Anime & Manga > Shadow Lady
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Autore: Rik Bisini    07/12/2006    0 recensioni
Cosa lega un demone scomparso ed un mago celebre per guarire le persone a cui sono stati rubati i sogni?
Il vero avversario di Shadow Lady è forse sul punto di uscire allo scoperto?
Quinta fanfiction sul ritorno della sensuale eroina di Katsura, solo per veri amanti delle ragazze-ladro.
Fanfiction già pubblicata su Manganet dal 2/11/2006.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e il ladro di sogni
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Destino di un ladro

Aimi avanzò lentamente, barcollando, con una mano sulla fronte. Vestiva un ampio pigiama con pantaloni e casacca e teneva l'altra mano sullo stipite della porta della cucina. La stanza, ordinata e linda, era stretta ed Aimi si sorresse ora ad un mobile su una parete ora all'altro entrandovi. Si voltò a gurdare sopra allo stipite della porta, dove il quadrante di un orologio segnava le undici passate.
Strinse gli occhi, li sfregò con una mano, li aprì con difficoltà. « È tardissimo » pensò. « Credò proprio che non manterrò a lungo questo lavoro ».
Demota entrò sbadigliando in cucina.
« Buongiorno Aimi » disse, « anche tu hai avuto una giornata pesante, ieri? »
Un pugno lo raggiunse in pieno viso e il demone dall'aspetto di bambino si trovò steso a terra per il corridoio. La gaia risata di Setna provenne dal salone. Appena sopra la testa di Demota apparve la figura di Vaar, che già emetteva una nuvola di scintille.
« Aimi ha trovato manchevoli i suoi servitori, forse? » chiese Vaar, « Che il castigo che Ella infliggerà aumenti in noi il desiderio di servirla degnamente ».
« Il mio reggiseno! » tuonò Aimi.
Demota sollevò il capo. « Lo avevi gettato. » si lamentò.
« Non certo per farlo avere a te, maniaco! » replicò la ragazza.
« Se lo rivolevi » disse Demota, « bastava che lo dicessi. Setna, perché ho la sensazione che il tuo ruolo sia fondamentale in questa storia? »
« Invece è di ben poca importanza, Principe Demo. » spiegò, « È Kuriaf che ha causato tutto, rubando l'ombretto. Avevo bisogno di fare un simulacro ».
Demota si mise in ginocchio.
« Una magia potente » osservò Demota, « anche per un Domatore. E perché non aspettare il mio ritorno? »
« Perché non sapevamo quanto avreste dovuto attendere per ottenere udienza da Makuberu » replicò Setna, « e per prendere Kuriaf il prima possibile ».
« L'abbiamo presa? » intervenne Aimi, « Come sta? Io ho un vuoto di memoria, l'ultima cosa che mi ricordo di avre visto è... Bright ».
« Sembra che il viaggio attraverso le fiamme sia particolarmente faticoso per gli umani. » commentò Setna.
« Certo che lo è » intervenne scandalizzato Vaar, « Aimi non deve esporsi alla nostra magia senza la protezione del potere di Shadow Lady ».
Setna apparve nel corridoio ed alzò le spalle. « C'era Samoda. Appena le è apparsa in difficoltà, l'ha protetta lei ».
La luce che circondava Vaar divenne più intensa.
« La collera non ti si addice, Vaar » sillabò Setna con voce piatta e minacciosa. « Certamente non nei riguardi di una Domatrice del Fuoco ».
« Voglio vedere Kuriaf. » comandò Aimi interrompendoli. « Dov'è? »
Setna chinò leggermente la testa in avanti,in riverente rispetto. « Veruse la porterà qui subito, come la mia Signora vuole ».

Il viso di Morinaka era tirato, sotto gli occhi aveva due scure borse e la sua espressione angosciata ricordava un sorriso meno di ogni altra cosa. Bright entrò nel suo ufficio con passo deciso. Il mago lo accolse con un cenno della testa.
