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Autore: fila    15/05/2012    4 recensioni
«Nessie, è stata una schifosa scommessa a fregarmi! Mi ha fottuto e mi ha salvato, in realtà» disse Emmett alla nipotina un pomeriggio di metà maggio.
Ecco cosa vide e pensò Emmett quando vide Rosalie la prima volta secondo me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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HEAVEN IS A PLACE ON EARTH

 

 

 

«Nessie, è stata una schifosa scommessa a fregarmi! Mi ha fottuto e mi ha salvato, in realtà» disse Emmett alla nipotina un pomeriggio di metà maggio.

«Attento a quello che dici e a come lo dici, scimmione, non voglio che il mio tesoruccio impari certe parole. Intesi?» lo redarguì Bella rivolgendogli uno sguardo severo.

«Dai, mamma, lascialo parlare, lo zio mi sta raccontando di come è diventato un vampiro» interloquì la bimba.

«Emmett, ti sembrano storie da raccontare a una bambina?» ribatté la vampira bruna mettendo le mani sui fianchi e battendo il piede destro a terra.

«Daiii! Gliel'ho chiesto io. Questa mattina Claire mi ha fatto leggere il suo tema “Racconta la tua famiglia” e ora anch'io voglio scrivere la storia della nostra famiglia. Su papà e te so già tutto, così sto chiedendo agli zii.»

«Ok, amore mio» concesse Bella. «Ma tu... attento a come ti esprimi, non dimenticare che, anche se non sembra, la mia bambina ha solo tre anni.»

«Uffa, parlerò come se avessi mangiato il vocabolario. Posso continuare ora, Bellina?» domandò il vampiro.

Bella annuì, ma in maniera precauzionale non si allontanò. Si sedette sul divano bianco e prese in braccio la figlia.

«Quando ero ancora umano, avevo due grandi amici: John e Rick. Eravamo tre casinisti...»

«Emmett» lo ammonì Bella.

«Eravamo culo e camicia...»

Un'occhiata feroce della cognata gli fece cambiare frase.

«Stavo dicendo, eravamo amiconi, stavamo sempre assieme e combinavamo sempre un sacco di scherzi. Il più bello è stato quando abbiamo scambiato gli indumenti di suor Magdalena con quelli di Nettie la putta...»

«Emmett!!! Ora basta» strillò nuovamente Bella.

«Nooo! Dai, zio, racconta» lo implorò la bambina.

«Ehm sì, Nettie amava i vestitini molto colorati e molto succinti. Il giorno dopo fu uno spettacolo vederle girare nel paese così conciate.» Emmett scoppiò a ridere.

«Vampiri, zione» gli ricordò Reneesme.

«Già, giusto. Una notte di inizio primavera Rick mi sfidò. Insisteva che fosse impossibile trovare una pelle d'orso più grande di quella che faceva bella mostra di sé nel salotto del signor Bell, mentre io sostenevo di aver visto dozzine di orsi più grandi.»

«Era vero?» chiese curiosa la bimba.

«No, naturalmente. Ma eravamo tutti e tre molto sbronzi. Per cui alla fine accettai la scommessa di John: portare la pelle gigante o morire nell'impresa.» Emmett fece una pausa a effetto.

«Il mattino dopo, ancora alquanto alticcio, imbracciai il mio fucile e salii sui monti a est del paese. Si favoleggiava che là vivesse “Mr Big”, l'orso più grande e cattivo di tutto lo stato. Quattro ore dopo ero tutto sudato, con un'emicrania mostruosa e una sete che mi torturava. Così feci una grande stronz...»

«Emmett!!»

«Giusto, commisi un'imperdonabile leggerezza. La lingua mi sembrava di velluto, ormai, quindi posai il fucile a terra e mi chinai per bere l'acqua del fiume. Solo che vicino alla riva l'acqua era torbida e mi faceva schifo. Mi guardai attorno e vidi che al centro del fiume era meglio, perciò cominciai a saltellare sulle rocce. Com'era limpida, buona e dissetante!» sospirò Emmett pensando alla sete di sangue che cominciava a farsi sentire.

