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Autore: shawarma    17/05/2012    1 recensioni
"Fingi una virtù, se non ne hai."
Tony Stark in persona era venuto fin lì indossando la sua armatura scintillante per fermare gli intrusi che avevano osato profanare la sua casa. In armatura e mutande, come avrebbe detto Charlie.
Per un attimo lui e Lyn rimasero a fissarsi negli occhi, lei immobile dalla paura e lui furibondo.
La prima a reagire però fu lei. Poiché Stark non indossava l' elmo ne approfittò per tirargli un pugno che colpì in pieno volto il supereroe. Uno a zero, più o meno.
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stark Tower, New York – 00.00

La Stark Tower, sebbene fosse un grande ammasso di alta tecnologia e sicurezza, non era affatto impenetrabile. Almeno, non per loro. New York sarebbe stata immersa nell’oscurità, se non fosse stato per la miriade di luci e lucette che illuminavano ogni maledettissimo angolo di quella città; ma la fonte di luce maggiore, ovviamente, era proprio quell’immenso palazzo, con l’insegna a caratteri cubitali che indicava il possessore dell’edificio. Stark. Anche un cieco sarebbe stato capace di leggerlo. Le macchine sfrecciavano lungo le strade, e i bagliori dei fari, così, intermittenti, interrompevano i pensieri ogni volta che apparivano. C’era sempre il timore che qualcosa potesse andare storto, sempre.
« Allora, tutto pronto? » una voce acuta spezzò il silenzio, e Charlie si voltò verso Lynette. La pelle chiara del volto risaltava nella penombra, ed i lunghi capelli castani della ragazza erano legati in una treccia quasi chilometrica. Molto stile Raperonzolo, insomma. Lynette sbatté rapidamente le palpebre, con un’espressione che Charlie non gradiva per nulla. Sapeva molte cose sull’amica, ma quella che riusciva a fargliele girare veramente era la sua impazienza.
« Due secondi, solo due, poi entriamo » rispose rapidamente, sventolandole due dita di fronte al viso, senza distogliere lo sguardo dall’orologio.
« Due, non uno di più. »
« Quale parte di “due secondi”, non ti è chiara? »
« Con te nulla è chiaro. »
« Oh, lo pensi davvero? » Charlie aggrottò leggermente le sopracciglia, incredula. Sapeva che a volte quando spiegava le cose non si faceva capire esattamente bene, ma non pensava di essere a questi livelli. In risposta l’amica annuì silenziosamente, sollevando le mani. Il problema della Stark Tower erano le manie di superiorità di Stark, che convinto dell’infallibilità dei propri sistemi di sicurezza riduceva visibilmente il numero di agenti addetti alla sicurezza; il che rendeva quindi piuttosto semplice almeno raggiungere l’edificio. Ad una certa ora, sempre la stessa, i turni cambiavano, e c’era un breve lasso di tempo in cui la sicurezza era al minimo. A mezzanotte e due minuti, c’era sempre quel vuoto che faceva gola alla maggior parte dei criminali. Non che loro fossero criminali, ovvio. Erano lì per dei motivi ben più seri, o almeno Lynette lo era.
