Ciao
ragazzi!!!! Finalmente ho terminato di scrivere il quattordicesimo capitolo,
eccolo on line, spero che vi piaccia! Un ringraziamento dal profondo del cuore a
tutti coloro che hanno recensito il 13, un sincero grazie a tutti, sono
commossa!!
Grazie
mille a: Toru85,
Gulyuly,
Apple,
Artemisia89,
Marghe999,
Venus,
Eri_chan,
Giu_chan,
Irene!!,
Kiana,
Kr91g,
Ale87,
Liserc
e
Dana
!! Grazie mille del vostro appoggio e di aver recensito, spero che continuerete
a farlo!
Un
bacio!
Diomache.
Ps:
il titolo è una citazione, chi indovina che autore è? (è facilissimo, in
realtà..)
This
shouldn't happen again
“this
shouldn't happen again”
“Do you think I want it
to?”
Chapter
fourteen: What love can do that dares love attempt
Cameron
dischiuse leggermente le labbra dallo stupore.
Se
non avesse avuto la borsetta sulla spalla probabilmente le sarebbe scivolata
dalla mani. Non riusciva a crederci. Ma aveva sentito bene? House che le
chiedeva di non andare? Ok, non esplicitamente, ma in una maniera assolutamente
non equivocabile?
Rimase
voltata e inizialmente in silenzio.
Poi
sospirò e disse, probabilmente un istante prima che Greg lasciasse perdere e se
ne andasse via. E questa volta, forse, sarebbe stato per sempre.
-no.-
tentennò leggermente.- hai altre idee?- domandò, voltandosi lentamente verso di
lui.
House
distolse un istante lo sguardo, un po’ in imbarazzo. Dannazione, avrebbe
preferito che rimanesse di spalle. Parlare con la sua schiena era più semplice
di doversi confrontare continuamente con i suoi occhi verdi.
-pensavo.-
iniziò, con un’aria piuttosto vaga e abbastanza sicuro di sé.- ormai la frittata
l’abbiamo fatta, la Cuddy sarà furiosa. Torni adesso o tra qualche ora non farà
differenza.-
Allison
lo osservava, attenta.- non sono d’accordo. Ci sono vari livelli di rabbia.-
controbatté leggermente. –Cuddy potrebbe solo essere al primo stadio. E se non
rientro per altro tempo, potrebbe arrabbiarsi ancora di
più.-
-già.-
approvò l’uomo.- quanto potrebbe arrabbiarsi di più di così
?-
Cam
lo osservò, un po’ spiazzata.- ehm, non lo so..-
-bene.
Ci divertiremo a scoprirlo.- prese il casco e glielo lanciò, con un gesto
tipicamente da lui come quando avevano dovuto andare a ispezionare la casa della
signora che poi scoprirono essere una malata psichica. Allison lo prese per un
pelo, perdendo anche leggermente l’equilibrio. –ma..- tentò d’opporsi.- e.. le
regole dell’ospedale?-
Non
che non volesse andare con lui. Anzi. Ma voleva farsi desiderare. Almeno un
pochino..
House
sghignazzò, poi alzando gli occhi al cielo fece una voce palesemente
effeminata.- infondo
è importante anche saperle infrangere per una giusta causa, non ti
pare?-
Cameron
rise, riconoscendo la frase che gli aveva detto lei, appena un’ora fa. –e quale
sarebbe la tua giusta causa?-
-un
drive-in.- vide Allison sgranare gli occhi.- non fare quella faccia, come giusta
causa è molto più divertente della tua!-
Cameron
aprì la bocca dallo stupore.- e… a vedere che cosa?-
-vuoi
venire si o no?- la incalzò House.