« Si sieda, devo parlarle. » disse.
Bright si accodò senza fretta e si concesse l'ombra di un sorriso. « Accetta la mia offerta? »
Colui che si era fatto chiamare Optimus Potentium scosse la testa. « La ringrazio, ma non mi occorre. Credo di essere finito ».
« Che significa? » domandò l'agente.
Morinaka fece una smorfia. « Sa bene che non posso rivelarle nulla di più. Ho provato tutta la notte. Non posso nemmeno sperare di fuggire e il solo che può credermi e lei. Per questo parlo, perché non mi resta altro da fare ».
Bright aggrottò le ciglia. « Ha appena detto che non può dirmi nulla a riguardo del ladro dei sogni ».
« Non le parlerò del ladro dei sogni, » riprese Morinaka, « ma di un tale che aveva ottenuto potere e ne voleva di più. La mia storia in questi ultimi giorni. Tutto ebbe inizio quando un ragazzo venne da me e mi raccontò di una strana creatura. Sapevo già che Shadow Lady è legata anche essa ai demoni, per questo il suo racconto mi incuriosì tanto da farmi decidere di vedere cosa c'era in realtà ».
« Shadow Lady è legata ai demoni, come lei? » domandò Bright.
« Immagino di sì. Non posso dirle di più. » replicò l'altro. Poi riprese, « Insomma vidi il demone, un demone femmina, e capii che per qualche strana ragione aveva sviluppato un curioso attaccamento verso quel ragazzo... »
« Sawada. » precisò Bright.
Morinaka strinse le spalle. « Quel tipo. Beh, la demone si spogliava davanti alle sue finestre per attirare la sua attenzione. Non so nemmeno come mi venne il coraggio, mi feci aventi e le dissi che avrebbe dovuto aiutarmi o avrei fatto sparire il ragazzo ».
« Cosa aveva intenzione di fare? » chiese Bright a denti stretti.
« Era solo un bluff » confessò l'altro stancamente, « ma funzionò. Kuriaf, la demone, abboccò. Il solo fatto che credessi alla sua esistenza mi dava credito ».
« Questi demoni dunque esistono. » Bright guardò fuori dalla finestra. Si vedeva il cielo del mattino, eccezionalmente sgombro dalle nubi, ma l'aria della stanza non ne sembrava scaldata.
« Cos'è che noi sappiamo del mondo? » osservò Morinaka, « la percezione è alla base della nostra scienza. Non partiamo, forse, dal presupposto che quello che non percepiamo non esiste? Ebbene invece una certa forma di energia sfugge ai nostri sensi, ci passa attraverso, ci appartiene. Questa è la fonte di energia che i demoni sfruttano, chiamandola magia ».
« Ma noi non la percepiamo, giusto? » sottolineò Bright, « Allora per noi è come se non esistesse ».
« No » lo contraddisse l'uomo, reprimendo un brivido, « perché sempre di energia si tratta. Può essere trasformata ed i demoni con essa creano la loro stessa realtà fisica, oltre che manifestazioni in forma di fuoco, ghiaccio, tenebra e putrescenza ».
« Si è fatto un'idea molto precisa della cosa, vedo ».
« Quella creatura, Kuriaf, mi ha dato informazioni di prima mano. E conoscevo la fisica per il mio precedente lavoro. Sì, ho un quadro dettagliato della cosa. I demoni sono divisi in quattro famiglie, a seconda del tipo di energia che padroneggiano. Pochi, che ritengo siano i più potenti, riescono a manifestare l'energia in forme diverse. Kuriaf possiede la magia della tenebra e del disfacimento ».
« Ma lei che voleva da questa demonessa? » lo incalzò Bright.