« Ora! » fece cenno all’amica di seguirla, e così lei fece. Gli ultimi agenti erano ora dall’altro lato dell’edificio, appena dietro l’angolo, e la loro assenza permise alle due di avvicinarsi rapidamente alla base del palazzo. Le porte automatiche avevano uno scatto improvviso quando c’era il cambio degli agenti, così le porte si aprivano, per far sì che lo scambio avvenisse nel minor tempo possibile. Era utile, ma anche dannoso. Tlack. Fece passare le dita fra la porta, aprendola leggermente, e sgusciando dall’altra parte. Lynette fece la stessa cosa, con maggiore destrezza rispetto a Charlie. Per le telecamere non c’era alcun problema: le aveva già messe a riposo per una decina di minuti. Sapevano esattamente dove dirigersi, ma era Lyn che aveva imparato a memoria la cartina, per cui passò lei avanti, procedendo con passo sicuro. Si ritrovarono di fronte ad una porta di vetro. Accanto, si vedeva lo spazio per il badge elettronico. Charlie vide l’amica voltarsi, ed allungare la mano. Immediatamente tirò fuori dalla tasca i dispositivi falsificati che, ufficialmente, sarebbero dovuti appartenere a due addetti alla sicurezza. Entrarono velocemente, ritrovandosi all’interno della stanza. Ora dovevano passare oltre un’altra porta, raggiungere il secondo piano, corridoio a sinistra, terza stanza a destra, un’altra porta, poi erano arrivate. Charlie sollevò il polso e si portò l’orologio davanti agli occhi: sei minuti rimanenti, dovevano cominciare a darsi una mossa. Con l’indice indicò il piccolo display, facendo capire a Lyn che avrebbero dovuto accelerare il passo. Capì al volo quello che voleva dire, e subito cominciò ad aprire la porta successiva. L’interno, come previsto, era abbastanza deserto. Quando raggiunsero la stanza, si ritrovarono di fronte alle più recenti invenzioni di Stark. Nessuna delle due poteva negarlo: quel genio, miliardario, playboy, filantropo, nonostante le apparenze qualcosa di buono sapeva farlo. C'erano così tante cianfrusaglie con sopra la scritta “pericoloso” o “non toccare” che Charlie avrebbe con piacere passato la notte in quella stanza, ma Lynette era lì per uno scopo ben preciso e non avrebbe commesso alcun tipo di errore che avrebbe potuto irrimediabilmente compromettere l’esito della missione, se così si poteva definire.
Iniziarono a cercare ciò per cui avevano osato fare irruzione nella Stark Tower. La cosa non durò molto poiché le invenzioni era catalogate in ordine di creazione, perciò bastò dare una rapida occhiata alle “novità”. Ciò che cercavano sembrava solo un grande pezzo di stoffa nero con stampata sopra una grande “S” probabilmente per ricordare il nome dell' inventore. Ah, probabilmente Stark non avrebbe mai perso una singola occasione per mettersi in mostra in ogni modo possibile ed immaginabile.
« L' ho trovato, ora è meglio filarsela prima che qualcuno arrivi. »
Disse la mora mentre sorrideva soddisfatta. In fondo, se quell' operazione era andata a buon fine era merito suo; mettere K.O. i sistemi di sicurezza di Stark non era qualcosa che chiunque era in grado di fare. Anche se continuava ad avere la snervante sensazione che qualcosa, in qualche maniera, potesse andare storta.
Lynette con un sorriso soddisfatto stampato in faccia si avvicinò alla porta della stanza, con il chiaro intento di abbandonare quell' edificio il prima possibile. E non era l’unica ad avere quell’obbiettivo; Charlie la seguì subito dopo, raggiungendola.
Ma quando la porta si aprì con il solito rumore metallico, quello che la castana vide non le fece affatto piacere.
Tony Stark in persona era venuto fin lì indossando la sua armatura scintillante per fermare gli intrusi che avevano osato profanare la sua casa. In armatura e mutande, come avrebbe detto Charlie. Per un attimo lui e Lyn rimasero a fissarsi negli occhi, lei immobile dalla paura e lui furibondo. La prima a reagire però fu lei. Poiché Stark non indossava l' elmo ne approfittò per tirargli un pugno che colpì in pieno volto il supereroe. Egli, colto alla sprovvista, incassò in pieno il colpo, indietreggiando di qualche passo leggermente stordito. Uno a zero, più o meno.
« Idiota! Non avevi disattivato le telecamere?! »
Certo che lo aveva fatto, certo. Ma forse Lynette si era dimenticata che erano nella dolce, calda ed accogliente casuccia di Stark.
« Suppongo di sì, dannazione! »
« Cos- tu, tu supponi? »
Lynette sembrava essere piuttosto irritata, come se il nervosismo di Charlie non fosse già abbastanza per tutte e due.