-e..
la macchina?- domandò la ragazza, ancora un po’ incredula.- non possiamo andare
in moto e la mia auto è inagibile, dopo il recente incontro con
quell’albero.-
L’uomo
sorrise, quasi diabolicamente. Poi tirò fuori un piccolo mazzo di chiavi dalla
tasca del giubbotto e le mostrò alla ragazza.- offre
Wilson.-
Allison
si avvicinò a lui, così felice ed incredula che avrebbe potuto iniziare a
salticchiare dall’euforia.- e.. lui
è .. consapevole?-
Greg
la guardò, sarcastico ed ironico come sempre.- non ancora. Sarà una sorpresa
anche per lui. Ah, ma stai tranquilla sono sicuro che moriva dalla voglia di
prestarmi la sua auto.- fece una piccola pausa poi continuò dicendo.- e comunque
non preoccuparti, non se la prenderà con te. È già da un po’ che avevo
programmato di.. ehm.. provare l’auto di Jimmy.-
Cam
annuì. “e ti pareva.” Pensò alludendo al fatto che Greg aveva dovuto palesare
che quell’uscita non l’aveva organizzata per loro due ma che la sua presenza era
solo un accidente senza molta
importanza. Sorrise, sarcastica.- la stiamo.. rubando quindi. E Wilson come farà
a tornare a casa?-
-aaaah.-
sbuffò Greg annoiato.- forse non ci siamo capiti. Non ti devi sentire in colpa
per Jimmy, per Cuddy e per il mondo intero. Se tu decidi di rintanarti in
ospedale non cambierà le cose, io prenderò comunque l’auto di Wilson che,
oltretutto, è venuto a lavorare in autobus quest’oggi. Quindi, vieni o no?- e
senza lasciare all’immunologa il tempo di formulare una risposta le prese il
casco di mano.- ok.- disse quindi.- non vieni.-
Allison
glielo riprese con un movimento lesto e veloce che stupì l’uomo.- vengo.- disse,
determinata e bellissima, fissandolo negli occhi.
L’uomo
annuì e l’osservò mentre si sistemava dietro di lui e lo circondava con le sue
braccia giovani.
Sorrise
mentre si metteva anche lui il casco e iniziava a dare gas alla moto che, subito
dopo, si mosse dal parcheggio del PPTH e sfrecciò veloce per le strade del New
Jersey.
Adesso
la moto proseguiva, nella notte, silenziosa e veloce come una freccia che mira
dritta verso il suo bersaglio, decisa ed enigmatica come il suo guidatore.
Allison chiuse gli occhi mentre le sue braccia, intorno al corpo di lui, lo
stringevano un po’ di più ma di così poco che probabilmente nemmeno lui se ne
sarebbe nemmeno accorto.
S’impose
di non pensare, di non credere, di non ragionare. Decise di prendere le cose
come avvenivano, senza trovarci un motivo dietro, senza dover per forza di cose
riflettere sulla spiegazione che poteva avere tutto ciò. Niente. staccò il
cervello, mandò in vacanza la mente. O almeno, ci avrebbe
provato.
Arrivarono
a casa di Jimmy poco dopo. Greg parcheggiò la moto e si diresse con aria sicura
verso l’auto del suo amico, aprendola con il telecomando. Allison esitò un
istante. Poi, però, mandando a quel paese i tentennamenti, decise di seguirlo,
ammonendosi di ricordare di scusarsi con Wilson.
House
entrò nell’auto, seguito a ruota da Cameron.
-ah,
che soddisfazione!-esclamò il diagnosta.- chissà che faccia farà quando si
accorgerà che la sua auto è stata ‘violata’. Non me l’ha mai fatta nemmeno
guidare, che egoista.-
-oh
certo.- approvò sarcasticamente la ragazza.- che stupido, ben gli
sta!-
House
si girò verso di lei con un sorrisetto allegro.- brava. Vedo che inizi ad
imparare. Ah, la piccola Cameron sta crescendo..- concluse con un finto tono
nostalgico. Vide la ragazza roteare gli occhi e sorridere, altrettanto
divertita.
–che film andiamo a
vedere?-
Greg
mise in moto, poi, solo quando l’auto uscì dalla vita e imboccò di nuovo la
tangenziale rispose.- lo vedrai.-
Allison
annuì, un po’ passiva. Osservò lentamente l’interno della bella auto di Jimmy
poi, con un gesto tipico di ogni donna, abbassò lo specchietto e controllò la
propria immagine.
