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Autore: Shinkocchi_    18/05/2012    2 recensioni
Erano bastate solo tre parole a sconvolgerle la vita.
Tre parole che l’avevano spaventata, l’avevano fatta scappare da tutto e tutti…
…soprattutto da lui, che le aveva pronunciate…
Ed ora che anche lei, finalmente, ne conosceva il significato, non gliele avrebbe potute dire.
Perché sarebbe stato egoistico in quella situazione.
Eppure nonostante ciò, proprio come una stupida, ogni tanto ci sperava ancora...
Genere: Commedia, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When prince’s sister comes back…'
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Anche dopo tre anni il mio cuore sussulta quando ti vedo…

Dear you

 
È buio, davvero buio.
Ferma sul cavalcavia pedonale…perché sono qui?
Sotto sfrecciano veloci le macchine, schiarendo per qualche breve attimo le tenebre della notte.
Il neon delle insegne dei negozi evidenzia i kanji che vi sono sopra riportati, mentre i lampioni, che percorrono la via su entrambi i lati alternandosi ad alberi, attirano gli insetti a sé con la loro luce soffusa e fioca.
C’è silenzio, un opprimente silenzio.
Eppure è estate…ed allora perché nessuno è in giro?
Si sentono solo i suoni ovattati dei televisori nelle case, alternati da quello più forte del passaggio dei mezzi.
Alzo lo sguardo.
Non solo sola.
C’è un ragazzo davanti a me e se ne sta immobile con la testa leggermente abbassata…per quanto mi sforzi, non riesco a vedere il suo volto.
Eppure ha un’aria famigliare…perché?
-Tu…chi sei?- lo domando con voce flebile, quasi in un sussurro, e mi chiedo se la domanda non sia rivolta più a me che a lui…
Lui però non risponde, che non abbia sentito?
-Noi non…non ci siamo già visti da qualche parte?-
Resta in silenzio, ancora.
-Perché non rispondi?-
-…-
Abbasso il viso, in imbarazzo per quella situazione.
Poi ad un tratto lo vedo aprire leggermente la bocca per parlare, ma non esce alcun suono.
-I-io…non ho capito quello che hai detto…-
Lui continua a muovere le labbra ed io continuo a non sentire…perché non lo sento?
-Cosa…cosa stai…?-
Eppure c’è silenzio.
-Non riesco a sentirti…- dico scotendo lentamente la testa –è-è una cosa importante, non è vero? Ed allora ripetila!-
-…-
-A voce più alta!-
-Ma io parlo a voce alta- la sua risposta mi lascia attonita –sei tu quella che non vuole ascoltare, Sekai-
Cosa vuol dire con quest’affermazione? -p-perché tu…sai il mio nome?- domando.
-…-
-Allora noi ci conosciamo! Avevo…avevo ragione!-
-…-
-Quello che hai detto prima…ripetilo!-
-Anche se lo facessi non cambierebbe nulla…tu quelle tre parole non le vuoi ascoltare, o mi sbaglio forse?-
-Quelle tre parole?- di cosa sta parlando?
Alza lo sguardo verso di me lentamente, e dalla penombra comincio ad intravedere due grandi e profondi occhi verdi che mi fanno sussultare.
Non è possibile…
-Tu…-
Che sia…
-Tu…-
…lui?
Non può essere…
-…Aka…-

