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Autore: Mile_YOLO    17/05/2012    0 recensioni
Un'estate passata in compagnia di 5 adolescenti belli quanto pazzi, migliori amici egocentrici, serate dimenticate a causa dell'alcol, mare cristallino e villa da plurimiliardari con vista Sarasota, una delle spiagge più belle della Florida.
Questa è la storia di Jude, che a causa di un ananas, il suo senso dell'orientamento su cui non bisogna contare e una chitarra a tre corde scoprirà che la felicità ha i ricci, le fossette e gli occhi verde smeraldo.
...o no?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO.

Okay. Innanzi tutto grazie per essere qui, immagino ci siate arrivati per caso, però è un onore sapere che le mie storie vengono effettivamente lette e commentate.
La fanfiction che leggerete è ovviamente un racconto inventato ed è per questo che i riferimenti geografici non sono perfetti (anche perchè geografia non è proprio la materia che preferisco...) ma l'importante è immaginare i personaggi, il loro carattere e le vicende che ruotano attorno a questo gruppo di adolescenti meravigliosamente pazzi.
I primi 5 capitoli sono un flashback, essenziali per lo svolgimento della storia. La protagonista è una ragazza, Judith, ma la chiameremo Jude. Accanto a lei ci saranno i componenti della band One Direction in vesti di ragazzi 'normali' e due ragazze ispirate alla mia migliore amica.
Un ringraziamento anche a lei che mi ha supportato e sopportato dandomi consigli, criticando e aggiungendo una piccola parte di se a questa fanfiction: - Grazie, Elly.
Spero che la mia storia possa piacere anche a voi, buona lettura!
Mile.



Un sole arancione fa capolino da dietro un palazzo mostrandomi solo il profilo di tutto ciò che che scorre davanti a me. Il paesaggio di una città triste e grigia sfreccia a 70 chilometri orari sotto ai miei occhi e sempre più velocemente si trasforma in quello di una natura selvaggia quasi priva di edifici. Ora tutto quello che ci circonda è una serie di colline che viste dal finestrino della macchina di Louis sembrano onde verdi di un mare in burrasca. Quando esco fuori città è come se tutto intorno a me fosse piacevole e rilassante. Ma non questa volta. Il silenzio e la tranquillità di un quadretto campagnolo viene rotto dal rumore assordante di un finestrino posteriore che si apre accogliendo aria fresca e un profumo quasi nauseante di denti di leone ed erba tagliata:
- Elizabeth!
- Non sono stata io!
Louis si volta di scatto tenendo il volante con una sola mano e lancia uno sguardo di preoccupazione mista a spavento a Bess che spalanca gli occhi neri riflettendo l'azzurro agghiacciante dei suoi:
- Scusa Lou, colpa mia...
Afferra il volante con tutte e due le mani e inarca la testa all'indietro incrociando gli occhi color miele di Liam, che però è concentrato sulla striscia di colori che scorre sotto di lui. Ha la testa completamente fuori dal finestrino gli scompiglia i capelli biondo scuro. La scena si riflette come un film sul grande schermo sullo specchietto destro della Mini di Louis; non riesco a vedere il viso di Liam ma so che sorride, mentre quello di Bess è come se ce l'avessi di fronte: sta cercando qualcosa nella sua borsa-dalle-mille-risorse. Appoggio la testa al mio finestrino, gelido, e punto gli occhi sul sole rossastro che ora si sta nascondendo dietro ad una collina lontana. Ad un tratto Bess si sporge in avanti, verso Louis, e tenta di inserire un CD nel lettore. La prima traccia comincia con una serie di note a pianoforte: Coldplay; Bess si agita quando ascolta le loro melodie, alza le braccia e scuote i lunghi boccoli mogano, tiene il ritmo con "na" stonati e pretende che noi facciamo lo stesso:
- Perchè Jude non danza?
mi chiede sfiorandomi il collo con il naso:
- Jude è stanca e cerca di riflettere.
rispondo fredda. Ora sono in due che mi sfiorano, sento le mani ghiacciate di Liam che mi pizzicano la guancia:
- Se rifletti ti andrà in fumo il cercello!
dice rivolgendosi a me. Questa è la cosa più carina che mi abbia mai detto. Con un pulsante alla sua sinistra Louis chiude il finestrino precedntemente aperto e in questo modo posso sentire il calore che emanano i due corpi sul mio. Bess si allontana appoggiandosi pesantemente sollo schienale del suo sedile e rimette le mani nella borsa; Liam si volta verso Louis e gli stringe la spalla destra. Lo vedo sorridere imbarazzato e facendo oscillare il volante tra le mani comincia a cantare seguendo la voce di Chris Martin, quasi bisbigliando:
- I used to rule the world, seas would rise when I gave the word. Now in the morning I sleep alone, sweep the streets I used to own...
Con la mano detra tiene il ritmo sul mio ginocchio. Sentirlo cantare è una delle poche cose che mi rendono felice. Raddrizzo la testa, metto i piedi sul cofano e imito una graziosa ballerina hawaiana mentre attacco a cantare la seconda strofa di Viva La Vida:
- Sei tornata tra noi!
urla Bess e mi abbraccia da dietro tentando di soffocarmi. Liam ruba il cappello a Louis, se lo infila fino a coprirsi il naso e comincia a cantare (o meglio a urlare) il ritornello, gesticolando come un professore imbranato. L'atmosfera in macchina si è sciolta rispetto a prima e sembra che tutti e quattro stiamo assistendo ad un concerto strabiliante.