«Quando finalmente tornai sulla riva, cercai a tentoni tra le ombre degli alberi la mia arma, ma trovai solo la zampa di un orso. Che str.. tonto che sono stato, vero?»

«Che successe, zio?»

«Mr Big non apprezzò la mia palpata alle sue parti posteriori e cominciò a squartarmi per benino.»

«Emmett, cosa dici?» lo rimproverò Bella.

«Che c'è? Ora non ho detto nessuna parolaccia, mammina premurosa.»

«Potresti evitare le scene splatter? Ti prego, non vedi che lei è piccola?»

«Va bene, edulcoriamo il racconto» sospirò il vampiro. «Nessie, diciamo che l'orso mi usò come affila-unghie. Comunque, alla fine mi trovai steso a terra mentre mi tenevo la pancia per evitare di perdere troppo sangue e pregavo Iddio Santissimo per la mia salvezza.» Emmett fece una pausa sorridendo al suo pubblico. L'idea del suo sangue lo faceva sentire assetato da morire, ma non voleva perdersi il viso attento della nipote, quindi inghiottì il veleno e continuò la narrazione.

«Poi ebbi una gran botta di culo. Ok, scusa, fui molto fortunato» si corresse sorridendo a Bella.

«Dio ascoltò le mie suppliche e mi mandò uno degli angeli più belli e dolci del creato. L'orso stava per darmi il colpo di grazia, quando vidi un paio di braccia bianco latte cingerlo da dietro, alzarlo di peso e poi scaraventarlo lontano da me. Subito dopo apparvero i più bei occhi dorati che avessi mai visto, circondati da un'aureola di capelli biondi finissimi. Credetti di essere in Paradiso e ringraziai la mia buona stella per l'aiuto. All'improvviso però successe qualcosa di strano: l'angelo si lanciò sull'orso, lo azzannò alla giugulare e alla fine gli spezzò l'osso del collo.»

«Oooohh» commentò Nessie stringendo le mani della madre per l'emozione. «Continua, continua!» trillò poi tutta eccitata.

«Ricordo perfettamente di aver pensato “Che angelo cazzuto che mi è toccato!” Lei si avvicinò a me e vidi i suoi stupendi occhi miele trasformarsi in due pozzi neri, lo stesso colore della morte, dell'inferno, della dannazione. Fui attraversato da un brivido di terrore.» Emmett s'interruppe con lo sguardo perso nel vuoto.

«Cosa è successo dopo, zio?» bisbigliò Reneesme avvicinando il suo viso a quello del grosso vampiro.

«Per un attimo pensai che fosse un emissario di Satana e che io sarei arso nelle fiamme della dannazione per l'eternità. Mi sentii perduto e cominciai a recitare mentalmente il Padre Nostro sperando che allontanasse da me Lucifero. Ma lei mi sorrise col suo rossetto di sangue d'orso e io capii due cose fondamentali.»

«Cosa?» chiese Bella ormai presa anche lei dal racconto.

«Primo: per quel sorriso mi sarei dannato l'anima più che volentieri...» disse Emmett sollevando l'indice della mano destra.

Un singhiozzo strozzato interruppe l'elenco. Tutti si voltarono verso la porta.

«Mi spiace, amore, ti ho distrutto il futuro» sussurrò dolorosamente Rosalie entrando nella stanza.

Emmett sorrise.

«Fammi finire, dolcezza. La seconda cosa che compresi quel lontano giorno, steso nel fango, è che non si poteva trattare di un demone, perché quell'esile figura emanava troppo amore. Capii che quel nero non era la porta per l'inferno, ma semplicemente l'infinita sete di amore di un angelo venuto sulla Terra solo per me. Allora, con le ultime forze che ancora avevo, le sfiorai il viso e le sussurrai con voce roca “Tu sei un angelo e io ti amo.” Poi svenni» disse il vampiro accarezzando dolcemente la guancia della moglie.