TONF
-A-ah…accidenti!- apro lentamente gli occhi, frastornata e dolorante, togliendomi di dosso quel libro che si è gentilmente andato a schiantare sulla mia faccia, e cercando di mettere a fuoco.
Sono…nella mia stanza? Il sole entra dalla finestra, illuminando la camera.
Mi rigetto a peso morto con la testa sul cuscino, sospirando e poggiandomi il dorso della mano sugli occhi –quel sogno…di nuovo...-
Poi giro la testa verso il comodino per dare un occhiata alla sveglia –otto e quaranta…- quelle parole risuonano per qualche istante nel mio cervello completamente svuotato –CAVOLI!-
Scendo le scale alla velocità della luce, scansando per poco mio padre –ben svegliata, Sekai!- esclama mia madre -cosa vuoi per colaz…-
-Non ho tempo di fare colazione!- rispondo saltellando per mettermi le scarpe –sono in ritardo! Ritardo! Un ritardo folle!-
Mi gettò fuori di casa con la mia solita e nota poca grazia, montando sopra la mia adorata ed indispensabile bicicletta.
Alzo leggermente gli occhi al cielo, limpido, immenso, pieno di nuvole bianche ed imponenti…solo che qui a New York non è possibile notarlo davvero, e pensare che siamo pure in periferia…
A ben pensarci non era possibile neanche a Tokyo…
Già, Tokyo mi manca…non che l’America sia male, ma il Giappone era un’altra cosa…
Chissà come stanno tutti? Ormai è passato così tanto tempo da quando ci siamo trasferiti qui, da quando non li ho più visti…tre anni e tre mesi…ma sembrano un’eternità.
Non che sia molto diversa da allora…un po’ più alta, un po’ più grande, quasi “donna” oserei dire, anche se probabilmente Atobe si metterebbe a ridere sentendomi…solo i capelli sono diversi dato che li ho tagliati ed ora mi arrivano all’attaccatura del braccio, appena sopra il seno; prima erano troppo lunghi e forse un po’ da bambina.
Comunque, dentro sono più o meno sempre io!
O almeno credo…a dir la verità non saprei, in questi anni sono cambiate così tante cose che ogni tanto ancora fatico a rendermene conto…
Sento la brezza marina scompigliami i capelli e mollo i pedali, lasciandomi trasportare da questo forte, ma allo stesso tempo dolce vento.
Oggi il cielo è di un blu così intenso che ho la sensazione che potrei perdermici…
-Chissà se anche tu lo stai guardando proprio come me…-
 
-Ah…sto per morire di caldo…- mi accascio sul tavolino di un bar, sospirando.
-Grazie davvero- esclama una ragazza castana sedendosi davanti a me –se non fossi venuta a servire ai tavoli al posto di mia sorella non so proprio come avremmo fatto!-
-Figurati Sarah, con tutte le volte che mi hai aiutato a scuola questo è il minimo!-
Lei sorride, come al suo solito; è davvero simpatica e soprattutto gentile…la prima vera amica che mi sia fatta qui.
-Piuttosto…sai che hai davvero delle brutte occhiaie? Dormito male anche stanotte?-
-Sarà stata la tazza di caffè che ho bevuto ieri! Lo sapevo che non avrei dovuto prenderla!- rispondo stizzita.
-No, no, no!- esclama movendo l’indice –non me la racconti giusta!-
Gonfio le guance seccata.
-Sei tormentata da qualche fantasma del tuo passato o…forse da senso di colpa?-
A quelle parole rischio di strozzarmi con l’aranciata che sto sorseggiando –n-n-nani?-
Sarah alza un sopracciglio, ogni tanto mi scappa qualche parola in giapponese, ma non posso farci niente…è un riflesso incondizionato –i-io non ho alcun senso di colpa, capito?-
-Ed allora perché ti scaldi tanto?-
-I-i-io…- prima che possa peggiorare la situazione, il mio telefonino vibra.
-Che succede?- mi domanda.
-Ah, è mio fratello, ha scritto di andare a casa…ed a quanto pare subito…-
-Ok- esclama facendomi segno di uscire dalla porta –non ho più alcun bisogno di te, sai?-
-Bell’amica sei!- rispondo facendole una linguaccia.
-Dai, scherzo! Ci sentiamo, ok?-
Annuisco, uscendo dal locale –ciao!-
Mi fermo qualche istante fuori, guardando il messaggio –chissà cos’è successo di tanto importante…-
 
