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Autore: Meredhit89    17/05/2012    6 recensioni
Era splendida fasciata in quel tubino rosso, i capelli color caramello che ricadevano morbidamente sulle sue spalle. E i suoi occhi, cazzo, quanto erano profondi e intensi. Ogni santa volta ne rimanevo disturbata al tal punto che, codardamente, dovevo piantare i miei sulle scarpe per non svenire dall’emozione.
«Sei stata fantastica prima. Si vede che stai prendendo confidenza con le telecamere», mentre parlava si avvicinava e più la distanza tra noi due diminuiva, più il mio cazzo di cuore mi saltava il gola.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Whish You Where Here

 

 

E quando mi guardai per lennesima volta allo specchio, desiderai sparire, ritrovarmi in un altro mondo, in un altro luogo dove non ero quella che sono adesso. Dove ogni cosa era differente. Dove il mio animo non era tormentato... o dove il mio cuore non era ridotto in frammenti simili a piccole schegge.

Osservai per lultima volta la mia immagine riflessa allo specchio. Gli occhi verdi sbavati dalla matita nera, il rossetto un pallido accenno del trucco di quella mattina.

Ero a pezzi, debilitata fisicamente… e non solo.

La tournée di Twilight stava svolgendo al suo termine ed io già non vedevo lora di darci una chiusa. Girare mezzo mondo per promuovere uno dei primi film di quella che sarebbe stata una saga, era più stancante dello girare il film stesso. Dio, odiavo quel tenore di vita. Non era per me. Non ero io così. Stare in mezzo alla folla, regalare sorrisi felici, ma tremendamente falsi, ai fotografi, ai fans che volevano un pezzo di te, era diventato il mio incubo peggiore. Non ricordavo neanche da quanto tempo non tornavo a Los Angeles. Mia madre mi chiamava tutti i giorni, assicurandosi che stessi bene, ma più i giorni passavano, più mi rendevo conto che non riuscivo a mascherare così bene il nervosismo e l'irrequietezza che mi affliggevano.

«Posso?». Una voce femminile, che avrei riconosciuto tra mille, mi fece voltare verso la porta del mio camerino.

«Entra...». Il mio viso s’illuminò alla vista di lei.

Era splendida fasciata in quel tubino rosso, i capelli color caramello che ricadevano morbidamente sulle sue spalle. E i suoi occhi, cazzo, quanto erano profondi e intensi. Ogni santa volta ne rimanevo disturbata al tal punto che, codardamente, dovevo piantare i miei sulle scarpe per non svenire dallemozione.

«Sei stata fantastica prima. Si vede che stai prendendo confidenza con le telecamere», mentre parlava si avvicinava e più la distanza tra noi due diminuiva, più il mio cazzo di cuore mi saltava in gola.

No, non era finita tra noi due. Nulla era andato veramente a puttane, me ne stavo tragicamente accorgendo.

«Gra-zie... ma credo di aver fatto una figuraccia di merda rispondendoBohsu cosa volessi fare da grande». Con la testa china e le mani sul mio grembo, arrossii notevolmente.

La sua risata ci mise poco a fluttuare nellaria, a sciogliermi come una caramella piena di zucchero posta al calore del sole per ore e ore.

Alzai il mio sguardo sul suo e Lei smise di sorridere, facendosi seria.

«Kristen... io...».

«No, non lo fare, non dire nulla» la implorai.

Era stato così difficile andare avanti, dimenticare quello che era successo tra noi due. Ricordare mi faceva stare sempre da cani, ecco perché evitavo di rimanere sola per troppo tempo.

Quando lamore finisce passa poco prima di innamorarsi unaltra volta, così dicono spesso, ma è una cazzata. L'amore per una persona, quello che covi dentro di te per anni, che cerchi di reprimere per paura e poi esplode, è il peggiore. Ti segnerà a vita, lascerà ferite in te che non guariranno mai.

«Voglio solo assicurarmi che stai bene... che tra noi due sia tutto apposto» sussurrò.

«Come fa a essere tutto apposto tra noi due, se tu mi hai lasciato?» le dissi.

Abbandonata neanche come farebbe un padrone con il suo cane sul ciglio della strada. Abbandonata come un barbone per strada che muore di freddo. Mi sentivo così, di merda.

«Non capisci che la tua carriera è molto più importante? Che la tua reputazione andrebbe a puttane se tu ed io uscissimo allo scoperto?!».

«Credi che m'importi della mia carriera, della mia reputazione?! Io sono questa, cazzo! Sono una ragazza che ama un'altra donna, che problema ha il mondo? Non sono affari miei!».

Scoppiare a piangere fu semplice, singhiozzare altrettanto, ma sentire le sue braccia circondarmi la vita fu straziante.

Non volevo un contatto con le sue mani, non volevo il suo corpo vicino al mio. Era troppo. Troppo da reggere, da digerire.

«Io lo faccio per te, Kristen, non voglio rovinarti la vita».

«Tu me lhai già rovinata, andando via... lasciandomi sola!».

Cercai disperatamente di allontanarmi, ma Lei non me lo permise, mi strinse più forte al suo corpo, affondando il capo nella piega del mio collo.

«Kris, io ti amo, ti amo da morire, ma non voglio questo per te, piccola. Sei troppo importante, perdonami per tutto il male che ti ho fatto, ma la mia decisione rimane ferma».