«Lo pensavo il giorno che ci siamo incontrati e lo confermo ancora oggi: Rose, tu sei il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Nulla è più importante di te nell'intero Universo e io ti amo da impazzire. Per niente al mondo cambierei ciò che posseggo o ciò che sono» le disse guardandola negli occhi. Poi si voltò verso il suo uditorio e tornò alla narrazione stringendo a sé Rosalie.

«Quando ripresi i sensi, stavo volando abbracciato a questa magnifica creatura. Ero felice e tra me e me mi chiesi perché avessi tanto freddo e perché non vedessi le ali dell'angelo visto che mi sembrava di essere sospeso per aria. Venni portato da Carlisle.» Emmett cominciò a ridere divertito.

«Perché ridi? Il nonno era così buffo una volta?» chiese Reneesme stupita.

«Stavo pensando alle prime deliranti parole che dissi a tuo nonno, bambina mia»

«Cioè?»

«Gli dissi che come Dio era tutto sbagliato, che era troppo giovane, che era troppo biondo e che non aveva la barba bianca. Per cui cercai di allontanarlo da me chiedendo a gran voce l'arrivo del Signore Onnipotente.» Si interruppe, nuovamente, per ridacchiare.

«Rose interruppe le mie farneticazioni chiedendo a Carlisle di trasformarmi, che lei non se la sentiva.»

Rosalie sospirò e nascose il viso sul petto del marito. «Fui molto egoista. Ti vidi così bello, così dolce, così simile al bimbo di Vera e non pensai ad altri che a me stessa: ti volevo per me e ti presi.»

Lui la strinse forte a sé. «Carlisle non era del tutto convinto, ricordo confusamente una discussione sulla mia anima, per cui io, ehm, bestemmiai e lo implorai di farmi restare per sempre con quest'essere celestiale. Alla fine ottenni ciò che volevo: l'intera eternità con lei.» dichiarò Emmett soddisfatto.

«Non ti dispiace di essere diventato un vampiro e, forse, di aver perso l'anima, zione?» chiese Nessie preoccupata.

«Sono felice di ciò che sono, mostriciattolo! Non so se ho un'anima oppure no, per le questioni filosofiche devi chiedere al nonno o al tuo papà, io di certo conosco solo una grande verità: sono in Paradiso assieme al mio Angelo Custode biondo.»

«Ne sei veramente convinto?» insistette la nipotina.

«Certo! Ne ho anche la prova, seguimi» disse il vampiro prendendo per mano Reneesme.

Poco dopo il quartetto era nella camera da letto di Rosalie ed Emmett. La bimba si guardò attorno aspettandosi di vedere putti, nuvolette dorate o una qualche magia spettacolare. In realtà trovò solo la solita stanza con il grosso letto a baldacchino, l'enorme specchio di zia Rose e la magnifica toilette dell'ottocento in un angolo.

«Allora?» chiese delusa.

Emmett si immerse nel gigantesco armadio a muro che conteneva i vestiti e le scarpe della moglie, tirò fuori una vecchia scatola intarsiata e con insolita delicatezza la aprì.

La bimba corse a vedere cosa conteneva: all'interno c'era la pelle d'orso più grande che i suoi occhi color cioccolato avessero mai visto.

«Vedi, piccola mia? Ho vinto una scommessa impossibile da vincere: Rose fece questo miracolo per me. Per cui se questo non è il Paradiso in Terra, allora è di sicuro il migliore dei mondi possibili» concluse Emmett e baciò la nipotina sulla testa.

 

 

 

Note: con grandissimo ritardo pubblico questa One Shot che ha partecipato al contest «Hi! Nice to Meet You» da Virgyblackina classificandosi quinta.

Ammetto di non amare particolarmente la famiglia Cullen, ma Emmett mi è sempre stato simpatico. Spero la storia vi sia piaciuta.

Ringrazio l'insostituibile Giovanna per consulenza e betaggio.

 

  
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