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Autore: Dentist of Detroit    15/05/2012    4 recensioni
Eccoci con una nuova fic. Un'altra delle mie 'passioni' è la saga di Underworld (veri vampiri, altro che Twilight) e dopo essere stata al cinema a vedere il nuovo capitolo, sono rimasta con non poca suspance. E' da qui che nasce questa fic, dove però le cose sono leggermente diverse. Cosa accadrebbe se Lucian e Sonja non fossero morti? E se quest'utlima fosse sorella di Selene? E se anche i tre vampiri anziani non fossero morti? Leggete e scoprite tutto il resto, non voglio anticipare niente...
Genere: Azione, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! :) Eccoci all'ultimo capitolo di questa storia. Innanzitutto, come sempre, ringrazio tutte le mie lettrici: Fantasmina 96, eliocentrica, Edward4ever96 e elixais. Senza le vostre belle recensioni, non sarei mai andata avanti a scrivere. Spero davvero che, se pubblicherò qualche altra cosa su Underworld, mi leggiate comunque. Non vi nascondo, inoltre, che ogni volta che chiudo una storia, mi viene sempre una lacrimuccia. Sarà perchè queste storie sono un poì come delle creature che ho plasmato e tengo a loro quasi come a delle figlie. La cosa vi farà ridere, ma è davvero così xD. Per concludere, un grazie sincero sincero, e spero che questo capitolo finale non vi deluda :)
Ely


