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Autore: cl33    05/12/2006    26 recensioni
Una ragazzina dai capelli rossi si trascinava per il corridoio con addosso un inquietante pigiama rosa con orsacchiotti, una vestaglia di lana azzurra e pantofole coordinate. Ogni tre passi starnutiva, e ogni volta borbottava qualcosa come “Perché non sono figlia unica” e “Ora mi stacco il naso”.
“Weasley… dove te ne vai da sola, di notte, e in questo stato pietoso?!”
La Grifondoro si voltò lentamente: aveva due occhioni rossi e tirava su col naso. Gli lanciò uno sguardo omicida.
“A un rave. Non si nota?”
Il biondo la squadrò da capo a piedi.
“Mmm. Faresti colpo. Di sicuro”.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Draco Malfoy stava tranquillamente passeggiando per i corridoi bui e silenziosi. Avevi seri problemi ad addormentarsi la sera, motivo per cui, da quando era diventato prefetto, si divertiva ad andare in giro mentre tutti erano nei loro dormitori, nella speranza di trovare qualcuno a cui togliere punti.
Sì, era bastardo, profondamente bastardo, lo sapeva e sen vantava.
Era da poco passata la mezzanotte quando sentì una specie di sbuffo in lontananza. Con un ghigno stampato su quella faccia da schiaffi cercò di avvicinarsi il più silenziosamente possibile.
Non appena ebbe girato l’angolo, dovette trattenersi a forza per non scoppiare a ridere.
Una ragazzina dai capelli rossi si trascinava per il corridoio con addosso un inquietante pigiama rosa con orsacchiotti, una vestaglia di lana azzurra e pantofole coordinate. Ogni tre passi starnutiva, e ogni volta borbottava qualcosa come “Perché non sono figlia unica” e “Ora mi stacco il naso”.
“Weasley… dove te ne vai da sola, di notte, e in questo stato pietoso?!”
La Grifondoro si voltò lentamente: aveva due occhioni rossi e tirava su col naso. Gli lanciò uno sguardo omicida.
“A un rave. Non si nota?”
Il biondo la squadrò da capo a piedi.
“Mmm. Faresti colpo. Di sicuro”.
“Senti, potremmo rimandare l’amabile chiacchierata o devi prima togliermi un po’ di punti, o insultarmi, o andare a svegliare Piton per farmi dare una punizione … ?”
“E come siamo acide… Tutte e tre le cose, comunque. Beh, magari svegliare Piton no. Non voglio vedere anche lui in vestaglia, già la tua vista è stata abbastanza traumatizzante”.
“Oh povero. Pensa a me, sto male, e mi tocca pure vedere la tua bella faccia”. Si voltò e ricominciò a camminare.
“Dieci punti in meno per Grifondoro, Weasley”.
“Notte, Malfoy”
“Venti”.
“Oh, ma che bravo, sai le decine… te le ha insegnate Tyger?!”
“Weasley! Dove diavolo stai andando?!”
La ragazza strinse i pugni e sospirò.
“A prendermi una maledetta camomilla nelle cucine”.
L’altro inclinò la testa e fece un mezzo sorriso.
“Ecco dov’era il rave…”
“Sì, con gli elfi domestici. Se non ci vai vestito di rosa e celeste non puoi entrare, quindi mi spiace ma non hai l’abbigliamento adatto. Ora, posso andare o devi rompere ancora le balle?!”
Malfoy alzò le spalle e sbuffò.
“E sentiamo, come si fa a entrare nelle cucine? Devi avere i capelli rossi, sbavare dietro a Potter, avere pigiami straordinariamente brutti…”
“Se la smetti di torturarmi...”
“Perché dovrei?!”
“E allora attaccati”.
Ginny si strinse meglio nella vestaglia e riprese la sua marcia verso le cucine. Malfoy la stava seguendo, finalmente in silenzio. Non appena furono davanti ad un quadro con un grosso cesto di frutta la rossa si fermò.
“Speri che guardando intensamente la mela si materializzi nelle tue mani?”
“Dimmi, Malfoy, sei sempre così divertente o raggiungi il tuo apice a mezzanotte?!”
La Weasley cominciò a solleticare la pera, che, sotto lo sguardo stupito del Serpeverde, prima si contorse, e poi si trasformò in una maniglia.