« Allora fallo tu, la prossima volta » snocciolò la ragazza, rispondendo con altrettanta acidità. Tutto poteva accadere, e l’amica lo sapeva, eppure sembrava continuare a rifiutarsi di accettarlo. Diamine. Cosa si aspettava da lei? Che riuscisse davvero a controllare l’ingegno di Stark?
« Ehi, ehi, ragazze. Non vorrei interrompervi, davvero, ma… »
Iron Man. Charlie s’irrigidì, con i muscoli tesi e lo sguardo puntato fisso verso l’amica; non voleva voltarsi, non ne aveva il coraggio. Per quanto fosse riuscita a entrare là dentro, per quanto fosse dotata di poteri, Charlie rimaneva comunque un po’ cacasotto. Specialmente in queste occasioni. L’unica cosa che la consolò, in quel momento, fu che anche Lynette sembrava non essere esattamente a proprio agio.
Ci fu un attimo in cui tutto sembrava immobile.
Lynette e Charlie erano pietrificate, rivolte una di fronte all' altra. La prima spostava velocemente lo sguardo dall' amica all' uomo, mentre la seconda, rivolgendo le spalle al nemico, guardava Lyn, in cerca di una soluzione per uscire da quel grandissimo casino.
Come avevano potuto credere di farla a Stark? Probabilmente non solo loro se lo chiedevano, ma anche il diretto interessato.
« ...se non vi dispiace, ora vorrei delle spiegazioni. »
Spiegazioni. Certo. Charlie guardò Lynette attendendo che lei facesse qualcosa. Una situazione del genere poteva solo concludersi con la violenza, campo il cui la castana era un' esperta.
E, superato il primo momento di terrore, lei non deluse le aspettative della compagna.
Lynette sfoggiò uno dei suoi ghigni più spaventosi e Stark, colto ancora alla sprovvista da quella situazione, si mise in posizione d' attacco, preparando qualche asso nella manica nel caso le cose fossero degenerate. Ma lo sbruffone in lattina non poteva nemmeno immaginare quello che sarebbe successo.
La castana con uno scatto fulmineo estrasse dalla tasca dei pantaloncini un piccolo accendino grigio. Un attimo dopo Stark si ritrovò circondato dalle fiamme.
Il calore emanato dalla fiammata era insostenibile anche per l' armatura. Tony al suo interno iniziò a sudare, ma si rese presto conto che quello era solo un modo per distrarlo.
Però, purtroppo, quando se ne rese conto le fiamme stavano già iniziando a spegnersi, affievolendosi gradualmente. Una volta riacquistata una buona visibilità ebbe modo di vedere la castana afferrare per un braccio la compagna, trascinandola di peso verso la finestra.
« Malediz... Lyn, cosa vuoi fare? »
Stark notò che sul volto della mora si stava dipingendo un' espressione di terrore, e molto probabilmente non ci mise troppo ad intuire quello che stava per accadere. Jarvis, con la solita voce monocorde, gli annunciò che l'armatura era come nuova. Oramai Stark non era più interessato a catturare le due ragazze, ma voleva comunque vedere se avrebbero avuto il coraggio di buttarsi giù dal ventunesimo piano.
« Porca puttana! Lynette! Io ti ammaz- »
Non fece in tempo a finire la frase che la castana, con una risata agghiacciante, si lanciò contro il vetro della finestra, frantumandola.
Stark si diresse subito verso la soglia di ciò che rimaneva della sua finestra, osservando le due ragazze cadere verso il basso, urlando terrorizzate, anche se a guardarle sembravano divertirsi come delle bambine.
« Jarvis, trovami quelle ragazze. »
Immediatamente il computer avviò la ricerca, mentre Iron Man guardava la scena divertito.
Le due si erano schiantate contro il tetto di un taxi, per fortuna vuoto e non in mezzo alla strada, ma in un attimo si rialzarono in piedi, pur essendo ricoperte di taglia e ferite sanguinanti.
« Non male. »
Concluse Tony, con un' espressione soddisfatta stampata sul volto.