Capitolo 7 – Viktor
 
<< Ci siamo >> dissi, una volta parcheggiato il nostro mezzo. I lavoratori erano deserti, non si sentiva il minimo rumore provenire dall’interno. Ovviamente i vampiri sono molto silenziosi. Scendemmo tutti e ci incamminammo verso l’entrata. La porta era divelta per metà, i vetri in frantumi. C’erano macchie di sangue sugli stipiti e proseguivano per un breve tratto sul muro grigio. Le lampade al neon sopra le nostre teste lampeggiavano, lanciando di tanto in tanto sbuffi di scintille. Un paesaggio decisamente lugubre, anche per una come me. Il silenzio era opprimente. Rendeva tutto stranamente innaturale, come trovarsi in una foresta senza il cinguettio degli uccellini.
<< Forse dovremmo dividerci >> suggerì Lucian
<< I piani sono troppi per vederli tutti insieme >> spiegò. Aveva ragione. I laboratori della Biogen erano situati su tre piani.
<< Ha ragione, Lucian >> dissi
<< Voi due >> aggiunsi indicando mia sorella e il suo lycan
<< Ispezionate il primo piano >>
<< Eve tu vai con Hunter al secondo piano >>
<< Io mi limiterò ai sotterranei insieme a Marcus >> sentenziai infine. Nessuno ebbe niente da ridire, ma notai un certo disappunto sul volto di Eve. Sapevo che preferiva venire con me e trovare insieme Michael, magari, ma non volevo perdere di vista Marcus. Nonostante la promessa che gli avevamo fatto era per lui molto attraente, continuavo a non fidarmi.
Io e Marcus ci avventurammo nei sotterranei. Era incredibile quanto ancora ricordassi di quel posto, nonostante fossi stata lì raramente. La mia memoria fotografica mi sorprendeva sempre, ancora non ci avevo fatto l’abitudine. Camminammo per qualche minuto, fino a giungere ad un corridoio che finiva con una cella. Il mio cuore si fermò per un attimo. Poteva essere lì. Anzi, Michael doveva essere lì. Mossi ancora un paio di passi e lo vidi. Era incatenato al muro, i polsi alti sopra la testa. La sua maglia era strappata in più punti ed i capelli biondi gli ricadevano scompostamente sul viso. Vidi il suo petto alzarsi ed abbassarsi con costanza. Tirai un sospiro di sollievo. Non era ancora morto, per fortuna. Misi una mano sulle sbarre per capire come aprirle, quando qualcuno mi afferrò il braccio, stringendo con forza. Mi voltai spaventata. Incontrai lo sguardo gelido di mio padre, che sorrideva crudele. Mi torse il braccio, costringendomi a piegarmi e a gemere di dolore. Non riuscivo a crederci. Adesso che ero ad un passo dal ricongiungermi a Michael, mio padre si frapponeva tra di noi, bloccandomi la strada. No, non gli avrei permesso di distruggere tutto questo. Mi imposi di ignorare il dolore, afferrai con la mano che avevo libera quella di mio padre
<< Non mi fermerai, padre >> dissi guardandolo con odio. In risposta, mi rise in faccia. Ma, ride bene chi ride ultimo, pensai. Facendo forza con la mano che avevo stretto attorno alle sue, lo costrinsi a lasciarmi e, girando su me stessa, gli lancia un calcio in pieno petto. Sapevo di non averlo scalfito, ma quantomeno me lo ero tolto di dosso. Viktor volò in aria per alcuni secondi, prima di cadere qualche metro più indietro. Mi voltai verso Marcus
<< Pensaci tu, adesso >> gli intimai. Adesso, dovevo pensare a recuperare il mio amato. Mi girai di nuovo verso le sbarre. Michael era privo di sensi. Sparai al lucchetto che proteggeva la serratura. Una, due, dieci volte. Finalmente riuscii ad aprirlo. Sullo sfondo, Marcus e Viktor combattevano. Ero certa che avrebbe vinto Marcus. Lui si era appena risvegliato, mentre Viktor era su questa terra da molto più tempo, era vecchio e stanco. Sarebbe morto, sicuramente. Nonostante questa consapevolezza, però, non ero troppo dispiaciuta della morte di mio padre. Una cosa orribile da dire, non è vero? Ma dopo quello che aveva fatto a Sonja, nutrivo ben poco affetto per lui, specialmente sapendo che, alla prima occasione, se mi fossi messa sulla sua strada non avrebbe esitato ad uccidere anche me. Tornai a rivolgere l’attenzione alla cella. La porta si era aperta cigolando. Entrai. Lo spazio era angusto, e il pavimento in pietra era impiastrato di sangue. Chissà quale atroci torture aveva predisposto Viktor per Michael. Ero quasi sicura che quel sangue appartenesse tutto al mio ibrido. Lo raggiunsi, e sparai anche ai lucchetti che lo incatenavano al muro. Non appena le sue braccia ricaddero come pesi morti accanto ai suoi fianchi, aprì debolmente gli occhi
<< Selene… sei tornata a prendermi >> mormorò. La sua voce era flebile, lontana come se fosse già morto. Ma sapevo, che sarebbe sopravvissuto. Era forte, su questo non c’erano dubbi.
<< Non ti avrei mai lasciato, mai >> sussurrai in risposta, prendendo il suo volto tra le mani e baciandolo delicatamente sulle labbra.
<< Ora, però, devo portarti via di qua >> dissi quando ci fummo separati. In quell’istante un grido lacerò l’aria. Mi voltai sobbalzando, appena in tempo per vedere mio padre crollare a terra, fra gli schizzi purpurei del sangue. Marcus, si girò verso di me, sorridendo. Ce l’avevamo fatta. Ora Viktor non ci avrebbe più dato fastidio. Il grido, doveva aver risvegliato tutti gli altri, perché apparvero uno ad uno dalla porta dei sotterranei. Mia sorella, alla vista di nostro padre morto, non potè trattenersi dal piangere per un attimo sulla spalla di Lucian. Ciò che più mi colpì, però, mentre trascinavo un Michael che a stento si reggeva in piedi, furono gli occhi di mia figlia ed il suo sorriso. Mai, da quando ci eravamo conosciute alla Biogen, avevo visto i suoi occhi brillare tanto intensamente e mai, l’avevo vista sorridere. Mi corse incontro, abbracciando sia me che Michael, troppo distrutto per chiedermi spiegazione. Non ci furono parole che accompagnassero quel gesto, del resto, non ce n’era bisogno. Prima di andarmene, però, dovevo chiarire le cose con Marcus
<< Il medaglione si Sonja è parte della chiave che apre la prigione di William. L’altra metà, la troverai nel petto stesso di Viktor, sotto la sua pelle >> mi frugai in tasca del cappotto
<< Questa è una dettagliata mappa della prigione. Hai quello che volevi sin dall’inizio. Adesso non mi interessa quello che accadrà, fai pure ciò che ritieni più opportuno. L’importante è che lasci in pace me e la mia famiglia. Tu non ci vedrai mai più e noi non vedremo mai più te. È un accordo? >> la protezione della famiglia che tanto duramente mi ero conquistata, adesso, era la mia priorità
<< È un accordo >> disse Marcus.
 
Questa è parte della mia storia. Ma in realtà, la mia vita è molto più lunga. Alcune parti sono già state scritte, impresse nella storia e nella memoria. Altre, sono ancora da decidere e da scrivere. Tutto quello che so, adesso, guardando Michael giocare con nostra figlia, è che d’ora in poi, le pagine che compongono il libro della mia esistenza, saranno colorate dall’amore. La mia famiglia, diventerà tutto per me, non la lascerò mai scappare. E se anche ho dovuto superare immense difficoltà, o terribili sofferenze, ne è valsa la pena, se adesso posso godermi tutto questo.   

  
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