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Autore: LoonyW    17/05/2012    1 recensioni
A volte sorprendeva nonno Wilfred a guardarla con un’espressione triste, ma quando gli chiedeva il perché, lui tornava a sorridere e le indicava la costellazione di Cassiopea, incupendosi appena.
I sogni, per Donna, erano come le parole sulla punta della lingua che sfuggono alla memoria, allontanandosi di più ogni volta che si cerca di afferrarle.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Donna Noble
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I dreamed the universe
(And the stars whispered to me)

 

Capitava, a volte, che Donna rimanesse imbambolata davanti ad un vestito di un blu particolarmente cupo e profondo come il mare; oppure che le venissero i brividi nell’udire quella parola, dottore; a volte invece si ritrovava a rincorrere uomini di spalle, alti, con un completo marrone. Poi si fermava e si chiedeva il perché di quelle azioni che non riusciva a controllare.  
Sembrava che tante cose parlassero a Donna silenziosamente, ma non c’era mai caso in cui lei riuscisse a cogliere quanto avevano da dirle.
La sensazione del ricordo inafferrabile, che scivola tra le mani beffardo come il fumo, la perseguitava di giorno e di notte.
Ma quando Donna sognava, tutto era diverso. Nei suoi sogni c’erano immagini confuse che poi non ricordava, immagini che ritrovava in flash di un secondo nella vita di tutti i giorni.
Nonno Wilfred diceva che erano solo sogni, ma Donna coglieva la sfumatura di tristezza mal celata nei suoi occhi, che poi scompariva chiedendole di andare a guardare le stelle. Durava poco; era come in uno dei suoi sogni: giusto il tempo di chiudere gli occhi e di riaprirli un attimo dopo.
Anche le stelle parlavano a Donna Noble, ma lei non ricordava più il loro idioma.
Solo nei suoi ogni, può parlare tutte le lingue dell’universo;
solo nei suoi sogni, riesce a salvare il mondo e la galassia, ed essere utile per davvero;
solo nei suoi sogni un uomo le dice che è geniale, -nessuno l’ha mai fatto prima-.
A volte sorprendeva nonno Wilfred a guardarla con un’espressione triste, ma quando gli chiedeva il perché, lui tornava a sorridere e le indicava la costellazione di Cassiopea, incupendosi appena.
I sogni, per Donna, erano come le parole sulla punta della lingua che sfuggono alla memoria, allontanandosi di più ogni volta che si cerca di afferrarle.
E intanto la sua vita andava avanti, ma Donna aspettava con impazienza la notte: sapeva che la sua vera vita, quella che non ricordava e che non avrebbe mai potuto ricordare, era racchiusa lì, dietro i suoi occhi chiusi e addormentati.
La vera vita di Donna Noble è racchiusa in una cabina blu degli anni ’60.
 
 
 
Note: Forse dovrei continuare le storie in corso, già. Ma dato il periodo, scrivere flashfic è l’unico modo per rilassarmi ^^
È la prima volta che provo a scrivere storie su Doctor Who che non siano incentrate su una nuova companion, quindi non so fino a che livello potrà essere accettabile XD
Se siete gentili e caritatevoli potreste provare a dirmi se fa schifo, se è decente, se vi è piaciuta o meno e tante altre cose che mi farebbe piacere sentire :)
Hasta la vista!
  
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