-stavo
facendo il count down- la prese in giro il guidatore. –sapevo che l’avresti
fatto!-
Cameron
gli lanciò una frecciata.- sono appena uscita dall’ospedale, posso almeno
controllare che non abbia l’aspetto di un morto che cammina o ti devo chiedere
il permesso?-
-oh,
come siamo permalosi. Se vuoi ti presto il mio rossetto, prendilo è nella
borsetta.-
-no
grazie.- rispose lei sorridendo.- odio gli herpes.-
Greg
rise, silenziosamente. Cam si sistemò un po’ i capelli, trovando però desolante
tutto il resto. Si era operata un paio di giorni fa che poteva pretendere? Aveva
la pelle ancora più chiara degli altri giorni e il trucco era ridotto ad un
piccolo residuo che risaliva alla sera prima quando era passata a trovarla la
sua migliore amica e per passare un po’ il tempo, l’aveva un po’ truccata.
Cam
sbuffò e chiuse immediatamente il vano con lo specchietto. Non che fosse un tipo
di quelli che vogliono sempre apparire perfetti ma le scocciava farsi vedere
così da House.
-ho
letto su una rivista.- iniziò il diagnosta.- che le donne passano in media 45
minuti davanti allo specchio. Tu ci sei stata appena due minuti. Gli altri 43?
Ti sei intimidita perché ci sono io?-
-figurati.
È che non ho niente per truccarmi e non mi va affatto di contemplarmi quando
sembro essere appena uscita da una settimana di coma.- rispose un po’ acidamente
lei.
-a
moltissime donne non servono ore di make-up per apparire decenti. Alcune sono
belle anche dopo un intervento e un arresto cardiaco.- disse House
distrattamente tenendo gli occhi puntati sulla strada. Cameron si voltò verso di
lui, sorridendo, piacevolmente sorpresa.
-era
un complimento?-
-era
una constatazione.- rispose lui, osservandola.- una constatazione di carattere
generico. Lavori in un ospedale, dovresti saperlo che centinaia di donne
subiscono un intervento e subito dopo hanno un arresto cardiaco, non parlavo di
te. Il sillogismo diceva ‘alcune’
non ‘tutte’ - puntualizzò l’uomo con un sorrisetto divertito.
-
certo.- rispose lei, annuendo.- comunque i tuoi sillogismi sono tutti
sbagliati.- rispose lei alzando gli occhi al cielo.- Aristotele svenirebbe a
sentirti.-
-peggio per lui.- rispose distrattamente
House indicandole con il capo il grande schermo che iniziava a vedersi in
lontananza.- siamo arrivati.-
Arrivarono
lì pochi istanti dopo e Allison osservò, non senza un sospiro emozionato che
c’era già parecchia gente e che tutto aveva un’aria davvero romantica.
Posteggiarono l’auto dietro un'altra, poi House si spostò dicendo che da lì si
vedeva male, poi si spostò di nuovo perché secondo lui la coppia che avevano
davanti si sarebbe messa a fare sesso nemmeno alla prima scena, rovinando a loro
la visione del film.
-qui
va bene?- esclamò un po’ esasperata Cam, quando Greg sembrò finalmente
soddisfatto della postazione che aveva trovato dopo altri numerosi spostamenti.
-mh,
niente male. – disse osservando lo schermo ancora bianco. –manca un quarto
d’ora.- disse poi .- prendi la cena?-
Cameron
sgranò gli occhi.
Ma
non doveva essere l’uomo ad offrire la cena in un appuntamento? No, alt,
Allison.
Questo
non è un appuntamento. O meglio, lo è eccetto la parte sull’ ‘appuntamento’.
Disse,
un po’ titubante.- perché io?-
-perché
tu sei autosufficiente anche senza bastone.- disse Greg con un sorrisetto
ebete.- e perché conosco il tipo che vende i panini. Si chiama Joe, un tipo
alto, grassoccio.-
Allison
annuì, pensierosa.- e se lo conosci come mai mandi me?-
-so
quanto Joe sia.. sensibile.. a tutto ciò che è di sesso opposto al suo e
respira.- spiegò.
