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Autore: CarolPenny    14/05/2012    6 recensioni
"Eh sì, perché, dopotutto Sherlock era proprio come una pallottola. Una pallottola vagante che colpisce continuamente tante persone diverse, in contesti e luoghi differenti. Alcune gravemente, altre no, lasciando loro addosso un segno indelebile. Ma con il tempo quella pallottola si sarebbe scalfita o spezzata e di certo non si sarebbe riparata da sola."
Genere: Generale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Lestrade , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' la prima volta che scrivo su Sherlock, quindi accetterò critiche nel caso crediate sia necessario. 
Ringrazio con affetto Charme per i suoi preziosissimi e utilissimi consigli. 
E grazie a sir Arthur Conan Doyle per aver creato Sherlock Holmes.

PALLOTTOLA VAGANTE

5:36 A.M.
All'inizio aveva pensato, e sperato, che si trattasse di un sogno. Note lunghe e soavi, una melodia triste, il rumore di fogli spostati in fretta. Passi che si allontanavano e si avvicinavano.
Aprì gli occhi.
Di nuovo'
si ritrovò a mugugnare.
Il primo pensiero della giornata, niente affatto positivo.
John Watson spostò le lenzuola, e si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi. Fuori sembrava essere ancora buio. Sospirò, alzandosi dal letto e raggiungendo il salotto.
Si fermò proprio all'ingresso, appoggiandosi con una spalla alla porta semiaperta e incrociando le braccia.
"Sherlock... non sono neanche le sei del mattino..." disse semplicemente, guardando l'altro.
Sherlock Holmes indossava la sua vestaglia scura e volteggiava spensieratamente di qua e di là suonando il violino. Non disse nulla, e continuò a suonare.
"Sai, non è per me..." continuò John.
'Ormai ci sono abituato... più o meno...'
"E' per la signora Hudson, per i vicini..."
'Ma che dico, ormai saranno abituati anche loro!'
Sherlock scrisse qualcosa su un foglio, e poi lo fece volare a terra. Tornò immediatamente a suonare. Di nuovo quella malinconica melodia grazie alla quale John si era svegliato.
'
Ok, forse saranno tutti abituati, ma questo non vuol dire che lo sopportino...
Attraversò la stanza e andò a sedersi di fronte al tavolino al centro, accendendo il computer.
"Buongiorno anche a te." fece finalmente l'altro.
John aprì la bocca in un sorriso incerto.
'Dio solo sa come riesco a sopportarlo!'
Aprì il suo blog e cominciò a scrivere un nuovo articolo.
'Sherlock si annoia... di nuovo...'
"Da quanto tempo non dormi, John?" gli chiese improvvisamente l'amico, mettendo da parte l'archetto.
"C... cosa?"
"Hai attraversato la stanza in sette secondi, normalmente, anche quando ti svegli molto presto e assonnato ce ne metti quattro, hai un' andatura pesante e trascini i piedi. Hai sia le palpebre, sia le occhiaie leggermente arrossate e gli occhi lucidi. Le unghie delle delle mani, soprattutto della destra, sono mangiucchiate, in conclusione riposi poco e non abbastanza. Direi da almeno..."
"Io non mangio affatto le unghie..."
"… almeno tre giorni." concluse Sherlock, come se non fosse mai stato interrotto, e guardandolo intensamente.
'Sì, tre giorni, lo so anche io. Perché è da tre giorni che continui a suonare quel violino!'
"Certo che le mangi. E' un comportamento inconscio, per questo non te ne accorgi... ti prego John, è troppo semplice, troppo elementare e io mi annoio!"
'Non me ne ero accorto'
si ritrovò a pensare John, disperatamente.
L'ultima volta che Sherlock aveva utilizzato il violino per così tanto tempo, ininterrottamente, era stato non molto tempo prima, quando si erano imbattuti in una questione di cui
lei era stata la principale causa. Lei, la Donna.
In effetti, John si era ritrovato a parlare distrattamente dell'accaduto, tre giorni prima, e da allora Sherlock aveva preso in mano il violino.
La melodia ricominciò.
Non sarebbe rimasto lì ancora a lungo, se avesse continuato. Era fin troppo deprimente per i suoi gusti.
Spense il computer, si alzò, e tornò in camera da letto. Si vestì in fretta, bevve un sorso di caffè freddo del giorno prima, amaro, proprio come piaceva a lui, e ritornò in salotto, pronto ad uscire. Una bella passeggiata mattutina gli avrebbe fatto bene. Per lo meno non avrebbe più sentito quelle note terribili.
'Lontano, il più lontano possibile da qui'
'E' più lunga sarà la strada del ritorno...'