Entrambe stavano sanguinando, ma se Charlie cercava di fermare l' emorragia in qualche modo, Lynette invece sembrava assurdamente fiera di quelle ferite, anche se il dolore era tremendo.
Dopo essere sfuggite a Stark avevano corso a perdifiato fino al bar di Emmet, dove erano sicure di trovare un rifugio dalla tecnologia di Iron Man. Eppure entrambe sapevano che, effettivamente, non esisteva un rifugio vero e proprio.
In quel momento si trovavano nella stanza riservata allo staff del bar e Charlie cercava di disinfettare minuziosamente e con la massima cautela le ferite, per poi togliere i pezzi di vetro incastrati nella pelle. Lynette sospirò rumorosamente, e a quel punto la mora capì che quel silenzio opprimente non sarebbe durato a lungo. Non aveva molta voglia di dialogare, specialmente dopo quel volo di ventuno piani.
« La prossima volta che ci lanciamo in una missione suicida, ricordami di fare un cosplay, così magari non mi riconoscono. »
Charlie ridacchiò mentre tamponava una ferita e sorrise maliziosamente.
« Sinceramente, se Stark ci venisse a cercare non mi darebbe fastidio nemmeno un po'. »
Lynette alzò gli occhi al cielo, come se si aspettasse un commento del genere. Che poteva farci? Aveva sempre avuto un debole per gli uomini affascinanti, e Stark decisamente lo era.
« Se Stark ci venisse a cercare, mentre tu fai le tue cose con lui, io gli rubo l' armatura e la vendo su internet per farmi un cosplay. »
Aggiunse poi la castana, porgendo in seguito il braccio all' amica.
« Su, disinfetta e mettici dei cerotti. »
Charlie la guardò in cagnesco ma non poteva non fare ciò che le era stato chiesto; le ferite di Lynette erano messe molto peggio delle sue e, pur volendo vendicarsi per quella folle azione, non se la sarebbe sentita di lasciare l'amica in quelle condizioni a dir poco pessime.
« Dici che ci cercherà davvero? »
Lynette chinò lo sguardo e strinse nella mano destra il pezzo di stoffa rubato a Stark. Ma perché diamine lo aveva fatto? Aveva cacciato in guai seri lei e la sua migliore amica, e per cosa? Un misero pezzo di stoffa? Non si era nemmeno ancora degnata di provarlo, forse perché aveva paura che il suo sforzo fosse stato del tutto inutile, e che sarebbe andata come le altre volte.
« Sì, ci cercheranno, è più che ovvio. Ma sai cosa faremo? Ce la daremo a gambe, come facciamo sempre! »
Charlie sorrise fiaccamente, cercando di infondere coraggio all'amica. Forse quella frase sarebbe potuta suonare male alle orecchie di chiunque, ma loro erano così. Quando le cose si complicavano scappavano come due graziosi coniglietti bianchi. Paragone poco azzeccato, in particolar modo per quel “graziosi”.
« Attenta con l' alcol, altrimenti vado a fuoco. »
Lynette sorrise, scacciando via ogni preoccupazione.
« Rapineremo una banca e ce ne andremo alle Hawaii per un po'. »
Concluse poi la castana, passando la mano più e più volte sulla stoffa.
Charlie annuì e sorrise nuovamente, per poi tornare a medicare le ferite della sua migliore amica.
Che vitaccia.





N.d.A. Salve, lettori -sempre se ce ne sia qualcuno-! Questa è una round-robin, fatta da me e Teach (qua Cirucci, ma sono troppo abituata a chiamarla Teach, quindi la chiamerò sempre così), che, ahimè, essendo nata dalle nostre menti geniali(?), non sarà nulla di particolarmente serio. Comunque, che aggiungere? Boh, speriamo solo che vi piaccia.
Ah, sì! Per i due nuovi personaggi, abbiamo presto spunto da due attrici, anche se sono un po' diverse. Per Charlie è Felicia Day, solo che dovrebbe avere i capelli corti e neri. Per Lynette è Olivia Wilde, con capelli e occhi castani. E questo è tutto.
Ah.. Loki is loco (cit.).
  
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