-NO! NO! NO!- la mia voce risuona forte in casa, facendo tremare i vetri –stai scherzando, vero? Non puoi fare una cosa del genere!- esclamo furibonda.
Il vecchio mi lancia un’occhiata molto eloquente…dice sul serio.
Impallidisco –tu…Oyaji…-
-Non capisco perché tu sia tanto contrariata sul fatto di tornare a vivere in Giappone- mi zittisco immediatamente, mentre Ryoma, Ryoga e la mamma mi rivolgono lo sguardo.
-In fondo, le vacanze estive sono cominciate giusto ieri…e poi il nostro trasferimento qui in America doveva essere solo temporaneo, te lo ricordi?-
Si, certo che me lo ricordo –no, non mi risulta! Così distruggi i miei piani per le vacanze!-
-Tu non avevi programmato nulla!- accidenti, ha ragione…
-Beh…lo stavo giusto per fare!-
-Smettila di comportarti come una bambina! Hai diciannove anni ormai!-
Sbuffo. Lo sta facendo apposta a mettere il dito nella piaga? –ne ho ancora diciotto e…quasi sette mesi!-
-Ma sei comunque maggiorenne! Fra voi tre solo Ryoma non lo è!- già…Ryo-nii-san ha appena compiuto vent’un anni, mentre Kobito ne ha ancora sedici…certo che il tempo passa velocemente.
-Non ho intenzione di discutere oltre! I tuoi fratelli sono d’accordo, quindi domani mattina andremo a prendere il volo!- conclude uscendo dalla stanza per andare ad accendere la televisione in salotto.
Nel frattempo fulmino quei due con lo sguardo, facendoli impallidire…traditori…
-Perché tutte queste storie?- mi domanda il mio fratellino.
-Già, pensavamo saresti stata contenta di tornare a casa- continua il maggiore.
Baka kyoudai…
-Certo che ne sono felice! Non è questo!- rispondo seccata.
-Ed allora cos’è?- stringo i pugni a quella domanda, trattenendo il respiro.
Tornare a vivere a Tokyo significa poter ritrovare tutti i nostri compagni.
Jirou-nii, Eiji, Fujiko, Tomo-chan, Momo-chan, Kenya e gli altri…persino quella Baka-saru di Atobe mi è mancata…
Però, significa anche rivedere lui
…e quindi affrontare anche tutto quello da cui sono scappata tre anni fa…

-Quanto ci mettono ad arrivare?- domanda Ryoga seduto su una seggiola della sala d’attesa dell’aeroporto.
Io, appoggiata alla vetrata alle sue spalle, sbuffò battendo nervosamente il piede per terra.
-Ehi- Ryo-nii-chan si avvicina, attirando la nostra attenzione –ho appena sentito il vecchio…ha detto che stanno arrivando. Nel frattempo noi possiamo già imbarcarci!-
-Ecco! Ti pareva? E pensare che ci ha tanto raccomandato di essere puntuali!-
-Ah, lascia stare…piuttosto, cominciamo ad avviarci? Fra meno di mezz’ora il volo dovrebbe partire!-
Li seguo, trascinando controvoglia i bagagli, mentre sfoglio la lista di messaggi sul cellulare “Mi dispiace davvero che non riusciremo a passare l’estete assieme…tutti i nostri progetti sono rimandati a data indeterminata! Comunque, se tutto va bene i miei mi lasceranno venire a trovarti ad inizio inverno! Passa una buona estate e salutami i tuoi fratelli! Come promesso pregherò per la tua incolumità! Baci. Sarah!”
Sospiro tristemente –già, dispiace anche a me…-
Saliamo sull’aereo, prendendo posto –signori passeggeri, dato che stiamo per decollare vi preghiamo di chiudere i cellulari- ci informa gentilmente l’hostess, poco dopo.
Mi sollevo per dare un occhiata in giro –come mai non sono ancora qui? Se non si muovono rischiano di perdere l’aereo…-
-Se papà fosse già salito a bordo ce ne saremmo accorti!- esclama Ryoga, mettendosi le braccia dietro la testa; già, concordo con lui…non è certo un tipo che passa inosservato…
Ad un certo punto il telefono di Ryoma vibra –è un messaggio del vecchio…-
-Cosa dice?- chiediamo noi due curiosi, avvicinandoci.
-Allora…“cari figlioli, stavamo giusto per salire a bordo, quando abbiamo notato una magnifica promozione per una vacanza ad Honolulu e così abbiamo deciso di cambiare i biglietti. Forse torneremo a Tokyo in agosto. Spero vi divertirete in Giappone senza di noi! Ormai siete grandi! Voi due ragazzi cercate di trovarvi una fidanzata carina, mentre, per quanto ti riguarda Sekai, guai a te se vengo a sapere che sei uscita con un ragazzo! Questo è tutto. Baci! Mamma e papà!”
Restiamo un attimo immobili, in silenzio, mentre un aura tetra ci avvolge e Ryoma stritola il telefonino che ha in mano.
Ci giriamo verso il finestrino, furenti –omae baka…OYAJI!-
 