Piansi più forte sentendo quelle parole. I miei gemiti di disperazione e dolore si mischiarono ai suoi, nella stanza si udivano soltanto i nostri singhiozzi. Presi la decisione di mandare la mia razionalità a fare in culo e di ricambiare il suo abbraccio, stringendola forte per la vita.

Strette così, con il suo calore a riscaldarmi anima e cuore, mi sembrò di tornare indietro nel tempo. Di essere precipitata nel mio vero mondo e non quello fatato e dorato di unattrice che viaggiava in un lungo e in largo per promuovere i suoi film. Ero di nuovo io, la Kristen di sempre. Quella che amava, che respirava nuovamente aria fresca, pulita con la persona amata.

«Non mi lasciare, ti prego» le dissi in un momento di panico. Sapevo che erano questione di minuti prima che tornassimo ai rispettivi mondi. Lei al suo lavoro, ed io al mio.

Non ero pronta a lasciarla andare nuovamente, non ora che lavevo ritrovata seppure per qualche minuto.

Unite col corpo e con lanima, come non succedeva da qualche tempo.

«Lo devo fare, mi dispiace» rispose, ma non si allontanò. Intensificò la sua stretta ed io mi sentii morire allidea che presto sarebbe finito.

«Allora vattene! Non farmi ancora più male!», strillai.

Presi coraggio e misi un metro di distanza tra noi due. Mi voltai verso lo specchio del camerino e vidi me e lei, in condizioni pietose. Il mio trucco era andato a puttane, così come il suo.

Eravamo due merde e il nostro aspetto lo confermava. I miei occhi si posarono sulla scollatura del vestito che evidenziava il suo seno prosperoso. Mi leccai le labbra, allimprovviso eccitata e conscia che avrei fatto volentieri lamore con lei lì, fregandomene del resto.

«Kristen...».

«Vai via, prima che non rispondo più di me» la minacciai.

Non se andò, anzi, in poche falcate, arrivò alle mie spalle, agguantandomi per la vita. Le sue mani mi abbracciarono, incrociandosi sul mio grembo piatto. Massaggiava e accarezzava la mia pelle coperta dal pizzo del vestito.

«Ti desidero così tanto da stare male, è lo stesso per te?», mi domandò innocentemente, provocandomi una fitta di puro desiderio.

«Sì». Mi voltai, rimanendo intrappolata tra le sue braccia.

«Ti desidero e voglio fare lamore con te, ma devi andare via. Non voglio sbagliare» conclusi.

Lessi tanta delusione nelle sue pupille nere, ma non potei evitarla. Era la verità quella che le stavo dicendo. Fare lamore con lei, per unultima volta, sarebbe stato fantastico, unesperienza che mi avrebbe condotto nel delirio, annientando ogni muro e barriera che avevo alzato da quando Lei era sparita lasciandomi sola. Ed io non potevo permettermi unaltra ricaduta.

La mia vita era in bilico tra follia e ragione.

«Hai ragione, devo andare via, ma prima voglio baciarti unultima volta».

Non ebbi tempo di rispondere, assaltò le mie labbra con voracità e passionalità. La sua lingua entrò nel mio palato e, dopo liniziale titubanza, ricambiai il bacio, completamente sconvolta e sorpresa di percepire nuovamente il suo sapore.

Le mie mani si chiusero a coppa sulle sue guance, stringendola con forza. Le sue arrivarono sul mio fondo schiena, palpandolo selvaggiamente.

Passarono diversi minuti prima che il bacio avesse la sua fine. In quei minuti, che mi sembrarono pochi, pochissimi, pensai sul serio di poter morire dinfarto.

Il mio cuore batteva allimpazzata ed ero certa che anche il suo non era messo poi così bene...

«Ti amo, non lo dimenticare» sussurrò sulla mia bocca, quando il bacio finì.

«Anch’io. Ti amerò per sempre». La tristezza che fuoruscì dalle mie labbra non potei controllarla.

Non rispose, ma si spostò velocemente e prese luscita del mio camerino.

Sola scoppiai a piangere, tenendomi lo stomaco e scivolando sul pavimento.

Era andata via.

Lei mi aveva lasciato... unaltra volta.

 

 

 

**

 

Eccomi qua, se siete arrivati alla fine, siete stati impavidi xD.

Il motivo della nascita di questa shot? Beh, sono tanti, ma devo ringraziare assolutamente Vivien efp se tutto questo è possibile, una sera di molti mesi fa ci venne in mente di scrivere qualcosa di diverso dal solito. E l’idea di scrivere su un personaggio come Kristen, lo trovai entusiasmante! E poi, oggi, senza farlo apposta è la giornata contro l’omofobia, un’occasione perfetta per postare questa one shot, non trovate?

Voglio ricordare che questa shot non nasce con nessuno scopo, non c’è bisogno di venirmi a dire che Kristen non è lesbica, non farebbe mai una cosa del genere, perché ne io, ne chi ha questa teoria sulla sua vita privata, sa realmente quello che combina la Stewart nella sua vita :’)

Un bacio.

E viva le banane, sempre e comunque.

 

p.s. Non so dove ho cacciato la versione betata, quindi vi siete beccati questa, decisamente schifosa u.u

 

 

 

   
 
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