“Questa sì che è bella…”
Senza degnarlo minimamente, la ragazza aprì la porta. C’erano quattro enormi tavolate, esattamente uguali a quelle che si trovavano in Sala Grande, al momento perfettamente vuote e pulite. Sembrava che non ci fosse nessuno. Poi spuntò fuori un paio di voluminose orecchie verdi. Ginevra starnutì.
“Ron, domani ti ammazzo”, sibilò a denti stretti. Poi, sorridendo, aggiunse: “Ehm… salve. Potrei avere una camomilla?”
L’elfo domestico annuì con la testa con tanta foga che il naso gli sbatté a terra. Corse via in un attimo e subito dopo tornò con un bollitore, una tazza, una vassoio con diverse ciotoline, contenenti vari tipi di erbe e zucchero, e un enorme piatto con biscotti di tutti i tipi che oscillava pericolosamente sopra la sua testa.
“Oh, ma non importavano tutte queste cose…”
La creatura la guardò con due occhi spalancati: semplicemente strazianti.
“Era un modo per dire che è tutto perfetto, non che non andava bene!”
L’elfo le sorrise e posò il carico sul tavolo più vicino, prima di trotterellare via. Draco la guardava schifato.
“Ti sei praticamente… scusata con un elfo domestico?!”
Io sono una persona gentile, anche con gli elfi domestici. Compenso l’ignoranza di chi è sbruffone e maleducato anche con le altre persone. Non so se mi spiego” e si sedette. Si versò l’acqua nella tazza, poi mise un cucchiaino di camomilla in una scatolina metallica traforata e l’immerse nel liquido a bollore. Ben presto questo assunse una sfumatura giallina. Intanto Malfoy si era seduto al suo fianco e studiava con interesse la moltitudine di biscotti che aveva davanti.
“Fammi capire. Tu fai quella cosa alla pera, entri, chiedi lo spuntino di mezzanotte e ti trovi davanti questo ben di dio?”
“Sì”.
“E tu come l’hai scoperto?”
“Me l’hanno detto i gemelli”.
“Giusto, domanda inutile. Figuriamoci se era stato quell’aquila di Lenticchia”.
Ginny sorrise. Il ragazzo sollevò un sopracciglio.
“Stai così male che posso insultare la tua combriccola di sfigati senza che ti metti a starnazzare come una gallina? Così non mi diverto…”
“Secondo te io spreco il mio fiato per difendere l’intelligenza da troll di mio fratello? Ho il naso di un pagliaccio, ho sonno, e un mega piatto di dolci a disposizione… ho di meglio da fare” e addentò una pralina al cioccolato.
“Te l’ha attaccato tuo fratello, il raffreddore, vero?”
“Sì… quel deficiente è andato a pastrugnarsi con Lavanda Brown e poi mi ha sputacchiato addosso i suoi germi per dirmi che non devo andare ad Hogsmeade con Antony Goldstain”.
Malfoy la fissò schifato, prima di dirle: “Sto mangiando”.
“E allora?”
“Primo, tuo fratello che si pastrugna con qualcuno. Secondo, germi sputacchiati. Terzo, Antony Goldstain…”
“E’ tanto carino…”
“E’ un cesso. Io sono tanto carino, qualche altro ragazzo può essere ritenuto decente, ma Antony Goldstain… per favore”.
“Intendevo caratterialmente. Per il resto… è un tipo”.
“Sì, un tipo, quindi un cesso”.
“Oh, ma che te ne viene a te?!”
“Puoi permetterti di meglio. Mica ci sono solo Potter e i tipi in questa scuola”.
Stavolta fu Ginevra a guardarlo col sopracciglio alzato.
“Mi hai fatto una specie di complimento, o mi sta salendo la febbre?”
Il Serpeverde prese un bignè alla crema e se lo portò alle labbra.
“Per la febbre, non te lo so dire. E non era un complimento, era… un dato di fatto”.
La rossa aveva gli occhi spalancati.
“Malfoy… ci starai mica provando?!”
L’altro la squadrò con aria critica.
“Beh di certo non stasera, con quel naso rosso, i capelli da megera, quel pigiama terrificante e”, mosse il dito verso la vestaglia, “il resto. Però… in un momento migliore…”
“In un momento migliore…?”