Ed eccola, dopo tre anni e tre mesi, Tokyo in tutta la sua grandezza!
Mi sento piccola a guardarla…anzi, più che altro mi sento depressa…
-Ehi, Chibichan, su con il morale! Sembra che tu stia andando al patibolo!- esclama nii-san strofinandomi con forza i capelli.
Al patibolo? Si, non avrei trovato espressione migliore per descrivere il mio stato d’animo!
-Piuttosto, prima di andare a sistemare le valigie a casa, che ne dite di fare un passo al nuovo centro commerciale che hanno appena aperto a Shinjuku?-
-Mh? Quello di cui stavano parlando quei signori in aereo?- chiede Ryoma.
-Esatto!-
–Nii, questo volo ci ha sfiniti, senza contare che fa un caldo terribile…non potremmo fare domani?- ecco una buona idea! Starmene chiusa in casa, con la scusa della calura estiva, fino a che non avrò capito come scappare di qui!
-Ma l’inaugurazione è proprio oggi! Dai!- dice esaltato –e poi, pensateci! Siamo solo noi tre, senza genitori, qui a Tokyo…tutta l’estate! Non è favoloso?-
Annuiamo; certo, sarebbe favoloso se non fossimo a Tokyo!
-Allora lo prendo come un si!- esclama afferrandoci per un braccio e tirandoci via.
Lancio un’occhiata a Ryoma, che sospira, sistemandosi il cappellino –mada mada dane…-
Ah…non ho neanche più la forza per commentare tutto ciò…
 
