Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Aracne90    15/05/2012    3 recensioni
Storia arrivata terza al contest Una canzone per la vecchia generazione indetto da Dali. e valutata da ValVois sul forum di EFP.
Come si è dichiarato Arthur Weasley alla sua Molly? Cosa ha pensato? Ho cercato di dare risposta a questa domanda, ambientando tutto in una situazione un po’ particolare…
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Arthur/Molly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Canzone: Il mio canto libero (Lucio Battisti)


Arthur Weasley si stiracchiò vistosamente, alzandosi in piedi poco dopo. Con lo sguardo, andò a osservare il corridoio che portava in cucina, vuoto; quella casa era fin troppo silenziosa in quei frangenti, e la cosa non gli andava affatto a genio. Sospirando, si diresse verso la stanza debolmente illuminata da braci ancora accese; una fila ben ordinata di dolci e pietanze di vario tipo faceva ben mostra di se stessa sul tavolo di marmo, ciascuna accompagnata da un bigliettino bordato di nero. Quanti ce n’erano, trenta, quaranta? Non aveva la benché minima intenzione di mettersi a contarli, né di mangiare, anzi…
Riluttante, si avvicinò alla soglia, bussando piano quando ormai la sua presenza era fin troppo palese per nasconderla.
Una voce roca, ma ben distinta, lo accompagnò nell’oltrepassare la soglia.
-Vieni, vieni, Arthur.
-Volevo solo sapere se posso far qualcos’altro, Signora Prewett.
La donna seduta sulla poltrona accanto al fuoco stava immobile e fissare le ultime fiammelle danzanti, senza nemmeno alzare gli occhi verso il giovane che aveva appena parlato. –No, grazie, caro, non ho bisogno di nulla. – disse poi, volgendosi verso Arthur, e sorridendo appena, come se la cosa le richiedesse uno sforzo assurdo. –Piuttosto tu, se hai fame… Serviti pure. Ne abbiamo di cibarie in questo momento.
Il ragazzo scosse la testa, facendo sbatacchiare i riccioli rossi davanti agli occhi. –Non ho fame, grazie.
La donna annuì un paio di volte, mantenendo quella maschera sul viso, quel sorriso così dichiaratamente falso. –Assurdo, vero, quante vivande si portano ai funerali, no? Come se qualcuno volesse davvero mangiare…
Arthur alzò la testa, avvicinandosi di un passo alla madre della fidanzata, e poi di un altro, per sedersi sulla sedia imbottita accanto alla sua. –Signora Prewett, io…
-Non dire nulla, caro.- lo bloccò lei, posando la mano destra sul suo braccio, e guardandolo negli occhi. –Grazie per essere rimasto fino ad ora. Grazie per averci sostenuto oggi. Io… Io so che Percival lo avrebbe apprezzato davvero.
Il ragazzo annuì ancora, serio, distogliendo lo sguardo da quello della donna. –Posso solo immaginare cosa potete passare in questo istante, Signora Prewett…
-Ti prego, Arthur.- lo interruppe nuovamente lei. –Chiamami Ginevra.
Con un sospiro, il ragazzo riprese a parlare. –D’accordo, Signora Ginevra, insomma, io…
-Tu ami mia figlia, vero?
Arthur rimase bloccato, con la bocca mezza aperta. Una domanda come quella non se l’aspettava proprio, non in un momento come quello.
-Voi mi state chiedendo… se… se la amo?
Ginevra Prewett annuì vistosamente, stringendo ancora di più la presa sul suo braccio. –Questo mondo è crudele, Arthur. Lo avrai già capito, temo… Purtroppo non tutti rispettano i propri consimili. L’unica cosa che ci permette di andare avanti è l’amore… Per questo ti chiedo, tu ami mia figlia?
Il giovane Weasley rimase un attimo in silenzio, fissando la donna. Quanto c’era di Molly, della sua Molly, in lei…
 

In un mondo che 
Non ci vuole più 
Il mio canto libero sei tu 

 

-So che a volte le persone possono essere terribili…- cominciò, ancora guardandola negli occhi, sostenendo quello sguardo segnato dal dolore e dalla tristezza. –Ma sì, la amo, Ginevra. La amo con tutto il mio cuore.
La donna annuì ancora una volta, alleviando finalmente la pressione sul braccio di lui, ed indicandogli la porta che conduceva alle stanze dei figli. –Allora devi dirglielo, caro.
-Ma… Ma io non credo sia il momento…- cominciò balbettante lui.
-E’ perfetto, invece. Qualsiasi momento è perfetto per dire alla tua donna che la ami, Arthur. Percival lo sapeva, lo sapeva bene…
 

E l'immensità 
Si apre intorno a noi 
Al di là del limite degli occhi tuoi 

 

Con attenzione, il ragazzo attraversò cautamente il secondo corridoio ingombro di sedie, lasciate lì dalla notte precedente. La porta era distante solo altri dieci passi… Ma cosa diamine stava facendo? Insomma, Molly stava finalmente riposando… Chi era lui per interromperla? Che scusa poteva portare per fermare il suo sonno? Con un solo movimento, si girò su se stesso per ritornare sui suoi passi; tuttavia riuscì a farne solo uno, prima di voltarsi nuovamente.
-Arthur?
Era lì, che lo fissava. Bella come non mai, sebbene (E ad Arthur saltò un battito di cuore nel vederli) gli occhi erano cerchiati da un alone rosso, così simile a quello che risplendeva nei suoi capelli.
 

