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Autore: aleintheskywithdiamonds    17/05/2012    0 recensioni
Paul is dead, abbreviato con la sigla PID. Una delle prime e forse delle più famose leggende sulla storia del rock che vede Paul McCartney, cantante e bassista dei Beatles, morto in un incidente d'auto e poi sostituito da un sosia. Una leggenda derisa da molti, ma che riesce a stare in piedi grazie ai vari indizi contenuti negli album successivi al 1966 dei quattro baronetti di Liverpool.
(Io non credo in questa leggenda, però trovo che sia una storia affascinante)
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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< Allora William, ci stai? >

Brian e il giovane uomo che si era appena presentato al manager, William Campbell, erano seduti davanti a un caffé da quasi un'ora.
Nonostante non fosse una cosa sicura buttarsi e fare quella folla proposta a un tale sconosciuto che avrebbe potuto vendere la storia alla stampa, Brian aveva parlato dello spiacente episodio e sul perché avesse tanto bisogno del giovane poliziotto.

< Sarebbe il sogno di una vita. Paul McCartney è uno degli uomini più famosi del mondo, o per l'amore del cielo, la sua morte è una cosa tragica, certo, ma essere al suo posto... >
William era estasiato. Anche se i Beatles avevano smesso con i loro tour da un pezzo, le fan urlanti c'erano sempre, e passare dalla solitudine di una casa da scapolo vuota, alla celebrità era qualcosa che voleva assolutamente provare.
< Ma io so solo suonare la chitarra. E non credo di assomigliargli come dice lei, signor Epstein. > chiese il ragazzo con insicurezza.
< Chiamami Brian. Non ti preoccupare, ti insegneremo tutto noi e per l'aspetto provvederemo con qualche operazione di chirurgia plastica, pagheremo tutto noi. Una cosa mi interessa, sai scrivere? >
Sostituire un musicista era facile, ma i testi delle canzoni di Paul, accompagnati persino alla melodia più stupida del mondo, potevano trasformare qualsiasi brano in un capolavoro.
< Sni. Cioè, scrivo qualche poesia quando il commissario non mi affida un caso su cui lavorare, ma non sono un granché e mi vergogno a farle vedere. >

Il viso di Brian si aprì in un enorme sorriso, aveva trovato quello a cui stava cercando. Pagò il conto alla giovane cameriera, si alzò in piedi e strinse la mano al giovane William.
< Sia chiaro, da adesso, William Campbell non esiste più. La tua vecchia vita non esiste più, ora và a casa tua, fai i bagagli, prendi tutto quello a cui tieni, ci penseremo noi a venderla e infine và dal tuo capo e licenziati. Non dare spiegazioni, affronta il commissario e lascia lui e la sua squadra sbattendo la porta dell'ufficio. >
Il manager, senza aspettare risposte, mise un biglietto da visita nel taschino di William e uscì dalla porta del piccolo bar.

Il giovane ragazzo era ancora scombussolato, il suo sogno si stava avverando, diventerà finalmente qualcuno. Sull'espressione confusa comparve uno sguardo compiaciuto, si alzò di scatto facendo cadere la sedia all'indietro, tutti lo guardarono molto male, e con passo deciso e menefreghista si avviò verso il commissariato.
Camminava finalmente a testa alta, con un gran sorriso stampato su quel viso insicuro. 
Entrò senza badare alle persone che lo guardavano e con un calcio aprì la porta dell'ufficio del commissario.
< CAMPBELL. MA CHE TI PASSA PER QUELLA TESTA?! >
< Stronzo. > disse William con un sorriso ironico < BRUTTO FOTTUTISSIMO STRONZO. ME NE VADO.  Ti ridò il tuo cazzo di distintivo, il tuo cazzo di cappello, la tua cazzo di divisa e la tua cazzo di pistola, no, un momento. QUELLA NON ME LA FA TENERE PERCHÉ PENSA CHE IO NON ABBIA ABBASTANZA PALLE PER USARNE UNA. > con un grandissimo sorriso e senza pantaloni andò in direzione di casa sua.

Arrivato lì, prese degli scatoloni che teneva ancora dal trasloco e ci mise tutti i suoi vestiti, la sua chitarra, i documenti e poi si fermò al centro della stanza a guardarsi intorno. 
< Vediamo... Farò il musicista, certo, ho bisogno di musica, musica, proprio così. > andò in direzione dello scaffale su cui erano posati in ordine perfetto i suoi vinili < Sì, i Beatles, tra poco sarò uno di loro > disse prendendo in mano With The Beatles  < Elvis, cazzo, il re. Come lasciarlo qua solo soletto? E vediamo un po' Dylan. Bob sonounfottutopoeta Dylan. E un po' degli altri. > non ci mise nemmeno un'ora che gli scatoloni erano pronti. < William, anzi, Paul. Sei pronto? La tua vita inizia ora. > pronunciata questa frase, prese il biglietto datogli da Brian e chiamò il manager con il vecchio telefono di casa.
  
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