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Autore: kateausten    15/05/2012    12 recensioni
Lei strinse le labbra: sogno o no, aveva ancora il potere di irritarla.
"Sono venuto qui" riprese lui prendendo un gran sospiro "Per vedere te".
"Vedere me?" ripetè lei dopo qualche secondo di silenzio "Non essere ridicolo".
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"Sognisvegli Brevettati... Un semplice incantesimo ed entrerete in un sogno a occhi aperti lungo trenta minuti, di qualità e assolutamente realistico, facile da inserire in una tipica lezione scolastica e virtualmente intercettabile (gli effetti collaterali includono espressione vacua e rivolo di bava). Vietata la vendita ai minori di sedici anni."

                                             Harry Potter e il Principe Mezzosangue


Hermione Granger si guardò attentamente allo specchio del bagno del suo dormitorio e fu seriamente tentata di scappare.
Cosa diamine stava facendo?
Dove era finita quella irreprensibile ragazzina amante delle regole, intelligente e coraggiosa? Dove era finita quella ragazza che mai, mai si sarebbe piegata o demoralizzata per un ragazzo?
Dove era finita quella ragazza che mai avrebbe ordinato in gran segreto un oggetto di quel genere, convinta che, presto o tardi, lo avrebbe usato?
Era tutta colpa di Ron.
Tutta colpa sua, che si era messo con Lavanda, distruggendo i suoi sogni e spezzandole il cuore.
Come aveva osato?
Non gli avrebbe fatto copiare più niente e già pregustava le grandi risate che avrebbe fatto agli esami finali, quando lui non avrebbe saputo trasfigurare neanche mezzo sopracciglio.
Solo che gli esami erano lontani e lei aveva il cuore spezzato adesso.
Ovviamente non aveva detto niente a nessuno, nemmeno a Harry o Ginny, ma tutte le volte che vedeva RonRon e LavLav impegnati a sbavare su una poltrona della Sala Comune avvertiva un vuoto nello stomaco, nell'anima, che neanche mille libri avrebbero compensato.
Sapeva che lei e Ron non avrebbero più potuto continuare a litigare e punzecchiarsi per il resto della vita: avrebbero dovuto fare il grande passo insieme, avrebbero dovuto aspettarsi a vicenda, perchè lei lo aspettava, si, lo aspettava da anni.
E quando sarebbero stati insieme, tutto sarebbe stato... giusto.
Invece, le cose erano andate in modo leggermente diverso e ad Hermione non era rimasta che la solita, vecchia arte dell'arranggiarsi.
Sospirò e uscì dal bagno, guardando i due letti vuoti accanto al suo, solitamente occupati da Calì e Lavanda. Quel sabato pomeriggio aveva disertato la Biblioteca; sapeva che Calì era nella Sala Grande con sua sorella Padma, mentre Lavanda- neanche a dirlo- era a pastrugnarsi con Ron in qualche angolo molto trafficato del castello.
Un pò di decenza, per favore, si disse Hermione mentre osservava sospettosa la scatola.
Se ci fosse stata lei al posto di Lavanda le cose sarebbero state diverse, se ci fosse stata lei le cose sarebbero state molto più raffinate e riservate, se ci fosse stata lei...
Ma non c'era lei.
Se lo ricordava ogni volta che Lavanda apriva la porta della camera saltellando allegramente, ogni volta che mangiava lontano da Ron e Harry, ogni volta che girava un angolo con il timore di incontrarli...
Non sarebbe mai ricorsa a quell'espediente.
Mai.
Se glielo avessero raccontato anche solo all'inizio dell'anno scolastico avrebbe pensato di parlare con una persona sotto Imperius, invece no, eccola la fra le sue mani.
Una scatola proveniente direttamente dai Tiri Weasley, pronta a farla entrare per trenta minuti nei panni di una ragazza innamorata e superficiale.
Esattamente quello che Hermione voleva essere in quel momento.
In fondo cosa c'era di male? Per trenta minuti voleva evitare di soffrire.
Si mise a sedere sul letto, tirando fuori dalla scatola una boccettina contente un liquido rosa pallido e lanciò la scatola ai suoi piedi. La guardò ancora un pò, timorosa e curiosa, prendendo un gran sospiro e bevendola tutta d'un fiato.
Il liquido che le scivolò in gola era dolce, troppo dolce e Hermione strizzò gli occhi, vagamente nauseata.
Si sdraiò chiudendo gli occhi, chiedendosi cosa avrebbe visto una volta aperti.
Ma quando li aprì, scoprì di essere ancora sdraiata sul suo letto, nel suo dormitorio, con la solita scatola in fondo al letto.
