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Autore: jas_    16/05/2012    22 recensioni
Liam avvicinò la poltrona al letto prendendole la mano fredda e cercando di scaldarla tra le sue, mentre osservava il suo petto muoversi lentamente a tempo del suo respiro rilassato.
«Sai» cominciò poi torturandosi le mani, «non ci crederai ma oggi Harry ha passato l’esame di diritto col massimo dei voti. Non ho idea come ci sia riuscito, insomma, hai presente Styles? Prende a malapena la sufficienza!»
Liam si fece prendere da ciò che le stava raccontando cominciando a gesticolare animatamente. Quando lasciò cadere le mani sulle sue gambe, producendo un rumore che riecheggiò nella stanza vuota, in quel momento si rese conto di quanto fosse solo in realtà.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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But don’t you remember, the reason you loved me before,

Baby please remember me once more.

 

Liam salì sul pullman 128 come tutti i giorni sedendosi nel posto in fondo a sinistra. Appoggiò la testa sul finestrino mettendosi le cuffie nelle orecchie e lasciandosi cullare dalle note lente di quella canzone che ascoltava ininterrottamente da ormai sei mesi. Chiuse gli occhi sospirando sontuosamente e arrotolandosi il filo delle cuffie tra le dita, conosceva a memoria il tragitto da casa sua all’ospedale. Venti minuti, dodici fermate, quelle che erano state le più lunghe della sua vita e che non avrebbe mai pensato avrebbero fatto parte della sua quotidianità.
 
Liam si appoggiò al bancone della caffetteria dei suoi, asciugandosi con uno straccio sudicio la fronte imperlata di sudore.
Doveva essere felice che il locale funzionasse alla grande, nonostante la crisi, ma in quel momento non poteva fare altro che sperare che tutte quelle persone che occupavano i tavoli uscissero, lasciandolo respirare. Nonostante Londra non fosse esageratamente calda d’estate, quel pomeriggio Liam aveva acceso il condizionatore per poter respirare, fare avanti e indietro dai tavoli al bancone, oltre che a essere stancante, diventava peggio quando il caldo era insopportabile.
Aveva finito e superato con successo gli esami la settimana prima, si era preso una settimana di ferie che aveva passato al mare con gli amici prima di iniziare a lavorare nel conosciuto bar del centro che apparteneva alla famiglia Payne da sempre.
«Liam! Vai a prendere le ordinazioni al tavolo 13!» gli ordinò il padre, mentre porgeva lo scontrino a dei clienti che stavano uscendo. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo – attento a non farsi vedere – prima di attraversare il salone e arrivare al tavolo in questione. Senza nemmeno alzare lo sguardo, prese il piccolo bloc-notes che teneva nella tasca del suo grembiule pronto a scrivere.
«Cosa vi posso portare?» domandò poi, facendo correre lo sguardo sulle quattro ragazze sedute davanti a lui.
La prima, gli sorrise prima di chiedere tre frappè alla fragola e uno alla banana.
«Io vorrei anche il cameriere, se è possibile» aggiunse la bionda accanto, scatenando l’ilarità delle altre.
«Mi piacerebbe» disse Liam pronto, «peccato che sarò destinato a passare la mia vita lavorando in questo locale» aggiunse rivolgendo un sorriso alla ragazza.
«Avrai qualche minuto libero, Liam» continuò lei, leggendo il nome del ragazzo sulla targhetta che teneva attaccata alla camicia a quadri rossa.
 Lui si nascose dietro un sorriso educato prima di dileguarsi a preparare i frappè richiesti.
Non poteva negare che quella ragazza fosse davvero bella, Harry le sarebbe già saltato addosso, pensò, ma non era esattamente il suo tipo: troppo intraprendente.
Lui preferiva le ragazze genuine, con qualche imperfezione, ma spontanee, allegre e, perché no, anche goffe ogni tanto.
«Vedo che hai già fatto conquiste!» gli disse qualcuno, alle sue spalle.
Liam spense il frullatore, voltandosi verso il suo interlocutore.
«Noto con piacere che non ti sfugge niente, Harry» lo scherzò, mentre versava i frappè nei bicchieri.
«Devo aiutarti con le ordinazioni? Hai solo due mani.»
«No grazie, ce la faccio» disse divertito Liam, prendendo il vassoio e superando il bancone.
«Per chi è il frappè alla banana?» domandò poi, quando arrivò al tavolo.
«Mio!» esclamò una voce squillante alla sua sinistra, Liam sorrise alla ragazza porgendole l’ordinazione, quel viso gli era famigliare.
Rimase interdetto per alcuni secondi ad osservarla e cercando di ricordare dove l’avesse già vista.
«Cucù! Ci siamo anche noi!»
La ragazza che gli aveva parlato prima lo riportò alla realtà, Liam si scusò finendo di servire le altre prima di andare in un altro tavolo da cui l’avevano chiamato.
 