"Ehm... a dopo..." disse prendendo la giacca e indossandola.
Una nota acutissima gli rispose.
Aveva già messo un piede fuori dalla stanza quando si sentì un rumore forte provenire dalla strada al di là delle finestre, una specie scoppio, anzi, lo conosceva fin troppo bene. Era il suono inconfondibile di un colpo di pistola.
John si fermò immediatamente, anche la musica cessò. Si girò verso Sherlock, che lo stava già guardando a sua volta, con un largo sorriso stampato in faccia.


8:05 A.M.
Avevano fatto il giro di tutto il quartiere, bussando ad ogni singola porta, e prima che Lestrade arrivasse avevano anche trovato la pallottola, relativamente in buone condizioni, su un marciapiede non molto lontano da casa loro. Chi avesse sparato, invece, sembrava sparito nel nulla.
Con l'arrivo dell'ispettore avevano rifatto il giro delle case.

Questa era l'ultima” disse Greg scendendo gli scalini, la porta che si chiudeva alle sue spalle.
E' pulita... nulla di sospetto.”
Guardò Sherlock.

Nulla di sospetto.” confermò quest'ultimo incrociando le braccia dietro la schiena.
'Lestrade lo ha guardato. Ha guardato Sherlock. Voleva essere sicuro di non essersi lasciato sfuggire nulla.'

Hai qualche ipotesi?” continuò l'ispettore.
Una... ma ho bisogno della pallottola.”
Non credo di poterlo...”
Mi bastano ventiquattro ore, Lestrade, e ve la restituirò!”
Greg sospirò lanciando uno sguardo veloce a John, poi annuì. Il sergente Donovan lo guardò con disapprovazione, scuotendo la testa.

Perfetto, grazie!”
Sherlock sorrise con la bocca chiusa, prendendo il contenitore di plastica dove avevano raccolto la pallottola e dirigendosi verso il 221B.
Si udì il suono di un cellulare. Lestrade rispose.

Quindi, se non ci sono vittime, a cosa mirava chi ha sparato?”
John era subito dietro Sherlock e glielo domandò, sicuro di ricevere una risposta.

Probabilmente ad attirare l'attenzione su di sé!”
Lo guardò intensamente.
Watson deglutì.

La gente è pronta a tutto pur di farsi notare...” continuò l'altro, tranquillamente, a voce bassa. Il modo in cui lo disse però fu parecchio inquietante.
Sherlock!”
Proprio nel momento in cui erano arrivati davanti la porta di casa si udì nuovamente la voce di Lestrade, che li stava chiamando.

Non ora...” fece subito Holmes, dandogli le spalle.
C'è stato un altro sparo, pochi minuti fa...” continuò Greg.
A quel punto Sherlock si girò.
'Che puntualità'
pensò John. Non poté fare a meno di sorridere, però.
Dove?” chiese a Lestrade.
Trafalgar Square.”