-Non pensavo ci sarebbe stata tanta gente…-
-Che ti aspettavi…l’hai detto tu che è giorno di apertura!-
Ci sediamo su una panchina, stanchi –ed ora?-
-…boh…-
-Boh non è contemplata come risposta!-
Ryoga fa spallucce –che ci vuoi fare? Lo sai che sono un tipo molto fantasioso!-
-Oh, si…- risponde Ryoma a tono -…non avevamo dubbi!-
-Che vuoi dire?- domanda l’altro stizzito.
-Nulla, nulla- risponde con un sorrisetto angelico.
Eh bravo il mio Ryo-nii-chan! Anche lui sta coltivando con successo il sarcasmo di famiglia!
Non ha idea di quanto gli sarà utile in futuro!
-Ehi, avete finito di bisticciare piccini?-
Mi lanciano un’occhiataccia; com’è divertente prenderli in giro…
-Io vado a prendermi qualcosa al bar al piano di sotto, ok? Volete nulla?-
Loro due annuiscono –qualsiasi cosa che sia potabile!-
-Bene…ah, nii-chan, prendo in prestito il tuo berretto!-
-Ehi!- lui sbuffa mentre glielo tolgo.
Scendo le scale, facendomi aria con il cappello; ah…caldo, caldo, caldo…Tokyo!
Penso non possa andare peggio di così…a meno che non mi vengano. Allora si che toccherei davvero il fondo…
Mentre sono impegnata a delirare una voce giunge alle mie orecchie –Nya! Che caldo!-
Mi blocco di scatto. Nya? Nya? Solo una persona a questo mondo dice “nya”!
-Eiji, ormai siamo ad inizio giugno…è normale!-
-Lo so Fujiko, però quest’estate è terribilmente afosa!-
Sento il cuore perdere un battito…cosa ci fanno loro due qui?!
Mi volto lentamente, notandoli alle mie spalle mentre stanno scendendo; con loro ci sono anche Yagyuu ed un bizzarro ragazzino dai capelli rossi…che sia Kin-chan? È così cresciuto…
-Ne, io ho fame!- esclama, incrociando le braccia dietro la testa.
-Hai appena mangiato Kintaro! E poi dobbiamo andare a vederci con gli altri!-
Altri?! Altri?! Che altri?!
-Già! Shiraishi e compagnia dovrebbero ormai essere arrivati!-
Noto che stanno venendo nella mia direzione e velocemente mi fiondo nel primo negozio che trovo; sento il cuore martellarmi nel petto…neanche fossi in missione segreta e poi…a pensarci bene non so neanche io per quale motivo mi stia nascondendo da loro…loro non sono lui!
Non ho il tempo di finire il ragionamento che sento la porta a vetri aprirsi e vedo quei quattro entrare nel negozio. Si può sapere perché sono così sfigata!?
Cerco di nascondermi dietro gli scaffali, accucciandomi e premendo con tutta la forza che ho il berretto in testa.
E loro, invece di togliersi di torno cosa fanno?
Eiji e Fuji si mettono a guardare delle riviste.
Yagyuu si piazza davanti all’uscita…che lo stia facendo apposta?
E Kin-chan…dov’è Kin-chan?!
-Ehi, signorina!- una voce alle mie spalle mi fa rabbrividire –ti stai nascondendo?-
Volto lentamente il capo, incontrando gli occhi di quella piccola peste dalla testa rossa.
Sento la testa cominciare a girarmi; ed ora che accidenti faccio?
-Kintaro, cosa fai? Non devi andare ad importunare la gente!- lo richiamano gli altri tre.
-Ma questa signorina stava giocando a nascondino ed io volevo giocare con lei!-
Mi vien da sorridere a guardarlo…certo che non è cambiato per nulla.
Adorabile ed ingenuo come al solito.
-Ah, ma che dici!- poi si rivolgono a me –scusi, le ha dato fastidio?-
Mi irrigidisco; ma che bella situazione!
Cerco di inventarmi qualcosa e nel frattempo mi copro ancor di più il viso con il cappellino.
-A-ah…i’m a tourist and I don’t speack Japanese! I’m very sorry!- rispondo girandomi verso di loro e cercando di sembrare il più naturale possibile, mentre mi guardano confusi.
-Oh, i understand! Can we help you?- mi domanda Hiroshi.
Dannazione! Avevo dimenticato che se la cava bene in inglese!
-N-no! don’t worry! It’s all right! Well…I-I have to go! Bye!- rispondo uscendo di li il più rapidamente possibile.
Corro fra la folla…che razza di figura ho fatto!
Anche se avevo il berretto mi domando come abbiano fatto a non riconoscermi! Probabilmente non li è passata neanche per la mente l’idea che potessi essere tornata in Giappone…
Però, non posso fare a meno di pensare che siano davvero cresciuti tutti e quattro in questi tre anni…come mi sono mancati…
Arrivo dalla panchina dove sono seduti i miei fratelli –allora, hai preso da bere?- mi domandano non appena mi vedono arrivare.
-Oh, accidenti…- dico fra me e me, sbattendomi una mano in faccia –sentite, mi dispiace non ho niente! Ma vi prego, andiamocene via subito!- esclamo.
Mi guardano confusi –perché?-
-Voglio andarmene! Ora!- rispondo –c-c’è troppa gente! Mi sembra di soffocare!-
-Chibichan! Io non ho voglia di tornare a casa!- mi dice Ryoga, mentre Ryoma annuisce.
-Cosa?-
-Siamo appena arrivati! Vogliamo dare ancora un’occhiata in giro!-
Arriccio il naso –bene! Vorrà dire che andrò da sola!- esclamo offesa allontanandomi.
-Ohi, nee-chan! Aspetta!- in lontananza li sento chiamarmi…chi se ne frega!
 