- vedrai, in cambio di un sorriso ti farà pagare la
metà-
Cameron
sorrise, sarcasticamente.- bene. Andiamo dal maniaco.- disse aprendo la
portiera.
-sì
convincente, Cameron.- le consigliò l’uomo, ridendo.
Allison
si bloccò, girandosi verso di lui.- ma per chi mi hai preso? Non farò nessun
sorriso a nessuno!- House si limitò a guardare in alto. Lei negò con il capo,
quindi uscì dall’auto.
-e
ricordati di battere le ciglia!- le urlò dietro House.- voglio anche il
dolce!-
Cameron
roteò gli occhi e si diresse velocemente verso il punto ‘ristoro’ dove c’era già
una bella coda di persone. Tornò precisamente un quarto d’ora dopo, con un
sacchetto piuttosto pesante.
-bene.-
approvò Greg.- ti sei data da fare, vedo.-
Cameron
gli lanciò uno sguardo parecchio eloquente.- quel Joe è un maiale.- decretò con
un’espressione schifata.
-racconta,
racconta, ti ha fatto una proposta indecente? Un bacio per un
panino?-
-no.-
rispose lei con un sorriso di sfida.- o meglio, c’ha provato finché Hilde, la
moglie non si è ricordata di me ed è venuta a salutarmi. Non sapevo che fosse la
moglie di quel pervertito, quando è venuta da me per quell’infezione non me
l’aveva detto.- Allison si godette il suo momento di vittoria.- questa roba me
l’ha quasi regalata e non ho dovuto fare nemmeno un sorriso a quel
porco.-
House
roteò gli occhi. -poche chiacchiere, che cosa hai preso?- disse volgendo la sua
attenzione al contenuto del sacchetto. Allison glielo porse.- purtroppo il menù
era limitato a panini e birra. Niente dolce.-
House
bofonchiò.- ecco, tu ti sei rifiutata di sorridere a Joe e io non posso mangiare
il gelato!-
-vagli
a sorridere tu!- propose Allison. E prima che House potesse ribattere aggiunse,
ironica. -non sottovalutarti, con un po’ più di rossetto non saresti
male.-
-hai
finito o dobbiamo continuare per tutto il film?- brontolò House vedendo che lo
schermo iniziava ad assumere un colore tendente al blu.
-non
mi hai ancora detto che film è.- sussurrò Cameron con un tono ora serio, notando
che tutt’intorno si era diffuso un certo silenzio.
House
l’osservò intensamente mentre le luci del parcheggio si spegnevano lasciando il
posto al buio della notte, un buio che sarebbe stato assoluto se non ci fosse
stato il proiettore sul grande schermo. – Hitchcock.- disse quindi Greg con voce
bassa e, in un certo senso, sensuale.
Cameron
sorrise, lentamente.- adoro Hitchcock.- iniziarono a comparire lentamente i nomi
dei protagonisti e il titolo del film. Aggiunse.- Psyco è uno dei miei film
preferiti.-
House
aprì il sacchetto prese un panino e una birra per sé, porse l’altro panino e
l’altra birra a Cameron quindi spinse uno dei pulsanti e lentamente la capote si
abbassò, assicurando ad entrambi una visione completa dello schermo. Cameron
sorrise a quella piccola sorpresa.
House
la spiò con la coda dell’occhio, godendosi la vista di lei che, piacevolmente
meravigliata, alzava i suoi occhi affascinanti verso la volta celeste per poi
riportarli velocemente sullo schermo davanti a lei.
Il
film trascorse tranquillamente, movimentato solo dal vento caldo di luglio che
si alzava di tanto in tanto e sfiorava i capelli di Allison, muovendoli
leggermente, come se fossero accarezzati. Greg l’osservava, silenziosamente,
compiacendosi della sua aria serena, pacata, rilassata a tratti, altri
concentrata, interessata.