*

La grande piazza era affollatissima. Non c'era giorno in cui non lo fosse, certo, ma in quel momento lo era ancora di più, nonostante tutti i presenti raccolti alle sue estremità, delimitate da almeno una trentina di poliziotti per ogni lato, e la parte centrale completamente vuota. Una lunga fila, invece indicava chi era in attesa di entrare alla National Gallery attraverso una strada secondaria. 
Stessa dinamica” disse Lestrade, arrivato qualche minuto prima di loro. “Il mio collega Wilson mi ha confermato che secondo le testimonianze alle 08:35 si è sentito uno sparo, proprio lì...” indicò la fontana a loro più vicina “Non sono scappati tutti immediatamente, poi però, c'è stato il caos...”
Ovviamente...”
Sherlock guardò in direzione della fontana.

Nessuna vittima, nessun ferito, nessun segno di combattimento...”
Siamo sicuri che si sia trattato di uno sparo e non di qualche altro rumore simile?” chiese John, perplesso.
Tutti i testimoni concordano, era uno sparo...” confermò Greg.
Sherlock aveva di nuovo posizionato le braccia dietro la schiena, perdendosi nei suoi pensieri. Si guardò prima intorno, poi mosse i suoi passi verso la fontana.
Tirava un vento freddo quella mattina di Novembre, così John si allacciò cappotto e sciarpa per coprirsi. Fu subito dietro l'amico.

Non troverai niente...” urlò loro dietro Lestrade “Stanno controllando già da quindici minuti...”
Sherlock lo ignorò, guardando a terra, girando continuamente la testa a destra e a sinistra, poi si fermò davanti alla fontana. Fece il giro intorno ad essa e poi sorrise. Ma la sua espressione era più
compiaciuta che allegra.
Facile... troppo facile...” commentò silenziosamente, ma John riuscì a sentirlo.
'Non ne dubitavo, Sherlock, ma credo in ogni caso che sia ancora troppo presto per parlarne...'
Degli schizzi d'acqua gli arrivarono in faccia.

SHERLOCK!” si ritrovò ad imprecare.
L'amico si era calato nella fontana, noncurante di chi ancora stava svolgendo le indagini.
Ne emerse subito, bagnato fino alla vita, con un piccolo oggetto stretto tra il pollice e l'indice.

La pallottola...”
Lestrade, appena arrivato, aprì la bocca in un'espressione sorpresa. John invece non lo era affatto.
Il cappotto di Sherlock era
fradicio, ma lui sembrò non farci caso. Si mise una mano in tasca e tirò fuori la busta con l'altra pallottola.
Erano identiche.
Pallottole uguali, sparate dalla stessa pistola...” cominciò Holmes ma una voce lo interruppe.

Come fai a dire che si tratti della stessa pistola?”
I tre si girarono.

Mi domandavo giustappunto se saresti arrivato, Anderson... cominciavo a sentire la mancanza delle tue domande stupide.” l'altro aprì la bocca, pronto a rispondere ma John lo precedette continuando il discorso interrotto da Sherlock poco prima.
Le pallottole sono uguali, la pistola la stessa, quindi anche la persona che ha sparato?”
L'amico lo fissò, socchiudendo leggermente gli occhi in un espressione incerta.

Naturalmente non è impossibile che un solo uomo si sia spostato da Backer Street a Trafalgar Square nell'arco di tempo in cui sono avvenuti i due spari. Tuttavia...” guardò Lestrade
... credo che siano due le persone coinvolte in questo mistero.”
Il cellulare di Greg suonò di nuovo.

Commissario Lestrade... cosa? Dove?”
Sherlock alzò le sopracciglia.

Arriviamo subito!” l'altro terminò la chiamata.
Ce n'è stato un altro...” aggiunse, senza specificare cosa. Ma non ce ne sarebbe stato bisogno.
Da Angelo... il ristorante del tuo...”
Adesso sono tre...” fece Holmes
Cosa?”
Il commissario parve perplesso.

Tre le persone coinvolte.”


Durante la giornata le persone aumentarono. Diventarono quattro, poi cinque, poi sei. Tutto accadeva in luoghi che sia Sherlock, sia John conoscevano bene. Luoghi in cui erano già accadute delle cose, in cui erano stati non molto tempo prima. Ogni volta che si mettevano in viaggio John riusciva a vedere nel suo amico il sorriso di chi aveva risolto l'enigma e capito ogni cosa. Non c'era affatto da stupirsi, e John stupito non lo era.


