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Autore: suzako    05/12/2006    14 recensioni
Quante altre volte si era ritrovato in una situazione così?
I kunai gli sibilavano a pochi centimetri dalle orecchie, ogni momento poteva essere l'ultimo. Quella era la particolare sensazione di adrenalina a mille, che solo durante una battaglia si poteva provare. Eppure, questa volta era diverso.
Perché lei non c'era, non era lì, per la prima volta.
Ma Naruto sa, che questa non è ancora l'ultima. Non è ancora la fine, per loro.
E finché Sakura sarà lì, forse, un giorno, troverà il coraggio di dirgli quelle due parole.
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quante volte si era ritrovato in una situazione così?

Naruto si asciugò la fronte, il sangue misto al sudore. La zona vicina al villaggio della roccia aveva un territorio particolarmente insidioso, e i suoi ninja utilizzavano l’arte della terra, difficile da evitare come da predire.
Chissà quante vite erano state inghiottite precedentemente, da quelle lande senza nome?
L’odore di sangue era percepibile da ogni stelo d’erba, ogni ramo contorto.
La sua squadra si era appena dispersa, per tentare di sconvolgere la formazione nemica: le radio non funzionavano sulla lunga distanza, era quindi impossibile comunicare. Presto anche lui avrebbe dovuto attaccare.
Lo shinobi approfittò del momento di apparente calma per farsi una fasciatura di fortuna, alla ferita che aveva riportato sul braccio sinistro: per quanto il maestro Kakashi avesse tentato di insegnargli qualche rudimento di tecniche mediche, non c’era stato verso, era assolutamente negato.
E dopotutto, usava dire sempre, per quelle cose c’era Sakura-chan

Già, Sakura… Chissà dov’era lei adesso? Probabilmente si era unita alla seconda squadra che era stata mandata. Forse li avevano già mandati a combattere. Forse lei stava combattendo, in quel momento.

<< Allora, qua ci dividiamo. Tutti i Jonin partiranno per un’azione d’infiltrazione a singoli nel territorio nemico, i ninja medici rimarranno alla base, per poi dare supporto alla seconda squadra in arrivo… >>, aveva annunciato il capo spedizione, al terzo giorno.

<< Naruto, a quanto pare allora ci rivedremo solo alla fine. >>, aveva detto Sakura, con il suo solito sorriso.

<< Eh? Che intendi? >>

<< Scemo, svegliati! io sono una kuonichi della squadra medica, quindi imarrò qui, mentre tu andrai avanti con la prima squadrai. >>

L’improvvisa realizzazione di quello che lei aveva detto, mutarono l’usuale ghigno sul volto di Naruto in un espressione tra il pensieroso e l’affranto. Sakura non capì, o forse semplicemente non volle farci caso.

Non sarebbero stati insieme, durante quella missione. Per quanto lui potesse ricordare, non c’era ancora stata una volta durante la quale non fossero stati in squadra assieme, o comunque sempre in contatto. Era sempre così che era stato. E che sarebbe continuato ad essere.
No…?

E allora perché? Perché improvvisamente quel senso di angoscia, di rabbia?
Non c’era nulla di cui preoccuparsi. Era una missione come le altre. Solo una missione come tante altre passate, e come tante altre che sarebbero dovute venire

Sapeva che nella vita di un ninja, bisognava tenere in conto anche la morte. Sapeva che non era affatto vero che tutto andava sempre bene. Lo sapeva forse meglio di chiunque altro…

Quindi, aveva deciso che non sarebbe morto. Non lì. Non senza averglielo detto. Non senza che lei sapesse. Il futuro Hokage non poteva ancora morire.

Naruto ricordava ancora molto bene, ciò che aveva provato a missione conclusa, quando l’aveva finalmente rincontrata: era ferita, stanca e nervosa, ma quando l’aveva visto aveva comunque tentato di sorridere. Solo per lui.
E gli era sembrata più bella che mai.
Sì, senza dubbio, uno di quei giorni glielo avrebbe detto. Aveva solo bisogno di tempo, solo un po’ di tempo. In fondo, non c’era fretta. Glielo avrebbe detto, prima o poi…


Pioveva.
Le strade erano bagnate, e anche il monumento ai caduti di Konoha era lucido di pioggia.
La pioggia che gli appannava la vista, e rendeva più difficile decifrare quei nomi quasi sbiaditi, incisi tanto tempo prima.
Sakumo Hatake.
Ognuno di loro aveva la sua storia…
Obito Uchiha
…Quelle poche lettere, un tempo avevano un volto.
Hayate Gekko
…E come tanti altri volti…
Sakura Haruno
…Erano oramai svaniti dalla memoria.

Non glielo aveva mai detto.
E neanche quel giorno, davvero, ne aveva il coraggio.
Perché forse gli avrebbe riso in faccia. Forse non gli avrebbe creduto. O magari, le avrebbe solo fatto ulteriore male. Non poteva saperlo.
Non l’avrebbe mai saputo.
E così, come tutti gli anni in quel giorno, si ritrovava là, con quella frase nella mente e nel cuore.
Ma invece di pronunciare quelle due semplici, sciocche parole, c’era una sola cosa che era in grado di dire:

<< Mi dispiace, Sakura. >>





* * *

Una one-shot corta e depressiva come piacciono a me. Scritta in dieci minuti, forse banale, forse scontata, ditemelo voi.
Una specie di intervallo tra Haku e la GaaraTemari che sto scrivendo.

Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che recensiscono, o semplicemente leggono, le mie storie.

Ja Ne, suzako


  
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