"Maledetti Fred e George", pensò, "Tanto lo sapevo che non sarebbe successo niente! Ma cosa mi metto a fare, è stata una totale perdita di tempo! Avrei dovuto essere in Biblioteca adesso e...".
Uno scricchiolio vicino alla porta la fece sobbalzare e mettersi a sedere. Che Lavanda si fosse consumata la lingua?
Invece la porta si aprì ed entrò l'ultima persona che Hermione si aspettava di vedere.
"Ron!" esclamò "Che cosa ci fai qui?".
"Ciao anche a te" replicò lui.
"Non puoi stare qui. E' il dormitorio delle ragazze! Come hai fatto a entrare?".
"Sai, qualche volta posso essere ingegnoso anchi'io" replicò lui, in tono offeso.
Hermione aprì la bocca per ribattere, ma un pensiero improvviso la fermò.
"E'... è il sogno, vero? E' l'incantesimo" chiese piano.
Ron sgranò gli occhi.
"Il sogno?" Il viso di Ron era perplesso "Quale sogno? Di cosa stai parlando?".
"Niente, niente" disse velocemente lei, scrollando le spalle.
Si guardarono un attimo e Hermione si rese conto che, reale o no, era in camera con Ron da sola. Arrossì leggermente.
"Allora" disse cercando di levarsi dall'imbarazzo "Cosa sei venuto a fare qui? Ti ricordi che siamo in lite, vero?".
"Certo" rispose lui in tono noncurante "E' solo che sono venuto qui per...".
"Cercare Lavanda" completò Hermione rassegnata.
"Miseriaccia Hermione! Non sapevo che avessi il dono della preveggenza" protestò lui "Lasciami almeno finire di parlare!".
Lei strinse le labbra: sogno o no, aveva ancora il potere di irritarla.
"Sono venuto qui" riprese lui prendendo un gran sospiro "Per vedere te".
"Vedere me?" ripetè lei dopo qualche secondo di silenzio "Non essere ridicolo".
"Ridicolo?" ripetè lui.
Hermione cercò di rimediare.
"No, scusami. Volevo dire che... insomma, stai con Lavanda, Ron".
Lui scosse la testa.
"No, Hermione. Ascoltami" disse avvicinandosi e sedendosi accanto a lei "Ci ho pensato tanto. Veramente tanto. Voglio te, solo te".
La voce del ragazzo era così decisa, così appassionata, che Hermione sentì le guancie ardere e il respiro bloccarsi.
"Cosa?" esalò.
"Io voglio te, e tu vuoi me" continuò Ron, con voce che tremava "E' sempre stato così, da quando ricordo".
Hermione guardò da tutte le parti, dopo quelle parole, imbarazzata e confusa.
"Guardami, Hermione" La voce di Ron era dolce, un pò impacciata, mentre le poggiò con naturalezza una mano sulla guancia per levarle una ciocca di capelli e lei sperò che la toccasse un'altra volta.
Dappertutto.
"Ti ho voluta così tanto e per così tanto tempo..." ormai la voce del ragazzo era diventata un sussurro invitante che sfiorava delicatamente il lobo di Hermione.
Mentre vedeva che si avvicinava, Hermione avrebbe avuto un sacco di obiezioni: "Ron, siamo a scuola!"; "Ron, stai con Lavanda!"; "Ron, cosa diamine stai facendo?".
Ma appena aprì la bocca scoprì che, effettivamente, tutte quelle proteste poteva anche esprimerle dopo e godersi così il calore che sprigionava il corpo del ragazzo.
"Anch'io ti voglio" ammise lei a voce così bassa che se Ron non fosse stato a due centimetri dalla sua bocca probabilmente non avrebbe mai sentito "Quando ti sei messo con Lavanda, io...".
"Lo so" disse lui "Scusa".
"Perchè allora? Perchè non mi hai aspettato?" A Hermione quella domanda scappò prima ancora di rendersene conto. Era quello che non voleva chiedere semplicemente perchè era la domanda che più voleva fare. Aveva paura della risposta.
La risposta poteva distruggerla.
Ron sorrise e scosse cautamente la testa.
"Ma io ti sto aspettando anche adesso, quando lo capirai?".
Hermione annuì, con un leggero groppo alla gola, dovuto a tutte quelle parole che lui aveva detto e a ciò che lei aveva appena ammesso, con una gioia disperata di cui difficilmente si sarebbe scordata.
Ron passò con leggerezza un dito sulla fronte della ragazza, sul naso, sulle labbra. La commozione se andò veloce come era arrivata.