*

Dopo cena, il dottor Watson si dedicò al suo blog. Si posizionò comodamente sulla poltrona del salotto e riprese a scrivere l'articolo iniziato quella mattina.
Modificò il titolo.
'
Pallottola vagante' e iniziò il discorso.
'
La gente è pronta a tutto pur di farsi notare... questo è quello che mi ha detto Sherlock stamattina, quando un nuovo caso misterioso si è presentato letteralmente davanti la porta di casa, a Backer Street. Io aggiungerei anche che la gente è pronta a tutto pur di aiutare un amico, e in questo caso, ad aiutare un amico che si annoia...'
Non credevo che la mia influenza vi avrebbe fatto così male...” iniziò improvvisamente Sherlock.
In realtà, John non l'aveva neanche sentito arrivare. Aveva indossato di nuovo la vestaglia e aveva i piedi scalzi.

...uno sparo alle sei del mattino... avete svegliato l'intero quartiere!”
Ma di cosa stai parlando?”
Come hai convinto Lestrade, Angelo e tutti gli altri? Addirittura Anderson?”
Vuol dire che questa è la conclusione a cui sei arrivato?” John salvò una bozza del suo articolo e chiuse il portatile.
Dal primo momento.” confermò Holmes. “Ho riconosciuto la pallottola della tua seconda pistola.”
La mia seconda pistola?”
John alzò le sopracciglia.
Sherlock fece un gesto con la mano.

Quella che hai nel cassetto dei calzini.”
Adesso frughi anche nelle mie cose?”
Ne cercavo un paio pulito... ma non è questo il punto...”
Infatti, è un altro. Non ho più quella pistola, Sherlock.”
Ah, davvero?”
John annuì.

La settimana scorsa l'ho portata all'Ancient Weapons”
Sherlock lo guardò attentamente. Lo stava esaminando. Voleva capire se stesse mentendo o dicendo la verità. Non disse nulla per tutto il minuto successivo.

Beh... mentre ti schiarisci le idee, io vado a letto.” disse invece John, alzandosi e facendo qualche passo verso la porta.
Ah...” poi si fermò “Niente violino stanotte. Per favore...”
Se volevi che smettessi di suonare, bastava chiederlo... invece di organizzare questa farsa con Lestrade...”
John lo ignorò e si diresse in camera da letto.
In realtà glielo aveva chiesto. Gli aveva chiesto di suonare durante le ore del giorno, non della notte. Almeno tre volte. Ovviamente, non aveva ricevuto alcuna risposta.


Il mattino seguente, quando si svegliò, si sorprese di scoprire che erano già passate le otto. Rimase qualche minuto a fissare il soffitto, poi si ricordò di una cosa e scese dal letto.
Quando entrò in salotto, trovò Sherlock sdraiato sul divano. Aveva il violino in mano, e stava pizzicando le corde a
mo' di chitarra.
Sei sveglio, bene... adesso posso ricominciare a suonare...” esordì mettendosi seduto.
John annuì leggermente alzando poi gli occhi al cielo.
La triste melodia ricominciò, così decise di raggiungere la cucina, per fare colazione. Proprio vicino al lavello, trovò una pagina di giornale aperta. Al centro vi era una foto che ritraeva Lestrade nell'atto di mettere le manette ad un giovane dai capelli rasati quasi a zero.
Il titolo diceva:
Catturato l'uomo delle pallottole.
Sorrise.

L'hai comprato tu il giornale?” domandò a Holmes, rientrando in salotto, in una mano aveva una tazza di the, nell'altra un vassoio con i biscotti.
Me l'ha portato la signora Hudson” rispose l'altro, continuando a suonare. “Prevedibilmente hai corrotto anche lei... mi dispiace però, ha confessato.”
John rise.