Nasce il sentimento 
Nasce in mezzo al pianto 
E s'innalza altissimo e va

 
-Arthur, che succede?
Come poteva? Come diamine avrebbe potuto provocarle quest’altra emozione, accenderle così pesantemente l’animo ancora, quando ancora si potevano scorgere le scie delle lacrime sulle sue gote? Senza accorgersene, il ragazzo cominciò a respirare più velocemente, in conseguenza del battito accelerato che avvertiva all’interno della cassa toracica. Come poteva?
-Arthur, mi preoccupi… Cosa…?
-Ti amo, Molly.
 

 E vola sulle accuse della gente 
A tutti i suoi retaggi indifferente 
Sorretto da un anelito d'amore 
Di vero amore 

 
-Come, scusa?- domandò la giovane, fissandolo a bocca aperta.
-Ti amo, Molly.- ripeté Arthur, avvicinandosi a lei. –Ti amo da quando ti ho parlato la prima volta, e ho capito che meravigliosa persona sei. Ti amo, e so che forse non lo vuoi sapere in questo momento… Ma non mi interessa. Tu mi fai sentire il mondo… Tutto quello che ci circonda. Tu mi fai volare, e mi riporti a terra. - ormai la distanza era così poca che riusciva a vedere la strada che ogni singola lacrima aveva intrapreso sul suo viso, ancora umido. -E non mi importa di tutti gli altri… Non mi importa di ciò che possono dire quei buffoni che ci circondano… Io sarò sempre qui per te, e ti sorreggerò quando ne avrai bisogno. – senza incontrare resistenza, le prese le mani tra le sue, meravigliandosi di quanto piccole e fragili fossero le dita della donna più risoluta che avesse mai conosciuto.
 

In un mondo che prigioniero è
Respiriamo liberi io e te
E la verità si offre nuda a noi 
E limpida è l'immagine
Ormai


-Arthur… Io…- allibita, Molly stava a guardarlo ancora ad occhi sgranati, sentendo la durezza delle sue mani contro la sua pelle. Non si accorse nemmeno che lui aveva avvicinato il viso verso il suo, posandole un bacio leggero sulle labbra; l’unica cosa che avvertì fu la rapidità con la quale il suo cuore aveva cominciato a battere, aiutandola a respirare meglio, libera da qualsiasi altra cosa. Era questo l’amore? Un calore che le pervadeva il corpo, così diverso dall’imbarazzo e dalla vergogna, e che la faceva stare così bene? Che, anzi, la portava così lontano, quasi da avere la certezza di poter toccare l’estremo dell’orizzonte solo allungando la mano che lui le teneva tanto stretta?
 

Nuove sensazioni 
Giovani emozioni 
Si esprimono purissime 
In noi

 
Perché non riusciva a pensare ad altro che a lei? Perché quel solo bacio lo stava allontanando letteralmente dai pensieri e dalle preoccupazioni? Di solito era una persona assennata, Arthur Weasley. Eppure, in quell’istante… Era davvero questa la cosa giusta da fare? Doveva esserlo, altrimenti la sua coscienza avrebbe fatto le capriole nel fondo del suo stomaco.
Dove invece stavano volteggiando sciami di farfalle…

La veste dei fantasmi del passato
Cadendo lascia il quadro immacolato
Sorretto da un anelito d’amore
Di vero amore

 
-Arthur… Io…- ripeté balbettando la giovane, i primi avvisi di un pianto ancora non consumato che si accentuavano sul viso.
-Non dire nulla.- velocemente, lui le passò le mani dietro alla testa, abbracciandola delicatamente, incurante delle lacrime che lente si depositavano sulla sua camicia.
 

E riscopro te
Dolce compagna che
Non sai domandare ma sai
Che ovunque andrai
Al fianco tuo mi avrai
Se tu lo vuoi

 
–Sono qui per te, non devi neanche chiedere. Lo sai, te l’ho già detto. Ci sarò per sempre, fin quando lo desidererai. E spero anche oltre... Ma solo se tu lo permetterai.
 
Le braci in cucina erano ormai consumate da un po’, quando finalmente Ginevra Prewett decise di salire al piano di sopra, per concedersi quel minimo di riposo che abbisognava al suo organismo. A passo leggero attraversò lo spazio antistante le camere dei ragazzi, i suoi piccoli uomini, che erano crollati subito dopo la funzione, e si sporse verso il corridoio che dava sulla stanza della sua piccola Molly, trovandola abbracciata a quel bravo ragazzo che era, e sarebbe sempre stato, Arthur Weasley. E finalmente, dopo tutti quei giorni di puro dolore, il suo viso si aprì ad un sorriso, stretto, debole, ma sempre il simbolo di un nuovo inizio.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Aracne90