« Volevo che costruisse oggetti per aumentare il mio potere. I demoni vivono per loro scelta separati dagli umani, a quanto sembra l'energia che noi custodiamo inconsapevolmente può dare luogo a fenomeni spaventosi. Il mostro è uno di questi. Tuttavia, mediante oggetti da loro costruiti, un uomo può fare cose credute impossibili ».
« La velocità della ladra di gioielli » sussurrò Bright, asciugandosi distrattamente la fronte da una goccia di sudore freddo. « Il potere dell'Untore, creature immaginarie che appaiono nella vita reale, un eccezionale carisma con il pubblico ».
« Sì, umano » disse una voce senza emozione, « tutte queste cose. E l'inafferrabilità di Shadow Lady, ovviamente. Ma devo ammettere, con rammarico, che quell'ottimo lavoro non è opera mia. D'altronde non incanto oggetti nelle condizioni migliori, in questo momento ».

« Perché non sei tornata dalla tua gente? » chiese Aimi.
Kuriaf era seduta al centro del saloncino, su di un comodo divanetto. I suoi occhi azzurri guardavano con terrore e meraviglia la ragazza che sedeva accanto a lei. Demota era in piedi ad un lato del divano, accanto a dove era seduta Aimi. Veruse in piedi dalla parte opposta e Setna seduta in terra di fronte alla ragazza.
« La tua collera è giusta, Shadow Lady. » disse, « Non hai bisogno di aggiungere nulla. Giustiziami come deve essere fatto ».
« Kuriaf, » iniziò a spiegare Aimi, mentre Demota alzava gli occhi al cielo. « Può sembrarti strano, ma non sono in collera e non ho desiderio che tu sia giustiziata. Sono un'umana, non ho il modo di agire di un demone ».
Kuriaf spalancò gli occhi. « Tu hai il potere di Shadow Lady. Tu hai l'autorità del Sovrano del Fuoco. Hai tutto questo e tuttavia non sei vincolata dall'Antica Legge? »
« Una questione di complicati cavilli » aggiunse Demota, « ma è così. E' ovvio che tu non hai dimestichezza con l'agire umano ».
« Magari fosse così, per le pietre del diavolo! » esclamò Kuriaf. I demoni presenti sussultarono.
« Spiegati, che vuoi dire? » domandò Aimi.
« I Misti devono vivere di nascosto dagli umani. Ma ci sono casi in cui qualche testa calda, per dirla come voi umani, commette una leggerezza. Tolikei e Kalalii mi hanno incaricato di risolvere queste situazioni prima che la cosa arrivi alla polizia e danneggi la nostra gente ».
« Non sarà che tu... uccidi tutti i testimoni. » balbettò Aimi inorridita.
« Non servirebbe » spiegò Kuriaf, « la polizia interverrebbe lo stesso. No, io cancello i ricordi degli umani. Ho il potere di nasconderli nelle loro menti. Li aggroviglio in fondo ai loro pensieri più segreti, li seppellisco dove non riescono più a trovarli. » Fece un tenero sorriso, « Sono molto brava, sai? La migliore, mi dicono. »
« Kalalii » confermò Setna, « ci ha detto che la sopravvivenza stessa della sua comunità è dovuta in parte a Kuriaf ».
« Ma usando spesso il mio talento » riprese Kuriaf, « sono stata per molto a contatto con i pensieri degli umani. Io credo di avere acquistato in qualche modo il loro modo di pensare. Io credo di essere innamorata ».
« Questo direi che è il modo umano di non pensare. » disse sarcastico Demota. Un pugno di Aimi lo stese a terra.
« Di chi ti sei innamorata? » Si informò. « Qualcuno che ti ricambia? »
Sotto gli occhi di Kuriaf apparvero calde lacrime. « Non sa nemmeno che esisto. E di sicuro non vuole un demone. Aveva tante donne. Poi sono riuscita ad attirare la sua attenzione per un po', facendo vedere solo la mia ombra da una finestra ».
« Signora » intervenne Setna, « io credo seriamente che sia il caso di estinguere questa bizzarra creatura ».