Ancora con questa storia? Hai letto anche tu, Lestrade ha arrestato il responsabile del mistero delle pallottole. Sembra sia scappato dal manicomio di...”
Si chiama Scott Crowe, trentadue anni, di origine australiane. Di Adelaide per l'esattezza. E' a lui che hai venduto la tua pistola, o meglio, lui l'ha comprata all'Ancient Weapons, ma tu eri ancora lì poiché l'avevi appena portata, quindi fa lo stesso...”
John Watson era abituato a Sherlock.
Era abituato alle sue analisi, perfette in ogni minimo dettaglio, ma non riuscì a non aprire la bocca, meravigliato. Non gli chiese come aveva fatto a scoprirlo. Lui però glielo disse lo stesso. Dopotutto, John non era l'unico a conoscere quel negozio d'armi... L'articolo di giornale non era riuscito a convincere affatto Holmes, quindi, la storia era finita, lui aveva vinto, anche se decisamente prima di quanto avesse osato sperare.
Guadagni a stento i soldi per pagare l'affitto, non puoi averlo corrotto davvero...”
John prese un bel respiro e poggiò tazza e piatto sul tavolo, accanto al suo portatile.

La signora Hudson non ha detto niente...”
Sherlock lo interruppe.

Trafalgar Square, John, non è stata evacuata per quell'innocua e piccola pallottola. Dovevano girare un film...”
Watson non disse nulla e lo lasciò proseguire.

Non credo di essere stato l'unico ad aver notato le roulotte parcheggiate dall'altra parte della piazza... ma il punto è un altro. Quello che mi sorprende è la facilità con cui sei riuscito a convincere e coinvolgere tutte queste persone...”
Il momento di parlare e di dare risposte, era infine arrivato.

Con la signora Hudson, Lestrade ed Angelo non è stato difficile. Ognuno di loro ti deve sempre qualcosa... ovviamente avrai capito che l'unico ad averci letteralmente chiuso la porta in faccia è stato Mycroft...”
Sherlock rise.

E di Scott Crowe cosa mi dici?”
John si sedette.

Ci siamo scontrati all'Ancient Weapons, appunto. Io uscivo, lui entrava e mi ha riconosciuto. John Watson, il braccio destro di Sherlock Holmes! Ha detto proprio così!”
Vai avanti.”
Mi ha chiesto, anzi, supplicato di volerti incontrare... voleva vederti all'opera. E' un tuo fan”
Ed è stato anche un militare. L'ho riconosciuto dal taglio di capelli e della postura, proprio come feci con te. La sua carriera però deve essersi interrotta molto presto, così si è dedicato al giornalismo... in questo modo si spiega la facilità con cui siete riusciti a stampare quel falso alrticolo...”
Ma come?... D'accordo, lasciamo perdere...”
Possibile che la signora Hudson gli avesse davvero detto già tutto? Era improbabile però che si fosse lasciata scappare persino i dettagli su Scott Crowe.
Anzi, probabilmemte non ne sapeva niente.
E Sherlock allora?

Sì, l'ha scritto una settimana fa, quando ci siamo messi d'accordo. Era entusiasta di poter partecipare a questa messa in scena...”
L'altro si alzò, l'archetto e il violino ancora in mano, e cominciò a gironzolare per la stanza.

Scommetto che scriverà proprio un bell' articolo su di me... Sherlock Holmes indaga su un falso caso...”
Non scriverà niente, tranquillo. Ce lo siamo fatto promettere in cambio del suo coinvolgimento in questa storia...”
, certo, staremo a vedere...”
Riprese a suonare, improvvisamente.
Il the di John era diventato freddo, ormai.

Gli altri mi dovevano qualcosa, il giornalista ex militare australiano voleva scrivere un articolo su di me, e tu invece, perché lo hai fatto?”
Quella domanda lo spiazzò.

Perché, Sherlock?... Beh... perché... perché ti annoiavi...”
Fu una risposta spontanea ma probabilmente suonò come una scusa.