La
contemplò mangiare lentamente il suo panino, bere la sua birra, così, a piccoli
sorsi, come fanno le adolescenti e sobbalzare, impaurita, davanti alle scene più
forti.
La
fissava discretamente, con la coda dell’occhio per lo più, preferendola di gran
lunga ad Hitchcock che, pur essendo uno dei suoi registi preferiti, non riusciva
a tenerlo incollato come il suo profilo.
Il
film finì due ore dopo e House se ne accorse solo quando vide Allison unirsi
all’applauso scoppiato nel grande drive-in. –è stato meraviglioso.- disse la
ragazza, entusiasta, voltandosi verso House. Vide il suo sguardo strano e
contemplativo e il suo volto si rabbuiò, mentre diceva.- beh, qualcosa non
va?-
-no.-
rispose lui, pensieroso. –andiamo. È ora di rientrare.-
Cameron
annuì, lentamente.
Il
dottore abbassò la capote poi mise in moto l’auto che in breve uscì dal grande
drive-in, immettendosi di nuovo su strada. Il viaggio di ritorno iniziò in
completo silenzio, con House che guidava silenziosamente e Cameron che guardava
fuori dal finestrino, la testa appoggiata di lato al sedile dell’auto.
Tuttavia,
nonostante stessero in silenzio, non era un silenzio complice e sereno come lo
era stato durante il viaggio d’andata. Adesso la tensione si palpava così tanto
che si sarebbe potuta tagliare con il coltello. Era accaduto qualcosa in
entrambi e entrambi se ne rendevano conto.
La
serata era ‘evoluta’ da una simpatica uscita tra due amici che ridono e si
prendono giro, era cambiato qualcosa. Era accaduto quando le luci si erano
spente, quando si erano guardati negli occhi. Quando House si accorto di non
riuscire a staccare gli occhi da lei, era accaduto quando Cameron si era sentita
i suoi occhi addosso, per tutto il film. Era scesa la tensione fra di loro, la
tipica tensione tra due persone che provano attrazione l’uno per l’altra, quella
tensione inesistente tra due amici ma ben percepibile tra di loro.
Gli
occhi di Greg si spostarono lentamente dalla strada a lei, per un piccolo
istante.
La
vide, con lo sguardo perso sul paesaggio che cambiava velocemente.
Fu
un attimo, poi anche lui tornò ad occuparsi della guida.
Cameron.
Che
gli stava succedendo? Possibile che non era capace di non pensare a
lei?
Possibile
che..
Possibile
che l’amasse??
No,
non poteva amarla.
Lei
era troppo diversa da lui. Era più giovane innanzitutto. E poi era il suo
opposto. Tanto sognatrice e moralista quando lui cinico e razionale, tanto dolce
e gentile quando lui bastardo e figlio di puttana, filantropa quanto lui
misogino.
Ok,
gli opposti magari si attraggono ma non si amano. E lui non amava Cameron.
Non
poteva amarla. Allison era una sua dipendente e una crocerossina, una ragazza
che vuole ‘rimediare’, ‘riparare’ i dolori delle persone, lui invece non voleva
affatto cambiare. Lui ci conviveva bene con il suo dolore, con la sua
infelicità.
Lei
aveva aspettative, sogni, progetti. Lui solamente il suo lavoro, la musica e
un’amicizia su cui poggiava, forse, la sua intera vita; quella con Wilson.
Eppure.
Eppure
perché continuare a pensare a lei?
Perché
l’aveva invitata a questo drive-in, per esempio?
Tanti
perché. E nessuna risposta.
O
meglio, nessuna risposta razionale.
Se
non quel battito accelerato, quando incontrava i suoi occhi. Non durava
moltissimo eppure era così intenso che lo portava fuori dalla quotidiana apatia
in cui si era costretto.
-House.-
La
sua voce giunse strana, lontana, sottile. Quasi come un eco.
Greg
non si voltò ne disse altro ma lei sapeva che la stava ascoltando.