Maya si sedette sul suo solito sgabello, osservando Liam muoversi con destrezza in quello spazio ristretto, tra la macchinetta del caffè e il bancone.
«Oh, ciao amore» le disse, quando si accorse della sua presenza, «ti preparo il solito frappè alla banana?» le domandò, mentre versava una goccia di latte in un caffè.
Lei annuì sorridente osservandolo lavorare, le piaceva andare a trovarlo nel tardo pomeriggio, in quel posto in cui si erano incontrati per la prima volta. La riportava indietro nel tempo, quando lui non aveva idea di chi fosse ma, nonostante le avances di Brooke, le aveva subito dedicato tutta la sua attenzione.
Aveva continuato a frequentare quel locale, fino a quando lui, esasperato, non aveva ceduto e le aveva chiesto dove si fossero già visti.
«Frequentiamo lo stesso corso di letteratura al college» gli aveva risposto lei, con la sua solita allegria e freschezza, che solo una ragazza di nemmeno vent’anni poteva avere.
«Stasera andiamo a festeggiare? Mi hanno assunta per lo stage!» esclamò Maya raggiante, battendo le mani entusiasta.
Liam smise di lavorare per alcuni istanti avvicinandosi a lei, «stai scherzando?»
Maya scosse la testa mordendosi un labbro, «”Signorina Evans, siamo liete di comunicarle che è la candidata migliore per questo ruolo”» ripeté, imitando la voce dell’uomo che le aveva dato la bella notizia.
Liam le buttò le braccia al collo stringendola a sé prima di schioccarle un rumoroso bacio a stampo sulle labbra.
«Stasera allora ti porto fuori a cena, le mance di questa settimana sono state più corpose del solito!»
 
Maya uscì dal ristorante velocemente prima di togliersi le scarpe e camminare sul marciapiede accanto a Liam.
Mettere quelle décolleté era stata una pessima idea, lei era abituata alle All Star sgualcite, nelle occasioni speciali indossava le ballerine, ma i tacchi erano rimasti a prendere polvere nella scarpiera da quando li aveva comprati. Poi, quella sera, sua madre l’aveva convinta a metterli.
«Se ti fanno male i piedi puoi aspettarmi qua» le disse Liam premuroso, «vado a prendere la macchina e passo a prenderti.»
Maya ci pensò su un attimo, «va bene» disse poi, prima di sedersi davanti alla vetrina spenta di un negozio.
Nonostante fossero gli inizi di Settembre, l’aria londinese, specialmente quando il sole tramontava, diventava molto più fredda. Maya rabbrividì stringendosi nelle spalle, quando sentì un clacson suonare, alzò lo sguardo notando la macchina scura di Liam che accostava dall’altro lato della strada.
Si alzò di scatto avvicinandosi alla vettura, senza nemmeno preoccuparsi di guardare che non arrivasse nessuno prima di attraversare.
L’ultima cosa che vide, prima di essere travolta, fu lo sguardo terrorizzato di Liam mentre le faceva segno di fermarsi.
 
