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Autore: dont_Forget    15/05/2012    1 recensioni
''io...si, ti accompagno'' risponde lui un po' sorpreso, ma ancora sorridente. ''non ci  credi ancora, eh?'' mi chiede dopo aver tolto la mia mano dal suo viso e, stretto il suo palmo al mio, apre la porta della stanza e correndo mi tira lungo il corridoio.
salve a tutti :) in questa fiction ho immaginato la triste teoria che il ''vero'' Paul sia morto in quell'eventuale incidente del '66. vogliate perdonare se ho preso come base questa possibilità, sappiate che io non credo al Paul Is Dead! il personaggio non è mio (piagnucola T_T) e con questa fiction non voglio offendere nessuno. inserirò nel corso dei capitoli anche degli accenni più o meno espliciti di slash, perchè non so scrivere niente sui Beatles che non comprenda una McLennon (dondola imbarazzata) ...spero vogliate scusare anche il fatto che nell'eventualità in cui sia morto (sorride scettica) mi sono presa il suo fantasma tutto per me. buona lettura! ^^
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul McCartney
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Paulie *-*


Prendo il dario e lo metto nella borsa. Sarà una giornata pesante a scuola, e in più dopo avrò il corso di fotografia. Sono stressata al massimo e quando sento la porta della mia stanza aprirsi mi volto con fare seccato, ma l'espressione contrariata sul mio volto viene presto sostituita quando vedo che è lui e sento la sua voce. ''ciao!'' dice allegro. Torno a preparare la borsa per nascondere il sorriso che smaschererebbe la mia assoluta felicità nel vederlo di nuovo.
Era da tanto che non veniva da me, sentivo la sua mancanza...per qualche giorno ho anche pensato che fosse andato avanti, e il mio umore è peggiorato ancora di più. Quando c'è mi sento libera di essere me stessa, di comportarmi come se fossi da sola, con la differenza che c'è lui con me, Paul, giovane e bello come quando ci ha lasciato. ''ciao!'' rispondo senza più riuscire a nascondere la gioia. Mi volto di nuovo verso di lui e gli sorrido.  
''giornata intensa, eh?'' continua sdraiandosi sul mio letto e facendo rimbalzare una pallina sulla parete di fronte. Mi fermo un secondo a guardarlo prima di mettere gli ultimi libri in borsa. ''già...smettila di rimbalzare però, mamma s'arrabbia'' sussurro io.  
''ma..?! chi è che sta sbattendo sul muro?'' sbraita appunto mamma, dalla stanza affianco. ''scusami...posso essere d'aiuto?'' mi chiede rialzandosi agilmente dal letto e sorridendomi dolcemente. ''mmh, se vuoi puoi tenermi il vocabolario. Devo andare a prendere il pullman adesso...tu puoi...sai, puoi uscire fuori o...'' chiedo imbarazzata ricordandomi che gli altri non lo possono vedere nè sentire o toccare.
Ancora mi sorprendo e mi compiaccio di poter fare tutte e tre queste cose. Per crederci meglio allungo il braccio e gli accarezzo il mento. E' sempre perfetto. La pelle liscia senza barba è quasi soffice sotto le mie dita. I suoi occhi verdi sembrano brillare alla luce del lampadario. ''io...si, ti accompagno'' risponde lui un po' sorpreso, ma ancora sorridente. ''non ci  credi ancora, eh?'' mi chiede dopo aver tolto la mia mano dal suo viso e, stretto il suo palmo al mio, apre la porta della stanza e correndo mi tira lungo il corridoio.
Trattengo a stento una risata, i miei non sanno che frequento un fantasma, tantomeno che è quello di sir James Paul McCartney. ''ciao! a dopo!'' urlo sulla soglia di casa. Mi metto i miei occhiali preferiti, quelli neri che appartenevano a mia nonna.
Quasi come se mi leggesse nel pensiero, Paul mi guarda dallo specchio e mi sussurra: ''è in gran forma, sai. ti osserva sempre. vuole vedere come farai il compito di oggi, e  ti dice -bada di farlo bene questo! e continua a studiare!-'' dice imitando la voce della mia Nonnina. 
Sorrido al suo riflesso, divertita. La sua sagoma si vede strana, sfumata... Mi volto  verso di lui e in punta di piedi schiocco un bacio sulla sua guancia. Lui ridacchia e apre la porta, senza mai lasciare la mia mano. ''allora, come va?'' gli chiedo io una volta fuori dal portone principale. ''come sempre...sai, vado e vengo. è sempre bello tornare da questa parte, vedere i colori del mondo mi fa quasi sentire di nuovo vivo. ma c'è sempre freddo qui?! ricordo che c'era molto più caldo ai miei tempi... Ma dimmi di te. Come stai? sta volta è passato qualche tempo più del solito,  ho avuto un po' da fare...'' dice malinconico guardando le mattonelle scorrere sotto ai suoi piedi.
''non c'è freddo Paul, è il Marzo più caldo che abbia mai vissuto! Non ti sei fatto vivo per quasi due mesi sai...a dir la verità iniziavo a preoccuparmi...'' gli dico sorridendo: mi è mancato tanto davvero, ma adesso son troppo contenta che sia di nuovo qui per trattenere i sorrisi.
''già, beh...se sapessi di non poter più tornare ti avviserei, certo...anche tu mi sei mancata però!'' dice tornando a sorridere, prende gli occhiali dalla mia testa e li indossa. Camminiamo tranquillamente uno affianco all'altro, lui col mio vocabolario sotto il braccio sembra un bambino che va a scuola, tutto contento e arzillo. Arrivati alla fermata saluto le mie amiche che mi aspettavano, e mi siedo poggiandomi il grosso libro sulle ginocchia.
Paul si siede accanto a me e giochicchia con le mie gambe, dando piccoli calci alle mie scarpe come se mi volesse ricordare costantemente che lui è li. Quando vediamo il pullman al semaforo fingo di cercare qualcosa in borsa mentre saluto Paul.
Fortunatamente non c'è nessun altro alla fermata, nessuno che potrebbe guardare stranito il mio rossore quando Paul inizia a darmi piccoli baci sul collo e sulle guance.  Prima di salire sul pullman sussurro un ''ciao'', sorridendo, e Paul mi fa l'occhiolino. Forse questa giornata non sarà poi così cattiva.
  
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