“Beh… per essere una Grifondoro, per di più Weasley… sei passabile” e tornò a dedicarsi ai biscotti.
Ginevra stava per rifilargli una serie di insulti, ma riuscì a trattenersi, preferendo giocare d’astuzia.
“E da quando ci provi con le ragazze passabili?”
L’altro sembrò rifletterci su.
“Diciamo pure carina, allora”.
“Solo?!”
Draco la guardò divertito.
Tanto carina?!”
Lei nascose a stento un sorriso, gongolando.
“Meglio”.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, finché lui non riprese.
“E se… una ragazza, diciamo, tanto carina volesse scaricare un certo Antony Goldstain per passare una giornata indubbiamente più divertente con una persona infinitamente più interessante… a me andrebbe anche bene. Sempre che il tuo naso in una settimana ritorni al suo colore naturale”.
La Grifondoro non riuscì a fare a meno di sorridere.
“Penso che per quello basteranno una pozione di Madama Chips e un paio di giorni”.
“Perfetto. Allora non ci sono problemi”, le disse con uno sguardo malizioso.
Lei si morse il labbro e fece di no con la testa. Poi fece un sospiro e allontanò il piatto.
“Basta biscotti. Sono piena come un uovo!”
“Pure io”. Si alzò dalla panca e, con un gesto galante, aiutò Gin a fare lo stesso. Senza smettere di sorridere e di lanciarsi sguardi da triglie si avviarono lungo il corridoio, finché non cominciarono a chiedersi, nella più totale disperazione, cosa diavolo stavano facendo. Si bloccarono e si guardarono terrorizzati.
“Ti ho chiesto di venire ad Hogsmeade con me?!”
“E io ti ho detto di sì?!”
Il biondo si passò una mano tra i capelli, imprecando. La Weasley si voltò indietro, prima di darsi uno schiaffo sulla fronte.
“Ma certo…”
“Certo che?”
“Che giorno è domani, Malfoy?”
“Che domande del cazzo fai, Weasley?!”.
“Quattordici febbraio. San Valentino”.
“E quindi?”
“Erano biscotti stregati. Ne mangi uno e ridi come un ebete guardando la prima ragazza che passa. Ne mangi dieci e la inviti ad Hogsmeade. Una brillante idea di Silente per movimentare la festività”.
“Ecco perché l’anno scorso Pansy me ne voleva far mangiare un vassoio intero…”, disse scocciato. Ma poi la sua espressione si fece dura. “E perché quell’elfo deficiente ce li ha dati?!”
Fece per tornare alle cucine ma Ginny lo bloccò per la manica. Lui si scostò sgarbato, ma si fermò.
“ Tanto l’effetto è svanito, ormai…” e si allontanò lentamente, con un’espressione un po’ triste.


Tre giorni dopo.

Ginevra stava andando a Pozioni. Stava ripassando gli appunti, convinta che quella serpe unticcia l’avrebbe interrogata, ed era così concentrata che non vide un bel ragazzo biondo, appoggiato alla parete con le mani in tasca, che la fissava con un ghigno divertito.
“Vedo che il naso è tornato normale, Weasley”.
La ragazza alzò gli occhi su di lui, prima di tornare agli ingredienti della Polisucco. Malfoy cominciò a camminarle accanto.
“Ho visto che ti sei tenuta alla larga dai biscotti, domenica”.
“Non volevo rischiare di provarci con Neville, sai com’è…”
“Sai cos’ho scoperto?”
“Se ti dicessi che non mi interessa saperlo?”
“Che quei biscotti non ti fanno perdere la testa per qualcuno…”
Lei si fermò in mezzo al corridoio e lo fissò.
“… ma si limitano a renderti… un po’ più audace
La Grifondoro avvampò, ma poi lo guardò di nuovo.
“E… perché me lo stai dicendo?!”
Malfoy le fece un sorrisetto furbo.
“Non ti ho ancora visto spezzare il cuore a Antony Goldstain. E mi raccomando, che sia una cosa plateale, così è più divertente”.
Le diede un buffetto sul naso e si allontanò. Ginevra, sorridendo, si avviò verso l’aula di Piton.
  
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