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Autore: InsaneMind    17/05/2012    0 recensioni
La storia di un amore intrigante che neanche il tempo riuscirà a scalfire.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata in cui c'era un  sole che spaccava le pietre, il termometro segnava i 30° e non si stava bene in nessun altro luogo oltre  al mare.
Stavo camminando sulla scogliera, cercando di evitare di fare dei  passi falsi  per evitare di lasciarci  le penne.
Camminando così lentamente avevo anche l'opportunità di ammirare quel classico paesaggio marittimo, ricco di scogli sparsi un po' ovunque che un po' incutevano timore. L'aria era molto calda, assomigliava come ad un respiro che ti alitava sulla pelle rendendola quasi bollente e facendola diventare di color caramello col passare del tempo sotto l'effetto prolungato del sole cocente.
L'acqua era di un azzurro cristallino, ci si riusciva addirittura  a specchiare vista la calma che regnava quel giorno.
Arrivata alla fine della scogliera, decisi di sedermi in disparte su un masso lontano dall'acqua perché la paura di poter cadere mi suscitava molta ansia.
Allontanandomi vidi i miei amici che mi raggiungevano, alzai la mano e la sventolai a mo' di saluto.
Erano in pochi, giusto tre quattro e solo una mia amica decise di aspettare per farsi un bel bagno e di cedere invece al calore emanato dal sole riscaldandosi. Gli altri rimanenti tre, invece, non esitarono e decisero subito di buttarsi in acqua, visto che la situazione era proprio invivibile.
 
Successivamente notai che altri due ragazzi si stavano avvicinando catturando la mia attenzione, forse  per il fatto che parlava a voce così alta che arrivavano anche noi le sue parole. Appena giunti, non esitarono e neanche il tempo di poterli guardare attentamente che già erano immersi in quella tavola blu.
La mia amica ed io ci scambiammo uno sguardo per poi distoglierlo e posarlo sull'acqua, guardando ciò che stava accadendo.
I due sconosciuti riemersero iniziando a schizzare un po' ovunque l'acqua, facendola  arrivare  addosso a noi. Alzai lo sguardo fino a quando non incontrai il suo senza emettere neanche un respiro. Il ragazzo risalii velocemente sugli scogli per poi buttarsi di nuovo, urlando a più non posso e questa scene andarono avanti circa dieci minuti.
Riemersero anche i miei amici, salendo anche loro e facendo le stesse cose che anche quei due sconosciuti  stavano facendo.           
Nacque una specie di competizione, creando una sottospecie di rivalità fra un mio amico e quel giovane misterioso che continuava a guardarmi.
Mi stupii di quanto provasse continuamente a guardarmi e questo anche un mio amico lo notò e da qui cambiarono molte cose.
Decidemmo, noi del gruppo, di andare a giocare a pallavolo e anche i due ragazzi, udendo ciò che ci stavamo dicendo ci chiesero se potevano unirsi a noi, e così fu, senza troppi giri di parole.
 
Ci mettemmo d'accordo, loro si allontanarono momentaneamente e noi andammo a darci un'asciugata sotto i rispettivi ombrelloni.
Poi, il caso volle che mentre noi stavamo per entrare al bar a prendere qualcosa, loro erano ancora lì, come ci stessero aspettando dimenticandosi che ci saremmo dovuti incontrare al campo da pallavolo. E lui mi guardava: più mi guardava più mi saliva il disgusto.
Andammo al campo e iniziammo a giocare. Fu una partita alquanto scadente perché nessuno aveva voglia di giocare seriamente, ognuno aveva la testa altrove...
Uno ad uno iniziarono ad abbandonare il campo, finchè non rimasi da sola con quei due sconosciuti.
La situazione non mi preoccupava più di tanto perché avevo intenzione di andarmene, perciò li salutai freddamente e mentre mi voltai sentii che mi prese la mano. Mi girai di scatto per mollare la presa e appena vide il mio scatto furioso lasciò che la mia mano scivolasse via. Mi guardò come se stesse cercando una fonte d'ispirazione per dire qualcosa che lo avesse levato da quella situazione così ridicola, come se essa fosse stampata sul mio viso.
Appena lasciata la presa indietreggiai. 
Vidi nei suoi occhi un qualcosa di strano, come una specie di bagliore. Decisi che forse era meglio andar via, per evitare ulteriori problemi. Aveva uno sguardo magnetico, non riuscivo a distoglierlo o a guardare altrove.

- Ti ho fatto male- mi disse con un sorriso che gli illuminò tutto il volto.

-Oh, no...Non preoccuparti. Scusami devo and....

Stava sempre più avvicinandosi a me fino a quando ad un certo punto improvvisamente si bloccò.
Indietreggiai immediatamente, come d'istinto.

-Non ti facevo così carina.- mi fece una linguaccia- Ora devo proprio andare, ciao.- disse,poi si voltò e andò via, lasciandomi perplessa a fissarlo mentre andava via.

Ero sconcertata, non sapevo per quale assurdo motivo quel giovane si era avvicinato a me, più cercavo di trovare una soluzione, più iniziai ad aver mal di testa. Andai sotto l'ombrellone per prendere le mie cose, mi vestii e andai via, abbastanza lontano per non pensare più a nulla.
  
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