amante! Più banale di così! Persino una scimmia ammaestrata l'avrebbe capito!" aveva esclamato disgustato mentre John lo trascinava via dalla scena del crimine, sperando che Lestrade non l'avesse sentito.

Avevano ordinato la cena da un ristorante eritreo recentemente scoperto e poi si erano seduti sul divano, Sherlock intento ad aggiornare il suo blog (stranamente dal suo laptop) con un articolo sui pollini delle trecento specie di orchidee di Hispaniola e John ben deciso a godersi la visione del dvd de "L'uomo che sapeva troppo" prestato da Mrs. Hudson.

Poteva dire di conoscere quasi le battute a memoria di quel film, ma era talmente appassionante che l'avrebbe potuto vedere anche dieci volte di fila senza stancarsi e il consulting detective non l'aveva mai visto. Chissà, magari gli sarebbe piaciuto.

Tuttavia, dopo circa un'ora dall'inizio del film, Sherlock iniziò a borbottare commenti acidi e astiosi rivolti alternativamente alle mail dei potenziali clienti che infestavano il suo blog e alla, a suo dire, sdolcinata ed insulsa interpretazione di Doris Day e del resto del cast "E' ovvio che non uccideranno il figlio fino al giorno dell'attentato, quanti inutili piagnistei!"

"Anche un bambino capirebbe il vero significato di Ambrose Chapel."

"Gli yarders riescono a fare la figura degli idioti anche in un film."

John avrebbe voluto obiettare qualcosa su quelle ingiuste critiche, ma, conoscendolo, sarebbe stato del tutto inutile, quindi si limitò ad allargare le braccia per stiracchiarsi, gli occhi fissi sullo schermo della tv, dove era iniziata la drammatica sequenza dell'attentato alla Royal Albert Hall e le note del lunghissimo concerto si diffondevano nel piccolo salotto di Baker Street. Forse anche Sherlock aveva cambiato idea sul film - si disse - perché, d'improvviso, si era fatto silenzioso. Aveva smesso di brontolare. Aveva smesso di scrivere sul portatile. Diamine, sembrava quasi che avesse smesso di respirare.

Fu solo quando iniziarono a scorrere i titoli di coda che John si volse a guardare il suo coinquilino per chiedergli conto del suo inusuale silenzio, magari buttando lì un commento ironico come "Non ti ha appassionato proprio per niente, vero Sherlock?"

E si congelò.

Quando aveva allargato le braccia, aveva appoggiato la mano sulla testa di Sherlock e aveva iniziato ad accarezzarla piano, con delicatezza, come si fa con un gattino, talmente preso dal film da non rendersene conto.

Il gesto doveva aver scioccato talmente il consulting detective da farlo zittire.

Eppure Sherlock non aveva protestato, né si era scansato infastidito o disgustato, limitandosi a fissare John durante gli ultimi venti minuti del film con i suoi occhi limpidi. Chiaramente in attesa del suo ritorno alla realtà.

Fu in quel momento che accadde.

John fece scivolare via piano la mano dai ricci neri, soffermandosi appena su quel collo impossibilmente lungo e bello e posandola al centro del suo petto, stringendo nel pugno la vestaglia blu per attirarlo a sé e sporgendosi finché le loro labbra non si incontrarono per la prima volta.

Accadde così, in una serata banale, nel silenzio quasi religioso del 221B di Baker Street, davanti allo schermo della tv ormai nero, sul loro divano.

Ripensandoci a distanza di anni, John sapeva di aver avuto diverse alternative: avrebbe potuto arrossire per l'imbarazzo (beh, Sherlock continuava a ripetergli che quello era successo, in effetti), mormorare qualche patetica parola di scuse o riderci sopra.

Ma in quel momento nessuna di queste opzioni attraversò la mente del dottore.

E così accadde.

E quando le dita agili e snelle di Sherlock gli circondarono la nuca, John si ritrovò a pensare che era giusto così. Che semplicemente doveva accadere lì e in quel momento.

Non gli servivano altri perché.

 

FINE

 

La cosa che mi ha fatto più penare? La scelta del film. Ero indecisa tra "Hollywood party" di Blake Edwards, bellissimo ma esageratamente comico e non adatto a creare la giusta atmosfera (John e Sherlock avrebbero passato un'ora e mezza a sghignazzare senza ritegno come la sottoscritta) e "Il ponte di Waterloo", che invece avrebbe fatto virare la fanfiction verso l'angst più nero, viste le implicazioni post-Reichenbach che il suicidio di Vivien Leight porta con sè. Alla fine mi è venuto in soccorso il sempre caro Alfred Hitchcock... grazie Hitch!

   
 
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