-grazie.-
disse quindi Cameron con un sorriso genuino e un po’ triste.- sono stata molto
bene.-
House
non rispose niente.
Cam
lo osservò per qualche istante, cercando di indovinarne i pensieri. Si chiedeva
perché fosse diventato così silenzioso, perché non la guardasse nemmeno. Non
poteva certo immaginare il turbamento d’emozioni che si agitavano nell’animo del
diagnosta.
Greg
sentiva incertezza, confusione. E rabbia. Sì, oltre a quello strano stato di
disordine che regnava sovrano nel suo animo ormai da diversi giorni, si era
piano piano accompagnata anche rabbia, una rabbia forte, data proprio da quel
‘non sapere’ cosa gli stava accadendo.
E
dal ‘non accettare’ la soluzione che gli echeggiava nella mente in risposta a
tutti i suoi quesiti, a tutti i suoi dubbi. Avrebbe voluto maledire Cameron,
odiarla per tutta la confusione che gli stava gettando addosso. Iniziò ad
attaccarla anche se ne sapeva nemmeno il perché.
Forse
perché sentiva di amarla e di amarla sul serio come, cinque anni fa, amava
Stacy. E ne aveva paura. Preferiva tenerla lontana, preferiva che Allison si
arrabbiasse con lui e lo allontanasse. Solo così tutto sarebbe tornato come
prima.
-mi
ha detto Wilson.- iniziò, un po’ acido.- che ti sei iscritta come donatrice di
midollo osseo-
Allison
si voltò verso di lui, stupita dal suo tono aggressivo.- sì.-
House
negò con il capo.- sei patetica.- sentenziò.- vuoi salvare il mondo intero, non
ti basta andare quasi tutti i giorni a trovare i bambini di oncologia adesso
vuoi anche farti bucare la schiena non appena te lo chiederà
qualcuno!-
Cameron
grugnì leggermente prima di dire.- ognuno spende la sua vita come meglio
crede.-
-e
tu credi di dover rimediare a tutti i mali del mondo con la forza della tua
generosità?-
Cameron
iniziò a scaldarsi.- credo che questi non siano affari tuoi, principalmente.-
fece una piccola pausa.- e poi credo anche che se si è nella condizione di fare
del bene a qualcuno non bisognerebbe negare il proprio aiuto agli
altri.-
-santa
Allison da Plaisboro.- decretò House con finta riverenza. – la verità è che tu
hai lo spirito della martire e non cambierai mai.-
-questa
l’ho già sentita.- rispose lei.- e non voglio cambiare.-
House
annuì, soddisfatto delle sue risposte. Gli piaceva quando Cam gli teneva testa,
arrabbiata ed ironica.
Seguì
un piccolo silenzio, interrotto solo da lei, pochi istanti dopo.- tu sei bravo
solo a sparare giudizi. Non sai come ci si sente a vedere qualcuno a te caro
morire di cancro. Quando lo provi vorresti solo che altre persone non
soffrissero come ha fatto lui.-
-sei
danneggiata, Cameron.- la voce di House suonò profonda, questa volta.- Vai a
trovare i bambini malati non perché fai del bene a loro, ma per te stessa. Ti
senti meglio, ti fa sentire completa. E sulla stessa lunghezza d’onda si trova
questa tua nuova iniziativa e il fatto che hai rifiutato
Chase.-
Allison
aggrottò la fronte.- che centra Chase?-
-lui
ti piace.- decretò Greg.- ma non è abbastanza perché..-
-perché
non lo amo, forse.- ipotizzò lei, un po’ ironica.
