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Autore: DesolationRow    16/05/2012    3 recensioni
Odisseo racconta alla moglie, ritrovata dopo il lungo peregrinare, ciò che è successo con la bella Calipso. Tutto è raccontato dal suo punto di vista.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sono vent'anni. 
 
 
Venti lunghi anni lontano dalla mia amata Itaca.
Tra la guerra, le peripezie, la morte dei miei compagni, la permanenza dal magnanimo Alcinoo, gli anni passati dalla ninfa Calipso....già, Calipso, la donna che mi ritrovò e mi salvò dalla tempesta, ma la stessa donna che mi imprigionò nella sua ragnatela invisibile per ben sette anni, durante i quali lei mi viziò tra passioni e amabili cure. E dopo, dopo essere sfuggito dalle sue bianche braccia e dalle sue allettanti proposte, mi ritrovai davanti alla mia leale sposa, madre di mio figlio: Penelope. Gli anni, la distanza hanno lasciato tracce indelebili sul suo stanco, ma sereno, volto; i suoi occhi verdi, dolci, che mi incitarono a raccontarle ciò che mi capitò in tutto il viaggio di ritorno, le mie avventure e disavventure, ignara della storia con Calipso. Ed io, Odisseo, con che coraggio le spiegai tutto?Mi feci coraggio: questa tra tutte è la prova più grande che dovemmo per affrontare io e lei. Deglutii rumorosamente bagnando la gola secca e cercando di far tornare sicura la mia voce. La feci sedere sul letto matrimoniale.
«Vedi cara Penelope, dopo tre anni di peripezie, ove ho visto i miei compagni morti a causa della loro follia, pensai, oramai di essere giunto al termine della mia vita tra i mortali, poiché l'ira di Poseidone persisteva accanita nel portami disgrazie; mi accasciai su una zattera, in balia del mare, stanco e stravolto, ma, grazie al fato venni trovato ed aiutato da una ninfa. Il suo nome è Calipso. Al mio risveglio mi ritrovai vestito, lavato e stavo riposando su un soffice letto. Irrequieto e perplesso mi alzai cautamente, ma una splendida figura femminile mi venne incontro, dicendomi di allarmarmi ed io le credetti tanto dolce era il suo sorriso. 
Dopo cena, parlammo così tanto che la sua voce mi sembra un'ipnotizzante melodia: lei era così bella, ed è purtroppo evidente di come io mi fossi invaghito di lei,tanto da farmi annebbiare la mente e cedere alle sue lussuriose tentazioni...» In quel momento Penelope sgranò gli occhi incredula e spalancò la bocca, lei che aveva respinto ogni pretendente, evitato qualsiasi peccaminoso piacere...venne a sapere che il suo amato marito l'aveva tradita. Vidi i suoi occhi rabbuiarsi e un velo di lacrime li coprì. Ma riuscì  a tirar fuori una voce febbrile. Strozzata dal pianto, che mi chiedeva di continuare. E così, assecondai quel suo masochista desiderio.« Sette anni passarono tra le sue braccia finché gli dei non decisero che per me era il momento di andarmene da quell'isola, detta Ogigia.Ebbene, io non so riferirti chiaramente il discorso che ci fu tra Ermes, il messaggero degli dei, e Calipso, poiché stavo consumando da giorni le mie lacrime sospirando il mio ritorno a casa. So solo che la ninfa, seppure adirata coi numi, accettò, dicendo chiaramente che mi avrebbe aiutato in tutti i modi, dandomi cibo e saggi  consigli. Ma la ninfa, ancora cercava di tenermi con sé utilizzando i metodi di persuasione femminili, e tentandomi con il dono dell'immortalità. Io, però, non cedetti, non volli né ferire la sua sensibilità, né rimanere con lei....Non sapevo come fare, finché non decisi di usare una delle mie doti migliori: l'abilità oratoria. Così con uno scaltro giro di parole riuscii a convincerla a lasciarmi andare, senza urtarla , e tenendomela,di conseguenza, come alleata...»
Feci una pausa per riprendere fiato, ma specialmente per vedere come stette Penelope. «Sai..» esordii «Io le dissi di come tu fossi splendida nelle tue umane imperfezioni..» conclusi sedendomi accanto a lei e guardandola dolcemente, con gli occhi del giorno in cui la sposai. A quelle parole, la mia dolce Penelope scoppiò in un pianto che soffocava e tratteneva da troppo tempo, affondando il suo volto nel mio petto. « E' tardi, andiamo a dormire. Domani è un nuovo giorno.»
  
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