« Finiscila, Setna. » tuonò Aimi. « E poi? » chiese rivolta a Kuriaf.
« Un umano, un mago, mi ricattava. Diceva di poter fare del male a lui. Mi ha chiesto molte cose dei demoni, io gliele ho dette perché le avrei cancellate, dopo aver capito come fermarlo. E ci sono riuscita. Aveva il potere di togliere i sogni con un oggetto magico. Il tuo ombretto mi serviva solo per portarglielo via. Ti ho seguito una delle volte che sei apparsa. E poi l'ho preso. Ma non sono riuscita ad usarlo ».
« Per quello che hai fatto hai la mia comprensione. » La confortò Aimi. « Penseremo subito noi a questo mago ».
« Grazie, Shadow Lady, sei forte! » replicò Kuriaf, asciugandosi le lacrime.
Setna sbuffò una nuvoletta di fumo nero.

La porta dello stanzino, adiacente alla stanza in cui Morinaka sfruttava i suoi poteri di mago, si era aperta senza fare rumore. Un essere dal portamento regale si trovava di fronte ad essa. Aveva figura umana, ma non sarebbe potuto facilmente essere scambiato per tale. La sua altezza era pari a quella della porta, il colore della sua pelle cadaverico, le iridi colore del ghiaccio. Indossava abiti di pelliccia bianchi, che non nascondevano tuttavia il suo fisico poderoso.
« Chi sei? » chiese attonito Morinaka.
« Credo che ogni creatura » rispose la voce uniforme che aveva parlato prima « abbia il diritto di conoscere il nome del suo assassino. Sono Lujel, Portatore dei Ghiacci. Peralto, umano, vorrei correggerti su un paio di cose. In primo luogo Kuriaf non avrebbe potuto creare per te nessun oggetto, non ne ha il potere né la capacità. Sono invece i demoni che esprimono la magia in una sola forma, e solo i più potenti di loro, ad essere artefici di oggetti come quello che usi ».
Si rivolse a Bright. « Vattene. » comandò.
L'uomo lo guardò con ostilità. « Non posso farlo, hai appena detto che intendi compiere un omidicio ».
« Io ucciderò un uomo qui » insisté Lujel, « ma non voglio che tu muoia. La tua vita e quello che sai potrebbero essermi utili. Non sono certo di misurare il mio potere per riuscire a stordirti ».
Bright scattò in piedi, ma se sue gambe cedettero, inaspettatamente rigide. Cadde sul tavolo e tentò invano di aggrapparsi ad esso. Poi udì il rumore del corpo di Morinaka che finiva sul pavimento.
Tentò di respirare. Faceva fatica a introdurre aria nei suoi polmoni ghiacciati. Le sue dita tremavano in modo incontrollabile. I suoi occhi insistevano a cercare di chiudersi.
Lottò contro il freddo che stava stringendo il suo corpo in una morsa, aiutato appena dal calore del sole che improvvisamente sembrava giungere nella stanza.
Sebbene sapesse bene che non doveva cadere addormentato, non riuscì a resistere che pochi minuti.

Shadow Lady aprì con un toccò delicato la serratura della finestra ed entrò nella stanza. Vide i due uomini a terra e, per la prima volta da quando possedeva il potere dell'ombretto, fu sul punto di perdere l'equilibrio.
Si accovacciò accanto a Bright che respirava appena.
« Demo! » esclamò allarmata, « Serve un'ambulanza. È congelato ».
Frugò per la stanza ed in pochi secondi trovò una coperta termica e l'accese. La pose attorno a Bright e vi aggiunse altre coperte fino ad avvolgere il giovane in un bozzolo.
Demo si avvicinò all'altra sagoma immobile sul pavimento. « Questo è morto. » annunciò.
Shadow Lady si portò le mani al volto. « L'ambulanza sta arrivando? » « Se ne sta occupando Vaar » la confortò Demo, « vedrai che arriverà prima di quanto non pensi ».