-l’amore
è un’ illusione.- sussurrò, House, cinico.- è solo un’attrazione fisica più
forte delle altre.-
-a
volte questa attrazione fisica dura tutta la vita, però. Non ti sembra un po’
troppo generalistica come definizione? Ha sessant’anni non si prova attrazione
fisica eppure ho incontrato anziani ancora molto
innamorati.-
-nel
matrimonio subentra l’abitudine e la convenienza.- rispose lui, cinico.- e
l’ipocrisia, naturalmente. Anche se odi tuo marito, faresti di tutto purché le
vicine di casa non scoprano che tu non lo ami e lui va a letto con un’altra. È
patetico e stupido.-
-Già-
questa volta il tono di Allie era amaro.- e poi io non amo, io ho bisogno di
dare.-
House
rimase abbastanza sorpreso. Erano le parole che lui le aveva rivolto mesi fa, al
loro primo appuntamento. Quel “ you don’t love, you need” che le aveva rifilato
con superficialità e disinteresse, quelle parole che lui le aveva vomitato sopra
sparando sentenze al suo solito, evidentemente si erano impresse nella mente di
Cameron più di quanto credesse.
Non
disse niente all’inizio. La sua rabbia andava scemando, lentamente. –la verità.-
disse poi, con un accento strano.- è che nemmeno tu sai quello che
vuoi.-
Il
viaggio continuò in silenzio, finché non giunsero alla moto di House
parcheggiata sotto casa di Jimmy. Greg notò curiosamente che l’oncologo non era
a casa. Ecco perché non aveva ancora chiamato ingiuriandogli contro…
Si
stavano dirigendo verso la moto di House quando Cameron si fermò, bruscamente
quasi.
Quella
situazione non poteva andare avanti all’infinito.
Era
arrivata ad un bivio. Da una parte c’era la possibilità di non dire nulla, di
non fare nulla. Di salire sulla moto di Greg e tornare in ospedale e poi,
successivamente, alla vita di tutti i giorni e accettare che il rapporto con
House fosse in uno stato perenne di stasi.
Oppure.
Una
parte di lei voleva restare in silenzio. Aveva paura di rovinare tutto con Greg
facendo qualche sciocchezza, la parte della Cameron razionale urlava che doveva
accontentarsi di averlo come capo e esserci uscita quella sera.
Ma
la Cameron innamorata urlava voleva di più ed urlava più forte. Era una Cameron
stanca e coraggiosa, impavida, quasi. Voleva House e sapeva che un’altra
occasione come questa non le sarebbe ricapitata più.
-tieni.-
House le porse il casco, con noncuranza.
Allison
guardò un istante il casco, poi House.
E
prese una decisione. Sorpassò il bivio, scelse la strada.
In
un concentrato di tensione e sentimenti, Cameron si avvicinò di più a lui, si
appoggiò al suo petto e andando quasi in punta di piedi arrivò a baciare le sue
labbra, portando le braccia intorno al collo dell’uomo. Si rese conto di quello
che aveva fatto solo quando, distaccandosi da lui, osservò gli occhi stupiti di Greg. Temette per un
attimo d’aver sbagliato tutto.
-io
so benissimo quello che voglio.- disse con una voce determinata e con gli occhi
lucidi di commozione.- io voglio te.-
House
l’osservò, attonito. Era quella la risposta a tutti i suoi interrogativi. Lui
voleva Cameron. Ma non per una notte. Amava Cameron. E l’amore che a lungo aveva
represso, ingoiato, l’amore che l’aveva fatto vacillare mentre l’osservava nella
sala operatoria, l’amore che a volte, la portava ad allontanarla, stava venendo
a galla, velocemente.
Aveva
vinto.
Allison
lo osservava, muta, come congelata dal timore di quello che avrebbe potuto dire,
terrificata ancora di più dal pensiero che potesse non dire niente.
House
l’osservò per qualche istante. E accadde l’impensabile. La prese velocemente per la vita e
l’attirò a se,unendo di nuovo le sue labbra con le proprie, volendo assaggiare
la sua bocca che per quel magico istante aveva solo sfiorato.
Quella
bocca che tanto aveva desiderato.
Allison
rispose al bacio con passione, passando le mani tra i capelli di House, poi
sulla sua nuca, sperando che fosse proprio lui quello che la stringeva, con
sentimento.
Si
distaccarono solo qualche minuto dopo, un po’ ansimante, lei con le labbra
arrossate, lui con l’aria sognante. L’aria sognante di un uomo felice.