Il sole è completamente sparito ma non si vede traccia ne delle stelle ne della luna. Louis guida da almeno 3 ore e i sintomi della stanchezza e della fame cominciano a farsi sentire:
- Fra qualche chilometro dovrebbe esserci un distributore e un bar. Vi va un cheeseburger?
- Sì!
dicono due voci dai sedili posteriori. Inclina la testa verso di me e tiene lo sguardo fisso sul rettilineo di fronte a se:
- Insalata...
mormoro io. Sospira rassegnato e ride alla battuta di Liam:
- Di questo passo diventerai un vegetale.
Dopo 40 minuti ancora niente area ristoro. Bess si lamenta e Liam si è addormentato; Louis ha la schiena curva e le mani stringono il volante come se questo potesse scappare da un momento all'altro:
- Hai gli occhi rossi...
gli dico, ma sembra non ascoltarmi:
- Dovresti fermarti a riposare qualche minuto non credi?
ancora nessuna reazione. Abbasso la testa e mi guardo i polsi; riesco a vedere le vene del braccio destro sotto lo strato di pelle pallida, il sinistro è completamente avvolto da bracciali di ogni tipo. Guardandoli mi viene un tonfo al cuore, come se un martello lo stesse spappolando sotto gli occhi dei miei 3 migliori amici e loro stessero lì a guardare senza fermarlo. Porto il polso al petto e lo stringo forte con l'altra mano: questa è la parte 'sana' di me che mi dice "Fermati! E' un'idiotiza!" ma non l'ascolto, non l'ho mai ascoltata. Sfilo dalla tasca dei jeans una lametta, luccica anche se siamo completamente al buoi; faccio spazio tra un braccialetto di cubetti bianchi con la scritta "Jude & Bess" e una treccina di cuoio marrone; appogio lentamente la lama di ferro gelido sulla pelle sottile del polso e premo con decisione fino a che non sento il freddo di quel piccolo e affascinante oggetto penetrare. Mi sento come se mille aghi mi stessero trafiggendo il cervello. Ritiro velocemente la lametta nella tasca da dove l'avevo presa e controllo se quacuno si fosse accorto di quello che avevo appena fatto. Niente, come al solito. Sposto i due braccialetti per coprire la nuova ferita e la sento bruciare, ne più ne meno di quelle che mi ero procurata mesi prima. Tiro un lungo e rumoroso sospiro ma mi sembra di essere in una stanza completamente spoglia. Porto le gambe al petto e le stringo con le braccia affondando la testa nelle ginocchia. In questo momento vorrei soltanto sparire, andare in quella stanza vuota che non sembra tanto male:
- Vedo una luce...
mormora Liam riportandomi alla dura realtà:
- E' un cartello stradale, Bella Addormentata.
precisa Louis continuando a fissare l'autostrada davanti a se. Alzo la testa incuriosita dal soggetto della loro discussione e il mio sguardo si posa su un'enorme tavola verde smeraldo che brilla sotto la luce dei fanali della macchina con una scritta bianca a caratteri cubitali, un nome. Serro le labbra e strizzo gli occhi cercando di non pensare a quello che mi aspetterà ma sento le guance umide. Non devo piangere. Il cuore mi batte a mille, sembra un cavallo che galoppa. Affondo le unghie nei polpacci e mi sento fischiare le orecchie:
- ...e che c'è scritto?
mormora Liam ingenuamente. Non voglio sentire la risposta. Non voglio sentire quel nome! Ho la nausea e sento le articolazioni completamente paralizzate. Louis capisce che mi sento particolarmente a disagio e appoggia la mano sulla mia nuca accarezzandomi il dorso del collo; rabbrividisco. Ogni sua azione ha il potere di mutare le mie emozioni. Prende un lungo respiro e sa che quello che dirà mi farà impazzire:
- Sarasota.
  
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