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Autore: gaiamo95    15/05/2012    1 recensioni
I cambiamenti a volte fanno bene, anche se cambiare città, amici e scuola può essere difficile.
Elisa con la sua famigllia si trasferisce da Milano a Barcellona.. riuscirà a superare la sua timidezza, e magari anche a trovare l'amore? :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NUOVA VITA!
 
 
Non è possibile, sono già le 7!
 
Perché sono perennemente in ritardo?!
La risposta è fin troppo semplice: devo smetterla di guardare i telefilm fino a tarda notte.
 
Comunque piacere, sono Elisa, ho 16 anni e frequento il liceo linguistico. 
 
Ho un fratello più grande di un anno, Luca e ho dei genitori fantastici, che non mi hanno mai fatto mancare nulla. 
 
Sono di Milano, ma da un mesetto mi sono trasferita a Barcellona, insieme alla mia famiglia.
 
Voglio bene ai miei genitori, davvero molto, ma sono comunque arrabbiatissima con loro. 
 
Non volevo andarmene da Milano, lasciare i miei amici è stato molto difficile, ma i miei mi hanno promesso che a fine ottobre torneremo a Milano per qualche giorno.
 
Fortunatamente non ho un ragazzo, non sarei riuscita a sopportare la distanza, e non credo nei rapporti a distanza.
 
Diciamo che non credo nell’amore in generale, non sono mai riuscita a provare tutte quelle emozioni e sensazioni che vengono descritte nei romanzetti rosa. 
 
Non sono mai stata fidanzata seriamente, non ho mai detto ‘ti amo’, mentre la maggior parte delle mie amiche si, e questa cosa mi fa sentire un po quella diversa. 
 
Oggi incomincia la scuola e sono agitatissima, compagni nuovi, professori nuovi, scuola nuova, e pensate che nella scuola dove mi hanno iscritto i miei genitori, bisogna anche indossare l’uniforme.
 
Da una parte è una cosa positiva, ti alzi alla mattina e non hai il problema di scegliere i vestiti però secondo è anche attraverso i vestiti che esprimi il tuo essere, e di sicuro attraverso le uniformi è impossibile. 
 
Almeno l’uniforme è carina: camicia bianca, gonna blu , e golf blu.
 
 Scesi per la colazione e trovai mio fratello già pronto che si stava mangiando una brioche con la nutella. 
 
-Eli, ma non sei ancora pronta? Guarda che se non ti muovi, a scuola ci vai da sola – mi disse Luca, per niente preoccupato per la giornata che ci aspettava.
 
Luca è davvero un bel ragazzo, occhi verdi, capelli neri, alto e un fisico da giocatore di calcio.
 
Il calcio è la sua più grande passione; la prima partita che vide fu a 5 anni, e da lì si innamorò di questo sport. 
 
La sua squadra del cuore è il Milan, anche la mia, ma io non sono una fan sfegatata come lui.
 
-Lo so, sono in ritardo. Ma in 10 minuti sarò pronta, lo prometto.- dissi io, con poca convinzione.
 
Mi preparai in 10 minuti esatti, strano ma vero.
 
La fermata dell’autobus che ci portava a scuola era proprio dall’altra parte della strada.
 
L’autobus passò subito e in men che non si dica arrivammo a scuola.
 
Io e Luca ci guardammo l’un l’altro sorpresi.
 
Davanti a noi c’era  una struttura gigantesca, dotata di biblioteca, piscina, campo da calcio, basket, e vari laboratori. Era una scuola privata, del tutto diversa da quella a cui eravamo abituati noi a Milano.
 
Il giardino era immenso, e in mezzo ad esso era posizionata una bellissima fontana.
 
Entrammo all’interno della scuola, e andammo in segreteria, dove ci aspettava una signora sulla quarantina che ci accompagnò nelle nostre nuove classi.
 
Accompagnò per primo mio fratello, che con fare tranquillo e del tutto disinvolto entrò in classe.
 
La mia nuova classe era nell’atrio opposto, al secondo piano. Mi fece entrare in classe, dove 25 occhi mi fissavano...
  
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