Mi trovo fuori dal centro commerciale.
Il sole picchia forte sull’asfalto, producendo un gran calore…
Mi sfrego leggermente gli occhi con la mano, nel tentativo di svegliarmi, sentendo il cappello di mio fratello ancora in testa.
Ah…mi sono dimenticata di ridarglielo!
Mi giro indietro; non ho voglia di tornare la dentro…si arrangi!
Comincio a camminare per le strade affollate di Tokyo; avevo quasi dimenticato questa sensazione…nonostante sia qualcosa di estremamente banale, devo riconoscere che a New York non mi faceva lo stesso effetto!
Mi fermo, sospirando; diamine, per quanto mi costi ammetterlo, devo riconoscere di essermi comportata male con loro due…e tutto perché non voglio incontrare nessuno, soprattutto lui…io…io non posso stare qui in Giappone così!
Che sia davvero il senso di colpa a rendere tutto tanto difficile?
-Ah…-
-SUGOI!- un grido attira la mia attenzione.
-Ma questa voce…- dico fra me e me.
-Marui-kun hai visto quella torta gelato! È enorme!-
-Già! Hai proprio ragione!-
Alzo lo sguardo di scatto, notando due ragazzi di fronte ad un negozio di dolci.
-Jirou…? Marui…?-
No! No! No! Non può essere vero! Perché ci sono anche loro? Era questo che intendeva prima Yagyuu quando ha parlato degli “altri”?
Sento le gambe tremarmi e tutto inizia a girare…
Più svelta che posso inizio a correre via, sperando che non mi notino.
Ecco! L’ho fatto di nuovo! Sto scappando di nuovo!
Aumento il passo sempre di più, urtando le persone vicino a me.
Intorno sento solo un indistinto insieme di voci…mi sta facendo scoppiare la testa!
Perché deve essere così difficile?
Perché deve essere così doloroso?
Voglio andarmene! Voglio andare via!
Non m’importa che sia l’America, va bene qualsiasi luogo!
Ovunque, ma non qui!
Mi getto in mezzo alla strada, senza accorgermi del fatto che è appena scattato il rosso.
Il suono assordante dei clacson mi riporta alla realtà.
Alzo lo sguardo di scatto, notando una macchina venire nella mia direzione e tutto intorno a me si ferma.
…dunque è così?
Per una cosa così stupida ora io…morirò?
Chiudo istintivamente gli occhi in quell’unico attimo di lucidità.
Stupida! Stupida! Stupida!
Se non me ne fossi andata dal Giappone tutto ciò non sarebbe successo!
Se non fossi scappata in America tutto ciò non sarebbe accaduto!
Stupida! Ed ancora stupida!
Mi porto le mani al viso, toccando il berretto.
Già…mi sono dimenticata di ridarlo a Ryoma…che sbadata…
Sono sicura che si arrabbierà molto.
Ah…si può sapere perché persino in un momento come questo vado a pensare a cose del genere?
Perché devo sempre a complicarmi la vita?
Se quella volta gli avessi dato una risposta forse…forse…
…perché se proprio deve finire a questo modo, vorrei poterlo rivedere ancora una volta…
Sento ad un tratto una mano afferrarmi per il braccio e tirarmi, poi solo il forte rumore di una frenata.



