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Autore: queen love    16/05/2012    0 recensioni
Questa è una storia diversa, non c'è una storia d'amore, o perlomeno c'è, ma non è come tutte le altre. Non ci sono litigi, urla, problemi, baci, abbracci.
è la mia prima storia, spero vi piaccia.
Buona lettura. :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Amore! Sbrigati che tra quindici minuti parte l’aereo!” “Arrivo mamma!” Merda! Chi cazzo aveva voglia di partire due settimane per l’Australia? Io no di certo, ma piuttosto che rimanermene per due settimane a casa ad annoiarmi, come sempre del resto, preferisco andare con quegli screanzati dei miei genitori. Infilo le prime cose che trovo nell’armadio dentro la mia valigia troppo grande per i miei pochi vestiti. “Amore!!” “Eccomi!” Scendi in velocità le scale e saluto Leonard, il nostro maggiordomo nonché mio migliore amico da quando sono nata. “Allora, ricordati di lavare le tende ogni due giorni, controllare la posta e lucidare l’argenteria” Salgo in macchina mentre mia madre tormenta il povero Leonard “Si Signora Green, sarà fatto certamente, ora però le consiglio di andare, l’aereo parte fra circa cinque minuti e suo marito vi sta aspettando da più di un’ora” “Cavolo è vero! Charlie, dove sei? Ah, sei già in macchina. Ci vediamo Leonard! E ultima cosa! Ricordati di cambiare l’acqua a Joe e Tom!” “Sarà fatto signora!” “Mamma calmati! Viaggiamo su un jet privato! Possiamo farci attendere quanto vogliamo!” Mia madre è davvero isterica in questi momenti, come farò a passare le prossime settimane con lei io non lo so. Il viaggio scorre lentamente, tra silenzi e qualche parola di tanto in tanto. Io e mia madre non parliamo molto, e le poche volte che lo facciamo è per urlarci contro. Non sono il tipo di figlia che lei vorrebbe. Non vado bene a scuola, non mi comporto da brava bambina anzi, non ho mai conosciuto quella parte di me. E mia madre mi odia per questo. “Sono proprio felice che tu venga con noi quest’anno! Sai, la casa dove andiamo è davvero bella, è proprio sulla costa, oltre al mare intorno è pieno di negozi, centri commerciali e molto svago! Potremmo andare a fare shopping qualche giorno.” “Mamma, sai che odio fare shopping.” “Beh, avevo pensato che… Visto che abbiamo due settimane, potevamo passarle insieme. Sai, tra madre e figlia.” “Sì ok, ci penseremo quando saremo la” Mi infilo le cuffie e mi giro per non guardare la delusione dipinta sul volto di mia madre. Il viaggio continua così: io che guardo il mondo che scorre e mia madre concentrata a guidare. Dopo circa 1 ora di viaggio arriviamo, altro che ritardo! Corriamo verso l’aereo e scorgo mio papà che ci aspetta. “Ben arrivate, era ora” “Scusa ma dovevamo preparaci” Dice mia madre mentre stampa un bel bacio a mio papà. Per fortuna sono una coppia molto unita e si amano molto, non corrono il rischio di separarsi. “Ciao bocciolo” Mi scompiglia i capelli e mi sorride. “Ciao papà” “Su forza, saliamo che sennò non arriviamo più” Sono ormai dodici ore che sono su questo fottuto aereo. Mi sto annoiando a morte, i miei si sono chiusi nella camera da letto e Dio solo sa cosa stanno facendo. Ascolto la musica a tutto volume, è musica commerciale di quelle che vanno ora. Non ho mai avuto grandi preferenze musicali, mi adeguo, ascolto le canzoni del momento e poi quando non sono più di moda, le cancello dall’I-pod. “Amore, come stai?” Mia madre è uscita dalla camera da letto e ora si è seduta davanti a me “Bene, mi annoio ma bene. Quanto manca?” “Circa altre 3 ore, a quanto pare abbiamo dovuto allungare il giro a causa di una perturbazione”. Questo mi rallegra, altre 3 ore e poi potrò vedere la meravigliosa Australia, come la definiscono i miei. “Ok, papà dov’è?” “è in cabina che parla col pilota, non so di cosa, credo siano questioni da uomini. Nulla di cui preoccuparci tesoro tranquilla”. Strano, è una delle prime conversazioni serie che ho con mia mamma da più o meno tre anni. “Credo che andrò un po’ a riposare, sono stanchissima” Mi alzo dalla poltroncina e mi dirigo verso la camera dove poco prima c’erano i miei. Scivolo in un sonno profondo in pochi minuti, profondo, ma senza sogni. “Che succede Bob? Perché continuiamo ad avere così tanti vuoti d’aria?” “Non lo so amore, a quanto pare abbiamo incontrato un’altra perturbazione e ci siamo finiti dentro” “Cosa?! Ma, c’è pericolo che succeda qualcosa di grave?” “Non lo so! Ma ci conviene sederci e allacciarci le cinture, sveglia anche Charlie per favore” “Sono già sveglia, che succede?” “Nulla Charlie, è solo un vuoto d’aria” “Mamma cazzo dimmi la verità! Non ho 14 anni per niente!” Sono spaventata, incazzata e voglio sapere che succede. A quanto pare ho dormito solo tre quarti d’ora. “Charlie, siamo dentro a una perturbazione, devi sederti e allacciarti le cinture di sicurezza ma tranquilla andrà tutto bene.” Andrà tutto bene?! Volete prendermi in giro? Cerco di nascondere il mio evidente panico e mi siedo su una delle poltroncine color pisello. Ci sono un paio di scossoni, poi improvvisamente è tutto buio. Sento mia madre urlare qualcosa, non capisco cosa, credo sia “Ti voglio bene Charlie” Ma non ne sono sicura. Ho paura, non vedo niente, non sento niente. Non ho mai avuto così tanta paura del silenzio come ora. Mia madre non parla, mio padre neppure. Forse sono già morta. C’è uno schianto forte, qualcosa mi bagna i piedi, continua a salire. La luce non è ancora tornata, sembra più buio di prima. Mi guardo in torno cercando di capire qualcosa, ma è tutto ovattato, non capisco nulla. “Mamma? Papà? Dove siete?” La mia voce è interrotta da mille singhiozzi. Forse è il contrario. Non mi risponde nessuno, non riesco a respirare. L’acqua mi arriva al collo. Chiudo gli occhi e urlo.
  
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