Liam scosse la testa cercando di cancellare quelle brutte immagini dalla mente, quando si accorse che la prossima fermata era la sua.
Spense l’iPod alzandosi dal proprio posto e avviandosi verso la porta, fece un cenno di saluto all’autista prima di scendere e rabbrividire al contatto con l’aria ancora fredda di Marzo.
Entrò nell’ospedale dirigendosi con passo spedito verso l’ascensore e tenendo stretto tra le mani l’ultimo libro di Nicholas Sparks, “Il meglio di me”.
Sapeva che Maya amava quell’autore e quando aveva visto che era appena uscito il suo nuovo libro non aveva resistito all’impulso di comprarlo e leggerglielo quando andava a trovarla, nonostante sapesse che lei non lo poteva sentire. Salutò le infermiere che incontrò per il corridoio e che ormai conosceva per nome prima di fermarsi davanti alla sua stanza. Esitò un attimo, nonostante quella fosse la centesima volta che veniva a farle visita, ogni volta sentiva l’ansia pervaderlo, anche se questa scompariva istantaneamente quando la vedeva distesa su quel letto bianco, con le labbra leggermente increspate, con la sua solita espressione allegra. Nonostante non sentisse la sua risata cristallina da tempo ormai, quel suono ipnotizzante gli rimbombava nelle orecchie ogni volta che pensava a lei. Maya era la ragazza più solare che avesse mai conosciuto, e nonostante giacesse inerme su quel letto di ospedale, Liam aveva la sensazione che anche in quell’istante, se avesse potuto parlare e muoversi, gli avrebbe sorriso calorosamente e gli avrebbe stretto la mano dicendogli che andava tutto bene.
Liam avvicinò la poltrona al letto prendendole la mano fredda e cercando di scaldarla tra le sue, mentre osservava il suo petto muoversi lentamente a tempo del suo respiro rilassato.
«Sai» cominciò poi torturandosi le mani, «non ci crederai ma oggi Harry ha passato l’esame di diritto col massimo dei voti. Non ho idea come ci sia riuscito, insomma, hai presente Styles? Prende a malapena la sufficienza!»
Liam si fece prendere da ciò che le stava raccontando cominciando a gesticolare animatamente. Quando lasciò cadere le mani sulle sue gambe, producendo un rumore che riecheggiò nella stanza vuota, in quel momento si rese conto di quanto fosse solo in realtà.
Dopo l’esito dei medici era andato avanti aggrappandosi a quel “ci sono delle possibilità che si risvegli”, ed ogni giorno da allora era andato a farle visita, a darle tutto l’amore che aveva, che non aveva mai vacillato nemmeno per un istante, anzi, si era rafforzato col tempo. Nonostante quello, però, c’erano dei momenti in cui si lasciava prendere dallo sconforto, e si lasciava andare. Il solito solare e sorridente Liam lasciava spazio alla tristezza e al dolore.
Il ragazzo si asciugò velocemente le lacrime, cercando di nascondere quel cedimento, come se Maya potesse accorgersi di quello che stava succedendo attorno a lei.
Liam le prese la mano, stringendola tra le sue.
«Mi manchi» le sussurrò, «mi manca sentire la tua risata, vedere i tuoi occhi, il tuo sorriso, non ce la faccio più.»
Liam tirò su col naso, volgendo lo sguardo verso quel viso che aveva la stessa espressione da sei lunghissimi mesi, quando si accorse che quegli occhi, rimasti a lui nascosti per così tanto tempo, erano aperti.
Il ragazzo si stropicciò gli occhi, le lacrime gli avevano appannato la vista e non era certo che ciò che vedesse fosse la verità.
«Maya..» sussurrò poi incredulo, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi ulteriormente a lei.
Le accarezzò la pelle morbida e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro, stentava ancora a crederci che quello che stava vivendo fosse vero.
«Dio.. Sei tu, sei sveglia!» esclamò poi, prendendole il viso tra le mani e baciandola dolcemente su quelle labbra che aveva desiderato per tanto, troppo tempo.
«Dottore!» gridò poi, verso la porta lasciata socchiusa, «chiamate un dottore!»
Lo stupore iniziale aveva lasciato spazio alla felicità, una felicità che Liam non avrebbe mai pensato di essere in grado di  provare di nuovo. Eppure eccolo lì, Maya era sveglia, stava vivendo ciò che sognava da sei mesi, da quella sera in cui una macchina gliel’aveva portata via.
Quando tornò a guardarla, col sorriso ancora dipinto sul volto, notò che il suo sguardo era vitreo, spaventato.
«Chi sei?» gli domandò lei, confusa.
Liam sentì il mondo crollargli addosso, una seconda volta.


***


Ho scritto questa storia l'anno scorso, credo.
In realtà doveva essere il prologo di una fan fiction di cui ho scritto i primi tre capitoli ma l'idea che ho avuto non mi convinceva più così tanto da portarla avanti.
Questo capitolo però mi è sempre piaciuto molto e mi sembrava un peccato lasciarlo nel mio computer senza che nessuno lo leggesse quindi eccolo qua! :)
Spero che vi sia piaciuto, in realtà non si racconta niente di che a parte la presenza di alcuni flashback.
Fatemi sapere che ne pensate!
Jas


   
 
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