Dall'ombra dello stanzino apparve Kuriaf. Si bloccò guardando Shadow Lady, in ginocchio accanto a Bright che lo guardava impotente. I pugni stretti, le guance rigate da due interminabili lacrime. Poi l'inafferrabile ladra cedette. Si sdraiò su di lui, come se potesse cedergli il calore del suo corpo.
« Quindi » osservò Kuriaf, « anche tu sei innamorata ».
« Per le confidenze tra ragazze » disse Demo, « suggerisco di aspettare un momento più adatto ».
Kuriaf gli lanciò uno sguardo meditabondo. « Giusto » convenne, « è sul tavolo ».
« Il piedistallo della sfera? » chiese Demo.
Kuriaf annuì. Un rumore di pale di elicottero invase la stanza. Una scaletta veniva calata con un uomo pronto a lanciarsi dalla finestra.
Demo afferrò il piedistallo. « Vaar non si è mai chiesto cosa sia il senso della misura. » Commentò.
Il volto di Bright aveva ripreso un po' di colore, i suoi occhi si aprirono. Riuscì ad avere un immagine confusa del viso di Shadow Lady, che sorrideva tra le lacrime. Poi la ragazza si sollevò, allontanandosi da lui e svanì.

Bright camminava claudicando sulla banchina della metropolitana.
« Perché mai? » chiese, « Un evaso con dieci anni da scontare si farebbe vedere alla stazione? »
Il giovane poliziotto davanti a lui alzò le spalle. « Ci è stato segnalato già altre volte, negli ultimi due giorni. Abbiamo anche delle foto fatte qui, ma non siamo mai riusciti a prenderlo. L'ispettore Dory sta organizzando una sorveglianza permanente ».
Bright scosse la testa. Poi l'alzo di scatto. « È lui » disse, « accanto alla biglietteria ».
Il giovane seguì lo sguardo del collega e prese a correre verso un uomo magro con un lungo cappotto e la barba incolta. Bright non riuscì a tenergli dietro. Quando raggiunse la biglietteria, i due erano già a metà di una scala.
« È inutile che tu corra. » disse una voce che Bright riconobbe all'istante.
Si voltò. Piantò i suoi occhi sulle fattezze di Ai Mikomori. I due erano separati dal vetro.
« Un altro dei tuoi trucchi... » commentò Bright.
« Lascio questo lavoro » spiegò Ai, « ed ho pensato di farlo con un po' di stile. Ma ti volevo in prima fila per lo spettacolo. Come stai? »
« Molto meglio. » rispose l'agente, « per uno che è rimasto quasi congelato non posso lamentarmi ».
« Fai attenzione » si raccomandò Ai, « la prossima volta Shadow Lady potrebbe non essere lì. Quello che io posso affrontare, può ucciderti con facilità ».
« Non esiste » replicò Bright, « che io lasci sola nel pericolo la donna che amo. Rischio di morte o no. Demoni o no ».
La ragazza tolse gli occhiali, mostrandosi di nuovo come Aimi. Un giovane che guardava per caso verso la biglietteria spalancò occhi e bocca.
« Sei bravo » commentò Aimi, « ma io non posso proteggerti da tutto ».
« Voglio essere io a proteggere te. » ribatté Bright.
« Anche io lo vorrei » sospirò Aimi, « ed ora so che in un futuro potrà avvenire. Vorrei che tu avessi pazienza. Ma so come sei fatto, quindi ti dico solo 'Stai attento' ».
Aprì la mano mostrando l'ombretto di Shadow Lady e lo indossò con due veloci gesti. La celeberrima ladra uscì ridendo dalla biglietteria e scappò, rovesciando cestini e strappando cartelli pubblicitari, tra le confuse esclamazioni ed acclamazioni dei passeggeri.
« Starò attento, Aimi. » disse Bright.

   
 
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