"Ron" tentò "Ron...".
Ma Ron- o almeno l'essere che aveva preso possesso del suo corpo, perchè Hermione era arrivata a questa conclusione- non la stette a sentire e le baciò delicatamente l'incavo del collo.
Hermione trattenne il fiato, rabbrividendo ma tentando di rimanere impassibile, fissando i capelli del ragazzo che adesso avevano una strana sfumatura dorata a causa della luce che entrava dalla finestra.
La labbra di Ron si trovarono sulle sue senza preavviso. Hermione serrò gli occhi, con il cuore in gola e la salivazione azzerata.
Certo che le avrebbe potuto darle un minimo di preavviso, no? Sarebbe stato un pessimo bacio, già lo sapeva, arrivato così all'improvviso e...
Non fu pessimo.
Con gioia scoprì che baciare Ron era una delle cose più semplici e piacevoli che avesse mai provato a fare. Fu un semplice bacio all'inizio, così tenero e dolce che Hermione sentì un tuffo allo stomaco, ma in pochi secondi si trasformò in qualcosa di completamente diverso.
Quando la lingua di Ron entrò nella sua bocca, Hermione si aggrappò alle sue spalle, temendo che svanisse da un momento all'altro. Rispose con passione, con un' aggressività che non sapeva di possedere, pensando che adesso si, adesso era giusto che Ron baciasse con foga, che immergesse le mani in lunghi capelli, che emettesse quei leggeri mugolii di piacere.
Era giusto che facesse tutte quelle cose con lei.
Si staccarono un attimo per riprendere fiato, riuscendo anche a sorridersi, prima di riavvicinarsi e ricominciare a baciarsi come se non ci fosse un domani.
Una mano di Ron salì leggera come ali di gabbiano sul fianco di Hermione, la quale lo tirò possessivamente per il colletto della camicia, verso di lei, tanto che finirono stesi sul letto.
Non c'era situazione più sbagliata e giusta insieme.
Ron si staccò e la guardò un attimo.
Era suo in quel momento.
Suo, suo suo suo.
E lo amava, oh si, lo amava tanto.
Ron sorrise, guardandola fissa negli occhi.
"Anch'io, Hermione" disse "Anch'io".
Alla ragazza si fermò il cuore, chiudendo gli occhi e accogliendo il nuovo bacio di Ron.
Era così dolce...
"Hermione? Hermione?".
La ragazza sbattè le palpebre, disorientata. Era stesa nel suo letto e la luce del tardo pomeriggio inondava la stanza.
Nessuna traccia di Ron.
"Calì" riuscì a dire "Cosa ci fai qui?".
La ragazza le lanciò uno sguardo preoccupato.
"Sei sicura di stare bene?" chiese ignorando la domanda della ragazza "Quando sono entrata non mi hai neanche sentita. Eri li, con gli occhi spalancati e...".
"Sto bene" tagliò corto Hermione mettendosi a sedere e sentendosi piombare addosso tutta la delusione.
"Ma io ti sto aspettando anche adesso, quando lo capirai?".
Era stato solo un sogno.
Calì guardò con interesse la scatola capovolta ai piedi di Hermione.
"E quello cos'è? Mi è sembrato di averlo già visto...".
Hermione si tuffò sulla scatola.
"Non è nulla" balbettò.
"Ci sono!" esclamò Calì, lanciandole un'occhiata furba "Sembra uno di quegli articoli dei gemelli Weasley!".
Hermione assunse il suo solito cipiglio severo.
"Calì, ti sembro il genere di persona che può comprare qualcosa da quei due?".
L'entusiasmo di Calì svanì dal suo viso.
"Hai ragione" disse in tono mesto "Comunque ero venuta qui per dirti che Harry ti sta cercando".
"Grazie" disse Hermione facendo sparire rapidamente la scatola "Vado".
Va bene, era stato solo un sogno. Va bene, RonRon e LavLav stavano ancora insieme. Ma mentre Hermione si alzava dal letto sentì un inspiegabile buon umore e una piacevole certezza: Ron sarebbe stato suo.
"Hermione?" la chiamò Calì.
"Si?".
"Volevo dirti che... in Sala Comune ci sono Ron e Lavanda" disse un pò sulla difensiva.
"Oh" sorrise Hermione "Grazie dell'informazione".
Fece per uscire, quando Calì la chiamò per la seconda volta.
"Hermione?" .
Lei si girò e vide Calì che, con espressione imbarazzata si toccava il mento.
"Hai...uhm... della saliva. Proprio qui".

  
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