Tu tum
Tu tum
Tu tum
Questo rumore…è un cuore che batte?
Socchiudo lentamente gli occhi, ancora intontita; cos’è successo?
Mi accorgo di essere sul marciapiede, stretta fra le braccia di un ragazzo ed appoggiata al suo petto…se fossi un po’ meno frastornata probabilmente sarei già arrossita.
Eppure, il suo profumo…perché mi è così familiare?
-Ehi, tutto a posto?- la sua voce interrompe i miei pensieri, facendomi alzare lo sguardo verso di lui -si può sapere a cosa stavi pens…-
Si blocca all’improvviso, ed io sento il cuore smettere di battere per un attimo.
Rimango imbambolata, con gli occhi spalancati e fissi su di lui.
Sembra più grande, più adulto.
I suoi inconfondibili riccioli neri sono leggermente più lunghi o forse solo più arruffati di quanto non ricordassi ed i lineamenti più da “uomo”.
Ma è senza dubbio lui.
Lui
Resta con i suoi grandi occhi verdi fissi su di me e non posso fare a meno di notare l’espressione sorpresa nel suo sguardo…neanche avesse visto un fantasma…
Spalanca un poco la bocca, forse, proprio come me, nel tentativo di far uscire qualche suono dalle labbra.
-Se…kai?-
-…Akaya?-
È solo un leggerissimo sussurro, ma entrambi siamo riusciti a capirci lo stesso.
Sento le guance prendere lentamente fuoco e la testa girare, mentre il mio cuore inizia a battere e battere, battere sempre più forte…com’è possibile che dopo tre anni non sia cambiato ancora nulla?!
Perché mi sento ancora così persa?
Perché mi succede solo con te?
Avrei una voglia matta di gridare!
Statisticamente quanto poteva essere alta la probabilità di finire proprio tra le tue braccia!
Tu, che sei l’unica persona che davvero non avrei dovuto incontrare!
Dai, è assurdo!
Dovrei ricordarmi di chiederlo ad Inui o a Renji…

Eppure, non posso fare a meno di pensare che debba esserci per forza una qualche ragione se fra tante persone, qui a Tokyo, in una situazione del genere, ho incontrato proprio te...
Non lo pensi anche tu, Akaya?



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XDXDXD
Ed ecco, come promesso, il primo capitolo della seconda ed ultima parte parte della fic!
Il titolo non è casuale, infatti per entrambi i titoli mi sono ispirata ad un'OST di Sousei no Aquarion chiamata appunto "first love, final love"; quindi, "first love" la prima serie, "final love" la seconda^_^...trovo sia azzeccato, in quanto il primo amore è anche "l'ultimo" e vero amore...
Dalla prima serie ho lasciato passare 3 annetti...volevo scrivere su personaggi più grandi, perchè penso che la Sekai e l'Acchan delle medie siano entrambi un po' troppo immaturi...
Inoltre, avrete notato che il capitolo è sotto il punto di vista dell'Echizen...dato che è la protagonista, non potevo non scrivere un capitolo con suo POV!!!!!!!!
Comunque...sotto il titolo del capitolo ho messo il link di un'OST di Higurashi subbata in italiano..."Dear You"^_^
Adoro questa canzone, e trovo (dopo aver letto la traduzione) che si adatti perfettamente allo stato d'animo della ragazza dopo la partenza, che ne pensate?????
Infine, qui sotto ho messo una mia creazione di come mi immagino Sekai grande!
L'ho fatta con un programma su Internet che ho trovato cercando giochi per pc per mia sorella e devo ammettere che mi piace il risultato!
Beh...grazie a chi legge!
Baci!!!!
XDXDXD

  
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