-vieni
con me.- disse quindi salendo velocemente sulla moto. Cameron non se lo fece
dire due volte, montò e circondò il
suo corpo, appoggiando il suo capo alla schiena dell’uomo.
La
porta dell’appartamento di Greg si aprì quasi con uno scatto e non appena essa
fu richiusa, alle spalle dei due, Greg la guardò, intensamente. L’amava.
Dannazione, l’amava davvero.
Le
prese la mano e la condusse lentamente nella sua camera da letto invasa da una
strana atmosfera prodotta dalla penombra che regnava sovrana in tutta la sua
abitazione. Si voltò verso di lei, osservandola intensamente. Non fecero niente
per qualche istante, solo guardarsi, contemplarsi quasi.
Poi
l’uomo l’attirò di nuovo a sé e le baciò le labbra, il collo, godendo del
piacere di poter finalmente accarezzare i suoi capelli setosi. Allison inarcò
leggermente il collo all’indietro, ospitando i suoi baci e ricambiando il suo
amore, abbracciando veemente l’uomo impossibile, l’uomo che mai aveva pensato di
poter avere. House iniziò a disfarsi della maglietta della ragazza che cadde a
terra, andando a fare compagnia alla giacca del diagnosta, abilmente sfilata
dalle mani della ragazza.
Le
mani dell’uomo accarezzarono la sua schiena, la sua pelle liscia come aveva
immaginato, abbracciando il suo corpo soffice e scosso da piccoli brividi di eccitazione e
freddo insieme.
Si
trascinarono sul letto e fu allora che Greg sentì il bisogno di dire quello che
non aveva mai avuto il coraggio di dire, nemmeno a se stesso. Quello che non
aveva detto a nessun altro dopo Stacy, cinque anni fa. Si fermò
richiamandola.
-Cameron.-
disse quindi, ansimando leggermente dall’emozione e dalla frenesia di quello che
avevano fatto e di quello che avrebbero potuto fare. Allison, tra le sue
braccia, sbiancò nel vedere la sua espressione seria e tesa. Per un attimo
temette che tutto sarebbe finito così.
Si
stava fermando? Allison chiuse gli occhi, pregando che non la rifiutasse. Sperò
con tutta se stessa che lui non la liquidasse dicendo che non potevano, che era
stato un errore e che non l’amava. Questa volta non avrebbe potuto sopportarlo.
-lo
sai tenere un segreto?- la voce di House era seria e ironica insieme.
Cameron
non seppe che rispondere, attese che House proseguisse.- ti amo.-
Allison
spalancò la bocca, incredula all’idea di aver sentito sul serio le parole ‘ti
amo’ dalla bocca del più cinico e bastardo degli uomini. Gli buttò le braccia al
collo, senza dire niente, ben convinta che qualsiasi cosa sarebbe stata inutile,
futile, inopportuna quasi. House gliene fu grato. Per lui già quello era stato
un passo importante.
Si
baciarono, si amarono, toccarono, insieme, le vette alte del piacere, lei
abbracciandogli vorticosamente la schiena, lui stringendole forte la mano, quasi
aggrappandosi a lei, Cameron, il suo unico appiglio, la boa e l’immensità, la
sua ancora di salvezza e allo stesso tempo l’oceano che avrebbe potuto
inghiottirlo.
Poi
si accasciò su di lei, mentre ancora entrambi respiravano affannosamente e tornò
a guardarla incontrando i suoi occhi lucidi, felici e sognanti,e il suo sguardo,
la sua espressione, bella come non l’aveva mai vista.
Stettero
minuti interi, l’unico accanto all’altra ad osservarsi, silenziosamente, nelle
notte, sotto le lenzuola leggere del
suo letto, muovendosi soltanto per sfiorarle placidamente le labbra con
le dita, accarezzarle i lineamenti come aveva desiderato fare tante volte,
giocando con i suoi capelli un po’
arricciati e perdendosi lentamente nel suo sguardo languido e sensuale, come
quello di una angelica sirena.
Adesso
lo sapeva: era lei la risposta.
To
be continued..
Diomache