Perché mi annoiavo...” ripetè lui e John non capì se fu un'esclamazione o una domanda.
Che cosa vuoi sentirti dire? L'ho fatto perché sono un tuo amico, e so di cosa hai bisogno per stare bene...”
Io non ti ho mai chiesto di fare qualcosa per farmi stare bene.”
Appunto, John infatti evitava di fare discorsi troppo sentimentali con lui. A dire il vero, Sherlock li avrebbe ignorati comunque volutamente.

Non c'è bisogno che tu lo chieda. E' questo il punto. Gli amici sanno e basta quando devono intervenire nella vita di chi amano...”
Forse era suonato davvero troppo sdolcinato, ma ormai non si poteva tornare indietro.
Sherlock non rispose, così John ne approfittò per terminare il discorso.

Potrai fare o essere il sociopatico Sherlock Holmes quanto vuoi, nonostante ciò sei circondando da tante persone che in un modo o nell'altro tengono a te...”
Holmes si fece una risata. John alzò le braccia al cielo.

Non cercherò più di organizzare qualche falso caso, d'accordo?” terminò.
Come al solito, non si era riusciti ad arrivare a niente.
'
Non ti confesserà mai ciò che prova. Non a parole'
Bene. Anche perché non siete affatto bravi nel farlo. Ho capito che eri coinvolto dal primo momento... e dire che Lestrade fa parte di Scotland Yard!” l'ultima frase fu quasi un sussurro, come se avesse pensato ad alta voce.
John fece un sorrisino, e addentò un biscotto.

Vado a fare dell'altro the...” disse infine, dirigendosi di nuovo verso la cucina.
Fanne uno anche per me...”
Annuì.
Dunque il discorso era finito. Avevano lasciato che sfilasse via con una foglia portata via dal vento.
No. Non sarebbe finita lì. Non si sarebbe ancora arreso. Avrebbe cercato nuovamente di farlo parlare, in attesa del giorno in cui si sarebbe finalmente confidato con lui. John era stato per molto tempo in terapia, sapeva come funzionavano quel tipo di cose.
Anche se lui non era di certo un analista, né uno psichiatra. Era un medico militare.
Forse sarebbe dovuto tornare in terapia, almeno avrebbe imparato qualche trucco in più.
Essere in compagnia di Sherlock, vivere insieme a lui, era un'esperienza fuori dal comune e di sicuro c'era bisogno di una dose non indifferente di sangue freddo.
Perché poi si era interessato così tanto alla sua vita sentimentale, non se lo sapeva spiegare neanche lui. Forse quello era l'unico vero argomento a renderlo vulnerabile.
Eh
, perché, dopotutto Sherlock era proprio come una pallottola. Una pallottola vagante che colpisce continuamente tante persone diverse, in contesti e luoghi differenti. Alcune gravemente, altre no, lasciando loro addosso un segno indelebile. Ma con il tempo quella pallottola si sarebbe scalfita o spezzata e di certo non si sarebbe riparata da sola.
A volte John aveva l'impressione di riuscire a capire perfettamente il suo amico, ma nei momenti restanti, che non erano affatto rari, avrebbe dato qualunque cosa pur di poter leggere nella sua mente.
'Devo scrivere tutto questo nel blog
' pensò Watson, mettendo l'acqua del the sul fuoco. Poi prese il cellulare e mandò un sms a Lestrade.
'
Lo sa'
Due parole. Sarebbero bastate senz'altro.

Comunque John, non è vero...”
Sherlock lo aveva raggiunto in cucina, suonando.

Cosa?”
La signora Hudson non ha detto nulla...”
L'altro sorrise e sentì improvvisamente che qualcosa nella sua melodia stava cambiando. Il ritmo sembrava essere diventato quello che i musicisti chiamavano
Allegro.
Magari poteva essere il riflesso dei sentimenti che Holmes stava provando in quel momento?
E perché no?

   
 
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